Caffè corretto! Da una storia vera.

Questo è un racconto scritto da una esperienza vera:

E' successo tutto tre anni fa. Mia moglie ha un'amica, si chiama Silvana, nome vero. E' bionda, alta 1,65 più o meno, magra con un bel fisichino asciutto, due belle bocce e un culo da apura sempre in bella vista.

La troia, ogni volta che veniva a casa nostra, faceva di tutto per farmi vedere che biancheria intima portasse quel giorno: perizoma rosso scuro di pizzo una volta, l'altra volta mutandine bianche, poi rosa... e via dicendo.

Mi eccita una cifra e me la sbatterei a pecorina fina a farla svenire ogni volta che la vedo, ma la zoccola è del tipo che te la fa annusare e poi non te la da! Purtroppo si conoscono con mia moglie da bambine e non la tradirà mai, di questo sono certo e ne ho avuto più volte la riprova.

Comunque, qualche cosa dovevo fare e così un bel giorno di primavera inoltrata, Silvana venne a trovarci. Mia moglie era in giardino a prendere il sole e io stavo sul web a lavorare.

Suonò al campanello, aprii la porta, la salutai cordialmente con un bacetto sulla guancia e una rapida carezza sul fianco e sul fondo schiena, e poi la accompagnai da mia moglie.

Si sedette sulla sdraio accanto a lei e scambiammo qualche parola e poi le offrii un caffè. Accettò e andai a prepararlo. Mentre mi dirigevo verso la cucina mi venne il lampo di genio!

Ero già eccitato alla sola idea di quello che sarei andato a fare di li a poco e la sorte mi era favorevole. Silvana prendeva il caffè lungo in tazza grande e macchiato con abbondante latte, quasi un cappuccino.

Misi su la moca e cominciai a segarmi velocemente perchè non avevo certo tempo di indugiare. Mentre mi masturbavo pensavo alle sue tette, al suo culo, al caldo tocco delle sue labbra umide del bacio sulla guancia che mi aveva dato pocanzi e pensavo come sarebbe stato bello sentire quel bacio sulla mia cappella tosta in quel momento.

La mica cominciò a borbottare e anche io! ecco che mentre usciva il caffè io esplosi quattro copioso getti di seme caldo nella tazza destinata al caffè di Silvana. Mi stupii di quanto ero riuscito a fare, era quasi un quarto di tazza. In così poco tempo era davvero un risultato straordinario.

Misi lo zucchero nella sborra e feci una bella emulsione, poi versai il caffè girando lentamente e infine il latte. Il cocktail era pronto e andava soltanto servito. Mi recai in giardino, e il cuore mi batteva forte: "e se se ne accorge?" pensavo. Glielo porsi con un sorriso, le mi sorrise con quegli occhi verdi come smeraldi e io sentii un tuffo al cuore. appoggiò le labbra alla tazza... "Ci siamo" pensai. Un primo sorso, poi un altro e poi midisse:

"E' buonissimo! Sai proprio farlo bene, dovresti fare il barman! Grazie!"

Cavolo! Se è così buono che dovrei fare il barman quante seghe mi dovrei fare al giorno per accontentare tutte!

Se lo bevve tutto d'un sorso e si raccolse lo zucchero in fondo col cucchiaino. Presi la tazza e la riportai in cucina. Mi tremavano le gambe! Le avevo fato bere il mio sperma, e le era pure piaciuto!

Da quel giorno le ho offerto tanti altri caffè corretti che lei ha sempre gustato con avidità e qualcosa mi dice che poi in fondo non sia tanto all'oscuro del mio ingrediente segreto!