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Gay & Bisex

galeotta e mail


di pinghe69
15.08.2012    |    10.994    |    2 8.8
"Non mi era piaciuto il suo approccio, , e polemicamente gli risposi che l'unica cosa certa era che avevo scritto quel racconto per incrementare la..."
In coda a un mio racconto avevo messo la mia e mail, con l'avvertenza che avrei desiderato sentire i pareri dei miei lettori. Non ci fu una grande adesione al mio invito, un tale dalla Lombardia voleva sapere se quello che avevo scritto era frutto della mia esperienza o era un racconto di fantasia. Non mi era piaciuto il suo approccio,, e polemicamente gli risposi che l'unica cosa certa era che avevo scritto quel racconto per incrementare la masturbazione. Diverso fu il secondo lettore che subito mi precisò che si era fatto tre seghe prima di finire di leggerlo, e mi chiedeva, dopo avermi fatto i complmenti, di restare in corrispondenza perchè voleva instaurare una amicizia con me. Come tutti gli artisti, mi sentii lusingato dei suoi apprezzamenti, sinceri o meno che fossero e quindi gli risposi, accettando il suo invito a corrispondere, e facendogli un breve riassunto delle mie tendenze e dei miei desideri sessuali. Incominciò uno scambio di e mail bollenti, mi scriveva con una mano perchè con l'altra si massaggiava il cazzo, mi confessò che quando doveva fare l'amore con la moglie, per farselo venire duro pensava di fare l'amore con me, nel nostro virtuale rapporto lui era la donna, pronta a esaudire ogni mia voglia, offrendo al mio cazzo ritto la sua bocca o il suo culetto . Queste confessioni sempre più spinte incominciarono a intrigarmi. I suoi messaggi sempre più sapevano della sua sborra, le parole perdevano ogni senso logico per diventare suoni per uno orgasmo incipiente. All'inizio evitai di tirare in ballo sua moglie, ma parlandone sempre più spesso lui, in una e mail , senza preamboli gli chiesi che se voleva scopare con me avrebbe dovuto offrirmi anche sua moglie..
Rilegggendo l'e mail che avevo appena inviato, mi venne la preoccupazione che avessi forse esagerato, aspettai con ansia la sua risposta che venne dopo poche ore e che mi lasciò stupito. Sostanzialmente diceva che io ero il suo padrone e che sarebbe stato un suo piacere offrirmi sua moglie., mi chiedeva se gli potevo dare il mio numero di cellulare perchè lo scritto non gli batava più e voleva potere parlare con me.
Così incominciò il secondo atto della nostra storia. Marcello, questo era il suo nome, mi raccontò la sua esperienza omosessuale. Da giovane aveva un grande attaccamento per lo zio fratello della madre. L'affetto era reciproco. Fino da piccolo aveva preso l'abitudine di stargli sulle ginocchia, questa abitudine non aveva creato per molti anni problemi . Aveva passato l'esame di terza media e per premio era stato invitato al mare a casa dello zio. Una sera mentre guardava la televisione seduto sulle ginocchia del parente, entrambi scoppiarono in una risata per una gag, ma muovendosi per la prima volta sentì contro il suo sederino un qualcosa di duro che lo sorprese. La curiosità prese il sopravventoo sulla paura, voleva capire cosa era successo, anche se in maniera impercettibile per gli altri, incominciò a muovere il suo lato b spingendosi sempre più verso quella cosa dura. Anche senza avere precisa cognizione di cosa stava accadendo, era turbato scoprendosi voglioso di quel coso misterioso. Lo zio era eccitato da quella situazione, la pressione che il nipote esercitava sul suo cazzo lo stava facendo godere, con uno sforzo sovrumano, per evitare un incidente, scansò il nipotino dicendo che doveva andare in bagno. Nelle sere successive, con la malizia dei giovani, andò di nuovo a sedersi sulle ginocchia dello zio cercando quel contatto che tanto l'aveva emozionato. Ogni volta dopo un po' lo zio lo fece scendere per andare al bagno. Marcello decise di approfondire quella storia, con la scusa di andare in cucina a bere, seguì lo zio che andava in bagno. Guardando dal buco della serratura vide una cosa che lo sorprese: lo zio non andò a pisciare ma tirato fuori il suo cazzo incominciò a menarselo. Marcello non si era mai masturbato, da quella sera incominciò a stuzzicare il suo cazzetto così come aveva visto fare allo zio. La vacanza finì senza che le cose precipitassero.
Per tutto l' anno successivo Marcello prese l'abitudine a segarsi, per eccitarsi gli tornava in mente quel coso duro che gli premeva sul culetto. Arrivò di nuovo l'estate e ancora una volta fu invitato al mare. Lo zio l'accolse con grande affetto, si complimentò perchè ormai non era più un bambino ma si intravvedeva già l'uomo. Marcello non poteva più sedersi sulle ginocchia dello zio, ma lui aveva preso un altro modo di approcciarsi al nipote. Lo prendeva per le spalle e lo stringeva a se. Facendo finta di volersi svincolare Marcello aveva imparato a strusciare il suo culetto sull'inguine del parente e di nuovo sentì quella dura pressione che tanto l'aveva eccitato. Ormai era chiaro il messaggio che si scambiavano ogni volta, ma Marcello non aveva il coraggio di essere lui a spingere il gioco oltre, a fare lui la prima mossa. Tutto precipitò una mattina, in cui erano rimasti soli in casa. Si preparavano ad andare al mare, zio e nipote erano praticamente nudi, salvo gli slip.
Quando lo zio lo prese alle spalle Marcello senza ambiguità andò a sistemare le sue chiappette contro il cazzo infuocato dello zio. L'emozione glielo aveva fatto diventare duro anche a lui, il suo cazzo si vedeva plasticamente sotto gli slip bianchi. Una mano dell zio scese fino al suo inguine e incominciò a massagiargli il cazzo, Marcello, rotta ogni remora, si strusciava sul cazzo dello zio, senti una lingua che gli leccava l'orecchio, girò la testa e si trovò la lingua in bocca, rispose con slancio, la tensione sessuale li fece esplodere tutti e due all'unisono, la loro sborra impiastricciò le loro mutande. Si guardarono quasi stupiti di quello che era accaduto, senza una parola ciascuno si rittirò nella sua stanza.
Fra loro era nato un segreto che cercarono per anni di alimentare ad ogni stagione estiva. Appena trovavano un momento di solitudine si prendevano reciprocamente, Marcello imparò a fargli dei pompini dolcissimi, a affrirgli il suo culetto vergine, contemporaneamente lo zio ricambiava i servizi, anche lui era felice di prendere in bocca o nel culo il cazzo sempre più grosso e vigoroso del nipote. Nulla però dura in eterno, prima o poi doveva scoppiare l'incidente.
Stavano godendosi un gustoso sessantanove, erano nudi sul letto matrimoniale dello zio con la bocca succhiavano il cazzo e con le dita stimolavano l'ano, la zia era uscita e sarebbe ritornata solo in tarda mattinata. A Marcello piaceva fare l'amore con lo zio nel suo grande letto matrimoniale sia perchè era più comodo sia perchè lo considerava una prova di amore la sua disponibilità a profanarlo. Non so per quale pasticcio la zia tornò a casa e li trovò in quella dolce ginnastica. Urla svenimenti,
poi tutto fu messo a tacere, la colpa fu data a Marcello che aveva sedotto lo zio, per questa colpa fu messo al bando dalla famiglia. (continua)








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