Racconti Erotici > bdsm > SORPRENDIMI
bdsm

SORPRENDIMI


di Doctor_S
23.04.2021    |    739    |    0 9.3
"Sentì il rumore del metallo sul legno mentre la pistola veniva poggiata sul tavolo..."
Era stanca. Salendo le scale di casa ripensava alla serata appena trascorsa; una noia mortale ascoltare quelle due bugiarde con i loro soliti discorsi sulle loro fantomatiche imprese sessuali con altrettanto fantomatici "latin-lovers". Ah quanta ipocrisia! - si disse - mentre cercava le chiavi in borsa. Ah eccole! Finalmente mise la chiave nella toppa, ma la porta si aprì senza che avesse fatto in tempo a girare la chiave.
Un brivido le salì lungo la schiena, mentre mille pensieri le assillavano la testa.
Si fece coraggio ed entrò. Avvertì un profumo particolare, che la distrasse per un istante dal timore. Devo cambiare questo profumo per ambienti - pensò - ormai li fanno uguali ai dopobarba. Dentro era buio, così allungò la mano verso l'interruttore ma qualcosa balenò veloce verso di essa, bloccandola. Lasciò cadere la borsa e le chiavi.
Stava per urlare, quando dall'oscurità un'ombra scattò frapponendosi tra lei e la porta e tappandole la bocca con una mano, mentre con l'altra le tratteneva il braccio dietro la schiena.
Un ladro! Com'era potuto succedere?! Una voce cupa e profonda s'insinuò nel suo orecchio rompendo il silenzio e caricando di ulteriore tensione l'atmosfera:
< Quale piacevole sorpresa! > sussurrò < Non urlare, fai attenzione alle mie parole. Fai ciò che dico e ti prometto che non ti ucciderò >. Allentò la presa sulla bocca e in un istante lei avvertì sulla pelle della schiena, attraverso la camicetta, il freddo del metallo. Una pistola!
La voce continuò: < Questa e la mia amica, la mia beretta. Se provi a fregarmi, lei fregherà te. Ora vai in cucina - disse - apri il cassetto degli stracci e prendine uno >.
Fece come diceva. Quale scelta aveva? La luce della luna che filtrava dalla finestra semi-aperta le permise di vedere che c'era qualcosa sul tavolo: erano corde! Ecco come era entrato!
< Arrotola lo straccio e legatelo intorno alla testa. Copriti gli occhi >. Il terrore cominciò ad assalirla, ma fece come le era stato ordinato.
< Brava. Ora, spogliati >. Ebbe un sussulto e si immobilizzò. Rapidi si susseguivano i pensieri nella testa, come scappare? Doveva assecondarlo? E se avesse provato a prendere la pistola?
Il freddo del metallo sulla schiena interruppe il flusso dei suoi pensieri. Decise che l'avrebbe assecondato, avrebbe preso tempo. Iniziò a sbottonare la camicetta con le mani che tremavano.
L'aprì e la fece scivolare a terra. Passò oltre. Si concentrò sulla cerniera della gonna. Iniziò ad armeggiarci. Non voleva saperne di aprirsi, ma provò a forzarla. Niente.
Una mano si infilò fra le sue e spezzò il cursore della cerniera. Anche la gonna seguì la camicetta sul pavimento. Mentre toglieva le scarpe, slacciò il reggiseno che lasciò cadere sul pavimento.
Esitò un attimo infilando le dita nell'elastico degli slip, ma di nuovo il tocco della canna sulla pelle nuda della schiena la spronò ad andare avanti; tolse anche gli slip e li fece cadere.
Era nuda, ma non avvertiva disagio. Strano, pensò, mentre una mano percorse la curva del collo, scendendo lungo la spalla verso il petto. Sfiorò il capezzolo e lo stuzzicò, causando un fremito inaspettato. I capezzoli si inturgidirono non appena avvertì il suo respiro sul collo. < Ti piace, eh? >. La mano scese seguendo il profilo del fianco, lenta ma decisa, accarezzando il ventre fino a raggiungere il monte di venere. Contemporaneamente avvertì la sua lingua che s'insinuò tra le pieghe dell'orecchio, mentre le dita si divertivano a giocare con la clitoride. Di nuovo un fremito la percorse, mentre avvertiva di essersi bagnata; lui se ne accorse e continuò con decisione e delicatezza. Poi, d'un tratto, si fermò.
< Stenditi sul tavolo con la faccia in giù >. A tentoni avanzò e lo assecondò, ma lui la fermò prima che potesse salirvi. < Piegati in avanti e allarga le braccia sul tavolo >. Fece come diceva, mentre lo sentiva armeggiare con il tavolo.
Percepì il fruscio della fibra ruvida delle corde che le veniva annodata alle caviglie. Prima la destra. Ora la sinistra. Ora il tintinnio metallico della fibbia della cintura, mentre veniva sbottonata. E ora? disse, mentre con decisione le afferrava il polso sinistro. Portò l’altra mano dietro la schiena. Avvertì il cuoio stringersi attorno ai polsi e bloccarli.
Sentì il rumore del metallo sul legno mentre la pistola veniva poggiata sul tavolo. La luna, con la sua luce argentea, delineava i chiaroscuri che scolpivano nel buio il profilo morbido e sinuoso della sua schiena nuda. Bellissimo, se solo avesse potuto vederlo… Era lì. Impossibilitata a muoversi, incapace di pensare ad altro all'infuori del desiderio che la assaliva, mentre la pervadeva il calore che lentamente ardeva dal basso ventre. La situazione stava degenerando: era tra le mani di uno sconosciuto, armato e pericoloso, ma tutto ciò non faceva altro che incrementare il suo desiderio. I suoi pensieri s'interruppero di colpo quando lo sentì. Marmoreo, lo avvertì in tutta la sua dimensione mentre la penetrava. Fino in fondo. Lentamente la percorse fino a riempirla. Con la stessa lentezza lo avvertì uscire e poi di nuovo farsi spazio dentro di lei, ancora e ancora, dentro e fuori, dentro e fuori, a ritmo costante. Un verso sommesso di piacere le sfuggì. Sembrò che lui l'avesse avvertito e la certezza la ebbe quando i colpi si fecero più netti e profondi. Si, ancora. Di più! Ancora!
Sembrava che lui le leggesse nel pensiero, poiché aumentò ancora il ritmo. Il tavolo tremava sotto i colpi incessanti. Oh si! Più forte! Nulla più le interessava. Ciò che ne sarebbe stato di lei non aveva importanza. L’unica cosa che desiderava era che lui continuasse sempre più forte, sempre più in fondo. Sentirlo dentro sovrastava qualsiasi altra sensazione, mentre toccava il cielo sotto i suoi colpi incessanti. I pensieri passarono di nuovo in secondo piano quando le contrazioni presero il sopravvento, conducendola ad un orgasmico piacere forte, intenso e prolungato come mai prima d’ora. Le forze le mancarono. Le gambe cedettero. Si lasciò andare sul tavolo, frastornata.
Ma tutto questo a lui non sembrava interessare. A lui interessava finire ciò che aveva iniziato.
Avvertì il calore della lingua umida, mentre con un moto lento e morbido gustava la sua intimità. Su e giù tra le grandi labbra, senza fretta, con gusto. Raggiunse la clitoride. L’accarezzò con la punta. Danzandovi attorno, la lingua sembrava conoscerne ogni segreto, ogni debolezza. Il movimento ritmico e cadenzato, in un alternarsi di giri e carezze, fu causa di ulteriori sussulti e fremiti, contrazioni e… piacere. Intenso. Ancora.
Fluidamente la lingua risalì, tra le grandi labbra, giungendo al perineo. Sapeva dove voleva arrivare. La cosa un po’ la turbò: in pochi avevano avuto la possibilità di arrivare a tanto e nessuno di essi si era mai rivelato all’altezza, ma lui… lui aveva le idee chiare. La lingua continuò a danzare attorno al suo proibito punto di piacere. Era bagnata come mai prima d’ora, non per via delle attenzioni di quella lingua esperta. Lui si staccò e si preparò a penetrarla.
Avvertì la pressione del suo membro che, deciso, si fece strada nel suo culo, mentre lei si rilassava, pronta ad accoglierlo. Si sentì piena, di nuovo. Quasi vergine, per via delle dimensioni, ma soddisfatta dalla sensazione che era in grado di darle. Lentamente lo sentì arrivare fino in fondo. Lentamente si ritrasse per affondare nuovamente. Dentro, fino in fondo, e di nuovo fuori. Ancora. Di nuovo. Aumentando il ritmo, intensificava il piacere e lui sembrava esserne cosciente. Il ritmo cadenzato si fece ancora più incalzante.
Si fermò per un istante, uscì e prese a penetrarla di nuovo davanti. Uscì e di nuovo dietro. Uscì e di nuovo avanti. Oh si! Veloce e deciso. Continuo e cadenzato. Ancora!
La penetrazione alternata amplificò la percezione del piacere che fino ad allora aveva provato. Oltre ogni immaginazione l’orgasmo esplose incontenibile in una vorticosa serie di contrazioni, incontrollabile e ingestibile. Le gambe tremarono e, per la prima volta in vita sua, eiaculò! Aveva sentito parlare le sue amiche della chimerica esperienza dell’eiaculazione femminile, senza che nessuna di loro avesse mai sconfitto il suo scetticismo a riguardo e ora la sperimentava in prima persona! Oddio! Si sentì mancare le forze. Era esausta.
< Cos’è? Sei stanca? > fece lui, mentre le slegava le caviglie < Vieni qui. Non ho ancora finito con te. Inginocchiati >.
Fece come diceva. Non vedeva l’ora di assaporarlo. Il suo piacere non aveva mai raggiunto simile intensità. Prima d’ora nessun orgasmo poteva essere considerato tale. Voleva ripagarlo a dovere…
Lui le prese la testa. Lei spalancò le labbra, pronta ad accoglierlo dentro la bocca. La sua lingua iniziò a giragli intorno alla base del prepuzio, soffermandosi poi all’estremità. Presa a scendere lentamente e risalire leccandolo con passione. Lo avvolse con le labbra delicatamente e iniziò a farlo scendere fino in fondo alla gola. Avanti e indietro, dentro e fuori. Lui le mise le mani dietro la nuca e cominciò a spingere più in fondo, più rapidamente. Lo desiderava e lei desiderava lui. Era impaziente che arrivasse. Voleva gustarselo mentre le esplodeva dentro. Le labbra morbide e carnose continuavano a scorrergli attorno, su e giù, velocemente. Sembrava fossero state create solo per quello scopo. Erano perfette. Lui glielo spinse fino in fondo e le bloccò la testa con le mani. Lo avvertì pulsare, mentre il getto impetuoso le esplodeva in gola. Caldo e copioso il suo seme scendeva lungo la trachea, quasi soffocandola nel piacere. Ancora, riempimi! Lui venne pervaso da un tremito e si rilassò, allontanandola delicatamente. Lei assaporò a fondo. La piaceva. Molto. Era soddisfatta.
Lo sentì armeggiare dietro la sua nuca con lo straccio, fino a sciogliere il nodo. Glielo tolse dagli occhi e lei poté finalmente guardarlo in faccia. Riccardo!! Abitavano vicini da almeno un anno, ma lei non aveva mai scambiato nulla più che convenevoli da pianerottolo con lui. Benché avesse sempre fantasticato su di lui per via del suo incontestabile fascino, non aveva mai trovato l’occasione per sondare il terreno. Guardò sul tavolo e vide la pistola. < E’ un accendino a forma di pistola > disse lui, sorridendo < Era da parecchio che desideravo di averti. Ho pensato a lungo a come fare. Mi stavo interrogando intensamente per trovare un modo. La soluzione me l’ha fornita la tua amica quando l’altra sera, per farti una sorpresa, entrò da te con la chiave di riserva nascosta nel vaso accanto alla porta. Non potevo semplicemente presentarmi alla tua porta e dirti “sai, ti trovo estremamente eccitante, ti va di andare a letto insieme?”. Avrei ottenuto l’effetto contrario e magari uno schiaffo. Dunque, ho pensato che il modo migliore per soddisfare una donna fosse sorprenderla… il resto lo sai >. Impeccabile, pensò lei. < Mi hai spaventata, stronzo! > disse, con sorridendo < Dovrai farti perdonare… > continuò, guardandolo dritto negli occhi. < Su questo puoi stare tranquilla: ho già in mente come… >.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
9.3
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per SORPRENDIMI:

Altri Racconti Erotici in bdsm:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni