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Rasando la figa alla Mamma


di lludos
30.12.2017    |    37.549    |    2 9.8
"Con attenzione!” Dai, levati le scarpe e vieni qui! Forse e’ meglio se ti levi anche i pantaloni..."
Dal Web:

Non sapro’ mai che cosa mi prese quel giorno. Non ero contenta, non mi sentivo bella, mio marito non mi trascurava ma,non mi cercava neanche troppo; i miei figli, Gigi e Paola, sembrava non avessero piu’ bisogno di me; a cinquant’anni mi sentivo.vecchia. Svogliatamente mi infilai in bagno. Volevo crogiolarmi nell’acqua calda e non pensare a niente per un po’. Mi spogliai e il mio sguardo cadde sul mio corpo riflesso nello specchio. Non ero poi cosi’ male. La vita ancora snella, i fianchi larghi, un bel culone sodo. MI piaceva andare in bicicletta e mi aiutava a mantenermi in forma. Mi soppesai i seni. Ci volevano due mani per contenerli ed erano ancora belli sodi. Mi sfiorai i capezzoli e sentii un brivido lungo la schiena.
Guardai giu’, il folto cespuglio di pelo scuro che mi copriva tutto l’inguine, ecco cosa stonava. Passai le dita tra i peli a pettine, tirandoli per vederne la lunghezza.
Non mi piacevano proprio. Mi ricordai quando da ragazzina avevo solo un ciuffetto di pelo sul pube e un po’ di peluria chiara intorno alla patatina. Ora c’era una foresta! Dovevo scostare il pelo con le mani per vedermi le labbra. Decisamente non mi piaceva. Era ora di tagliarselo. Sembrava che tutto il pelo del mio corpo si fosse concentrato la’. Ne avevo pochissimo sotto le ascelle, che mi rasavo, e le mie gambe erano belle lisce. Invidia delle amiche. Presi la forbice e cominciai a tagliare. Tagliai tutto quello che potevo poi mi guardai allo specchio. Bruttissima, peggio di prima. Avrei dovuto rasarmi. Presi il rasoio di Franco, mio marito, schiuma da barba e specchio e mi sedetti nella vasca in un palmo di acqua tiepida. Mi sentivo eccitata come una ragazzina che faceva una marachella. Mi coprii tutta la fica di schiuma da barba. Non sapevo da dove cominciare. Col rasoio in mano cercavo di guardarmi allo specchio per vedere cosa facevo. Toc Toc! Bussarono alla porta:
“Mamma, ci sei tu?” era Massimo “Dai che devo entrare!! Urgente !!!”
“ Vieni pure, la porta e’ aperta, io sono nella vasca” avevamo molta confidenza. Non avevo neanche finito di parlare che era gia’ di fronte al water. Messo un po’ di sbieco in modo da coprirsi lo tiro’ fuori e comincio’ ad orinare..
“Aaahhh, non ce la facevo piu’, sei qui da un’ora...” se lo scrollo’, si rimise a posto e ando’ a lavarsi le mani. Fu allora che mi noto’.
“Mamma! che cosa stai facendo tutta nuda la’ con il rasoio?” Aveva un tono preoccupato. Risi.
“Niente di speciale, voglio solo cambiare look!”
“ E cosa ti vuoi rasare? Dove ce l’hai la barba?”
“Dove pensi che ce l’abbia?” ridendo mi indicai l’inguine coperto di schiuma.
“Sei proprio matta! Stai attenta a non tagliarti ” rise anche lui “non vorrai andare in giro con la bernarda incerottata. Ridemmo assieme e poi, senza averla pensata mi usci’ di bocca:
“Gig, ho bisogno che mi aiuti!”
“ Cosa? Perche’ non lo chiedi alla Paola?”
“ Perche’ non c’e’. Dai, tu ti fai la barba e sai usare questo coso meglio di me!”
“Ma mamma come faccio a rasarti li’!”
“Allo stesso modo che ti fai la barba. Con attenzione!” Dai, levati le scarpe e vieni qui! Forse e’ meglio se ti levi anche i pantaloni.”
“Ma guarda un po’ cosa mi tocca fare!” mugugnava mentre si spogliava “ radere la bernarda a mia madre,se lo racconto non mi crede nessuno!”
“Dai! E’ la prima volta che ti chiedo di fare qualcosa per me..Aspetta, passami lo sgabello.”
Fece come gli dissi e, rimasto in slip, entro’ anche lui nella vasca. Io mi sedetti sullo sgabello, le gambe aperte, appoggiata con la schiena al muro. Lui si inginocchio’ di fronte a me, il rasoio in una mano, l’altra non sapeva dove metterla. Ero ancora tutta coperta di schiuma e non mi rendevo realmente conto di quello che stavo facendo.
Lentamente, prima con timidezza, poi con piu’ confidenza, comincio’ a radermi. Concentrato, la lingua tra i denti, sempre piu’ rosso in faccia man mano che la mia fica si presentava, nuda e spalancata ai suoi occhi. Un languore che non provavo da tempo mi invase, un calore fortissimo concentrato nel basso ventre poi un a sensazione di liquefazione.Oddio mi stavo eccitando e ora ero anche gocciolante. La sue dita me la toccavano, spingevano, tiravano, un po’ di qua e un po’ di la’, tocchi leggeri che mi facevano fremere. Ancora un po e avrei goduto! Ma si fermo’.
“Ecco fatto!” disse ammirando la sua opera.
Presi la doccetta e me la sciacquai.
“No, guarda qui sotto, c’e’ ancora qualche pelo!” Gli mostrai un quadratino di pelle proprio sopra al buchetto tra le natiche. Mi spinsi ancora piu’ in avanti, allargando ancora un pochino le gambe. I suoi occhi non si staccavano dalla mia fica spalancata, rosa, lucida di umori. Alzai gli occhi su di lui e allora lo vidi, allora mi resi conto di cosa sarebbe successo, allora inconsciamente decisi che avrei goduto di mio figlio.
Il suo slip era gonfio, teso al massimo e una chiazza umida si allargava al suo apice. Oddio, anche lui era eccitato e, sopratutto si era eccitato per me, la sua mamma.
Di nuovo sentii le sue dita, il palmo della mano che mi pressava giusto sul grilletto che non mi ricordavo fosse mai stato tanto sensibile. Sentivo il mio cuore pulsare nel mio clitoride. Afferrai la sua mano, la strinsi forte contro di me, persa in un orgasmo folle che mi faceva spingere ritmicamente i miei lombi contro di lui. Venni col cuore in gola, un urlo di piacere bloccato dalla mancanza d’aria che mi era poi uscita dai polmoni col primo spasmo, strofinandomi la sua mano sulla fica in fiamme, mugolando fino a che ritrovai la parola. Ansimando come dopo una lunga corsa riuscii a dirgli:
“Grazie tesoro, hai fatto proprio un bel lavoro! E mi hai fatto anche godere, sai!”
Lasciai la sua mano, era completamente impietrito. Allungai le mie mani verso i suoi slip rigonfi e li abbassai. Il suo cazzo, anche lui impietrito, mi sobbalzo’ davanti agli occhi, la cappella tumescente, di un colore quasi purpureo. Lo afferrai dolcemente spingendo la pelle verso l’alto per poi tirarla di nuovo in basso.
“Mamma!”
“Zitto caro! Adesso la mamma ti fara’ godere. shhhhhhh! Godi tesoro, fammi vedere come godi anche tu.”
Con l’altra mano gli raccolsi le palle, dure e piene, aumentando leggermente il ritmo della mano che lo masturbava. Oddio, stavo masturbando mio figlio. Lo sentii irrigidirsi.
“Mamma.mammmmm.....aaaa..!!”
“Si caro.....si...si...dai...siiiiiii.....ecco, si, oh....oohh....siiiiii...!!”
“Mammmmaaaaaaaa....!!
Il suo primo fiotto mi colpi’ in pieno viso seguito da altri che posarono sui miei seni, sul mio ventre, dappertutto.
“ Si, caro, si, godi, hai visto che la mamma ti ha fatto godere. si, cosi’, tutta spruzzala tutta, bravo si, si!
Accompagnandolo con la mano gli feci spremere le ultime gocce, poi mi abbassai e gli diedi un bacio sulla cappella seguita da una bella leccata ed un altro bacetto, ed infine mi alzai. Finalmente ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere, una risata liberatrice che diceva che andava tutto bene che di sicuro non avevo perso il suo amore, il suo rispetto.
“Sara’ meglio che ci diamo una sciacquata!” dissi.
“Eh si, mammina.! Mi sembra di averti un po’ imbrattata!” mi diede un leggero bacio sulle labbra. “Grazie.” mi disse “e’ stato bellissimo!” e mi abbraccio’ fortissimo. Avrei voluto saltargli addosso e scoparmelo li’, nella vasca, sentire il suo uccello duro entrarmi sin nel piu’ profondo,nella figa e nel culo, ma non era questo il momento. A malincuore aprii l’acqua e giocando uno con l’altro, esplorandoci con le mani, baciandoci come fidanzatini, riuscimmo a rimetterci in sesto. Uscendo dalla vasca il suo cazzo duro mi sfioro’ le chiappe dandomi nuovi brividi di desiderio. Mi girai e gli diedi un colpetto con le dita, facendolo oscillare.
“Piu’ tardi” gli dissi. Ero in ritardo con la cena. La mente ando’ a mio marito. Chissa’ se gli sarebbe piaciuta la mia fica implume e vogliosa, vogliosa come non lo era mai stata.
La serata passo’ normale, sarebbe stata anche noiosa se non ci fossero state le occhiate complici con Gigi e i fremiti continui che mi dava ogni soffio d’aria sotto il vestito. Non mi ero messa biancheria.
Per fortuna che Franco non trovo’ niente di interessante in tv e se ne ando’ in camera. Paola stava gia’ dormendo e anche Gigi, malinconicamente, decise di andarsene a letto. Aspettai qualche minuto e lo seguii. Accesi la luce in bagno, chiusi la porta, ma io entrai nella stanza di Gigi. Mi accolse con un sorriso che mi riscaldo’ il cuore. Il resto era anche troppo caldo.
“Mamma!.”
“Shhhh!!” lo inteuppi facendogli segno di star zitto. “Non volevi mica che ti mandassi a dormire con la voglia!” gli sussurai facendolo stendere e sollevando il lenzuolo. Eccola li’ la mia preda. Era ancora a riposo ma dava gia’ segni di risveglio. Lo accarezzai e lo sentii indurirsi tra le mie mani. Era tutto il giorno che volevo farlo. Abbassai la testa e lo presi tra le labbra. Un mugolio di piacere mi accolse e le sue mani si appoggiarono sulle mie spalle. Con una mano gli accarezzavo e massaggiavo le palle; con l’altra lo tenevo saldo, la pelle tesa in basso per lasciare la sua cappella in preda alla mia bocca famelica. Lo succhiavo avidamente, ogni tanto gli davo una leccata o un morsetto che lo faceva sussultare. Volevo la sua sborra, subito. Ne avevo bisogno. Succhiavo veloce, con forza, le labbra strette intorno al suo cazzo duro, la punta arrivava a toccarmi l’ugola. La stretta delle sue mani si fece piu’ forte e con un urlo a stento trasformato in un mugolio mi scarico’ in gola tutto il contenuto delle sue giovani palle. Inghiottii tutto e continuai a succhiare fino a spremerne l’ultima goccia. Poi mi alzai, gli diedi un bacio col suo sapore sulle labbra e uscii.
“Buona notte caro...sogni d’oro” gli sussurrai con un’ultima carezza, uscendo dalla sua cameretta sculettando.
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