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Gay & Bisex

biografia 1° parte


di renatino18
06.11.2010    |    22.147    |    1 7.3
"Poi mi fece girare appoggiato al letto con la pancina, mi puntò la cappella contro il buchetto e con poco sforzo mi penetrò senza che emettessi alcun..."
La mia vita… 1° parte

Sono ancora giovane, sono da poco laureato e non so certo cosa sarò o farò in futuro e non solo per il mio possibile lavoro, che è legato ad una mia particolarissima situazione di convivenza, ma soprattutto per le mie abitudini sessuali, a dir poco confuse ed incerte… non voglio esordire ai 18 anni, età di legge, ma in cui normalmente arrivi già sessualmente attivo ed orientato, o disorientato, età in cui hai già un bagaglio di esperienze e rapporti intercorsi con adulti, coetanei o più giovani, etero ed omosessuali. e credo che questo sia la verità quasi nel 100% dei casi: chi non ha mai avuto rapporti con i compagni e le compagnucce di scuola, chi non ha mai incontrato qualche sirena adescatrice dal sesso sempre molto incerto, ai cinema di periferia, ai giardini, durante le bigiate a scuola, sugli autobus affollati o in campagna durante le lunghe e calde estate al paese?e chi non ne ha mai approfittato per trarne piacere? Bene io sono normale, come tutti, i primi desideri li ho sentiti a 12 anni circa e ho subito cercato di trarre piacere dalla nuova situazione… la caccia a certi giornali proibiti, a sbirciare le madri, le sorelle, i fratelli, i compagni, l’amico del cuore con il quale hai diviso i primi turbamenti e le prime seghe.. senza essere né carne né pesce, pronto a tutto pur di godere, di provare quell’immensa gioia e piacere che solo l’atto sessuale, qualunque atto, sotto qualunque angolazione, ti sa donare…

io vivevo in una casa di paese, ove mia madre, impiegata comunale, viveva sola con me in quanto mio padre ci aveva lasciato dopo neanche 10 anni di matrimonio, avendo come unica villeggiatura la masseria dei nonni, in collina, ai margini di un bosco, masseria abitata dai nonni, da tre zii con le relative zie e tre cugini e due cuginette. Io scoprii la mia prima erezione non dovuta a sega proprio in campagna, andando a fare il bagno con i due cugini più grandi ed altri ragazzetti di zona in un laghetto per l’irrigazione. avevo appena compiuto 14 anni, sarà l’eccitazione del proibito, il fatto che eravamo tutti nudi, che uno più piccolo come sviluppo e più debole fisicamente degli altri, un certo Luigino, era chiaramente il vero divertimento per i grandi, e solo per questo era accettato nel gruppo. da ragazzini in campagna, in assenza di ragazze ci si arrangia facile; era infatti sempre pronto a toccare i cazzetti, a baciarli, offriva sfacciatamente un culetto tondo e ampiamente dilatato.
assistetti ed imparai così che i grandi si sfogavano mettendoglielo nel culetto con grande e reciproco piacere, mentre noi piccoli ci dovevamo limitare a farcelo succhiare. dopo quella scioccante ed incredibilmente piacevole esperienza, esperienza che si ripeteva ogni qualvolta il caldo o il desiderio di sfogare le proprie pulsioni fisiche ci spingeva ad incontrarci, anche se bisogna va fare attenzione, se Luigino per un qualche motivo non era presente, qualcun altro per amore o per forza ne doveva prendere il posto. a me toccò una volta sola, i miei cugini erano assenti, forse proprio loro avevano monopolizzato Luigino ma non seppi mai capire se mi fosse piaciuto o dispiaciuto.. certo avevo goduto, la morale certo non ci sfiorava neanche. una sera, in casa, rimasi solo con la cuginetta più piccola ed il cugino veramente bimbetto; i tre grandi con gli adulti erano andati ad un concerto di un artista anziano e con poca voce ormai ed ebbi la mia seconda lezione: riuscii con facilità a convincere la piccola Eleonora a farmi vedere le tettine, il culetto e la fighetta, ancora quasi implume. in cambio volle vedere il mio uccelletto. giungemmo al reciproco piacere succhiandoci a vicenda in un 69 molto molto bagnato. mi spiegò che sapeva come fare perché spiava spesso lo zio Aldo e la cognata, zia Enrica che non perdevano occasioni per farsi in tutti i modi conosciuti; mi promise che mi avrebbe fatto vedere tutto a patto che io mi impegnassi a mangiarle la fighetta tutte le volte che ne avesse voglia e si potesse fare…accettai entusiasta e per ringraziarla le leccai anche il culetto e le succhiai le tettine….poi rientrarono tutti e dovemmo recarci a dormire…verso la fine del mio soggiorno, io ero in stanza con Aldo, il cugino appena più piccolo di me. con lui rinnovavamo il piacere del pomeriggio al lago, segandoci a vicenda. lui mi disse che non pensassi di salvarmi, Antonio ,il cugino grande, avendo saputo che erano state particolarmente piacevoli per gli altri le mie prestazioni sia orali che anali al laghetto, avrebbe sicuramente preteso di aprirmi anche lui il culetto. mi confessò che a lui capitava spesso ma che insomma, non era poi sta tragedia, bastava rassegnarsi ed agevolarli per evitare di sentire dolore. non quella sera, ma quella dopo, non eravamo andati al laghetto, mentre eravamo io ed Aldo impegnati nella reciproca masturbazione, si aprì la porta e Antonio, il cugino grande, cugino per entrambi , entrò di soppiatto e dopo averci deriso per le seghine che ci stavamo facendo ci comunicò semplicemente che era arrapato da morire, che gli aveva dato buca sia la sorella che il ragazzetto del laghetto, e che quindi era venuto per scopare…voleva farsi come spesso capitava il buon Aldo…ma si sarebbe fatto anche il cuginetto nuovo, di città, dal culetto tondo e pulito, quasi vergine… cioè io. provai a reagire, mi gelò dicendo che se mi fossi messo ad urlare si sarebbe vendicato coprendomi di botte e facendomi sbattere da tutti gli amici..che tanto se anche se ne fossero accorti i grandi più che un paio di sberle non loro sarebbe successo, che in fondo in fondo tutti sapevano che in campagna i più giovani e le ragazzine devono sottostare e soddisfare le voglie dei più grandi, dei maschi, era una legge di natura, non scritta, ma accettata e della quale molto spesso anche gli adulti approfittavano molto volentieri; poi cambiò idea, avrebbe scopato prima me poi Aldo. io ero con gli soli slip a letto, Antonio si avvicinò, tolse il ragguardevole randello che avevo con un po’ di invidia ammirato al laghetto e me lo porse, pretese che glielo succhiassi , pretendendo anche impegno vista la mia bassa abilità con una certa accondiscendenza; intanto mi sfilava gli slip e metteva in mostra il mio culetto. intanto Antonio, estratto dalla tasca un tubetto di pomata, ne mise un po’ sul culetto e lo aprì con due dita, mi tolse il cazzo dalla bocca … a dire il vero un po’ mi dispiacque. poi mi fece girare appoggiato al letto con la pancina, mi puntò la cappella contro il buchetto e con poco sforzo mi penetrò senza che emettessi alcun lamento, per paura e poi perché un po’ mi cominciava a piacere prese a pomparmi, con movimenti lunghi e profondi alternati a veloci e più bervi, senza fermarsi. non riuscii a mascherare il piacere che provavo, il cazzetto mi si era rizzato al massimo, Antonio mi invitò a masturbarmi, ma Aldo mi catturò il cazzetto duro e teso e prese a spompinarmelo: - vedi la troietta, lo vedi, finge di non volere, finge. invece gode come una scimmietta - godemmo tutti e tre come veri maialetti. Antonio prima di andarsene si fece anche Aldo, poi mi invitò a fare un po’ di pratica, soprattutto nell’arte di fare i pompini, perché lasciavo ancora molto a desiderare… lasciò la pomata invitandomi ad allargare il buchetto con le dita dopo averlo impomatato, magari facendomi aiutare da Aldo , perchè la sera dopo sarebbe toccato ancora a me…io esegui puntualmente il compito per precauzione e per piacere ed Aldo mi fu di grande aiuto .mi succhiava ed mi spiegava come dovevo fare, poi mi faceva provare su di lui…non era mai contento, era tutto un provare e riprovare, intanto mi apriva con pomata e dita il culetto, che in verità si dimostrò abbastanza arrendevole. venne la sera, dopo cena andammo a giocare a nasconderella nei fienili…di colpo mi sentii stringere, abbracciare, palpare, una lingua sicura mi aprì la bocca e mi baciò a fondo, il mio primo bacio in assoluto, poi mi girò come un fuscello, mi tolse i pantaloncini e mi puntò il suo randello contro il culetto dilatato al massimo… un colpo secco, ero sfondato. il cazzo che mi penetrava era enorme, non mi sembrava certo quello di Antonio…mi veniva da piangere, volevo pregarlo di smettere, ma una mano fortissima mi chiudeva la bocca. ricordai la lezione, cercai di divenire arrendevole, disponibile, il mostro sembrò apprezzare molto il cambiamento e mi incitò a godere e a farlo godere mentre sentivo i suoi coglioni grossi e pelosi sbattere contro le mie povere mobide chiappette. allora capii: non era Antonio il mio sodomizzatore, l’uomo che si prendeva piacere del mio povero dilatatissimo culetto, bensì zio Alfio, il marito cornuto di zia Enrica. durò una eternità, poi esplose dentro il mio culetto facendomi un vero e proprio clistere di sborra, lo tolse facendomi nuovamente molto male e mi invitò ad andarmene a letto senza dire niente a nessuno altrimenti.. le solite minaccie. andai a letto disperato, piangevo in silenzio, il culetto mi faceva veramente male, mi lavai con acqua gelata ed un po’ contribuì a lenire il mio dolore. Aldo mi consolò come poteva, mi disse che era capitato a tutti, che zio Alfio aveva quel vizietto, che non ci pensassi troppo su. mi addormentai, nessuno venne a svegliarmi, la mattina dopo ebbi la fantastica sorpresa di mia madre che mi veniva a prendere perché con una amica, collega di lavoro aveva affittato un quartierino al mare…ed io avrei finalmente visto il mare… ne ero felice, felicissimo, strafelice…..

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