Lui & Lei

Paola


di DoubleSide
15.06.2022    |    3.691    |    8 9.9
"Quello che trasforma una conoscenza in intimità..."
Per qualche mese avrei dovuto trasferirmi in un’altra città: ero interessato ad un corso di specializzazione tenuto dalla locale università.

Dopo una breve indagine su internet mi resi subito conto che gli affitti sarebbero stati davvero elevati. Per la verità qualche appartamento a prezzo più basso si riusciva a trovare ugualmente ma era fortemente decentrato e sempre piuttosto fatiscente. Decisi allora di provare a trovare qualche studente disposto a condividere il proprio e dunque anche le relative spese.

Cercai quasi inutilmente fra le caotiche giungle di annunci tipiche delle bacheche universitarie, trovai anche qualche contatto ma purtroppo non riuscii ad ottenere nulla di concretamente utile.

Dopo qualche giorno, giunto ormai sulla soglia della rinuncia, fui salvato dal suggerimento di una mia cara amica. Mi parlò di una certa Paola che al momento occupava un appartamento in affitto piuttosto ampio: mi spiegò che cercava, con una certa urgenza, qualcuno per dividere spese ormai sempre più alte; disse anche che però avrebbe preferito trovare una donna.

“Avete due esigenze complementari e pressanti, forse potrebbe anche accettare ugualmente” mi disse con tono sinceramente interessato ad aiutarmi.
“E poi tu sei una persona come si deve! Mica mi farai fare brutta figura, no?”, lo aggiunse ridendo ma capii che era un monito neanche troppo criptico.

Ci mise in contatto.

Paola era comprensibilmente un po’ incerta nel valutare la condivisione della casa con un uomo ma era allo stesso tempo rassicurata dalla nostra amicizia in comune. Ci incontrammo per fare conoscenza, per visitare la casa ed in breve definimmo un accordo. Era una donna di mezza età, una persona dai modi spontanei e simpatici. Nel complesso mi parve di poterci andare d'accordo: un elemento mai trascurabile nell’ottica di una convivenza.

Mi trasferii appena in tempo per iniziare il mio corso. Trascorsero alcune settimane durante le quali la convivenza fu piacevole, a tratti divertente anche se non entrammo mai troppo in confidenza.

Una sera mi trattenni fuori con alcuni compagni di corso per una cena e rientrai a casa tardi. Aprii il portone di casa silenziosamente e, senza accendere le luci per non disturbare, mi diressi verso camera mia. Percorrendo il corridoio fu impossibile non udire i chiari mugolii di piacere che provenivano dalla sua stanza.
Pensai che avesse ricevuto la visita di un amico e sorrisi immaginando quello che stava accadendo là dentro fra quei due. Fu allora che mi accorsi che la porta era socchiusa e che un sottilissimo filo di luce filtrava dalla fessura.

Non so cosa mi prese ma mi avvicinai per guardare.

Nonostante fino ad allora avessi mantenuto le dovute distanze, dovevo ammettere che Paola mi piaceva. Nonostante questo ebbi un brivido piacevole pensando di poterla guardare mentre faceva sesso con qualcuno.

Paola era semisdraiata sul suo letto matrimoniale, appoggiata alla testata. Indossava solo una camicia da notte nera molto corta, velata a tal punto che in trasparenza potevo vedere bene i suoi capezzoli durissimi. Erano prepotenti, terribilmente affascinanti e facevano venire una voglia istantanea di tenerli fra le labbra. Aveva le cosce aperte, spalancate in modo meravigliosamente osceno e si stava platealmente masturbando.

Dunque mi ero sbagliato: era sola! I suoi mugolii erano intensi e pieni e sembrava immersa in un piacere sublime.

Era bellissima!

Si accarezzava il seno ed i capezzoli al di sopra del tessuto, li tirava e a tratti se li pizzicava. Ogni tocco, qualcuno anche più vigoroso, disegnava sul suo volto una smorfia che si scioglieva sempre in un espressione di piacere accompagnata da un sospiro profondo.

Rimasi abbagliato dallo spettacolo che mi si offriva attraverso quella fessura. Rapito ed affascinato, sentii presto l’inevitabile fisicità della mia eccitazione crescere nei pantaloni.

Provai il bisogno di toccarmi e, senza nemmeno riflettere infilai una mano nei pantaloni. Era duro in un modo disperato e sembrava soffocare in quello spazio stretto. Trascinato dalle emozioni e ammaliato da quella meraviglia, forse persi definitivamente contatto con la ragionevolezza. Osai far scivolare in basso l’orlo di pantaloni e boxer dando piena libertà a quella ingombrante eccitazione.

Intanto Paola continuava quell’incantevole masturbazione. Ogni tanto abbandonava la testa all'indietro come per offrire il resto del suo corpo ad una presenza invisibile forse presente nella sua fantasia. La mano che non era impegnata a stimolare i capezzoli era saldamente piazzata fra le sue gambe.

Partiva dal basso e risaliva divergendo le labbra come per metterle in mostra in una posa mirabilmente scandalosa.
Le sue dita si facevano largo penetrando fino in fondo e per facilitare quella bellissima operazione sollevava il bacino puntellandosi sui talloni.

Ero estasiato!

Continuava lentamente a toccarsi fino a raggiungere il clitoride con carezze anche scalmanate. Ogni volta i suoi occhi si stringevano. Ogni volta tratteneva a lungo il respiro per poi emettere un lungo, lento gemito liberatorio.

Avevo il cuore in gola per il piacere ma anche per la mia posizione pericolosamente imprudente.
Il mio sesso durissimo era completamente esposto anche se al buio. Lo strinsi forte e poi iniziai a masturbarmi piano. Presto provai gusto a seguire e assecondare i suoi movimenti.

La mia eccitazione era alle stelle: la posizione oscena di Paola, con la sua figa aperta ed esposta fra quelle gambe spalancate che parevano un invito, mi facevano girare la testa.

Senza rendermene conto forse toccai la porta provocandone un movimento impercettibile.
Proprio in quel momento Paola guardò improvvisamente verso di me ed ebbi la netta sensazione che avesse percepito la mia presenza. Distolse gli occhi all'istante e io mi ritrassi subito.

Restai immobile, paralizzato in attesa dei rumori tipici di chi si alza di scatto dal letto per venire a spalancare la porta. Avevo ancora il cazzo in mano e fui assalito dal terrore di trovarmi in una situazione sconcertante.

Ci fu silenzio.

Forse anche questo poteva essere un segnale, anzi certamente lo era, ma io non lo colsi. A quel punto forse avrei dovuto andarmene in camera ma vidi ancora svanire la ragionevolezza come una nuvola di fumo.

Sommessamente ripresero i mugolii di piacere. Rassicurato guadagnai la posizione di prima e di nuovo, dimenticai la prudenza: ripresi a toccarmi intensamente.

Paola aveva ripreso il suo piacere ma il suo sguardo tornava continuamente alla porta. Successe troppe volte ed il suo viso tradiva ormai il dubbio. Dopo poco decise di smettere all’improvviso e spense la luce.

Sapeva che ero lì, ne fui assolutamente certo.

Silenziosamente raggiunsi la mia stanza, mi spogliai rapidamente e mi misi sotto le lenzuola cercando di pensare a cosa le avrei potuto dire la mattina successiva qualora fossi stato costretto a dare spiegazioni.

Fu una notte insonne in cui emozioni e pensieri contrastanti si alternarono.
Le immagini di poco prima presero tuttavia in breve il sopravvento e io mi ci abbandonai cedendo al piacere di riviverle.

Mi eccitai ancora e ripresi la mia masturbazione da dove l’avevo bruscamente interrotta. Venni a ondate successive, fu un orgasmo lungo, intenso, sconvolgente che mi lasciò senza fiato. Ventre, petto e persino il collo furono raggiunti dal mio piacere liquido.

Poco dopo sentii Paola andare in bagno ed ebbi la netta sensazione che rientrando in camera si fosse fermata qualche istante davanti alla mia porta. Trattenni il fiato ma non successe nulla.

Mi rigirai nel letto per ore mescolando imbarazzo ed eccitazione fino al mattino che per fortuna sarebbe stato di un sabato privo di impegni. Non riuscii comunque a decidermi ad alzarmi, non avrei saputo cosa dire e come comportarmi con Paola.

Alla fine mi decisi ed entrai in cucina, mi sedetti e cominciai fare colazione. Poco dopo, sentii la porta del bagno chiudersi e di seguito il rumore della doccia. Il tempo passò rapidamente mentre decine di possibili frasi si attorcigliavano nella mia mente. Tutte sbagliate.

Poi lei arrivò: era vestita con la stessa camicia da notte che aveva indosso la notte prima. Mi sorrise.

“Buongiorno. Dormito bene?”, esordì subito.
“Si, si e tu?”, mormorai incerto.
“Benissimo grazie” e si mise come se niente fosse a preparare la sua colazione.

Poco dopo io ruppi gli indugi:
“Senti Paola, per ieri sera…”.
“Si?”.
“Volevo dirti che…”.
“Non c’è bisogno di dire nulla”, sussurrò lei in modo sommesso e con un tono intimo che non le avevo ancora mai sentito. Quel breve dialogo consegnò ad entrambi la reciproca consapevolezza di quanto era accaduto la notte precedente.

Ci fu un lungo silenzio.

Poi Paola si alzò e venne dietro di me appoggiando delicatamente le mani sulle mie spalle.

“Non dire nulla, nulla di nulla”, sussurrò ancora.

Le sue mani e la sua voce mi calmarono. Lentamente cominciò un massaggio alle spalle, dolce, morbido, carezzevole. Fu quello il meraviglioso istante che cambia il rapporto tra due persone. Quello che trasforma una conoscenza in intimità.

Era la prima volta che avevamo un contatto così ravvicinato. Mi abbandonai reclinando la testa leggermente in dietro. Trovai subito i suoi seni a cui non ebbi timore di appoggiarmi. Li cercai riuscendo a percepire chiaramente i suoi capezzoli sulla nuca.

Lasciai crescere una incontenibile erezione.

Paola continuava ad accarezzarmi le spalle e lentamente cominciò ad estendere le carezze alla parte alta del petto. Mi sbottonò la camicia e vi si insinuò fino ai capezzoli che reagirono immediatamente, se ne accorse e li pizzicò leggermente.

Poi si mosse facendomi mancare il sostegno alla testa e, prima che io potessi reagire, mi baciò con delicatezza il collo. Un brivido si diramò come un lampo a rallentatore nella mia schiena.

Poco dopo sentii le sue labbra morbide ed umide sulle mie e fu allora che le nostre lingue iniziarono a cercarsi. Fu subito un bacio pieno e reciprocamente invadente che ci travolse.

Dopo un tempo indefinibile, Paola si accovacciò a terra davanti a me, mi guardò con un po’ di malizia e mi fece aprire lentamente le cosce.

Osservò a lungo l'inequivocabile rigonfiamento e vi poggiò una mano sopra. Mi guardò, sorrise e disse: “Posso?”.

Avevo la gola serrata ed ero in preda ad una eccitazione intensa. Riuscii solo ad annuire senza riuscire a dire null’altro. Aprì i miei pantaloni, mi guardò ancora una volta negli occhi, liberò abilmente il mio sesso e poi ci si dedicò.

Lo afferrò saldamente con la mano destra e poi fu subito decisa: in un solo movimento lo avvolse con tutta la bocca.

Il calore umido della sua bocca fu una sensazione sublime. Lentamente cadde ogni inibizione ed i gesti della sua lingua si fecero anche audaci e liberamente osceni. Ne fui rapito.
Ci furono istanti in cui dovetti improvvisamente allontanare la sua bocca a forza per evitare di raggiungere l’orgasmo.
Ogni volta lei sorrise compiaciuta e complice per poi riprendere subito con coinvolgimento maggiore.

Quel momento di piacere si protrasse a lungo. Poi mi prese le mani e le strinse platealmente per impedirmi di allontanarla nuovamente. Aumentò volutamente l’intensità del suo gesto senza mai lasciare che la sua bocca si separasse da me, nemmeno quando fui scosso dal piacere e mi inarcai sulla sedia serrandole il corpo tra le cosce.

Quando tutto fu finito lei mi baciò con tenerezza sulle labbra e mi disse maliziosa: “Hai visto che non c’era proprio nulla da dire?”

Uscì sorridendo dalla cucina dirigendosi in camera sua.
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