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Lui & Lei

Il Professore di Spagnolo ultima parte


di Liliana1980
25.10.2021    |    4.551    |    13 9.9
"Si, nostra, ne avevo diritto, ero la sua donna e fra poco lo sarei stata completamente..."
Cari amici eccomi qua.
Spero tanto di avervi sempre come amici.
Vi lascio alla lettura dell’ultima puntata con un forte abbraccio.

E venne il giorno, era un sabato mattina,saluto mamma e mi avvio alla fermata dell’autobus.
Mi ci vollero 20 minuti per arrivare nel quartiere del Prof.
Era una bellissima giornata di primavera oramai inoltrata.
Sembrava che anche la natura volesse partecipare al mio diventare donna.
Qualcuno si starà chiedendo perché di sabato mattina?
Ve lo spiego.
Dopo l’ultima lezione in cui avevamo sperimentato i preliminari arrivando ad un passo dall’amplesso, Paolo mi disse.
“Lilly è giunto il momento, io non c’è la faccio più e tu sei prontissima”.
“allora facciamolo”
“no,non voglio sia una cosa frettolosa,dobbiamo prenderci tutto il tempo necessario”.
“e quanto tempo ci vuole per perdere la verginità?”
“oh!,per quello basta un’attimo”.
“e allora perché ti serve tanto tempo?”.
“amore mio, desidero sia una cosa indimenticabile,voglio che una volta persa la verginità e fatto sesso,tu voglia farlo e rifarlo per tutta la vita e non rimanere schoccata dall’esperienza e diventare una donna frigida, come succede dopo una brutta esperienza,devi fidarti di me”.
“va bene,dimmi cosa vuoi fare
“puoi avere due giorni completamente liberi?”
“in che senso?”
“diciamo che invece di andare a scuola,la dai buca e vieni qui”.
“questo è impossibile,la preside telefonerebbe immediatamente a casa”.
“hai ragione”.
“ci sarebbe un’altra possibilità”.
“quale?”
“il sabato e la domenica,potrei mettermi d’accordo con una compagna di scuola e dire a mamma che vado a fare una gita con lei”.
“pensi ci crederebbe e poi la tua amica è sicura?”
“non è la prima volta che vado in gita con compagne di scuola,specialmente con Vanessa e mamma non avrebbe difficoltà a darmi il permesso”
“allora puoi organizzare uno dei prossimi fine settimana, ma mi raccomando sii sicura di questa tua amica”.
“per questo non preoccuparti è come una sorella per me, ci siamo coperte il culo più di una volta,va bene parlo con lei e ti farò sapere”.
“d’accordo,per il momento andiamo avanti con le vere lezioni di Spagnolo”.
Ecco perché oggi, un bellissimo Sabato di Aprile, mi stò avviando verso casa del Prof di mattina presto.
Ero felice anche se la mente era una fucina di pensieri
Avevo deciso,volevo farlo con lui, perché certo non era “l’amore della mia vita”,non lo avevo mai preteso,ma ci volevamo realmente bene e ci desideravamo, da cinque lunghi mesi.
Senza accorgermene mi ritrovai davanti alla porta di casa sua.
Questa volta non era aperta,probabilmente, essendo Sabato,non dava lezioni e sarebbe stato sospetto non chiuderla.
Suonai con il cuore che mi batteva a mille,tanta era l’ansia che mi possedeva.
Mi aprì immediatamente,ebbi il sospetto che mi abbia vista arrivare e si fosse preparato dietro la porta.
Ne fui felice,questo significava che anche per lui era un giorno speciale.
Entrai,rinchiusi la porta,l’avrei riaperta dopo 48 ore,finalmente donna.
Ero li in piedi con in mano lo zainetto,dove mamma aveva messo le cose che mi avrebbero servito per la gita, avevo un po’ di rimorso per aver mentito a mamma.
Mi aspettavo un forte abbraccio per la gioia di vedermi.
Invece lui non si faceva avanti, capii che non lo avrebbe mai fatto, non quel giorno,voleva il mio permesso, non mi avrebbe mai mancato di rispetto.
Dovevo prendere l’iniziativa per mostrargli le mie intenzioni,
Gli afferrai le larghe spalle,gli bastò questo come segnale.
Ci avventammo entrambi l’uno sul collo dell’altra.
Il battito del suo cuore m’inebriava.
Incollai la bocca alla sua.
Smise di baciarmi per guardarmi fissamente negli occhi.
Lo facemmo in modo intenso e a lungo.
“non voglio che tu ti senta di doverlo fare, non lo pretendo,tu per me sei qualcosa di più”.
“non lo faccio perché lo devo fare, o perché è una promessa fatta, ma perché lo voglio, perché anche tu sei qualcosa di più, mi sei entrato nella testa e nel cuore,voglio fare l’amore con te perché io e te non saremo per sempre, ma siamo qui e mi sento così bene che non voglio altro che stare con te, nel modo più profondo che c’è,ma ti prego, guardami sempre negli occhi!”.
“Non smetterei mai di guardarti, piccola mia, nei tuoi occhi c’è un mondo così bello!”.
Ricominciammo a baciarci con estrema dolcezza, passò le mani fra i miei capelli e poi la lingua sul collo.
Un brivido mi percorse la schiena,se ne accorse.
“hai freddo, piccola?”.
“stupido,continua”.
Le mie mani, senza che quasi me ne rendessi conto, cominciarono a cercarlo, ad accarezzare i suoi pettorali, la sua bella schiena,
Gli tolsi la camicia per godermi finalmente il suo petto villoso e lui ricambiò scoprendo il seno.
Mi gettai su di lui così che i nostri petti si trovassero l’uno contro l’altro,sentii dal basso crescere la mia e la sua eccitazione.
Slacciò il gancetto e fece scorrere con dolcezza le spalline verso il basso.
Le grandi mani accarezzarono finalmente e liberamente i seni mentre i capezzoli si facevano duri e rossi, cominciò a passare la lingua tutt’intorno succhiandomeli avidamente.
Solo allora realizzai quanto lui fosse abile ed io, ancora, maledettamente inesperta.
La cosa mi scosse e anche questa volta se ne accorse,ero un libro aperto per lui.
“hai cambiato idea, cucciola?”.
“No…no…”
“vuoi che andiamo disopra sul letto?”
“si, forse è meglio!”.
Nel dire questo mi avviai verso la scala, ma lui mi afferrò.
“non ti allontanare da me e poi dobbiamo finire di toglierci i vestiti”.
Ci spogliammo continuando a baciarci,lo facemmo in un modo così frenetico che non ricordo nemmeno la sequenza dello spogliarello.
Eccoci completamente nudi in mezzo al corridoio i vestiti sparpagliati attorno a noi.
Avevo un folle desiderio di urlare!!
Mi sentivo libera, era una sensazione talmente eccitante da togliermi il fiato.
Mi baciò il seno mentre io non sapevo cosa fare e dove mettere le mani.
Ero troppo concentrata sul piacere che mi stava procurando, non pensavo di doverlo ricambiare in qualche modo.
Leccò i capezzoli, una mano risaliva la coscia.
L'interno era morbido e caldo, il solco fra le natiche si schiuse facilmente rivelando il tesoro nascosto.
Sentivo qualcosa uscire, qualcosa che mi fece arrossire e ansimare all'improvviso.
Si abbassò a baciarmi il ventre nudo e teso mentre una sensazione di smarrimento e confusione mai provata prima si impadronì del mio essere.
Quando mi aprì una gamba e la toccò con la lingua, gridai per la sorpresa.
Paolo giocò con i glutei mentre spingeva la lingua nella fessura bagnata e stretta, sentendomi tremare come una foglia.
Sorrise continuando a leccare gli umori che sprigionavo abbondantemente.
“sei pronta amore”.
“si anche se ho un po’ di paura”.
Mi abbracciò mettendomi un braccio sulle spalle e mi condusse verso la scala.
“e normale,ma fidati e libera la mente da ogni pensiero”
Mi lasciai condurre al piano superiore dove c’era la nostra camera matrimoniale.
Si, nostra,ne avevo diritto,ero la sua donna e fra poco lo sarei stata completamente.
Ma prima di varcare la soglia, mi prese in braccio, portandomi a mo’ di sposa verso il letto, sul quale mi adagiò delicatamente.
Mi diede un lunghissimo e dolcissimo bacio.
“aspetta manca ancora qualcosa”.
Andò in cucina, sentii aprire un cassetto, mi chiesi cosa cercasse e quasi mi preoccupai.
Tornò qualche istante dopo con due candele che accese ed appoggiò sui comodini vicini al letto: “così posso guardarti negli occhi!”.
Quelle parole mi fecero impazzire, la sua premura, le sue mille attenzioni erano come carezze alla mia anima.
Adesso sono sdraiata sul letto.
Passandomi velocemente sopra, si distese accanto a me e ricominciò a baciarmi ed accarezzarmi.
La sua lingua scese nuovamente sul collo e poi sul seno.
I miei battiti cominciarono ad aumentare ed il respiro si fece affannoso.
Strinse i seni tra le mani,li bacia,succhia i capezzoli,li succhia e li lecca, sono turgidi.
Sento la lingua guizzare sul mio corpo, le mani su di me, le dita che mi eccitano sempre di più.
"Ti voglio,ti desidero dentro di me”
Non riconosco questa Lilly sfacciata,ma a questo punto penso che il pudore sia fuori luogo.
Desidero quello che sta per succedere,lo voglio con tutta me stessa.
Allungo le mani per tastare la consistenza del pene.
"No, non lo fare…"
Mi prende i polsi con le mani, e porta le mie mani dietro la nuca.
“accarezzami”
Ricomincia a baciarmi il seno, la lingua scende lungo il corpo, si ferma a titillare i capezzoli, lecca l’ombelico, passa le labbra sul ventre piatto, scende sempre di più, preme sul rigonfiamento dell’inguine.
Mi accarezzò sfiorando i ricciolini ed inserì due dita fra le grandi labbra.
Fece una faccia meravigliata.
“ma sei vergine!!”
Lo disse con tanta dolcezza che non mi vergognai di rispondere
“stupido”.
Capii che stava tentando di rilassarmi, probabilmente anche se non lo dimostravo aveva colto degli irrigidimenti all’approssimarsi del momento magico.
“Sei sicura di volerlo fare con una persona matura?”.
“mai stata più sicura di così e te che voglio!”.
Mi baciò dolcemente per un tempo interminabile.
Mi era devoto per il dono che gli stavo facendo.
“una come te non l’ho mai trovata”.
“bugiardo,ti stai dimenticando di zia”
“lasciami finire, sei pura, non solo fisicamente, ma anche nell’anima e sai rendermi l’uomo che vorrei essere. tua zia è stata una donna favolosa ma per lei io ero il fine per ottenere quello che desiderava, non si è fatta coinvolgere, ne mi ha coinvolto; tu invece hai messo il cuore nelle mie mani”.
Gli sorrisi, finalmente rilassata.
Ricominciò a scavare con il dito dentro di me, mi trovò completamente
inondata ma questo non lo meravigliò, mi conosceva bene.
Sentivo un forte calore salirmi dentro che partiva dall’inguine.
La lingua ricominciò a bagnare i seni,per poi scendere, verso l’ombelico e senza smettere si inginocchiò davanti alle mie gambe
Avvicinò la bocca, si chinò su di me baciandomi le ginocchia e poi più su l’interno delle cosce fino ad arrivare alla fica, così chiusa ed umida.
La baciò nuovamente e questa volta il contatto diretto delle labbra mi fece tremare di piacere.
Aiutandosi con le mani allargò le grandi labbra e passò la lingua sulla ferita e alternativamente sul clitoride, teso e gonfio.
Non riuscii a trattenere i mugolii.
Cominciai a muovere il bacino presa da spasmi di piacere che assecondava con la sua calda lingua.
Quando con un po’ di fatica, riuscì a far entrare due dita nella fica, mandandole su e giù, dedicando tutte le attenzioni della lingua al clitoride, persi ogni contatto con il mondo ed ebbi il mio primo orgasmo, che leccò avidamente.
Presi il suo viso fra le mani e lo riportai verso di me, lo baciai e decisi di ricambiarlo.
Mi portai fra le sue gambe trovando il cazzo più che palpitante,anche se non era ancora del tutto eretto,lo presi fra le mani e cominciai a baciarne la punta.
Continuava a crescere,lo leccai lungo l’asta per poi metterlo in bocca, muovendomi avanti e indietro e roteando la lingua sulla sua cappella.
Con una mano presi ad accarezzargli le palle mentre continuavo a pomparlo con forza mentre lui mi accarezzava la testa e mi guardava in un modo che mi spogliava l’anima.
Sentii i vasi cavernosi cominciare a pulsare,segno di una imminente eruzione.
Con una mano mi accarezzò il viso e lo allontanò dall’asta, prese un fazzoletto dal comodino e vi riversò il caldo sperma.
Lo guardai, turbata,volevo regalargli il mio primo ingoio,lo aveva desiderato decine di volte,da quando mi aveva insegnato a “suonare il flauto”,ma sempre aveva rispettato le mie scelte.
“perché l’hai fatto?”.
“non volevo venirti in bocca o addosso è un gesto volgare e oggi non voglio che niente sia volgare!”.
Quelle parole dolcissime mi arrivarono dritte al cuore, mi sentivo come qualcosa di prezioso, qualcosa di raro, di speciale.
Eravamo nudi ed abbracciati, giocavamo con i nostri piedi, ci fissavamo, ci baciavamo.
Si fermò chiedendomi.
“sei pronta?”.
Lo baciai sulla bocca con tutto l’amore e la passione possibili.
“sì lo sono”.
Si alzò, andò in bagno e prese una scatola di preservativi.
Ne prese uno e si sdraiò nuovamente.
Portai una mano sul cazzo che dopo pochi sfregamenti fu di nuovo eretto.
Allungò nuovamente la mano sulla fica che trovò ancora umida e la lavorò un po’,per farla schiudere.
Si sedette accanto a me e mi mostrò come infilargli il preservativo,anche in quel frangente trovo il modo di insegnarmi qualcosa che credeva non sapessi.
Mio incredibile uomo.
Mi si portò in fondo ai piedi.
Aprii le gambe e dopo essersi avvicinato,mi invitò ad allacciarle intorno alla sua vita.
Avevo le chiappe appoggiate ai muscoli delle cosce.
Mi spiegò che la cosa avrebbe favorito la penetrazione.
Si fece strada abilmente fra le gambe ma si dovette fermare all’ingresso della passerina, davvero strettissima.
Non staccando i suoi occhi dai miei,
“cercherò di non farti male”.
Provò a spingere.
Mi scappò un grido di dolore e lui si fermò.
“non fermarti,più che dolore ho gridato per la paura di sentirlo”.
Ricominciò a spingere e questa volta le smorfie gli testimoniarono che il dolore lo stavo veramente provando.
Riuscì ad introdurre la cappella ed anche lui provò un certo dolore a causa delle pareti così strette.
Con due colpi di reni introdusse circa la metà del pene.
Rimase immobile per alcuni istanti,in modo che mi abituassi all’intrusione.
Cominciò un lento su e giù che gli permise di aprirsi un po’ di strada,all'interno della fradicia passera.
Lo sentivo scivolare dentro di me.
Sono vergine, ma sono talmente eccitata che il mio corpo non oppone praticamente alcuna resistenza.
E poi lui è così dolce ed esperto.
Solo un istante di dolore quando il suo cazzo ruppe l’imene.
Ora è tutto dentro, scivola fino in fondo alla fica ed inizia a scoparmi con una dolcezza inaudita.
La fica pulsava ed ancora non riuscivo a provare alcun piacere ma quando con altre numerose spinte riuscì a farlo entrare tutto sentii un forte calore.
Cominciai a sentire le pareti della fica abituarsi a quel su e giù, permettendogli più agilmente l’entrata.
Finalmente mi rilassai, aggrappandomi a lui, al suo bellissimo sedere ed assecondando con il bacino le spinte.
Quando sentì che la strada era ormai aperta e vide il preservativo bagnato di qualche goccia di sangue, mi sorrise, ed io lo ricambiai.
Dentro di me un silenzioso urlo liberatorio..
”sono diventata donna.”
Mi baciò con passione continuando a spingere.
Intraprese un giochino che mi fece impazzire.
Cominciò ad alternare qualche spinta profonda ad alcune spinte superficiali che mi lasciavano solo la voglia di essere penetrata.
L’attesa delle spinte ben assestate mi mandava alle stelle.
Ormai scivolava in me senza ostacoli.
Continuò a giocare con il mio desiderio finchè non fui io ad andargli incontro con il ventre invitandolo ad andare in profondità.
Ridemmo, ci baciammo e continuammo così, avvinghiati.
Il dolore era sparito e potevo gustarmi a pieno il suo cazzo che mi scavava dentro.
Le sue spinte arrivavano adesso al collo dell’utero.
Il calore mi pervadeva tutta, le gambe cominciavano a tremare e non trattenetti un urlo fortissimo, quando venni.
Lui mi sorrise di nuovo, continuando.
Lo guardai soddisfatta ma non ancora sazia.
Dopo qualche minuto lo sentii fremere e pompare più velocemente, stava anche lui raggiungendo l’orgasmo.
Quelle nuove spinte così energiche mi fecero volare nuovamente, così che venimmo insieme. Qualche attimo dopo uscì da me.
Sentii il vuoto lasciato dal cazzo ed il piacere colarmi dalla fica.
Tolse il preservativo e rimase sdraiato su di me, ad ascoltare i nostri respiri affannosi, ad annusarci,a stringerci ancora.
Mi baciò gli occhi sussurrandomi “grazie”.
Io non potei fermare una lacrima, che lui baciò:
“sono felice!”.
Usammo la notte ed il giorno successivo a fare e rifare sesso.
Ad ogni amplesso imparavo qualcosa di nuovo.
Da quel fine settimana la mia vita è cambiata.
Avevo scoperto il sesso nel modo più completo.
Nel ritornare a casa e prima di entravi, salutai la ragazzina Lilly.
Quella che girò la maniglia era una donna.
Mi sembra giusto dire due parole sul prof.
Ritornai da lui ancora per due settimane, inutile dirvi che facemmo sesso a più non posso, poi tutto finì,lasciandomi un caro ed incancellabile ricordo di un’uomo meraviglioso.
Alla fine di Aprile dovette ritornare in Spagna,il marito di sua figlia aveva avuto un’incidente e avevano bisogno di lui.
Il giorno della sua partenza,non andai a scuola,dissi di avere un forte dolore alla testa,volevo rimanere sola con il mio vero dolore,quel dolore che nasce dal cuore e ti prende il cervello, lasciandoti completamente vuota.
Non è più ritornato in Italia.
Ogni tanto lo sento al telefono ed ogni volta un’immensa emozione mi pervade.

Fine di questa storia,ma se mi volete bene spero mi seguiate ancora,ho molte storie,fantasie,sogni e da raccontarvi.

…Fine….
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