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Lui & Lei

Porta chiusa


di majal1985
02.05.2024    |    19    |    0 6.0
"Accanto a me oltre a qualche rappresentante era rimasta la mia assistente, una donna di 40 anni, non molto alta, castana chiaro con i capelli alle spalle, ..."
Ormai erano le tre di notte e tutti eravamo belli allegri. La serata conclusiva della fiera stava volgendo al termine. Molti colleghi e colleghe erano presenti ma cominciavano a dare segni di cedimento ed avevano iniziato ad abbandonare il locale dove avevamo fatto le ore piccole e bevuto litri di gintonic. Accanto a me oltre a qualche rappresentante era rimasta la mia assistente, una donna di 40 anni, non molto alta, castana chiaro con i capelli alle spalle, magra con una bella seconda ed uh culo da stringere con le mani. Facciamo un passo indietro, io sono un ingegnere gestionale, specializzato nella logistica, 37anni sposato da 5,un ragazzo come tanti che si mantiene in forma giocando a calcio. Come dicevo ormai eravamo rimasti in pochi ed anche io ero stanco. Insomma pensavo ad andare a letto. Quando manifesto le mie intenzioni alla mia assistente, Francesca, anche lei dice che vuole andarsene e mi chiede di prendere un taxi assieme perché non vuole aspettare da sola. Mi ricordo che eravamo un due alberghi diversi. Appena saliamo sul taxi decidiamo di passare prima dal suo albergo e poi andare al mio. Quella sera lei aveva un vestito bianco corto e scollato sulla schiena che metteva in risalto le sue lentiggini. Mentre ero seduto fantasticavo che sarebbe stato bello concludere con una bella scopata magari alla pecora, mentre facevo questi pensieri arrivammo al suo albergo. Tra di noi non c'era mai stato nulla se non qualche battuta e doppio senso come può succedere tra colleghi. Una volta arrivati mi saluta con un bacio sulla guancia e scende. Riparto verso il mio albergo pensando che mi sarei fatto una bella sega pensando al culo di Francesca ed alla sua bocca sul mio cazzo. Mentre mi stava venendo il cazzo duro sento vibrare il telefono, era lei che mi diceva che la porta del suo albergo era chiusa e nessuno rispondeva al telefono. La soluzione era solo una. Che venisse in albergo con noi. Così tornammo indietro a caricarla. Appena ripartiti scherzammo sul fatto che sembravamo il classico cliché di due colleghi che quando vanno in fiera tradiscono le proprie metà. Le disse che le avrei dato una maglietta ed io avrei dormito sulla poltrona anche se in cuor mio pensavo ad altro. Volevo scolarla senza pietà. Arrivammo in albergo andando al quarto piano dove c'era la mia stanza. Appena entrati i nostri corpi furono vicini perché l'ingresso era molto angusto. Io appena sentiti il profumo non ho resistito ed ho provato a baciarla. Lei ricambio immediatamente e cominciammo a scambiarci litri di saliva con le nostre lingue. Lei intanto appoggio la mano sul mio cazzo, cominciando a massaggiarlo. Me la sarei scopata così in piedi, tirando su il suo vestito, spostando la mutandina ed infilando il mio cazzo dentro di lei. Sarebbe stata una cosa molto bestiale ma volevo godere del suo corpo. Cominciammo a spogliarci a vicenda. Il seno era bellissimo e cominciare a leccare i suoi capezzoli. Poi lei dopo avermi baciato il petto cominciò a leccar il mio cazzo e dopo averlo insalivato per bene cominciò a fare un bel pompino. Guardavo le sue labbra sul mio cazzo e mi eccitavo tantissimo. Quando stavo per venire la staccai perché volevo gustarmi con la bocca la sua fighetta depilata parzialmente, comincia a laccarla come un gelato, andai avanti per tanto tempo, sembra infinito, il mio cazzo era sempre più duro ed eccitato, decisi che era il momento di scoparla. La presi prima alla missionaria e poi alla pecora. Mentre la scopavo da dietro le infilavo il pollice dentro in bocca e con quello sinistro invece le penetravo il culo. La venni dentro come non mi capitava da tempo. Andammo a farci una doccia assieme e cominciammo a baciarci nuovamente, lei non era stanca. Mi girò e mi fece capire che voleva che le fotessi il culo. In poco tempo mi ritrovai a guardare il mio cazzo che le rompeva il culo. Era lei a dettare il tempo. Intanto si masturbava. Le riempi il culo del mio seme. Andammo a dormire e la sveglia suono dopo poche ore. Alla mattina io andai a fare colazione e le dissi di aspettare la mia partenza per uscire per non destare sospetti. Tornammo a lavorare come tutti i giorni e non ci furono altre occasioni per ripetere quanto successo. Ogni tanto penso che mi piacerebbe farmi fare un bel pompino da Lei.
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