Lui & Lei
Mi guardo attorno ...

01.05.2014 |
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"Entro piano con il mio bacino fra le tue cosce e faccio scivolare l’uccello nel tuo sesso ormai capace di accogliere con il massimo piacere tutta l’irruenza dei suoi movimenti divenuti frenetici e..."
Mi guardo attorno!... L’ambiente è confortevole.
Il vano è invaso da una luce tenue, filtrata da drappeggi che nascondono una finestra da cui entra in maniera molto discreta, illuminando la scena da noi recitata.
Sono dietro te, alle tue spalle, ma non ti accorgi della mia presenza, mentre sei intenta a destreggiarti col tuo telefonino.
Ti lascio indaffarata e vado a cercare una cosa....
Cerco, rigiro tra la mia roba e finalmente... trovo.
Prendo le due buste che ritengo giuste allo scopo prefisso.
Ne apro una e sfilo una calza di nylon di colore nero ponendo i due capi di essa ognuno in ognuna delle mie mani.
Ti raggiungo nuovamente con passo molto felpato e arrivato alle tue spalle trovandoti ancora intenta nelle tue manovre. Sollevo le mie mani sopra la tua testa e molto delicatamente, ma con fare deciso, ti copro gli occhi con la calza tesa tra le mie mani.
Porto i due capi dietro la tua testa che lego poi tra loro con un nodo, lasciandoti completamente al buio.
Non ti ribelli e ti lasci soggiogare in questa pratica, cosciente ed attratta di quello che succederà a breve.
Rimani immobile con il capo alto ed il volto lanciato nel vuoto con un leggero sorriso ma silenziosa, come me.
E’ un giuoco che diventa voglia unica, accomunandoci nel nostro desiderio.
Ti sfilo dalle mani il telefono e lo appoggio su quel comodino senza preoccuparci di quello che può raccontare, poi prendo i tuoi fianchi con le mani appoggiandoti al mio bacino per farti sentire immediatamente la mia voglia insinuarsi nella forma del tuo fondo schiena. Porti le mani dietro il mio e mi aiuti a spingermi sempre di più nelle tue forme.
Ho il tuo collo a portata del naso, inebriato dal tuo profumo che incita a farti assaporare con la lingua sin dentro le sinuosità del tuo orecchio.
Il tuo respiro aumenta. Ogni tanto qualche piccolo gemito di piacere condisce questa pietanza che mi concedi.
Alzo la mia testa lasciando il tuo sapore e ti giro. Sei davanti a me, bendata e un po’ spaesata, ma sempre con un leggero sorriso smaliziato. Ti uso allora come un manichino, prima spogliandoti completamente dei tuoi abiti usuali, poi ricoprendo il tuo corpo esile ma ben fatto, solo con un paio di calze velate sorrette da un piccolo reggicalze ed un succinto perizoma dal quale abbonda tutta la tua femminilità, ma tutto velato da una trasparentissima veste che ti da sembianze da Pin-up anni 50.
Non ti vedi assolutamente ma ti puoi immaginare sapendo che questo modo di esporti mi crea spasimi di eccitazione
E continui ad assecondarmi e ad assecondare le nostre perverse voglie intenta solo a cogliere il massimo piacere.
Ti spingo e mentre arretri, le tue gambe trovano l’ostacolo del letto sul quale cadi distesa.
Mi libero in modo stizzoso delle scarpe e vengo a cavallo su di te spingendoti per aiutarti a raggiungere la testata del letto, contro la quale ti sollevo mettendoti in posizione seduta.
Sei ancora marionetta delle mie intenzioni gustandoti tutta l’incertezza della mossa successiva.
Senti un rumore di carta mentre io tolgo dalla sua confezione l’altro paio di calze.
Prima una poi l’altra le uso per immobilizzare le tue braccia all’altezza dei polsi, legandoli con decisione, aperte ma basse alla base della testata. Hai una stizza di dissenso cercando di liberarti ma il sentirti intrappolata aumenta consapevolmente la tua eccitazione.
Mi alzo dal letto e mi metto a nudo.
Sono li davanti a te che ti guardo. Guardo il tuo corpo celato da trasparenze ed intrappolato. Guardo il tuo sguardo nel vuoto in cerca di sensazioni ancora inesistenti. Guardo il tuo seno muoversi sotto il mantice dei tuoi respiri brevi e velocizzati dalla situazione. Guardo ancora il tuo sempre più malizioso sorriso tagliato dalla tua lingua che umetta ed accarezza le tue labbra tremolanti.
Mi avvicino e catturo la tua lingua con la mia bocca succhiandotela con le labbra come volessi farmela arrivare in gola, assaporandone tutto il suo gusto.
Comincio a scendere ispezionando ancora con la mia umida lingua i tuoi seni, il ventre, passando sopra il tuo slip per sentire il profumo del tuo desiderio, soffermandomi dove la pelle liscia della gamba lascia il tocco della fibra della bordatura della calza. Scendo molto lentamente sino al tuo piede per catturare con la bocca il tuo pollice ed usandolo come un semplice membro maschile, lo assaporo mentre mi faccio penetrare la mia bocca.
Ti dimeni un po’ adesso sotto l’effetto della grande sensazione erotica provata e vorresti altro.
Ma non è ancora il momento.
Abbandono il tuo piede per tornare lentamente con la lingua alla tua bocca facendo il percorso a ritroso, sentendo la tua voglia crescere esponenzialmente.
Sono ancora sul collo e mentre il tuo forte respiro rimbomba delicatamente nel mio orecchio, poso la mano sul basso ventre prendendo il triangolo del tuo perizoma. Lo attorciglio facendone filo e con scatti decisi lo tiro facendotelo entrare nelle labbra della vagina sino a sfregare con piacevole maniera il clitoride, provocando un sussulto di sensibile godimento ad ogni tiro di quella stoffa.
Sali di giri ed io con te.
Le tue gambe inginocchiate adesso si aprono all’ardire di quei movimenti facendo capire la voglia che cresce, mentre il bacino ondula come una culla di neonato.
Porto la mia mano sul tuo fianco e con fare deciso strappo la stoffa del tuo slip liberandone una parte. Ripeto la cosa all’altro fianco strappando completamente il perizoma e tolgo gli avanzi da dosso. Come feticcio lo porto al tuo viso ma me lo togli di mano con la bocca in maniera decisa e con tanta decisione, lo sputi girando la testa alla tua sinistra rimostrandoti subito dopo a me, mentre con i denti ti stringi il tuo labbro inferiore.
Il mio dito medio destro stava sfiorando il tuo gia sensibile clitoride facendosi sempre più spazio nella calda ed ormai umettata vagina.
Ora è completamente dentro... prende movimento ritmato...il tuo ventre segue quei movimenti come riflesso...le tue gambe sono quasi in spaccata.
Le tue espressioni con la bocca, la tua prigionia, i tuoi gemiti mi inebriano quasi quanto lo sei tu.
Mi alzo accanto a te e mi avvicino.
Ho il mio membro vicinissimo alla tua bocca.
Te ne accorgi, senti il mio profumo e ti allunghi per raggiungermi. Di balzo arretro tanto quanto basta per non farmi raggiungere, mentre ancora cerchi di allungarti, ma inesorabilmente non riesci per la tua prigionia.
Questo accade per più volte sino a quando decidi di restare ferma ed aspettare.
Allora mi avvicino nuovamente e stavolta sfioro il mio uccello sulle tue morbide guance, sulle tua labbra bollenti e la tua lingua comincia ad assaporare tutto il gusto dell’intero mio sesso, senza tralasciare nessuna delle sue più piccole parti.
Mi abbandono per un istante all’enorme piacere creato dalla vivace lingua lasciandomi dominare dalla tua frenetica lussuria.
Ma di sbalzo arretro ancora una volta lasciandoti a cercarmi nel vuoto con la lingua...
Quando pensi che non voglia ancora avvicinarmi, eccomi che invece ti afferro la testa con le mani e spingendola verso il mio sesso, improvvisamente ti penetro la bocca con il mio ormai durissimo uccello e come fosse la tua fica ti scopo in bocca in maniera decisa sino a vederlo entrare completamente, raggiungendo la tua gola.
I tuoi gemiti cominciano a farsi lamenti e coreggiano con i miei sussurri.
Continuo nei movimenti sino a che la tua saliva, scivolando dalle labbra, ha inumidito i tuoi seni.
Ti senti quasi esausta, con le mandibole che cominciano a reclamare.
Arretro nuovamente e mentre stai cercando di raccogliere la saliva insaporita rimasta attorno alla tua bocca con la lingua, ti prendo nuovamente ai fianchi che ancora si muovono dal piacere, e ti stendo sul letto con la testa sul cuscino e le mani sempre ben legate.
Le tue gambe aperte come valve di un’ostrica che vuol mostrare la sua perla pregiata, mi incitano e mi chiamano.
Mi tuffo con la testa verso il tuo sesso penetrandoti con la mia lingua che come un Formichiere allunga per ispezionare l’intera zona di un formicaio per catturare tutto quello che può.
Sento il tuo dolce liquido inondarmi la bocca, mentre scivola sulle tue parti intime palpitanti di voglia.
Percepisco i tuoi sussurri, adesso deboli lamenti di desiderio.
Sento che mi vuoi e mi vorresti prendere con le mani con la bocca e portartelo alla fica.
Ma l’impedimento ti aumenta l’eccitazione e ti piace da morire.
Alzo la testa tirandomi su e mi porto sopra di te senza far toccare i nostri corpi.
Entro piano con il mio bacino fra le tue cosce e faccio scivolare l’uccello nel tuo sesso ormai capace di accogliere con il massimo piacere tutta l’irruenza dei suoi movimenti divenuti frenetici e possenti. Sento le tue suppliche le tue implorazioni perché io possa assumere una violenza nel possederti, sempre più decisa.
Sollevi le tue gambe in alto per avere massima sensibilità.
Io le afferro continuando a penetrarti. Le appoggio sul mio petto piegandole sopra le mie spalle in modo che ad ogni affondata il mio uccello entri completamente, portandosi dietro anche metà testicoli amplificando così il tuo già enorme godimento.
Adesso il tuo respiro è fortissimo. I tuoi gemiti lamenti. Il tuo corpo terremoto e prendi il volo!!!... Volo con te!!
Con scatto lascio, arretro e corro in ginocchio verso il tuo viso tenendomi l’uccello nella mano in movimento e lo punto verso il tuo viso, inondando del mio dolce seme tutta la tua bocca, il naso e i tuoi occhi ancora bendati.
Minuziosamente cerchi di raccogliere ancora una volta il nettare con la tua lingua gustandoti il suo sapore lasciandone disperso il meno possibile, brandendola come una spada sulle tua labbra, sin quando non ti raggiungo con la mia bocca per suggellare insieme l’immenso piacere...
Mi alzo con lento fare e riporto in libertà i tuoi occhi e i tuoi polsi per sentirmi accogliere in un tenero abbraccio e finire stretti, scivolando nelle braccia di Morfeo..................
Annasweet
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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