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Lui & Lei

La mia vicina…


di Membro VIP di Annunci69.it OSaracino
13.12.2023    |    11.930    |    6 9.9
"Io probabilmente mi nasconderei velocemente sotto al letto o dentro all’armadio come nei migliori cliché del caso..."
Una sottile parete di mattoni divide la mia camera da letto da quella di Maria.
Sono le sette di mattina. Come ogni giorno mi sveglio e mi alzo e mi getto sotto la doccia calda; mi rado; mi vesto e senza far troppo rumore esco di casa.
La mia auto è in garage ma non ci arriverò prima delle otto e mezza. Come ogni giorno, percorro i pochi metri del pianerottolo per strofinare con dolcezza i polpastrelli sulla porta dell’appartamento accanto. La porta si apre e Maria mi accoglie in una vestaglia corta che mette in risalto le gambe tornite e lascia immaginare la lingerie che porta addosso.
Maria è una bella donna: è generosa nelle forme e generosa con il sottoscritto. Maria ha un marito che fa il fornaio e tutte le mattine esce presto per andare al lavoro. Maria mi fa impazzire: fisicamente, potrebbe assomigliare a mia moglie ma è la sua carica sessuale a fare la differenza.
Mi guarda con il suo sorriso malizioso mentre entro in casa e chiudo la porta. In silenzio, prende la mia testa tra le mani e dolcemente porta le sue labbra sulle mie. Il suo bacio sa di dentifricio ed è il primo vero buongiorno della giornata. La sua lingua entra senza esitazione e le sue mani mi arruffano i capelli.
Mi guarda con tenerezza e sussurra “Buongiorno!”. Prende la mia mano per accompagnarmi in cucina dove, come ogni giorno, la caffettiera è già sul fuoco. Aspettando il caffè la bacio: le mani scendono fino alle gambe lisce per poi risalire sotto la vestaglia. Arrivate alle natiche scoprono che Maria non porta gli slip. Le labbra si staccano e gli sguardi si incontrano: lei sorride con un’espressione falsamente ingenua. La bacio ancora mentre con un dito scivolo nel suo sesso e la penetro agevolmente. Maria è vogliosa: sono tre giorni che non scopiamo a causa del ciclo. Abilmente mi sbottona la camicia e slaccia i pantaloni. Una mano è sul mio membro mentre con l’altra mi afferra saldamente il sedere.
La caffettiera borbotta. Il caffè è pronto, la tazzina è già sul tavolo. Maria mi fa sedere e versa il caffè. Sa che mi piace berlo amaro. Sa che mi piace berlo mentre mi fa un pompino. Si inginocchia tra le mie gambe, mi guarda negli occhi e mi toglie gli slip. Così, come ogni mattina, mi ritrovo seduto nella cucina del mio vicino di casa a bere il primo caffè della giornata mentre la bocca di sua moglie si prende cura del mio cazzo.
Maria è fantastica ed i suoi pompini mi hanno già fatto toccare il cielo per tre giorni consecutivi. Oggi però non vuole superare il limite. Oggi finalmente il ciclo è passato e lei ha voglia di scopare.
Il tempo del caffè è breve. Svuotata la tazzina, mi afferra per la cravatta e mi accompagna in camera da letto. Camicia e cravatta cadono rapidamente sul pavimento. Le mie mani sono di nuovo sotto la sua vestaglia. Le slaccio il reggiseno e le sue tette si liberano appoggiandosi delicatamente sul mio petto. Maria ha le guance infuocate. Si alza la vestaglia fino alla vita, si sdraia, allarga le gambe e sorride ancora più maliziosamente di prima. Io comprendo e mi getto tra le sue cosce. La sua fica è profumata e sa di buono. Con la lingua mi insinuo tra le piccole labbra mentre due dita la penetrano. Lei mi schiaccia la testa sul pube, cerca la mia mano e le sue dita si intrecciano alle mie. Per un momento penso a cosa succederebbe se rientrasse suo marito a casa. Io probabilmente mi nasconderei velocemente sotto al letto o dentro all’armadio come nei migliori cliché del caso. Lui entrerebbe in camera e troverebbe la moglie sdraiata a letto, nuda e con le gambe aperte. Sebbene la monotonia del matrimonio, non credo che riuscirebbe a resistere a dare una leccatina e chissà come si spiegherebbe quel sapore di fica con retrogusto di caffè amaro. È solo un pensiero che passa veloce. Il gioco cambia: le mie mani afferrano ora le sue chiappe e le sollevano il bacino. La mia lingua la penetra in un moto periodico che termina dentro alle sue piccole labbra. Lei apprezza e con i suoi mugolii vuole farmelo sapere.
Di colpo si irrigidisce, le gambe si chiudono e allontana la mia lingua dalla sua vagina. È un istante: mi prende il viso, mi bacia languidamente e mi fa sedere con la schiena appoggiata alla testiera del letto. Dopo aver verificato con la bocca la consistenza della mia asta, comincia a farsi montare come un’amazzone. Si sfila la vestaglia e, mentre lei si dimena, mi godo lo spettacolo del seno che ballonzola di fronte ai miei occhi. Le tette sono per gli uomini, ciò che il pallone è per i bimbi. Non puoi guardarle rimbalzare senza cercare di afferrarle. Così le prendo tra le mani e le faccio mie, palpandole e leccando alternativamente i capezzoli.
Maria si stringe a me ma sono quasi le otto ed è ora di andare a lavorare. La sdraio sulla schiena e la prendo nella posizione del missionario. Lo so, sono un tradizionalista ma è la posizione che preferisco. Appoggio i miei gomiti sopra le sue spalle così da evitare inutili dondolamenti e penetrarla più profondamente: è fradicia ed io aumento la frequenza dei colpi per riuscire a venire in tempi brevi. I nostri visi si guardano ed i nostri fiati si mischiano. La osservo e capisco che è prossima all’orgasmo. Conosco le sue espressioni; quegli occhi chiusi con forza, la testa piegata verso l’alto, la bocca aperta ed i tratti del viso tirati in una smorfia inconfondibile.
Buffa la vita: sto trombando l’amante a pochi centimetri dalla moglie che dorme tranquilla nel suo pigiama di flanella spessa. I miei colpi ora sono quasi violenti. La sua fica mi accoglie senza titubanza. Il letto comincia a cigolare e Maria è all’apice dell’orgasmo, le sue unghie nella schiena, il suo bacino accompagna i miei colpi, i gemiti si fanno più rochi e finalmente esplodo.
Di colpo il mondo si ferma. Mi sdraio al suo fianco mentre lei apre gli occhi e guarda il soffitto. Poi si gira verso di me, mi fissa negli occhi e sorridendo bisbiglia: “Sei stato fantastico!”. Si raggomitola come una micia, cerca il mio membro con la bocca: bacia la cappella, la succhia un istante e sussurra: “Bravo! Bel lavoro!”. Risale, cerca un’ultima volta le mie labbra prima di sparire in bagno.
Sento il rumore dell’acqua che scroscia e poi più niente. Sono lì a godermi il silenzio quando sento il mio letto cigolare dall’altra parte della parete...
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