incesto
Ciliege di Lussuria: Mia Zia e Io

12.06.2025 |
2.112 |
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"Iniziò a muovere la testa avanti e indietro, facendosi venire i conati di vomito e facendo fuoriuscire tanta saliva, succhiando e leccando con fervore..."
In questo racconto, vi svelo cosa è successo tra me e mia zia in quella calda mattina di fine maggio. Siete intrigati dall'idea di scoprire i dettagli piccanti della nostra avventura? Questo racconto è pensato per eccitarvi e farvi immedesimare nei panni miei e di mia zia, vivendo ogni momento di passione e desiderio. Alla fine, ditemi se questo racconto vi ha fatto eccitare!Era una mattina di fine maggio, e il sole stava sorgendo su un piccolo paese della Basilicata. L'aria era fresca e piacevole, perfetta per evitare il caldo soffocante che avrebbe caratterizzato il resto della giornata. Mia zia, ultrasessantenne, mi aveva chiesto di accompagnarla nella sua campagna, dove aveva una vigna e due alberi di ciliege. L'atmosfera in macchina era carica di tensione e desiderio.
Indossava un vestito largo e scollato che, nonostante la sua ampiezza, non riusciva a nascondere le sue curve seducenti. Ogni tanto, quando si muoveva, potevo intravedere la sua pelle nuda e il contorno dei suoi slip. Sentivo il mio cazzo indurirsi e facevo del mio meglio per nasconderlo.
"Siamo quasi arrivati," disse mia zia, lanciandomi un sorriso malizioso, simile a quello che mi aveva rivolto quella fredda sera d'inverno quando ero andato a cena da lei. Ricordavo quella sera come se fosse ieri: i rumori strani della casa, la sua richiesta di fermarmi a dormire, e la nostra prima notte insieme.
"Non vedo l'ora," risposi, cercando di mantenere la calma, mentre il mio cuore batteva all'impazzata.
Quando arrivammo alla campagna, il sole era quasi alto, tingendo il cielo di un azzurro bellissimo. L'aria era calda e umida, e il profumo delle ciliege era inebriante. Mia zia prese due cesti e me ne porse uno. "Pronti per raccogliere?" chiese, il suo tono leggero ma carico di sottintesi.
"Prontissimo," risposi, seguendola tra gli alberi, sentendo quella stessa elettricità nell'aria che avevo percepito durante la nostra seconda notte insieme.
Iniziammo a raccogliere le ciliegie, dapprima io sulla scala mentre lei raccoglieva quelle in basso. Il frutteto era tranquillo, interrotto solo dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio delle foglie. Ogni tanto, i nostri sguardi si incontravano, e sentivo una scossa di elettricità percorrermi il corpo. Poi volle salire lei sulla scala e, allungandosi per raggiungere un ramo carico di frutti, il suo vestito si sollevò, rivelando un pezzo di pelle nuda. Non potei fare a meno di fissare il suo sedere perfetto, avvolto in un paio di slip. Sentii il mio cazzo diventare ancora più duro, e sapevo che non avrei potuto resistere a lungo.
"Fa caldo oggi," disse mia zia, asciugandosi la fronte con il dorso della mano. "Penso che possa essere tutto per oggi, ci fermiamo?" Ormai il sole quasi allo zenit si faceva sentire.
"Mi sembra un'ottima idea," risposi, seguendola verso una piccola casetta rustica fatta per ripararsi dalla pioggia, costruita da mio zio anni prima. Dentro, c'era una panca di legno e un plaid appoggiato su di essa, dove avevamo riposto due bottiglie di acqua gelata, ormai stemperata, e preso i panieri.
Entrammo nella casetta, e l'aria un po' più fresca ci avvolse. Mia zia si sedette sulla panca, prese una bottiglia e iniziò a bere. Me la passò, bevvi, e mi posizionai di fronte a lei, sentendo il desiderio crescere dentro di me. Senza preamboli, mi inginocchiai davanti a lei e iniziai a sollevare lentamente il suo vestito, rivelando le sue mutandine di pizzo.
"Cosa stai facendo?" chiese, un sorriso malizioso sulle labbra.
"Voglio assaggiarti," risposi, facendo scorrere le mutandine lungo le sue gambe, sentendo il suo profumo inebriante. "Ma sono tutta sudata e bagnata dall’acqua che, mentre beveva, era scorsa tra il seno arrivando lì…" Gli tirai su il vestito, presi gli slip e iniziai ad abbassarli. Lei si sollevò da seduta per permettermi di toglierli completamente, e poi si risedette sulla panca, aprendo le gambe per me. Mi avvicinai, sentendo il profumo della sua eccitazione. Iniziai a leccare lentamente, tracciando cerchi intorno alla sua figa e al suo clitoride mentre lei gemeva di piacere.
"Oh, sì, che porcello che sei," sussurrò, le sue mani che si aggrappavano ai miei capelli.
Continuai a leccare e succhiare, sentendo il suo corpo rispondere al mio tocco. Iniziò a muovere i fianchi, spingendo la sua figa contro la mia bocca. Aumentai il ritmo, sentendo il suo piacere crescere. Infilai la lingua dentro di lei, e lei alzò le gambe, mostrandomi anche il suo buco posteriore. Leccai anche quello, e dopo qualche minuto, mi venne in bocca gridando senza freni.
"Voglio il tuo cazzo in bocca," disse, bloccandomi la testa tra le gambe e fermandomi da quello che facevo. Si sollevò e si mise in ginocchio di fronte a me.
Obbedii, mi sollevai slacciandomi i jeans e liberando il mio cazzo duro e pronto. Mia zia lo prese in mano, accarezzandolo lentamente mentre mi guardava negli occhi. Poi, senza preavviso, iniziò a leccarlo dalle palle al glande, lo prese in bocca, prendendolo fino in gola, dapprima con movimenti lenti, poi sembrava volesse inghiottirlo tutto.
Gemetti di piacere, sentendo il calore e l'umidità della sua bocca. Iniziò a muovere la testa avanti e indietro, facendosi venire i conati di vomito e facendo fuoriuscire tanta saliva, succhiando e leccando con fervore. La sensazione era incredibile, e sentivo che stavo per perdere il controllo. Stavo per venire e si bloccò.
"Non vorresti mica venire? Voglio scoparti," mi disse, la sua voce carica di desiderio.
Si sollevò, un sorriso malizioso sulle labbra, e voltandosi si mise a quattro zampe sulla panca.
Mi posizionai dietro di lei, il mio cazzo duro e pronto. Con una mano, guidai la punta del mio cazzo verso la sua figa, sentendo la sua umidità. Spinsi lentamente dentro di lei, godendo di ogni centimetro del suo canale caldo.
"Sì, così," gemette mia zia, spingendo indietro contro di me.
Iniziai a muovermi, le mie spinte lente e profonde, godendo del piacere intenso. Ogni colpo era un'esplosione di sensazioni, e sentivo che non avrei resistito a lungo.
"Più forte," disse, guardandomi da sopra la spalla.
Obbedii, aumentando il ritmo e la forza delle mie spinte. Ogni colpo era un'esplosione di piacere, colpi profondi, anzi, profondissimi. La stantuffavo fortissimo.
"Sto per venire," dissi, il mio respiro affannato.
"Fermati, non venire non ancora," rispose mia zia, la sua voce ancora più carica di desiderio.
Mi fermai dentro di lei e iniziò a masturbarsi con il mio cazzo ancora dentro, martoriandosi il clitoride. Con un grido di piacere enorme, venne di nuovo, il suo corpo che tremava sotto di me.
Rimanemmo così per un po', i respiri che lentamente tornavano alla normalità. Mia zia si sollevò, voltandosi verso di me con un sorriso soddisfatto.
"Sei stata incredibile," sussurrai, accarezzandole il viso.
"Ti piace tua zia?" rispose, sollevando lo sguardo su di me con un sorriso malizioso. "Ma non abbiamo ancora finito. Devi venire anche tu, voglio farti esplodere."
Mia zia prese il plaid dalla panca e lo stese per terra, creando un giaciglio improvvisato. Si sdraiò sulla schiena, aprendo le gambe per me, un invito chiaro e provocante.
"Voglio di più, lo voglio tutto nel culo, ma piano, senza farmi male," disse, la sua voce bassa e invitante.
Mi posizionai tra le sue gambe, il mio cazzo era durissimo. Iniziai a giocare con il glande sul suo buco meraviglioso, lo roteavo con piccole spinte fino a penetrarla lentamente, sentendo ogni centimetro del suo canale stretto e accogliente. Dapprima gemiti di dolore che si trasformarono in piacere fino a quando le sue gambe avvolsero i miei fianchi, tirandomi più vicino.
"Più forte," gemette, i suoi occhi fissi nei miei.
Aumentai il ritmo e la forza delle mie spinte, glielo stavo mettendo tutto dentro. Il suono dei nostri corpi che si scontravano riempiva la piccola casetta, una sinfonia di piacere e desiderio. Ad ogni colpo, le uscivano gridolini di dolore misti a piacere e, nel mentre, si masturbava come se non ci fosse un domani, squirtando e, di tanto in tanto, schizzi di pipì le uscivano dalla figa.
"Sto per venire," dissi, il mio respiro affannato.
"Vieni in bocca," rispose, la sua voce carica di lussuria.
Sfilai il cazzo e, con un grido di piacere, venni, la mia sborra che si riversava sul suo viso e nella sua bocca. Lei gemette, il suo corpo che si contraeva, raggiungendo il suo orgasmo insieme a me.
Rimanemmo sdraiati sul plaid, i nostri corpi sudati e soddisfatti, i respiri che lentamente tornavano alla normalità. Mia zia si sollevò su un gomito, guardandomi con un sorriso enigmatico.
"C'è un'altra cosa che vorrei provare," disse, la sua voce bassa e invitante.
"Cosa?" chiesi, curioso e già eccitato.
"Voglio che tu mi fai la pipì sul seno e in faccia," rispose, senza esitazione.
Un brivido di eccitazione mi percorse la schiena. "Sìiiii," risposi, sentendo il mio cazzo indurirsi di nuovo.
Con un fazzoletto bagnato, mi pulii per bene il cazzo e lei si mise in ginocchio di fronte a me, aprendo la bocca per accogliere il mio cazzo. Iniziai a muovermi lentamente, spingendo dentro e fuori dalla sua bocca. Lo sfilai ed iniziai a fare la pipì sul suo seno, lei lo prese in mano e direzionò il getto prima in faccia e poi in bocca. Vedevo la mia pipì entrare e uscire dalla sua bocca, bagnandola tutta.
Rimase così per un momento, leccando e succhiando delicatamente fino a quando il mio cazzo non si ammorbidì. Poi si sollevò, un sorriso soddisfatto sul viso.
E mentre il sole ormai alto, lei si asciugò, si ripulì e, vestendosi, mi disse: "È stato perfetto."
"Bellissimo, zia, mai avrei immaginato," risposi, attirandola a me in un abbraccio, sentendo il suo corpo caldo e morbido contro il mio. "Cosa pensi di tua zia?" mi chiese.
E io le risposi che era la zia che ogni ragazzo potesse desiderare.
Lasciammo la casetta rustica per tornare a casa, e sentii che il nostro legame era diventato qualcosa di speciale, qualcosa che avrei custodito per sempre. Ma per la mia partenza, la nostra storia non sarebbe durata a lungo.
Allora, questo racconto vi ha fatto eccitare? Fatemi sapere nei commenti!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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