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I parenti calabresi


di FSeed
16.08.2016    |    33.991    |    12 9.6
""Senti il succo della mia minchia..."
Appena tornato dalle vacanze estive i miei genitori mi dissero che per alcuni giorni avremmo ospitato alcuni parenti. Si trattava di un cugino di mio padre e di suo nipote. Venivano in città dalla Calabria per trovare un alloggio per il ragazzo, che come me avrebbe dovuto cominciare gli studi universitari in città. Il giorno del loro arrivo mi ritrovai davanti un uomo sulla quarantina, Antonio (nome di fantasia), e suo nipote Andrea (nome di fantasia) tutte e due dalla carnagione olivastra e con i capelli scuri. Si era deciso che Antonio avesse occupato la stanza degli ospiti, mentre Andrea avrebbe diviso con me il mio letto da una piazza e mezza. Aiutai Andrea a sistemarsi, e notai che era un ragazzo niente male. Alto più di un metro e ottanta, i capelli scuri e mossi, e un bel fisico scolpito dagli anni di palestra. Mi disse che suo padre era sempre fuori dall'Italia per il lavoro, e che suo zio, vedovo da molti anni e senza figli, si occupava di lui. Non fece accenni su sua madre, quindi non indagai. I due passarono l'intera giornata in giro per la città per vedere questa o quell'altra casa, e tornarono a casa nel tardo pomeriggio. Appena tornato Andrea disse di voler fare una doccia, e senza nessuna esitazione si spogliò davanti a me, rimanendo solo con gli slip. Come avevo immaginato il corpo era un fascio di muscoli senza neanche un pelo, la pelle abbronzata, e un pacco di tutto rispetto. Solo al pensiero di dover dividere il letto con quel pezzo di ragazzo mi eccitavo. Cenammo tutti insieme, raccontando aneddoti del passato di cui io ricordavo bene poco, visto che era un bambino quando andavamo giù a trovare i parenti. Finita la cena, e aiutato a rimette a posto, andammo a dormire. Andrea si spogliò e rimase nuovamente in slip, e anche io lo imitai. Ci mettemmo a letto, e dopo qualche chiacchera ci mettemmo a dormire. Quella notte feci dei segni strani, e proprio per colpa di un sogno mi sveglia, e mi accorsi che Andrea mi stava dormendo praticamente addosso. Io non mi mossi, sopratutto perchè sentii che il suo pacco aderiva perfettamente sul mio culo, e che non era proprio a riposo. La situazione era delle migliori, era l'occasione buona per tastare quella mazza che si faceva sempre più dura a contatto con il mio sedere. Mentre pensavo a tutto questo sentii Andrea muoversi, e una mano che si insinuava sotto la stoffa del mio intimo, fino a toccare una delle mie natiche. Io finsi di dormire, e lo lasciai fare. Cominciò ad accarezzarmi, fino a quando non calò completamente giù il mio slip, lasciandomi con il culo all'aria. Faceva strusciare il suo pacco stretto negli slip sul mio culo, fino a quando non sentii il suo cazzo finalmente libero strusciare tra le mie natiche. Andrea alzò leggermente la mia gamba, e insinuò il suo cazzo tra le mie cosce, con la cappella che strusciava sulle mie palle. Il suo corpo aderì perfettamente al mio, e cominciò un movimento lento, come a simulare una scopata. Il suo corpo era caldissimo, i movimenti erano lenti e sensuali, e potevo sentire i suoi respiri nel mio orecchio. Ben presto gli sfregamenti del suo cazzo tra le mie cosce lo portarono, con un sospiro liberatorio, all'orgasmo, con quattro potenti schizzi che mi imbrattarono le palle e gli slip. Andrea mi rimise su gli slip e, girandosi dall'altro lato, si riaddormentò. Il giorno dopo feci finta di nulla, ma il pensiero di quel cazzo mi era entrato oramai nel cervello, svegliando il porco che era in me. Quel giorno Andrea non rientrò insieme allo zio, ma si fermò in città con un suo amico, anche lui in procinto di iscriversi all'università. I miei genitori erano fuori, ed avendo la musica ad alto volume in camera non sentii Antonio rientrare, tanto meno mentre si dirigeva in bagno per farsi la doccia. Pronto anche io per la doccia mi diressi in bagno, ed aprendo la porta mi ritrovai davanti Antonio, completamente nudo, mentre si masturbava guardando un porno sul suo tablet. Meno muscoloso del nipote, ma ben definito, il suo corpo abbronzato era peloso quanto lo era liscio quello del nipote, e il cazzo era scuro, bello lungo ma soprattutto largo, con una cappella bella umida.
"Oh scusami. Non avevo sentito che eri in bagno" dissi io.
"No scusami tu" disse Antonio mentre cercava inutilmente di coprire la sua erezione "è che non sono abituato a chiudere a chiave la porta del bagno". Io rimasi li a guardarlo, mentre il suo imbarazzo cresceva, con il rumore di gemiti provenienti dal porno. Chiusi la porta alle mie spalle, e con gli occhi sgranati Antonio mi vide avvicinarmi verso di lui.
"Che cosa vedi?" dissi guardando il tablet. Un uomo di mezza età si stava scopando una giovane biondina. Lui rimase in silenzio, con il cazzo ancora dritto dietro le mani. Il mio cazzo era oramai bello dritto negli slip, così decisi di osare. Lo tirai fuori e con fare disinvolto gli dissi: "Ti va di vederlo insieme?" Lui sembrava ancora titubante, così cominciai a mastrurbarmi, guardando il video che in verità non mi interessava più di tanto. Vedendo che la situazione era tranquilla Antonio ricominciò la sua sega, guardando il video e chiudendo ogni tanto gli occhi. Fu in uno di quei momenti che, inginocchiatomi per terra, presi il suo cazzo e me lo misi in bocca.
"Ma che fai?" disse Antonio, che cercava di divincolarsi, ma le mie mani si erano aggrappate alle sue gambe. "Smettila! Io non sono ricchione". Più lui si lamentava, più io succhiavo e cercavo di prendere in bocca tutto quel cazzo. Quando finalmente riuscii a prenderlo tutto Antonio fece un rantolo,e piegando il busto poggiò le mani sul ripiano del bagno, bloccando la mia testa tra il mobile e il suo corpo.
"Cazzo frocio come succhi" disse cominciando a scoparmi la bocca muovendo il bacino "ti piace succhiare i cazzi etero" spinse il cazzo tutto fino in gola, facendomi tossire e colare saliva dalla mia bocca.
"Adesso ti faccio vedere io. Ti avevo detto di smetterla, ma adesso ti scopo ber bene questa bocca da troia" sembrava un'altra persona adesso. Le spinte si fecero sempre più forti fino a quando, bloccandosi, non sentii il cazzo irrigidirsi nella mia blocca.
"Senti il succo della mia minchia. Vengo....vengo cazzo" la bocca mi si riempì dei fiotti del suo sperma, che mi costrinse ad ingoiare tenendomi ferma la testa. Tirò fuori il cazzo ancora duro e me lo fece ripulire. Io uscii e ritornai in camera.

Continua
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