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Io e mio fratello amanti - 1^ parte


di hobby
25.02.2011    |    75.661    |    2 7.5
"Ti piace come mi ti inculo?” Zitta..."
Mi chiamo Aida. Sono sposata con un uomo impotente o frocio, non lo so e non mi importa di saperlo. Ho 32 anni con tanta voglia di cazzo. abito in provincia di Roma e posso ospitare. Voglio mettere le corna a mio marito con ragazzi/uomini dai 18 ai 50 anni, previa verifica attributi sessuali in cam mdiante masturbazione che mi stimoli a farmi un ditalino. Potrò aiutare a godere inviando mie foto sexy. Se siete in coppia e bisex molto meglio. Per non perder tempo, chi mi contatterà sappi che non ho cam, non dò numeri di telefono o di cellulare. Se mi piacerà e mi farà venire(non sono poi particolarmente esigente), dopo possiamo anche parlare di un eventuali incontri. Agli incontri sarò accompagnata da mio fratello.
Questo è l’annuncio che ho pubblicato su questo stesso sito. Spero che siate in molti a contattarmi.

Le circostanze che mi hanno condotta a diventare l’amante preferita, anche se non unica, di mio fratello sono state un insieme di piccoli episodi.
Ricordo che i primi veri pruriti sessuali li ho sentiti quando avevo dodici anni. Forse anche prima. A quell’età, io e mio fratello di un anno più grande di me, dormivamo nella stessa stanza che fungeva anche da sala da pranzo, in due distinti letti mobili. Durante i lunghi e afosi pomeriggi d’estate i nostri genitori, contadini che il mattino si alzavano prestissimo, dopo aver pranzato andavano immancabilmente a riposare. Naturalmente invitavano, ma più che invitare comandavano anche a me e mio fratello di andare a riposare. Non avendo però voglia di dormire noi, io e mio fratello, ciascuno distesi nel proprio letto, cercavamo di combattere la noia nel migliore dei modi. Mio fratello cercando di non farsi vedere da me, sempre più spesso si faceva le pippe (a quel tempo però non immaginavo cosa fossero). Si distendeva di schiena e si copriva segandosi e io, in quel tempo, non capivo cosa stesse facendo, sollevando e abbassando il lenzuolo con il pugno chiuso. Me lo ha spiegato la mia cara cugina e amica Maura un giorno che stavamo nel bosco vicino casa. Ha preso un pezzetto di ramoscello e stingendolo in mano ha mosso il pugno su e giù nell’atto di un maschio che si sega.
“Si fa le pippe” mi ha spiegato. Lo fa anche mio fratello. E’ così che i maschi provano il
“dolce”. Anche noi possiamo provare il dolce”
(è così che aveva definito l’orgasmo).
Si è tirata su la veste e si è abbassata le mutandine a mezze cosce. Era la prima volta che vedevo la fica a un'altra donna. Ce l’aveva diversa dalla mia. Essendo di due anni più grande di me aveva la fica già circondata da una consistente peluria nera. Mi affascinava guardarla.
“Guarda come faccio. Lo vedi il bottoncino? Devi carezzarti qua. Oppure puoi metterti due dita dentro. Così, vedi?”
Ho visto che muoveva l’indice e il medio della mano destra dentro la sua cosina. Aveva lo sguardo perso. Ha mosso le dita sempre più svelta. Dopo qualche minuto ha smesso sospirando.
“Questo è il ditalino. E’ bello!” ha esclamato.
“Sono venuta. Noi abbiamo la patatina e i maschi hanno il pisello. Se invece che da sole lo facciamo unendo la patatina con il pisello si prova anche più dolce. Però è pericoloso perché è così che nascono i bambini. Papà e mamma lo fanno, li ho visti di nascosto. Però qualche volta mamma ha chiesto a papà di non ingravidarla e papà allora glielo ha infilato di dietro. Sono sicura che anche tua madre se lo fa mettere dietro. Lo fanno tutte le donne sposate”.
Poi ha sollevato la mia veste e mi ha infilato la mano nelle mutandine:
“adesso faccio venire il dolce anche a te”.
Ricordo che ho provato grande piacere a sentire la sua mano che frugava la mia fichetta. Poi mi ha anche spiegato che, quando era sola e né aveva voglia, si metteva di pancia sul letto e sfregava la fica sul lenzuolo muovendo il bacino su e giù, fino a raggiungere il “dolce”.
“E’ bello anche così” mi ha detto. “Provaci”.
Io ho provato quella notte stessa. Mi è piaciuto moltissimo in quel modo, tanto da rifarlo una seconda volta. E ho notato anche che la mia cosina si è inumidita.
Poi il pomeriggio del giorno dopo, che mio fratello, come qualche volta gli capitava si era addormentato, mi è venuta la curiosità di controllare se Maura aveva detto la verità. Sono scesa dal letto per andare a origliare nella porta della camera da letto dei nostri genitori per vedere se lo facevano. Alla loro camera si accedeva dopo un corridoio abbastanza lungo, a metà del quale c’era il bagno e alla fine c’era un disimpegno per permettere l’accesso anche a un ripostiglio. Il disimpegno era illuminato solo da un piccolo lucernaio in alto e quasi del tutto al buio. La porta della camera da letto era socchiusa, credo al fine di far circolare l’aria in quell’afoso pomeriggio di luglio. Ho quindi potuto vedere i nostri genitori che seminudi dormivano profumatamente distesi di fianco. Ho visto solo i loro culi nudi. Però avendo scoperto che potevo agevolmente vederli, mi sono ripromessa di spiarli ancora. E così ho fatto i pomeriggi seguenti, finché in uno di qui pomeriggi che mio fratello disteso nel suo letto si era dato alla lettura, io con la scusa di andare al bagno, sono andata di nuovo a spiarli. Finalmente li ho visti fare quella cosa, cosa che mi ha detto poi Maura, si chiama scopare. Maura mi ha anche informata che suo padre chiamava il sesso femminile “fica” e quello maschile “cazzo”.
I miei genitori erano completamente nudi. Mia madre sotto a cosce aperte e mio padre sopra di lei che muoveva abbastanza velocemente su e giù il culo. Ho sentito anche quello che mia madre diceva. Più o meno:
“Siii … Scopami … mi piace … così amore… Mettimelo in bocca per sborrare amore, non mettermi incinta”.
Non so di preciso quando sono stata a guardare prima che mio padre se né venisse. Prima di lui credo che se né sia venuta mia madre, perché l’ho sentita mugolare di piacere e subito dopo smettere di agitarsi. Poi mio padre si è risollevato e io ho potuto vedere il suo grosso cazzo uscire dalla fica di mia madre inondando il ventre di lei con schizzi abbondanti di liquido biancastro.
“Lo hai mandato tutto a spreco” ha detto poi mia madre: “dovevi sborrarmi in bocca, lo sai che mi piace bere la sborra”.
“Non ho fatto in tempo cara, mi dispiace. Puliscimelo dai”.
Si è messo a cavalcioni sul petto di mia madre e gli ha messo il cazzo in bocca. Dopo che mia madre glielo ha ripulito leccandogli anche le palle, le ha dato un bacio in bocca e si è disteso al suo fianco. Sono restata a vedere affascinata il grosso cazzo di mio padre e la fica ancora aperta di mia madre circondata da folti peli neri, fino a quando, pochissimi istanti dopo, mamma si è alzata per prendere un panno e pulirsi la pancia dalla sborra di papà. Poi si è nuovamente distesa sul letto con la fica in aria, accanto a mio padre che aveva anche lui il cazzo rivolto in alto.
“Vuoi scopare ancora?” ha chiesto a mio padre carezzandosi la fica: “Se non vuoi mi metto a dormire.”
“Non dormire dai, che ho ancora voglia. Mi sento in vena oggi. Dammi solo un minuto.”
Poco dopo mio padre si è preso il cazzo in mano e ha cominciato a segarsi. Mia madre lo guardava con la testa girata verso di lui. Il cazzo di mio padre è di nuovo diventato eretto e duro. Bellissimo con la cappella tutta rossa.
“Girati amore. Adesso voglio il culo”
“Sono d’accordo tesoro. Dai inculami”
Mio padre si è rialzato mettendosi in ginocchio. Aveva preso di nuovo il cazzo in mano e continuava a segarsi mentre mia madre si metteva in posizione. Aveva un cazzo proprio grosso mio padre. Non riuscivo a credere che potesse entrare nel culo di mia madre.
“Vuoi incularmi a pecorina?” gli ha domandato mamma che si era rialzata in ginocchio anche lei.
“No, mettiti giù di pancia.”
Mia madre lo ha baciato fuggevolmente in bocca poi si è distesa sul ventre con il culo in alto e con le cosce allargate. Ho visto il culo di mamma già dilatato. Papà si è abbassato su di lei e le ha puntato la cappella sul buco. Con un colpo solo le ha spinto tutto il cazzo dentro. Si è disteso e ha cominciato a muovere il cazzo nel culo di mia madre.
“Piu veloce amore … inculami più forte… “
Mio padre aumentò il ritmo dell’inculata.
“Si, così… dai … fammelo sentire tutto”
Sentivo il cic ciac che facevano le palle di mio padre sbattendo sul culo di mia madre mentre il cazzo faceva su e giù dentro il suo culo. La mia fichetta si era ormai tutta inumidita.
“Vengo.. sborro.. eccomii”.
Ho sentito dire a mio padre.
“Anche io vengo amore. Siii … sto venendo.”
Ho visto mio padre dare un’ultima spinta e poi abbandonarsi sul corpo di mia madre. Stette qualche secondo fermo e poi ha ricominciato a incularla. Credevo volesse venire ancora ma erano colpi lenti e dopo poco ha smesso ed è uscito dal culo di mamma. Il suo cazzo era moscio ormai. Ho capito che aveva voluto farselo ammosciare dentro il culo di mamma.
“Grazie caro.” Gli ha detto lei. “E’ stata una bella inculata e ho goduto molto. Adesso vado in bagno a farmi un bidè tesoro. Sento tutta la tua sborra nel culo. Poi se vuoi ancora godere ti faccio un bocchino”.
A quel punto sono scappata e non ho saputo se poi mamma gli ha fatto anche il bocchino.
Nei giorni seguenti ho continuato ha spiare mio padre e mia madre. Ho realizzato che i pomeriggi che non lo facevano erano le eccezioni. Di norma facevano tutte le porcherie possibili che non avrei mai immaginato. Papà le infilava il cazzo dappertutto e mamma sembrava che né godesse molto, soprattutto quando alla fine di una scopata glielo metteva in bocca per sborrare. Spesso era lei che le offriva il culo allargandosi le natiche. Aveva un bel culo mia madre e papà glielo diceva sempre mentre se l’inculava. Aveva anche belle tette mamma e mio padre si scopava anche quelle. Lei le stringeva con tutte due le mani attorno al cazzo di papà, ma solo poche volte ho visto che lui le sborrava in mezzo alle zinne. Il cazzo in mezzo alle tette era solo un preliminare. Poi papà la faceva mettere a pecorina e glielo metteva in fica o nel culo. Finiva quasi sempre con lo sborrarle in bocca. Mia madre sembrava molto golosa della sborra di papà. Godevano tutti due da matti. E quasi sempre non si accontentavano di una sola sborrata. Ho anche visto come mamma gli faceva le seghe prima di farsi sborrare in bocca e bere la sua sborra. A volte lo segava con tutte due le mani.
Avrei voluto farlo anche io a mio fratello, ma non trovavo il coraggio di propormi a Gianfranco.
Un pomeriggio dopo aver visto per la prima volta i miei genitori farsi un sessantanove, mi sono talmente eccitata che non ho saputo resistere. Sono corsa a letto e copertami con il lenzuolo, mi sono levata le mutandine e, come mi aveva indicato Maura, ho sfregato la fica nuda sul materasso. Me ne sono venuta con l’immagine in mente il cazzo papà in bocca a mamma e della sua lingua che le leccava la sorca pelosa. Rimettendomi le mutandine dopo la goduta mi sono accorta che mio fratello mi aveva osservato cercando di capire cosa stessi facendo sotto il lenzuolo, senza però proferire nulla. Ho compreso che aveva intuito cosa avevo fatto perché si è abbassato le mutandine e si è preso il cazzo in mano. E’ stata la prima volta che ho visto il cazzo dritto di mio fratello e la prima volta che l’ho visto farsi una sega all’aria.
Mi sono avvicinata piegandomi davanti a lui con la faccia quasi a sfiorargli il cazzo.
“Lo fai fare a me?”
Alla sua risposta affermativa gli ho preso il cazzo in pugno.
“Fammi vedere la fica” mi ha chiesto mentre lo segavo.
“Levamele tu le mutandine” l’ho invitato.
Non ha fatto in tempo a abbassarmele del tutto che, appena mi ha vista la fica, se né è venuto versando una goccia, solo una goccia, di sborra sulla mia mano.
“Leccala” mi ha comandato. Ho ubbidito. Sapeva di sale quel liquido. Mi è piaciuto.
Poi mio fratello si è rinfoderato il cazzo e ha ripreso a leggere. Io accanto a lui mi sono messa a carezzarmi la fica ma, non riuscendo a venire una seconda volta, ho smesso e presa un libro per femminucce mi sono messa a leggere anche io.
La notte stessa, mentre dormivo distesa di fianco nel mio letto, mi sono sentita rigirare per farmi mettere supina. Sembrava un sogno fino a quando non ho sentito due mani che mi stavano abbassando le mutandine sulle cosce. Era mio fratello. Si è fermato quando le mutandine sono arrivate alle ginocchia. Mi sono svegliata del tutto ma, intuendo cosa stava succedendo, ho deciso di continuare a far finta di dormire.
“Dormi? Me la dai la fica?
Considerato che non rispondevo, lui si è a sua volta calato le mutande e si è disteso su di me. Mi ha appoggiato il cazzo sul ventre. Io tenevo le gambe strette. Lui me le apriva con le mani, ma appena tentava di infilarmi il cazzo sulla fica io le serravo di nuovo. Alla fine mi ha appoggiato il cazzo sul ventre e ha cominciato a muoverlo su e giù. A quel punto ho leggermente allargato le cosce per sentire le sue palle sfregarmi il mio cazzettino indurito. Dopo qualche minuto mio fratello ha smesso di sfregarmi il cazzo sul ventre e io ho sentito la goccia della sua venuta sul mio ombelico. Si è rialzato e lasciandomi con le mutandine abbassate se né è tornato nel suo letto. Ho aspettato qualche minuto prima che, cercando di non far rumore, mi sono carezzata la fica per venirmene pure io e, dopo avere ripulito con il lenzuolo il mio ombelico dalla goccia della sua sborratina, mi sono ritirata su le mutandine.
Il pomeriggio seguente quel caldissimo mese di luglio del 1989, mio fratello con le sole mutandine addosso, leggeva disteso sul suo letto. A me è venuta voglia di carezzarmi la fica. Ho pensato di farlo guardando scopare i nostri genitori. Sono andata a spiarli ma loro dormivano. Forse avevano già scopato. Disillusa dal mancato spettacolo, ma sempre con la voglia di porcherie, ho deciso di fare la sfacciata. Mi sono tolta la sottoveste, la canottiera e le mutandine mentre mio fratello mi osservava. Poi tutta nuda mi sono distesa anch’io sul suo letto, sulla sponda opposta a lui. Mi sono messa la mano sulla fica e ho cominciato a carezzarmela. Volevo che mio fratello mi montasse sopra e mi facesse sentire di nuovo le sue palle sul mio cazzettino. Invece lui è stato a guardarmi qualche secondo poi si è rimesso a leggere.
“Vuoi venire qua sopra?” L’ho allora invitato indicando la mia fichetta ormai dischiusa. Lui si è spostato venendo a guardare la mia fica da vicino. Mi pareva che volesse annusarla tanto si era avvicinato con la faccia alla mia sorchetta.
“Non mi va.” Mi ha poi detto. Io allora, disillusa, mi sono rialzata per andare nel mio letto a sfregarmi la fica sul materasso. Però mentre ancora ero inginocchiata sul letto a raccogliere le mutandine mio fratello mi ha chiesto:
“Me lo dai il culo?”
“Si” ho risposto io immediatamente ricordando il godimento di mia madre mentre veniva inculata da papà.
Il culo!” ha ripetuto lui incredulo.
“Si” ho confermato: “Il culo. Dove vuoi che mi metta?”
Dietro sua indicazione mi sono distesa di pancia abbracciando il cuscino.
“Allargati le chiappe.” Mi ha comandato.
Io con la faccia sul cuscino, con tutte due le mani mi sono divaricate le natiche offrendo al suo sguardo il buchetto del mio culo vergine.
Però il tempo passava e non succedeva niente.
“Non va bene così?” allora gli ho chiesto.
“Si” mi ha detto lui.
“Allora dai” l’ho incitato.
“Lo sto smanettando per farmelo drizzare” mi ha risposto. Dopo qualche secondo ha continuato:
“E’ dritto, ora te lo metto.”
Ho sentito che mi montava sopra.
“C’hai la merda?” mi ha domandato.
“No.”
Ho sentito puntare la cappella sull’ingresso del mio culo.
“Lo senti, te lo sto mettendo. Lo senti?”
Stavo zitta mentre sentivo la cappella che spingeva per entrare. Era piacevole sentire quel bastone di carne che mi stava allargando il buco del culo.
“Lo senti, te l’ho messo tutto dentro.” In effetti ho sentito che il suo cazzo mi era entrato tutto nel culo e che solo le sue palle erano rimaste fuori.
Due secondi fermo e poi Gianfranco ha cominciato a muoversi. Era bello sentirlo muovere facendo su e giù nel mio budello. Mio fratello si era disteso con tutto il suo corpo su di me mentre mi si inculava. Ho sentito il suo peso e il suo cazzo che dava colpi a fondo e mi piaceva moltissimo. Poi si è risollevato appoggiandosi sulle braccia.
“Leva le mani” mi ha ordinato dato che io continuavo a tenere le mani sulle natiche continuando a divaricarmi il culo.
“Bono, hai un culo veramente bono sorellina. Ti piace come mi ti inculo?”
Zitta. Io stavo zitta. E invece, essendomi sorto un dubbio, invece l’ho pregato:
“Non lo dire ai tuoi amici che mi ti sei inculata!”
“Sta tranquilla. Ti piace essere inculata?”
“Mi stai facendo male. Sbrigati a finire.”
Mio fratello allora ha aumentato il ritmo dell’inculata con affondi ancora più violenti che mi hanno provocato ancora più male.
“Levati, mi fai male.” Ma lui invece ha continuato a incularmi sempre più veloce.
Finalmente capito che era venuto perché si è fermato dopo un ultimo colpo a fondo del suo cazzo nel mio culo. Dopo che ha finalmente sfilato il cazzo ho potuto muovere liberamente i fianchi per sfregare la fica sul letto e venirmene anche io osservata con curiosità da Gianfranco. Poi che sono venuta, rigirandomi verso di lui con la fica oscenamente aperta, gli ho detto:
“Mi hai fatto parecchio male. Dovevi smettere di incularmi quando ti ho detto che avevo dolore.”
“Come facevo, stavo per venire.”
“Potevi continuare a farti con la mano nooo!!…”
Ma mio fratello ormai aveva rinfoderato il cazzo e si stava disinteressando di me.

Continua ……




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