Un risveglio

I raggi di un sole autunnale ancora caldo filtrano attraverso le persiane semichiuse dell’enorme porta-finestra, illuminando debolmente il letto disfatto.
Su di esso, rannicchiato in un angolo, giace uno strano essere dai molteplici arti: emette un doppio respiro, sincrono al doppio battito cardiaco che rimbomba nell’atmosfera densa della stanza…
Ma ecco un flebile movimento e l’essere mitologico svanisce, riconsegnando alla sfera umana due corpi nudi che si stanno sciogliendo da un tenero abbraccio…
Lei volge le sue morbide terga a Lui, che racchiude nelle sue mani le coppe dei seni ancora in boccio. I respiri, sincroni e regolari, smuovono appena l’aria rappresa della camera, satura dei gemiti e dei sospiri della notte appena trascorsa.
I due corpi, stremati dal piacere, hanno tuttavia in volto l’espressione beata dei neonati che si staccano dal seno materno dopo aver succhiato la linfa vitale.
La stanza è un piccolo universo, temporaneamente immerso nel sonno profondo di un buco nero: un’atmosfera quasi innaturale regna ora fra queste quattro pareti, ancora arroventate dall’incendio di passione divampatovi per tutta la notte.
La scintilla è scoccata la sera, in quella parte della casa che tutti sono soliti designare come sede del focolare domestico.
Lei e Lui hanno appena terminato di ingerire sotto forma di solidi , liquidi e fluidi, oltre ad una quantità micidiale di colesterolo, coloranti e conservanti, anche una minima dose di principi nutritivi, fondamentali per dare energia ai loro giovani corpi affamati di vita.
Lei si è alzata da tavola e continuando il delizioso quadretto pseudo- tradizional-popolare, ha dato inizio al rito purificatore del lavaggio delle stoviglie, mentre l’infernale scatola nera alle sue spalle ha continuato a vomitare la solita serie di immagini e suoni senza senso che quotidianamente bombardano i nostri neuroni.
Lei sta tranquillamente assurgendo al suo compito di moderna vestale, quando si sente circondata dal vigoroso abbraccio di Lui, che scostandole delicatamente i capelli, inizia a baciarle il collo, mordicchiandolo in punti ben precisi – conosce bene le terminazioni nervose che, sfiorate, la fanno vibrare e ha innata nella memoria la mappa del suo corpo.
Le sue mani, appoggiate alla labile cesura della maglietta aderente, sostengono dolcemente i suoi seni, quasi volessero soppesarli, mentre Lei inarca a poco a poco la schiena e inizia, con estrema lentezza, a strusciarsi contro il suo sesso, già fortemente eccitato.
E’ il segnale. Lui inizia a massaggiarle i seni finché non sente diventare i capezzoli due punte di diamante. Continua questo delizioso giochetto per alcuni interminabili minuti, fino a quando Lei, non resistendo più, si gira di scatto e si avventa sulla bocca del suo amante, bramosa di affondare la lingua nella bocca di Lui, calda e umida.
Dopo il contatto la fusione è totale: ora sono un unico, interminabile cavo orale dove gli umori si mescolano e le lingue sono un unico muscolo dai movimenti fluidi.
Lei sente il sesso di Lui ergersi fieramente contro il suo ventre e il solo pensiero di dover soccombere di lì a poco ai colpi di questa splendida arma le fa salire l’adrenalina alle stelle e la spinge a inoltrarsi con la lingua nei recessi della bocca del suo amante. Lui nel frattempo le ha infilato le calde mani sotto la maglietta e ha iniziato a pizzicarle i capezzoli, dapprima con dolcezza, poi sempre più freneticamente, fino a farla gemere di piacere…

Una lingua di fuoco comincia a lambirle il ventre, che vorrebbe schiudersi, come una ninfea, ai caldi raggi del sole che la riportano in vita dopo la notte dei sensi.
Ora è l’istinto primigenio che guida le loro dita e in pochi secondi si liberano di simboli secolari di falsa pudicizia e inutili sovrastrutture mentali di chiesa cattolica apostolica: i loro vestiti….a terra…
Ed eccoli, novelli Adamo ed Eva, Pirro e Deucalione, a ricreare l’Eden che non conosce peccato… a seguire solo l’istinto ferino della proclamazione dell’innocenza primordiale…
Lui la solleva e depone le sue carni roventi sul freddo acciaio del lavabo, le schiude le gambe e come un esperto esploratore si addentra nella selva selvaggia, ma non è più il pellegrino dantesco e non ci sono fiere che si interporranno al suo cammino. La sua lingua era attesa da quei turgidi petali di carne, che già stillano rugiadoso miele, avidamente raccolto.
Le mani di Lei, frattanto, percorrono febbrilmente la schiena dell’adorante prostrato davanti all’eterno femminino e le unghie tracciano arabeschi porporini sui muscoli guizzanti sotto la pelle tesa.
Poi Lei gli solleva la testa e suggendo il suo stesso umore da quelle labbra che divorerebbe come un frutto maturo, gli fa dono di sé.
Quell’arma, sguainata con fierezza, penetra in lei, ma non le carni le strazia, bensì l’anima…ogni colpo la fa sprofondare in una dimensione sempre più ovattata, sempre più dimentica di sé, fino a diventare un lago di piacere, la cui superficie tremola, si increspa, si intorbida, fino a quando l’onda dei sensi, turbinando, travolge i due amanti, ridotti ormai a pura emozione .
Per un istante il tempo diventa un grumo di piacere totale, vibrante, che fonde le loro anime, sconquassa i loro corpi e dopo, come una feroce divinità ormai sazia di cruenti sacrifici, li abbandona, spossati, sulla battigia della vita reale, con i corpi madidi di sensazioni che non appartengono più a questo mondo e la mente che vaga in un Limbo dal quale non vorrebbero più uscire…
Ma il varco si sta già richiudendo e li risucchia inesorabilmente verso la vita reale che già lambisce i loro corpi con una fredda carezza…
La finestra…era aperta…