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Eros made in Japan


arte 04.10.2013 5   |   Canali: arte erotica sesso musei londra

Eros made in Japan
Shunga: Sex and Pleasure in Japanese Art, è il titolo della mostra ospite del British Museum di Londra, dal 3 ottobre al 5 gennaio. L'evento è marchiato con un bollino giallo, il che significa che sotto i 16 anni di età si entra solo se accompagnati dai genitori. Il museo verrà infatti allestito con 170 opere - dipinti, stampe e libri illustrati - dai contenuti espliciti, altamente rappresentative dell'immaginario erotico che ha ispirato diversi maestri dell'arte giapponese tra il 1600 e il 1900.

Shunga si traduce letteralmente con "pitture della primavera", termine utilizzato dai giapponesi per alludere al sesso. Le sue radici affondano nell'arte medievale, quando già si intuiva in embrione l'interesse dei giapponesi nella rappresentazione dell'eros, e la loro caratteristica abilità a mescolare con sapienza sessualità e humor. Per questo lo Shunga è stato storicamente immune ad ogni censura, fino alla fine del XIX secolo, quando dall'essere popolare si trasforma in arte per collezionisti.

Gli Shunga venivano abitualmente prodotti in serie da 12 - come i mesi dell'anno - e realizzati in diversi formati e su vari supporti: le stampe e le tavole decoravano le abitazioni; i libri venivano spesso donati alle giovani spose per istruirle sul sesso; i libretti venivano conservati come porta fortuna, soprattutto dai guerrieri costretti al fronte e lontani dalle loro donne.

I principali soggetti dell'arte Shunga, sono a primo impatto, amplessi etero e omo, e genitali sovradimensionati. L'aspetto erotico doveva sorprendere ed attirare l'attenzione degli acquirenti ed educare i meno esperti alle arti amatorie. La sovraesposizione genitale aveva lo scopo di rendere l'intensità della passione. Soffermandosi invece sui dettagli, gli Shunga regalano uno sguardo completo sulla società contemporanea del periodo: la cerimonia del tè, gli ambienti domestici, gli usi e i costumi dela ricca borghesia, la vita mondana e le case delle geishe (case verdi).

La loro estetica rende anche conto della visione confuciana della donna e del suo ruolo nella società; prima serva del padre, poi del marito, poi dei figli. Manca infatti all'appello il sesso saffico, compensato però da un variegato campionario di  vagine in primo piano per educare le donne all'autoerotismo e fornire loro la conoscenza genitale necessaria a soddisfare il partner.

Per info sulla mostra, consultate il sito del British Museum;
e se prossimamente capiterete in quel di Londra, non dimenticate di segnarla in agenda!
@ RIPRODUZIONE RISERVATA - Annunci69.it

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