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Io e mio fratello amanti - 2^ parte


di hobby
07.03.2011    |    80.273    |    1 8.2
"Non riuscivo però a immaginare dove potessero farlo..."
La 1^ parte è stata pubblicata su questo stesso sito il 23.2.2011

Un paio di pomeriggi seguenti, per passare il tempo ho proposto a mio fratello di giocare a carte. A briscola. Dopo un paio di partite, peraltro vinte da me, Gianfranco mi ha detto che senza posta non si divertiva.
“Se vinci tu, ti do cento lire, se vinco io tu mi dai il culo” mi ha proposto.
“No, non ci sto. Mi hai fatto troppo male l’altra volta. Se perdo ti do cento lire anche io”
“La fica? Me la dai la fica? L’altro giorno volevi darmela, ricordi?"
“Va bene”; ho acconsentito subito desiderosa di provare il godimento molte volte immaginato mentre mi facevo i ditalini.
Se la partita si fosse svolta regolarmente avrei di nuovo vinto io, ma ho lasciato barare mio fratello perché volevo che mi scopasse.
Ci siamo levati le mutandine e io mi sono distesa sulla schiena. Gianfranco aveva già il cazzo dritto e subito mi è montato sopra. Anche io avevo la clitoride eretta.
“Allarga le cosce.”
Ho sentito che spingeva il cazzo sulla mia clitoride.
“Non riesco a entrare, allarga le cosce.”
Si agitava su di me. Ma non riusciva a mettermi il cazzo dentro la fica. Continua a spingermelo sulla clitoride.
“Allarga le cosce” continuava a ripetermi anche se io ormai le avevo spalancate che di più non potevo.
“Ma le ho allargate! dai.”
Io per lo fregamento del suo cazzo sulla mia clitoride me ne sono venuta:
“Ho il dolce” gli ho detto.”
Allora lui si è agitato ancor più velocemente su di me e mi ha sborrato la solita goccetta sulla clitoride.
“Hai la patacca troppo stretta, non sono riuscito a mettertelo dentro” si è lagnato.
Quando due giorni dopo, la domenica mattina, ritornate dalla messa, nella sua camera l’ho raccontato a mia cugina Maura, lei mi ha redarguito:
“Ma dì, sei matta?! Farti mettere il cazzo dentro la fica senza preservativo!! Con il rischio di farti ingravidare! Per fortuna che non è riuscito a infilartelo!”
Io non sapevo neanche cosa fosse il preservativo. Lei me lo ha spiegato.
“Se proprio ti piace il cazzo, fattelo mettere in mezzo alle cosce, ma in fica se è nudo, no. Al limite fattelo mettere nel culo.”
“Nel culo me lo ha messo, ma mi ha fatto male” l’ho informata io.
“La prima volta fa sempre male, ma vedrai che già alla seconda proverai piacere.”
“Tu te lo fai mettere in culo da Sandro?” gli ho domandato. Sandro è un il suo fratello più grande. Un anno più di lei.
“Si” mi ha risposto semplicemente.
“Anche da Maurizio?” Altro suo fratello che invece è più piccolo di lei di un anno.
“Da Maurizio ancora no, non me lo ha ancora chiesto. Vieni qua.”
Mi ha abbracciata e baciata sulle labbra.
“Apri la bocca.”
Ho sentito la sua lingua entrarmi in bocca e guizzare dappertutto mentre con una mano mi carezzava le cosce. E’ salita sempre più su fino alle mie mutandine. Mi ha spinto ad allargarmi le cosce e poi mi ha infilato le mani dentro carezzandomi la fica.
“Si baciamo così gli innamorati mi ha detto, però anche tu devi muovere la lingua.”
“Spogliamoci” mi ha poi invitato. Io ho sentito un certo piacevole languore impadronirsi del mio corpo.
Mi ha fatta distendere sul suo letto e mi è venuta sopra con la fica sulla mia faccia.
“Leccami la fica.”
Io non sapevo cosa fare, ma Maura si è abbassata e ha cominciato lei a slinguazzarmi la fica. Me la ha aperta con tutte due le mani e ci ha ficcata la lingua dentro.
“Fai come me.”
Lei era bagnatissima. Mi è molto piaciuto essere leccata e ancor di più leccare la fica a Maura. Ad un certo punto ho sentito uno schizzetto di liquido sulla lingua. Maura se né era venuta. Aveva un sapore indefinibile quel liquido. Ancora oggi non saprei descrivere il sapore della sborra di una donna, ma mi piace da morire. Forse più della sborra maschile.
Subito dopo sono venuta anch’io mentre Maura mi abbracciava fortemente il culo attirando la mia fica sulla sua bocca.
“Vedi. Possiamo anche godere fra di noi donne. Ti è piaciuto? A me moltissimo.”
“Si. Anche a me è piaciuto. Ho sentito il dolce”.
“Sei venuta” mi ha ripresa Maura: “Quando senti il dolce si dice che sei venuta.”
“Ho sentito che mi hai bagnata la lingua. Che cos’era?” ho domandato a mia cugina.
“Era la mia sborra cara. Fra poco l’avrai anche tu.”
Ha cominciato a rivestirsi.
“Ora vai e ricorda quello che ti ho detto. Si prova piacere anche a farsi inculare.”

Ho lasciata mia cugina poco convinta.
Nei giorni seguenti non c’è stato momento che mio fratello si interessasse a me dal punto di vista sessuale. Quando i miei genitori se né andavano a letto lui si metteva in lettura.
Io continuavo a spiare i miei genitori che scopavano e mi eccitavo ma, quando cercavo di provocarlo togliendomi le mutandine con la fica rivolta verso di lui e poi mi mettevo a sfregare la fica sul letto abbracciando il cuscino, Gianfranco mi gettava uno sguardo distratto e si rimetteva a leggere. Non si faceva più neanche le pippe o, se si segava, lo faceva di nascosto da me. Finché tutta la sua voglia di sesso è esplosa in maniera irrefrenabile.

Ricordo che era il giorno di mezz’agosto e dopo che avevamo mangiato il buon pranzetto preparato da mia madre, i nostri come al solito si sono ritirati in camera. Avevo appena visto mio padre che aveva finito di incularsi mia madre e nuda mi ero distesa di pancia sul letto per godere al solito mio modo, che Gianfranco mi ha detto:
“Vieni qui che te lo faccio io il ditalino”.
Io emozionatissima sono salita sul suo letto mentre mio fratello si toglieva anche lui le mutande. Aveva il cazzo dritto. Io mi sono distesa accanto a lui con le cosce allargate e la fica leggermente dischiusa. Mio fratello girato verso di me su un fianco ha cominciato a carezzarmela. Però non era molto bravo. Mi è venuta voglia di farmela leccare.
“Me la lecchi?” gli ho chiesto.
“Se te la lecco tu me lo prendi in bocca?”
Ho immaginato il suo cazzo in bocca. In quel momento non mi ha attirato.
“No, non mi va.” Però desideravo da morire sentire la sua lingua sulla sorchetta.
“Se me la lecchi ti do il culo” gli ho proposto. Volevo provare se avrei goduto come mi aveva detto mia cugina e come avevo vista mia madre godere.
“Senza lamentarti che ti faccio male?”
“Non mi lamento, dai.”
Si è disteso con la faccia in mezzo alle mie cosce e ha cominciato a baciarmi la fica. Quando la fregna mi si è inumidita e del tutto aperta, mi ha slinguazzato e baciato con abilità la clitoride. Alternava i baci sulla clitoride con lunghe penetrazioni della lingua dentro la passera e leccate delle pareti della fica. Si è dimostrato più bravo a leccarmi la sorca che non a carezzarmela. Ad un certo punto mi ha messo le mani sul culo stingendolo con forza per attirare di più la patacca alla sua bocca famelica. Sono venuta tremando tutta come se fossi attraversata da scosse elettriche.
“Adesso devi darmi il culo. “
Mi ha presa per i fianchi e mi ha girata di pancia. Mi è montato sopra e senza chiedermi di allargarmi le natiche ha infilato il cazzo nel solco dei glutei. Ho sentito che manovrava il cazzo spingendo la cappella alla ricerca del buchetto. Appena ha sentito la carne cedere ha dato una spinta forte e mi ha ficcato tutto il cazzo nel culo fino alle palle. Ho emesso un grido soffocato più per la sorpresa che per il dolore il quale invece è subito svanito lasciando spazio al piacere. Lo sentivo. Sentivo il cazzo di Gianfranco che mi allargava il culo e mi piaceva. Non credevo si potesse provare tanto piacere con un cazzo nel culo. Aveva ragione mia cugina. Lo sfregarsi del cazzo sulle pareti del retto mi procurava un piacere indescrivibile. Mio fratello, sopra di me appoggiandosi sulle braccia mi si inculava ritmicamente sfilando quasi del tutto il cazzo e poi spingendomelo nuovamente fino in a fondo nel culo. Quando mi spingeva nuovamente il cazzo nel culo i suoi colpi mi spingevano la clitoride eretta come un cazzettino a sfregarsi sul letto come quando mi facevo da sola muovendo i fianchi. Il piacere che mi dava lo sfregamento della clitoride sul letto, unito al piacere che mi dava lo sfregamento del cazzo nel culo, mi hanno mandato in estasi.
“E’ bello, dai” ho detto a mio fratello.
“Ti piace?”
“Siiii”
“Non ti faccio male?”
“No, inculami più svelto, dai. Mi piaceeeeee.” Sottovoce, ma volevo gridarlo tanto era il piacere che provavo.
Sono venuta mentre mio fratello ha continuato a incularmi.
“Io sono venuta” gli ho detto. “Vieni tu pure.”
“Non voglio sborrare subito, voglio tenerti un po’ il cazzo dentro prima di venire.”
Si è fermato dopo avermi spinto tutto il cazzo dentro. Sentivo i suoi coglioni schiacciati sulle mie natiche, proprio nel punto dove inizia lo spacco della fica.
“Di. Te li sei inculati i tuoi amici?”
“Non ce la faccio, vengo”
Senza neanche più muovere il cazzo se ne è venuto sborrandomi nel culo. Ho percepito il suo schizzetto. Poca roba, nulla a che vedere con un clistere.
Si è staccato da me, distendendosi di schiena al mio fianco, con il cazzo ancora dritto svettante verso il cielo.
“Che inculata! Io mi sono rigirata di fianco verso di lui prima guardando il suo cazzo ancora eretto e poi guardandolo in faccia.
“A chi lo dici!! Ora che non mi fai più male potremo farlo sempre.”
Gli ho preso il cazzo in mano muovendolo dolcemente su e giù.
“Ti faccio una pippa?”
“No fermati…. Mi si sono seccate le palle.”
Pur non comprendendo cosa volesse dire (non sapevo ancora che lo sperma fosse prodotto dai coglioni), mi sono fermata, sempre però tenendogli il cazzo in mano. Non volevo che si ammosciasse. Mi è sempre piaciuto vedere il cazzo duro.
Guardandolo fisso negli occhi gli ho chiesto:
“lo hai mai fatto con i tuoi amici?”
“Cosa?”
“Te li sei inculati?”
“Non tutti.”
“Chi ti sei inculato?”
“Bruno, Cesare, Alberto…..” Tutti ragazzini del quartiere.
“Gli è piaciuto?”
“Non lo so”
“E perché ti avrebbero dato il culo se non gli piaceva?”
“Perché anche io gliel’ho dato!!”
“E a te è piaciuto?”
“Così così.. Qualche volta si, ma non sempre”?
“Vi inculate ancora?”
“Si”
“Non glielo dire ai tuo amici che ti sei inculata anche me” ho rinnovata a mio fratello la preghiera già espressa in occasione della prima volta che me lo ha messo di dietro.
Il cazzo intanto gli si era ammosciato. Io allora ho lasciato che si rimettesse le mutande e me le sono rimessa anche io.
“Vado nel mio letto” gli ho detto.
La sera, nel mio letto, mi sono ritrovata a pensare a mio fratello che si inculava i suoi amici. Era per questo che non aveva tentato di circuirmi nei giorni passati. Ho anche immaginato Gianfranco che a pancia a terra si faceva inculare da Bruno. Non riuscivo però a immaginare dove potessero farlo. A bassa voce l’ho chiamato per chiederglielo, ma lui dormiva e non mi ha risposto. Non volendolo svegliare ho desistito.
Non ho però desistito il pomeriggio seguente. Indossando la solita vestina con le solite mutandine, sono salita sul suo letto mentre lui, al solito disteso di schiena, leggeva. Scoprendomi tutte le cosce fino a fargli vedere le mutandine bianche gli ho infilato le mani nelle mutande cercandogli il cazzo.
“Dov’è che vi inculate te e i tuoi amici?”
Lui ha smesso di leggere.
“Fammi vedere la fica”
“Rispondi”
“Nel bosco, in mezzo alle fratte.”
Intanto che mi rispondeva, sollevandosi a sedere, si è liberato delle mutande allontanando la mia mano dal suo cazzo.
“Fammi vedere la fica” mi ha chiesto di nuovo.
Mi sono tolta la veste restando con le sole mutandine. Ho poi cominciato a segarlo sedendomi a cosce aperte davanti a lui. Ormai aveva il cazzo duro.
“Ti piace come ti faccio la pippa?” gli ho domandato.
“Levati le mutande, fammi vedere la patacca” ha insistito.
Io con la mano sinistra mi sono scostate le mutandine.
“La vedi?”
“Levati le mutandine … insomma.”
Non potevo sopportare più la sua insistenza e me le sono levate. Poi ho allargato le cosce per mostrandogli la fica oscenamente aperta per l’eccitazione. Ho visto lo schizzetto di sborra sgorgare dal cazzo di Gianfranco. Se né era venuto al solo vedermi la fica.
“Sei venuto!! E io…””
“Fatti un ditalino.”
“Dai, leccami la fica” ero eccitatissima ormai e volevo godere anche io.
Gli ho dato una spinta sulle spalle facendolo distendere di nuovo sulla schiena. Sono andata a mettermi con le cosce a cavalcioni sulla sua faccia con la fica sulla sua bocca. Ho sentito la sua lingua guizzare sulla clitoride e poi frugare fra le labbra della sorca abbracciando e stringendomi fortemente le natiche. Mi ha messo anche un dito nel culo mentre mi slinguava. E’ stato bellissimo. Me ne sono venuta sulla lingua di Gianfranco.
“La lecchi bene la patacca. Mi piace come me lo hai fatto con il dito nel culo” gli ho detto staccandomi da lui. Mi sono distesa poggiando la testa sul suo ventre. Siamo restati così per qualche tempo. Non saprei dire quanto. Mio fratello aveva ormai il cazzo moscio.
“Come è piccolo quando è moscio!!”
“Se me lo fai drizzare te lo metto nel culo” mi ha risposto mio fratello.
Gliel’ho preso in mano e con due dita ho cominciato a segarlo.
“Fallo con la bocca.” Intanto mi tastava il culo.
“Ma io non l’ho mai fatto!! Non so se ci riesco!!”
“Neanche io lo avevo mai fatto, però fregna te l’ho leccata e tu sei venuta!!”
Con la mano mi ha spinto la testa sul suo cazzo. Quando gliel’ho preso in bocca era ancora barzotto. Con le due dita l’ho scappellato e con la lingua ho cominciato a carezzare la cappella.
“Ciuccialo” mi ha comandato mio fratello. Allora ho succhiato la cappella come se stessi ciucciando un biberon. Ho sentito che il cazzo si ingrossava nella mia bocca.
“Carezzami le palle.”
Obbedivo a mio fratello come una automa ma il gioco cominciava a piacere. Ormai Gianfranco aveva il cazzo duro e io mi aspettavo che da un momento all’altro mi chiedesse di dargli il culo. Invece lui con la mano continuava a spingermi la testa sul cazzo.
“Muovi la testa, dai”
Ho iniziato a muovere la testa su e giù sul cazzo di mio fratello. La fica mi si è inumidita e io ho avuto il desiderio di venire ancora. Mentre sbocchinavo mio fratello mi sono portata una mano sulla fregna per accarezzarmi la clitoride. Mi è parso che Gianfranco non fosse più interessato a incularmi e anche io non ci ho pensato più e mi sono tutta dedicata q quella nuova esperienza.
“Vengo. Sborrooooo…..”
Ho sentito solo una goccetta della sua sborra posarsi sulla mia lingua. Era salata e mi è piaciuta. Ho deglutito ma non è stata una vera bevuta di sborra, come un anno dopo sarebbe accaduto. Tuttavia ho capito che anche fare il bocchino mi piaceva e anche io sono venuta.
E con la sua e mia goduta per quel pomeriggio abbiamo smesso di fare sesso.
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