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I PARENTI LONTANI 3


di ALIO
03.08.2015    |    17.000    |    5 9.7
"Nonno Peppe se ne stava li immobile, era in mutande e canotta bianca, a piedi nudi..."
I PARENTI LONTANI III

Angelo lasciò il mio letto e si sedetti sul suo. Insieme guardammo, io preoccupato più che mai, quell’uomo fermo davanti all’uscio della nostra camera. Nonno Peppe se ne stava li immobile, era in mutande e canotta bianca, a piedi nudi. I pochi capelli grigi e piuttosto lunghi erano scompigliati, non si era ancora rasato, una leggera peluria bianca copriva le sue guance dandogli una espressione sofferta. Ciò nonostante nonno Peppe non dimostrava per nulla i suoi 65 anni, non era molto alto ed aveva un fisico non robusto ma piuttosto piazzato, ricoperto ovunque da una insistente peluria ormai bianca. Le sue gambe divaricate mettevano in evidenza delle grosse cosce pelose su polpacci muscolosi, ma soprattutto in evidenza risultava il suo pacco, nonostante larghi e morbidi, i suoi boxer a fatica nascondevano l’abbondanza di quanto si trovasse in mezzo alle gambe del nonno. Egli non fece commenti su quello che probabilmente aveva avuto modo di vedere bene, guardò Angelo e mi sembrò abbozzargli una sorta di sorriso; poi fissò me e con aria seria, ma non severa, mi disse: - quando avete finito (fece una breve pausa) preparatevi si va al mare - .
Mezzora dopo ci incontrammo tutti in sala per la colazione, il nonno era impegnato a servirci, lo zio Beniamino mangiò avidamente senza mai smettere di blaterare. Il piccolo Luigi ci raggiunse assonnato ed ancora in pigiama. Lo zio ci comunicò il programma della giornata, una gita al mare e poiché sia lui che Angelo avevano delle cose da sbrigare sui campi, si offrì di accompagnarci lo zio Umberto, marito di zia Graziella sorella minore di zio Beniamino e quindi anche di mio padre. Alla notizia che ci avrebbe accompagnato zio Umberto, Luigi si lasciò sfuggire un esulto di gioia che a nessuno, a parte me, sembrò strano. Io mi ricordavo appena di lui, lo ricordavo soprattutto nelle foto che vedevo a casa mia. Sembrava un attore americano degli anno 50, capelli tirati all’indietro e laccati a dovere, baffettini sottili e curatissimi solcavano il labbro superiore, un sorriso che metteva in mostra una dentatura perfetta, insomma a sorta di Clark Gable, un po vintage ma tutto sommato con un suo fascino. Ad interrompere i miei pensieri fu l’arrivo dello zio Umberto; era proprio come lo ricordavo: elegante, distinto e affascinante nel suo sorriso. Mi abbracciò e mi baciò con affetto; quell’abbraccio mi consenti di ricalibrare le ormai dimenticate misure del suo corpo. Era alto più di un metro e ottantacinque, due spalle larghe ma soprattutto un ventre perfettamente piatto, ben messo evidenza dalla maglietta nera aderente al suo corpo. I pantaloncini aderenti denunciavano un pacco di tutto rispetto e sotto due gambe lunghe affusolate ed abbronzate, rivestite uniformemente da una folta peluria rossa. Zio Umberto dimostrava molto meno dei suoi 39 anni, era davvero un gran bell’uomo.
In macchina si dimostrò anche spiritoso e simpatico, al suo fianco il nonno taceva, io ero seduto dietro con il piccolo Luigi che stuzzicava in continuazione zio Umberto con mezze frasi che lasciavano intuire quanta complicità ci fosse tra i due. Lo zio ci portò nella zona di Siculiana marina, preferì sostare non in spiaggia, bensì in una zona dove alti scogli creavano una sorta di labirinto naturale. Ci invitò a fare un bagno, nonostante fosse solo l’inizio di aprile l’acqua era abbastanza calda disse. Luigi che non lo mollava un solo istante lo seguì, io rimasi con il nonno convinto che avrebbe affrontato il discorso su quel che aveva visto quel mattino. Il nonno parlò di tutto tranne che di quello che mi aspettavo e speravo, poi concluse che alla sua età gli avrebbe fatto bene che prendere pò di sole e mi invitò, se lo avessi voluto, a raggiungere zio Umberto e il cuginetto Luigi.
Così feci, mi intrufolai tra gli scogli ma la ricerca fu breve; poco più avanti non vedevo ma sentivo ridere e schiamazzare il cuginetto. Mi avvicinai alle voci ma evitai di farmi vedere; ero curioso di scoprire cosa rendeva così euforico Luigi. Li vidi, lo zio era sdraiato ad asciugarsi e Luigi lo spruzzava dispettosamente. Lo zio riuscì ad afferarlo per una caviglia, lo ribaltò per terra e lo imprigionò salendogli sopra e tenendogli le braccia aperte verso l’alto. Ora Luigi così arrestato si dimenava con il bacino, vidi che il suo inguine combaciava con quello dello zio il quale, per renderlo completamente inerme si distese per tutta la lunghezza del suo corpo su quello più piccolo di Luigi. Ti arrendi piccolo diavolo, gli chiese con voce sicura ma con tono dolce lo zio. Luigi si arrese e a quel punto lo zio lo baciò in fronte e lo liberò. Togli il costume Luigi, fallo asciugare al sole, gli consigliò lo zio. Luigi obbedì, senza pudore tolse lo slip rimanendo completamente nudo; adagiò il costume su una roccia appena più avanti e si distese al fianco dello zio. Ora potevo vedere Luigi nella sua nudità. Nonostante quel suo fisico da adolescente in erba, Luigi aveva già un pube ricoperto di peli neri. Il suo uccello era piuttosto sviluppato per un quattordicenne ed ora mi sembrava anche grosso poiché denunciava una certa eccitazione. Lo zio gli stava dietro, lo abbracciò teneramente e lo riempì di baci all’apparenza casti. Luigi chiuse gli occhi e si abbandonò a quelle coccole; era chiaro che fra loro c’era una notevole confidenza e complicità. Il cazzo di Luigi era ormai completamente in tiro, lo zio gli aderiva dietro, mi sembrava che dondolasse il bacino ed intanto faceva scivolare le sue mani su tutto il corpo del nipote. Questa dolcezza durò ancora qualche minuto poi Luigi con fare di chi sapeva il fatto suo, si girò verso lo zio, lo abbraccio e lo baciò con passione. Le loro bocche rimasero incollate sino a quando il piccolo si staccò, scese con la bocca lungo il torace peloso dello zio sfilò i suoi bermuda ed apparve un uccello duro e invitante. Non era molto grosso ma spaventosamente lungo. Luigi se ne impossessò con la sua boccuccia iniziando un pompino che dimostrava una grande esperienza. Mi chiesi se non fosse stato il cuginetto Luigi l’artefice di quel pompino ricevuto durante la notte. Una mano sulla mia spalla mi spaventò e mi distrasse da quelle visioni eccitanti. Era nonno Peppe il quale, a bassa voce, mi invitò a seguirlo ed a lasciare i due amanti alle loro piccanti effusioni. Non potevo certo discutere, lo seguii; mi condusse qualche scoglio più avanti dove si era sistemato in mia assenza. Anche questo era un posto lontano da sguardi indiscreti. Mi fece cenno di sdraiarmi al suo fianco, obbedii. Il nonno non parlava, mi accarezzava teneramente la testa con la mano destra mentre con la sinistra giocava con i miei capezzoli. Trovai piacevoli le sua attenzioni e mi scoprii eccitato. Non volli aspettare che il nonno si facesse più audace, mi girai verso di lui lo abbracciai e con la mano andai a misurare il suo uccello. La ritrassi quasi spaventato, quello non era un normale uccello; volli accertarmi sfilandogli il pantalone che utilizzava a mo di costume. Rimasi sconvolto, venne fuori un uccello che nonostante fosse solo barzotto era più grosso del mio polso e lungo almeno 25 cm. Ne fui dapprima spaventato e poi attratto: lo misi in bocca, ma ne rimaneva fuori più della metà. Il nonno tirò fuori il mio cazzo che al confronto sembrava quello di un bambino, lo scappellò ed iniziò a segarmi delicatamente. Io intanto non lasciavo il suo uccello che ormai era al massimo del suo turgore. Succhiavo, leccavo e risucchiavo sino a quando i gemiti del nonno mi avvisarono che stava per sborrare. Accelerai il risucchio e una densa spruzzata mi fioccò in bocca riempendomi; lasciai che altri schizzi mi colpissero in faccia e sul petto. Il nonno si abbasso sul mio cazzo ed iniziò a sua volta a pomparmi. Mi staccai da lui, lo invitai a riposarsi e gli dissi che volevo raggiungere zio Umberto ed il dinamico cuginetto.
Li ritrovai dove li avevo lasciati, ora però Luigi cavalcava a candela sul cazzo dello zio che entrava ed usciva per poi rientrare fino in fondo nel culo del cuginetto. Venni allo scoperto, i due amanti mi videro, lo zio mi sorrise ed il cuginetto mi fece cenno di avvicinarmi. Restai in piedi davanti a lui, Luigi si impossessò del mio cazzo inghiottendolo in un solo colpo; intanto lo zio lo scopava a dovere, allungò una mano ed iniziò ad accarezzarmi le gambe sino alle cosce; poi fece di più, fece scivolare il suo medio tra le mie chiappe sino ad insinuarsi nel mio buchetto vergine. Luigi mi spompinava con ingordigia, finalmente capii chi era stato la notte prima a farmi quel delizioso pompino. Ma certo era stato il cuginetto Luigi. Lo zio mi tirò per una caviglia invitandomi a stendermi al suo fianco. Luigi lasciò la presa e così mi ritrovai disteso al fianco di zio Umberto con il cazzo per aria come a volersi misurare con quello vicino dello zio. Avrei sicuramente perso se non altro per la lunghezza. Ma Luigi non fece preferenze, passò a succhiare da un cazzo all’altro. Invaghito cercai la bocca dello zio che generosamente mi ficcò dentro tutta la sua lingua. Era piacevole il suo bacio, sentire i graffi dei suoi baffetti. Luigi forse per gelosia ci fece alzare, si mise a 90 gradi fra me e lo zio e mi invitò ad incularlo intanto che lo spompinava. Era la prima volta che scopavo e soprattutto che lo ficcavo nel culo di un ragazzo. Lo trovai accogliente lo zio lo aveva allargato per bene. Iniziai il mio andirivieni lo scopavo con frenesia, lo scopavo con convinzione: mi piaceva il culetto del giovane cugino. Non resistetti ancora per molto sborrai maledettamente, il primo fiotto nel culo del cuginetto il resto sulla sua schiena. Lo zio eccitato spalmò la mia sborra sulla schiena di Luigi e subito dopo venne anche lui nella sua bocca. Il cuginetto si girò e mi baciò in bocca: sentii l’aspro gusto della sborra dello zio. Avevo provato anche questo.
Sulla strada del ritorno tacemmo ma tutti e quattro avevamo un’aria soddisfatta, pensai a quante cose mi erano successe in appena 24 ore, Benedii mio padre per avermi “costretto” a fare questo viaggio in Sicilia, e riconobbi che aveva avuto ragione la mamma a dirmi che avrei fatto sicuramente delle grandi esperienze che mi avrebbero aiutato a crescere. Si grandi esperienze: avevo fatto sesso con i miei cugini, con lo zio Umberto e persino con nonno Peppe. Manca solo il fratello maggiore di papa manca lo zio Beniamino…
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