incesto
Convivenza Intima Cap. 3


11.06.2025 |
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"Quando Ali stava per venire, fece per ritrarsi, ma Silvia, ormai completamente abbandonata al piacere, lo trattenne: “Resta dentro prendo la pillola..."
Dopo che Silvia era entrata nel nostro gioco, la casa era diventata un tempio del piacere. Laura e suo figlio Ali 14 enne continuavano la loro relazione appassionata, con incontri che si susseguivano senza sosta, mentre io avevo trovato in Silvia mia figlia 16 enne una complice inaspettata, il suo corpo giovane e perfetto che rispondeva al mio tocco con un’intensità che mi faceva perdere la testa. Ma c’era qualcosa nell’aria, una sensazione che il nostro viaggio non fosse ancora completo, che ci fosse un ultimo passo da compiere per abbracciare pienamente questa nuova dinamica familiare.Una sera, mentre cenavamo insieme, Laura propose un’idea che cambiò tutto. Eravamo seduti intorno al tavolo, il profumo di gelsomino di Laura che si mescolava all’aroma del vino rosso e al profumo di sesso di Silvia. La musica di Spotify suonava in sottofondo, una canzone di Dua Lipa, ritmica e invitante. Laura, con la sua vestaglia di seta che lasciava intravedere ogni curva, alzò il bicchiere e disse: “Perché non dormiamo tutti insieme stanotte? Nel lettone grande. Siamo una famiglia, no? Dovremmo condividere tutto.” I suoi occhi brillavano, e il suo tono era un misto di provocazione e dolcezza. Ali sorrise, un sorriso che tradiva il suo entusiasmo. Silvia, inizialmente esitante, arrossì, ma il suo profumo di muschio sembrava intensificarsi, come se il suo corpo rispondesse prima della sua mente. Io annuii, eccitato dall’idea di ciò che sarebbe potuto accadere.
Quella notte, ci riunimmo tutti nella nostra camera da letto. Il lettone, grande abbastanza da ospitarci tutti, divenne il nostro palcoscenico. Laura si spogliò per prima, il suo corpo nudo che emanava quel profumo di donna che mi faceva impazzire. Silvia, con un sorriso timido, seguì il suo esempio, lasciando cadere la camicia da notte e rivelando il suo seno prosperoso di quarta misura e il suo culo perfetto anche se sentiva su di se gli sguardi del fratello. Il suo profumo di fiori d’arancio riempì la stanza, mescolandosi a quello di Laura. Ali e io ci spogliammo a nostra volta, i nostri corpi già carichi di anticipazione.
Laura prese l’iniziativa, come sempre. Si avvicinò a Silvia, accarezzandole il viso e poi il seno, mentre le sussurrava: “Non c’è niente di cui vergognarsi, tesoro.” Le loro labbra si incontrarono in un bacio lento, profondo, e i loro corpi si intrecciarono sul letto. Io e mio figlio Ali osservavamo, ipnotizzati, mentre Laura e Silvia si leccavano a vicenda, i loro gemiti che si mescolavano alla musica. Laura, con la sua esperienza, guidava Silvia, insegnandole come toccarla, come farla gemere. Silvia, inizialmente timida, si lasciò andare, e presto fu lei a prendere l’iniziativa, leccando la fica della madre con una passione che mi sorprese. Il profumo di gelsomino e fiori d’arancio si mescolava all’odore del loro piacere, un cocktail inebriante che riempiva la stanza.
Non potei resistere a lungo. Mi avvicinai a Silvia, posizionandola a pecorina mentre continuava a leccare Laura. La penetrai con forza, sentendo la sua fica stretta accogliere il mio cazzo grosso. Silvia gemette, il suo corpo che tremava sotto i miei colpi, mentre Laura la incitava: “Sì, tesoro, lasciati andare.” Ali, nel frattempo, si era avvicinato a Laura, il suo membro duro che entrava nella sua vagina con un movimento deciso. La stanza era un’esplosione di suoni: i gemiti di Laura e Silvia, il ritmo della musica, il rumore dei nostri corpi che si scontravano. Cambiammo posizione più volte, come in una danza fluida e istintiva. Ali passò a Silvia, scopando la sorella con la stessa forza che riservava a sua madre, mentre io prendevo Laura, il suo profumo di vaniglia che mi avvolgeva mentre la penetravo.
Quando Ali stava per venire, fece per ritrarsi, ma Silvia, ormai completamente abbandonata al piacere, lo trattenne: “Resta dentro prendo la pillola.” Lui esplose nella sua fica, e Silvia gridò, il suo orgasmo che si mescolava al ritmo della musica. Laura, guardandomi, esclamò: “Come sono bravi i nostri figli!” Io, travolto dall’eccitazione, venni dentro Laura, il mio orgasmo che sembrava non finire mai. Ci accasciammo tutti sul letto, i nostri corpi nudi intrecciati, il profumo di gelsomino, fiori d’arancio e muschio che ci avvolgeva come una coperta.
Quella notte fu solo l’inizio. Decidemmo di rendere la nostra convivenza ancora più libera. Stabilimmo una regola: a casa, niente vestiti dalla vita in giù, almeno durante il giorno, per essere sempre pronti. Durante le videochiamate di lavoro, ci assicuravamo di essere presentabili dalla vita in su, ma sotto il tavolo, la nudità era la norma. Questo ci permetteva di cedere al desiderio in qualsiasi momento. Laura e Ali adoravano scopare sotto la doccia, l’acqua calda che amplificava il loro piacere. Il rumore dell’acqua si mescolava ai loro gemiti, e il profumo di gelsomino di Laura sembrava impregnarsi nei vapori del bagno. Io e Silvia, invece, ci abbandonavamo spesso sul divano del salotto, dove il suo profumo di fiori d’arancio mi faceva perdere la testa. La scopavo con forza, e lei rispondeva con gemiti che si mescolavano alla musica di Spotify, sempre accesa in sottofondo.
Con il passare dei giorni, anche Silvia si lasciò andare completamente. Una sera, mentre Laura e Ali erano occupati in camera, Silvia mi guardò con un sorriso malizioso. “Papà, voglio provare tutto,” disse, il suo profumo di muschio che mi avvolgeva. La portai sul divano, la misi a pecorina e, dopo averla preparata con cura, la penetrai nel culo per la prima volta. Silvia gemette forte, un misto di dolore e piacere, ma presto si abbandonò, il suo corpo che si muoveva contro il mio. Ali, incuriosito, ci raggiunse, e anche lui volle provare. Silvia, ormai senza freni, lo accolse, lasciandolo sfondare il suo culo mentre io la guardavo, masturbandomi. Il suo profumo, la musica, i suoi gemiti: tutto era perfetto.
Laura, però, non era da meno. Una mattina, mentre preparava la colazione, il suo profumo di vaniglia riempiva la cucina. Ali entrò, e senza dire una parola, la prese da dietro, sollevando la sua vestaglia. Laura, ridendo, lo lasciò fare, gemendo mentre lui la scopava contro il bancone. Silvia, entrando in cucina, non si scompose. Si avvicinò a me, il suo profumo di fiori d’arancio che mi avvolgeva, e mi sussurrò: “Voglio te, papà.” Ci spostammo sul divano, e mentre Laura e Ali continuavano in cucina, io e Silvia ci abbandonammo al piacere, con i gemiti di Laura che ci facevano da sottofondo ad ogni nostro movimento e godimento.
Il Covid, con il suo isolamento, aveva trasformato la nostra casa in un paradiso del piacere. Ogni giorno era un’opportunità per esplorare nuovi confini. Le docce diventarono un rituale condiviso: Laura e Ali sotto l’acqua, Silvia e io sul divano o nel letto. A volte, ci ritrovavamo tutti insieme, i nostri corpi che si intrecciavano senza distinzioni. Laura e Silvia si leccavano a vicenda, mentre io e Ali prendevamo il primo buco libero, alternandoci tra le loro fiche e i loro culi. Il profumo dei loro ormoni era ovunque, un costante promemoria della nostra unione.
Ma non era solo sesso. C’era qualcosa di più profondo, un legame che il lockdown aveva rafforzato. Una sera, dopo un’ennesima notte di passione, ci sdraiammo tutti insieme nel lettone, nudi, esausti ma soddisfatti. Laura, con il suo profumo di vaniglia, accarezzava i capelli di Silvia, mentre Ali, appoggiato a me, sorrideva. “Siamo una famiglia,” disse Laura, la voce dolce ma ferma. “E questo è il nostro modo di amarci.” Silvia annuì, il suo profumo di fiori d’arancio che mi avvolgeva mentre mi stringeva la mano. Ali, per la prima volta, parlò: “Non voglio che finisca.”
Quelle parole mi colpirono. Il lockdown sarebbe finito, prima o poi, ma ciò che avevamo creato era qualcosa di unico, qualcosa che ci aveva cambiati per sempre. Non sapevamo come sarebbe stato il futuro, se questa dinamica sarebbe sopravvissuta al ritorno alla normalità. Ma in quel momento, con i profumi di Laura e Silvia che riempivano la stanza, con i nostri corpi intrecciati e il ricordo dei nostri orgasmi ancora fresco, non importava. Eravamo insieme, uniti da un desiderio che non conosceva vergogna.
Le settimane successive furono un susseguirsi di piacere. La vera magia accadeva quando eravamo tutti insieme, quando i nostri corpi si mescolavano in un’orgia di sensi, profumi e suoni.
Quando il lockdown iniziò ad allentarsi, ci trovammo a dover affrontare una nuova realtà. Ma una cosa era certa: ciò che avevamo vissuto aveva lasciato un segno indelebile. La nostra famiglia non sarebbe mai tornata indietro. Il profumo di Laura, il profumo di Silvia, la sborra di Ali e la mia nei loro sessi, la musica che ci aveva accompagnati: erano i fili di un tessuto che ci aveva uniti, un ricordo che avremmo portato con noi per sempre.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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