Prime Esperienze

Elena


di Alfeoxxx
27.10.2017    |    50.536    |    16 9.6
"Quel coso grosso e duro mi stava allargando, non immaginavo che la mia figa potesse accogliere tanto facilmente quel membro..."
Mi chiamo Elena e sono una nudista. Mio padre è un nudista, mia madre è una nudista e anche mio fratello lo è. Fin da bambina in estate, i miei mi portavano in spiagge nudiste, loro sono di libera veduta e non si sono mai fatti scrupoli in questo. Puntualmente partivamo con il nostro camper, parcheggiavamo in una di quelle aree attrezzate e passavamo lì una settimana, a volte due. Sono cresciuta frequentando questi tipi di posti, tra uomini e donne nude. Quando ero piccola non mi facevo tanti problemi, mi bastava giocare in spiaggia, fare il bagno in quel mare stupendo e poi le spiagge non erano affollatissime e ci si divertiva tanto. La mia famiglia era conosciuta, i miei avevano un sacco di amici e puntualmente, ogni anno, si ritrovavano lì. La sera si cenava insieme all'aperto, grigliate a volontà, musica e 4 chiacchiere per le donne, partite a carte per i maschi, giochi di società per noi bambini. A 12 anni il mio corpo iniziò a formarsi, si intravedevano le prime tettine, ero abbastanza alta per la mia età e spesso venivo scambiata per una 16enne. A 16 il mio corpo era già ben formato, il seno aveva continuato a crescere fino ad arrivare ad una seconda abbondante, il mio fisico era tonico con un bel culetto, piccolo e sodo. Naturalmente gli sguardi degli uomini si facevano più insistenti rispetto a quando ero più piccola e la cosa mi creava non pochi imbarazzi. Poi a quell'età, gli ormoni vanno a tremila e anche se ormai c'ero abituata a quei piselli svolazzanti, vederne alcuni più grossi o tesi mi faceva un certo effetto. Il primo a notare la mia eccitazione fu Daniele, mio fratello, più grande di me di 4 anni. Lui aveva vissuto quelle situazioni prima di me e quindi sapeva cosa significavano quei momenti. La sera, mentre gli adulti erano intenti a parlare tra loro, noi andavamo in giro per il paese, a fare due passi, insieme a Saverio e Vincenzo di 18 e 17 anni, figli degli amici dei nostri genitori con cui eravamo cresciuti insieme. L'anno prima non andammo in quella spiaggia, avevamo avuto altri problemi e dovemmo saltare le vacanze. I loro ricordi su di me si erano fermati a 14 anni, a quando ancora le mie tette arrivavano ad una prima e il mio fisico era più da bambina. Quell'estate, nel vederci arrivare, furono contenti. Quando videro il mio seno libero in spiaggia, lo furono ancora di più. Anche i loro ormoni andavano a tremila e i loro piselli in spiaggia, erano sempre ben tesi. Bastava qualsiasi donna, di qualsiasi età, che gli passasse davanti che gli si drizzavano, compreso mio fratello che riusciva a trattenersi di più, rispetto a loro. In spiaggia stavamo sempre insieme tutti e 4, ci mettevamo in disparte rispetto ai nostri genitori, in modo da poter giocare e stare più tranquilli, senza sentire i loro discorsi da adulti. Quell'estate l'argomento principale fu il sesso, naturalmente. Mio fratello faceva da maestro, lui aveva già avuto qualche avventura e ci dava le dritte giuste, senza nessun problema, anche se c'ero io là davanti. D'altronde essendo cresciuti in una famiglia di nudisti, non ci siamo mai fatti problemi, nemmeno a casa dove spesso andavamo in gir nudi. Il pene di Daniele ormai lo conoscevo benissimo, ho potuto ammirare tutta la sua evoluzione, da quando era piccolo ad ora che è diventato un bel pene lungo. Gli altri due erano ancora vergini, così come me. Non avevano ancora avuto occasione di andare con una donna, solo un bacio per Saverio, niente per Vincenzo che oltre me, non aveva ancora avuto modo di vedere una donna nuda così da vicino. Specifico, io facevo nudismo, ma la mutandina la tenevo sempre, a differenza delle altre donne in spiaggia. Più volte mi chiesero di togliermela, sia loro che i grandi ma, un po' per vergogna, rifiutavo sempre, dicendo che stavo bene così. Una sera, tutti e 4, mentre i grandi si occupavano delle solite cose, decidemmo di andare a fare una passeggiata in spiaggia. Daniele faceva strada in mezzo alla pineta buia, prendendo dei sentieri diversi dal solito e arrivando in un punto dove la spiaggia è libera. Io in mezzo e gli altri due a chiudere la fila. L'intenzione era quella di passeggiare, ma vuoi il caldo, vuoi il mare che era una favola, Daniele propose di fare il bagno, però completamente nudi.
- "Ok, però prima andate voi, io vi raggiungo", dissi a loro.
E così i tre, si denudarono e si buttarono in acqua, io aspettai qualche istante, poi tolsi tutto e mi buttai in acqua pure. Tra gli schizzi e le nuotate, passammo un po' di tempo in mezzo all'acqua a divertirci. Nonostante il caldo asfissiante, l'acqua era fredda, tanto da farmi diventare i capezzoli duri, come due chiodi. Saverio se ne accorse e insieme al fratello e a Daniele mi presero in giro, dicendo che mi erano diventati così perché avevo visto i loro cazzi. Ridemmo e scherzammo per un po', poi Daniele con una scusa disse che doveva uscire un secondo. In realtà, quando uscì dall'acqua, prese i nostri vestiti e si mise a correre verso l'accampamento. Rimanemmo nudi lì, sperando in uno scherzo e aspettammo qualche minuto. Quando vidimo che non arrivò, ci decidemmo ad uscire. Sentimmo il chiacchierare di alcune persone in lontananza e subito ci ributtammo in acqua, per non farci vedere nudi. 3 ragazzi e 2 ragazze passarono di là con le loro bottiglie in mano. Quando furono ben lontani, uscimmo di nuovo.
- "E ora che facciamo?", disse Vincenzo, il più spaventato dei tre.
- "Non possiamo fare altro, entriamo nella pineta e proviamo a cercare l'accampamento", rispose Saverio.
Così facemmo, era tutto buio e non si vedeva granchè. Vidimo una luce in lontananza, ci avvicinammo e ci trovammo in prossimità della strada. Non potevamo di certo camminare per strada nudi, va bene che eravamo nudisti, ma lo facevamo solo nella spiaggia, al sicuro da sguardi indiscreti e poi io ero nuda completamente. Così tornammo dentro e cercammo un altro sentiero. Stesso risultato. Riprovammo ancora una volta, nel senso contrario ed arrivammo verso la spiaggia. Oltrepassammo le dune e ad un certo punto sentimmo dei rumori, dei versi. Ci affacciamo da una duna, in silenzio, e vidimo due ragazzi, uno di spalle, in ginocchio sulla sabbia, che prendeva da dietro una ragazza che ansimava dal piacere. L'altro ragazzo era davanti a lei che gli offriva il suo cazzo in bocca e lei lo succhiava con piacere. Ci nascondemmo per guardare quella scena. Io ero in mezzo ai due miei amici d'avventura, la scena era molto eccitante. Mi bagnai un pochino ma mi interruppi a guardare quella scena quando sentii il cazzo di Vincenzo, messo dietro di me che guardava, che si drizzato e si era appoggiato alla mia coscia.
- "Che fai?", gli dissi con un tono un po' alto.
I 3 ragazzi mi sentirono e subito si fermarono, guardandoci.
- "Ehi, che fate nascosti là dietro? Ci spiate?", gridò uno di loro.
Il tipo che glielo dava in bocca si staccò e corse velocemente verso di noi. Provammo a scappare ed io ebbi la peggio. Essendo in mezzo a loro due, per scappare inciampai e caddi sulla sabbia, faccia in giù.
- "Ma guarda che bel culo", disse il ragazzo che arrivò subito, vedendomi a terra, nuda di spalle. "Che ci fai nuda qui? Vi stavate masturbando, guardandoci?".
Non risposi e mi girai.
- "Ah però! Sei proprio un bel bocconcino", esclamò il tipo ammirandomi anche davanti.
Arrivarono gli altri due e mi videro nuda. I due ragazzi parlottarono tra loro, facendo apprezzamenti sul mio fisico.
- "Dai, lasciatela stare, così la spaventate!", disse la ragazza avvicinandosi. "Tutto bene?", mi chiese e io le risposi di si facendole un cenno con la testa.
La ragazza mi fece rialzare e poi mi chiese cosa ci facessi lì e io le raccontai tutto.
- "Forse è meglio che ti dai una pulita, sei tutta sporca di sabbia".
Mi portò verso il mare ed entrammo in acqua.
- "Dai lasciala stare e torniamo a scopare", protestò il primo.
- "Perché invece non facciamo partecipare anche lei", propose il secondo.
- "Smettetela, non faremo un bel niente", rispose la ragazza.
- "Ma come, eravamo sul più bello, ci stavamo proprio divertendo", protestò di nuovo uno dei due.
Francesca non gli diede ascolto e si buttò in acqua. I due sbraitarono e alla fine andarono via. Francesca, dopo averli mandati a quel paese, mi rivolse un sorriso e mi incoraggiò, promettendomi che mi avrebbe aiutata a farmi tornare in accampamento. Rimanemmo qualche minuto in acqua, poi uscimmo e mi portò verso i suoi vestiti. A terra c'era un perizoma, una gonna, una maglietta lunga e il reggiseno. Diede a me la maglietta lunga e il perizoma, lei si mise la gonna con il reggiseno.
- "Vestite così, penso che potremmo camminare più tranquille. Certo, la maglietta ti copre a malapena il culo, semmai tienila abbassata", mi consigliò.
La ringraziai e la seguii. Mentre camminavamo mi tempestò di domande e io le raccontai tutto di me.
- "Ah però, sei una nudista. Non lo avrei mai detto. Allora non avresti avuto problemi a camminare per strada nuda".
Le risposi che in realtà mi vergognavo a farmi vedere nuda da tutti e che tenevo sempre la parte sotto quando ero in spiaggia. Non avevo voluto chiederle niente su quello che stava facendo poco prima che la interrompessimo, fu lei a prendere il discorso. Mi raccontò che aveva conosciuto quei due ragazzi a una festa qualche giorno prima, che gli piacevano entrambi e non aveva saputo scegliere su chi portarsi a letto. Così, prese la decisione di farseli entrambi, contemporaneamente. Mi raccontò tutti i particolari, ed io, dentro di me, tornai ad eccitarmi.
- "Tu, piuttosto. Ti fai quei due ragazzi?".
- "No, no. Sono solo due amici".
Mi chiese se fossi fidanzata e io le risposi che ero ancora vergine.
- "Ma dai, una nudista vergine, non si può sentire. O i nudisti sono tutti gay, o quei due sono degli sfigati che non hanno ancora saputo provarci con te".
Forse la seconda, anche se non avevo mai pensato alla prima possibilità. Quando arrivammo, trovai Daniele, Vincenzo e Saverio, preoccupati in viso ma felici nel rivedermi. Daniele era preoccupatissimo, ma non lo diede a vedere dinanzi a quella ragazza e cercò di darsi un contegno. Presentai Francesca a tutti e tre ed anche ai miei genitori che non sapevano nulla dell'accaduto. La invitarono a mangiare ed a bere qualcosa. Lei rimase con piacere vista l'accoglienza ma, dopo un'oretta, decise di andare via.
- "Perché non vieni a trovarci in spiaggia, domani mattina", le chiesi.
La colsi un po' di sorpresa ma, dopo un attimo di esitazione, accettò.
Il giorno dopo Francesca arrivò intorno alle 10. Chiese a mia madre dove fossi e lei le disse che dormivo ancora. Le chiese il favore di svegliarmi, perché loro stavano andando in spiaggia. Così sentii bussarmi sulle spalle, aprii gli occhi e la vidi, già sorridente di primo mattino. Fui felice nel vederla, in pochi minuti ero già pronta ad andare in spiaggia.
- "Non pensavo saresti venuta davvero".
- "In effetti c'ho pensato parecchio stanotte, ma poi mi sono convinta. In fondo, con voi, non credo che qualcuno possa farmi del male", mi rispose sorridendo.
Arrivammo in spiaggia e in parecchi la notarono. Fu accolta con piacere da tutti, specie dal reparto maschile. In fondo Francesca si faceva notare. Aveva un bel seno, una terza abbondante. Un fisico asciutto e un culo perfetto. I suoi capelli scuri e la sua pelle abbronzata, la rendevano ancora più attraente. Ci staccammo subito dagli adulti e la portai nel lato giovani, dove c'erano già i tre ragazzi che giocavano a calcio. Quando giocavano, non stavano mai nudi, non amavano il contatto maschile durante il gioco, perciò pensavano bene a coprirsi quella parte. Mettemmo gli asciugamani a terra e io, iniziai a spogliarmi, rimanendo in topless. Lei si diede un'occhiata in giro, la visione di quegli uomini nudi la turbava un po', ma poi le feci coraggio e si mise in topless anche lei.
- "Hai un bel seno", esordì io.
- "Grazie, ma non sarai mica lesbica?", mi chiese sorridendo.
- "Ma noo, smettila. Era solo un complimento".
- "Scherzavo. Anche se l'ho pensato veramente, questa notte. Non mi capacitavo del fatto che, una ragazza carina come te, fosse ancora vergine".
- "In realtà, ho avuto più volte l'opportunità di farlo, ma ogni volta non mi lasciavo andare".
- "Allora qualcuno c'ha provato".
- "Si, qualche ragazzo... e non solo".
- "Cioè?", chiese stupita lei.
- "Vedi, quando ero bambina non facevo caso agli sguardi che mi lanciavano. Adesso me ne accorgo, i ragazzi, gli uomini che girano, gli amici di papà. Spesso mi fissano facendo finta di nulla ma io me ne accorgo. Fanno battutine, si rendono simpatici per provarci. La cosa inizia a preoccuparmi un po'. Basterebbe un mio gesto, anche casuale e sono sicura che non vedrebbero l'ora di darmi il loro uccello".
- "Come non dargli ragione d'altronde. A quale uomo non piacerebbe farsi una ragazza giovane e carina come te".
I nostri discorsi furono interrotti dall'arrivo dei ragazzi che rimasero di sasso quando videro Francesca in topless. Daniele, si mise in mostra con i suoi atteggiamenti da "leader" e subito si denudò, mettendo in mostra più che poteva il suo membro lungo e teso. Gli altri due ebbero più imbarazzo nel farlo, ma poi si decisero, mostrando i loro membri leggermente più piccoli, ma ben duri. Poi andarono a fare un bagno in mare.
- "Bel fisico tuo fratello", esordì Francesca facendomi l'occhiolino.
- "Eheheh, già. Sta messo bene sotto, vero?", la provocai.
- "Si, niente male", rispose con un sorriso malizioso. "Ma anche a casa sta nudo?".
- "Si, anche io".
- "E come fai a resistere dal saltargli addosso", disse sorridendo.
- "Ma dai, siamo fratello e sorella. Mica possiamo fare certe cose. Anche se non nascondo che più volte sono rimasta a fissarglielo".
- "Già, fratello e sorella... ma io non sono una vostra parente", disse sottovoce come se lo stesse dicendo più a se stessa che a me.
Ridemmo e scherzammo a lungo su tutti gli uomini e i loro membri, fin quando i ragazzi non tornarono. Passammo il pomeriggio tra battutine e ammiccamenti. Poi Daniele propose il classico gioco della bottiglia e tutti accettammo. Partimmo con i classici, baci e carezze e gli animi si surriscaldarono subito. Daniele propose di rendere quel gioco più divertente e disse di scrivere, in segreto, delle penitenze su dei fogliettini e a chi toccava, doveva eseguirle. Chissà perché, ma in quei fogli vennero scritte le penitenze più erotiche possibili. Iniziammo e subito toccò a me. "Bacio in bocca a...", giro della bottiglia, Saverio. Fu un bacio casto e veloce e si proseguì. "Palpatina del seno a..." Daniele. Poteva capitargli di meglio. All'inizio i maschietti non furono molto fortunati, poi Daniele manomesse di nascosto i bigliettini e tirò fuori quelli più piccanti, che più gli convenivano. Il bigliettino "dai un bacio sul pene di..." uscì fuori quando toccava a Francesca. Girò la bottiglia e Daniele fu il fortunato, per la delusione degli altri. Lei non si tirò indietro, Daniele si alzò sulle ginocchia avvicinandosi alla sua faccia e lei, da brava giocatrice, gli diede un bacio su quel cazzo dritto. Toccò a Daniele che estrasse casualmente "mettilo in bocca a...", ma non ebbe la sorte sperata. Diede un tocco alla bottiglia in modo da farla fermare su Francesca, ma quella avanzò più del dovuto e si fermò su di me.
- "No dai", protestai subito io. "Tira di nuovo".
- "No, no", esclamò Francesca. "Il gioco è gioco".
Anche i ragazzi diedero ragione a Francesca, ad eccezione di Daniele che era d'accordo con me. Alla fine fummo costretti a farlo e Daniele si alzò in piedi, davanti a me. Io, mi posizionai in ginocchio, arrivando ad altezza del suo pene. Francesca vicino a noi, controllava che tutto veniva fatto senza trucchi. Daniele, puntò il suo cazzo sulle mie labbra, io le aprì e lui entrò solo la cappella. Si fermò e chiese se andava bene. Francesca, mise una mano dietro la mia testa e me la spinse in fondo a quel cazzo, facendomelo entrare quasi tutto in bocca per l'eccitazione di tutti i presenti. Quasi mi strozzai e Daniele lo uscì subito.
- "Ecco, bravi. Penitenza pagata", disse Francesca soddisfatta.
L'avrei voluta strozzare, ma mi ero eccitata troppo per prendermela con lei. Toccava a me e casualmente un biglietto con scritto "fai un pompino a..." uscì. Discutemmo sulla validità di quel biglietto, alla fine decidemmo che fosse stato eseguito dietro le dune, con la presenza di un testimone. Uscì Saverio, per la sua felicità. Francesca si offrì come testimone e io accettai. Ci spostammo dietro le dune, in pineta. Saverio era eccitatissimo, chissà da quanto tempo aspettava quel momento e finalmente aveva l'occasione di sbattermelo in bocca e gli venne durissimo già prima di iniziare. Mi inginocchiai con Francesca accanto a me che guardava la scena. C'era un piccolo problema, non ne avevo mai fatto uno. Così lei mi dettò i movimenti da fare ed io eseguii. Sentii per la seconda volta, quel giorno, un cazzo duro dentro la mia bocca. Stavolta però ero io a giostrarlo, lo leccavo e lo succhiavo, giocandoci con la lingua. Saverio non resistette a lungo e si lasciò andare quasi subito, sputando tutto il suo nettare dentro la mia bocca. Io tossii, Francesca mi disse di ingoiare tutto e così feci. Qualche goccia di sperma rimase sul mio viso, nessuno dei due me lo disse così quando tornammo in spiaggia, gli altri due ebbero la prova che la penitenza si era svolta regolarmente. Poi Daniele mi fece notare la cosa e mi passò un fazzoletto. Mi pulii guardando Francesca, la volevo ammazzare, ma al tempo stesso, ringraziare. Toccò a Saverio e ancora una volta i biglietti furono manomessi, facendo uscire penitenze di poco conto fin quando non toccò a Daniele e chissà perché, il biglietto con scritto "lecca la figa a..." uscì. Naturalmente, se fosse uscito un uomo, avrebbe dovuto dargli una leccata sul cazzo, ma non ci fu questo rischio anche perché, sapeva benissimo come far girare la bottiglia. Infatti uscì Francesca. Anche questa volta, l'operazione sarebbe stata svolta dietro le due con un testimone e lei scelse me. Francesca si appoggiò con la schiena sulla duna, allargando le gambe. Daniele si intrufolò in mezzo alle sue cosce e si diede da fare. Io di fianco ero eccitatissima nel guardare quella scena. Leccò a lungo, Francesca ansimava di piacere, stringeva le sue cosce sulla testa di Daniele e lo teneva stretto con le mani sulla sua intimità. Leccò e succhiò a lungo, fino a farla venire. Tutto il suo piacere bagnò la faccia di Daniele che si staccò con tanta voglia di scoparla. Forse è meglio che vai di là, disse Daniele a me. Francesca mi guardò sorridente e capii che anche lei voleva che me ne andassi. Tornarono dopo 10 minuti, rossi e sudati.
- "Per oggi abbiamo finito di giocare", disse Daniele, così ci buttammo tutti in mare per rinfrescarci.
Passammo tutto il giorno al mare, poi la sera Francesca mangiò con noi e subito dopo, se ne andò. Per tutto il tempo pensai a quel gioco, a quei due cazzi che avevano penetrato la mia bocca, al gusto del pompino ed a Francesca, così audace, immaginando ciò che aveva fatto con mio fratello. Mi toccai sotto le lenzuola, poi, stanca, mi addormentai. Il giorno dopo, Francesca tornò al solito orario, mi feci trovare pronta e tornammo al mare. Le comunicai che Daniele era dovuto ripartire, perché alcuni amici lo avevano chiamato per far parte ad una vacanza a Ibiza. Lei non si dispiacque affatto, come se quello che era successo il giorno prima era già stato dimenticato. Prendemmo il sole al solito posto e io aprii il discorso relativo al giorno prima, chiedendole cosa era successo con Daniele. Lei mi raccontò tutto, mi disse che era durato poco ma era stata una scopata molto bella, descrivendomi le posizioni in cui l'avevano fatto. Mi eccitai nel sentirla parlare così e lei se ne accorse.
- "Penso proprio che sia arrivato il momento di farti una scopata", mi suggerì lei.
- "Perché dici questo?".
- "Dai, non fare la finta tonta. Si vede da un km che non vedi l'ora".
In effetti, non si sbagliava.
- "Chi dei due preferisci? Saverio o Vincenzo?".
- "Ma che dici? Sono due amici".
- "Va bene, va bene. Ci penso io a te".
La guardai perplessa, volevo capire cosa avesse in mente. Dopo pranzo tornammo in spiaggia, gli adulti rimasero nell'accampamento e i due ragazzi vennero con noi. Ci mettemmo al solito posto e Francesca propose di nuovo di giocare, come il giorno prima. Stavolta era lei che si occupava di far uscire i bigliettini. Dopo un inizio soft, uscirono i biglietti più piccanti, la maggior parte scritti da lei. Così, quando toccò a Vincenzo, il bigliettino "mettilo in bocca a..." uscì. Giro della bottiglia, la fortunata fui io. "Mi mancava il suo" pensai, ed eseguì la penitenza. Il cazzo già duro di Vincenzo in un baleno fu tutto dentro la mia bocca. Toccò a me e "fatti leccare da..." uscì. Caso volle, che ad uscire fu Francesca. Lei propose di andare tutti e 4 dietro la duna ed io mi posizionai distesa sulla sabbia. Lei si mise sopra di me e iniziò a leccarmi, partendo dal seno. Mordicchiò i capezzoli che mi si erano giù induriti, poi scese sempre più giù, tolse la mutandina del costume e si concentrò sulla mia intimità, già bagnata. I ragazzi che guardavano la scena, non si contenevano, avevano i loro membri durissimi. Francesca lo fece apposta a farli assistere. Dopo avermi leccata e fatta ansimare per un bel po', fece cenno a Saverio di mettermelo in bocca e lui eseguì, senza che io protestassi. Lui fece avvicinare Vincenzo e glielo prese in bocca. Dopo qualche minuto, fece dare il cambio ai due ragazzi e Vincenzo si mise davanti il mio viso e mi penetrò la bocca, tanto da non farmi vedere più Francesca. Sentii qualche istante dopo che una lingua mi leccava di nuovo nell'intimità, non capii chi fosse. Riconobbi però, qualche secondo dopo, il cazzo di Saverio che puntava la mia figa. La puntò e la penetrò, facendomi uscire un piccolo gridolino di piacere. Anche Vincenzo si accorse di ciò che succedeva e continuò a darmelo in bocca, ancora più eccitato. Qualche istante dopo, sentii Saverio staccarsi da me e dare il cambio a Vincenzo. Puntò il suo cazzo che ormai stava esplodendo verso il mio viso e in pochi istanti sputò, proprio mentre Vincenzo mi penetrava. Mi scopò qualche secondo e anche lui, pochi istanti prima di venire, sputò sul mio corpo. Quando anche lui si spostò, mi accorsi che in mezzo alle mie cosce, la sabbia si era macchiata di rosso. Guardai Francesca che soddisfatta aveva amministrato quella prima volta per tutti e tre. Tornammo in spiaggia e, dopo aver fatto un bagno, i ragazzi si allontanarono. Parlai a lungo con Francesca, mi chiese se mi fosse piaciuto e cosa avevo provato e io le risposi, descrivendo le mie sensazioni.
- "Beh, tieni conto che questo è niente. I ragazzi ci sono andati piano e comunque erano inesperti. Potrai dire di avere fatto del vero sesso solo quando lo avrai fatto con qualcuno più esperto".
In effetti era durato tutto troppo poco, non ero riuscita a gustarmi bene quella sensazione e poi il mio pensiero andava spesso a quando conobbi Francesca, a come prendeva quei due cazzi sulla spiaggia, quelli si che ci sapevano fare.
Al tardo pomeriggio tornammo in accampamento e Francesca salutò tutti, le vacanze per lei erano finite e l'indomani sarebbe tornata a casa. Ci restai male, ci scambiammo i numeri e quella sera, già dalla cena, mi sentii sola. I ragazzi, dopo aver ottenuto ciò che volevano, se ne stavano con i grandi, dandomi poca considerazione. Mi veniva da piangere, così decisi di andare a fare una passeggiata verso la spiaggia. Lungo il sentiero che mi portava in spiaggia, sentii delle voci. Mi avvicinai attratta da quei versi e nascondendomi dietro una siepe vidi una donna, in mezzo a degli uomini, tre in totale. La donna si dava da fare, cavalcando uno di loro steso a terra e prendendo gli uccelli degli altri due. in silenzio e con molta cautela, mi posizionai in modo da poterli vedere meglio e dopo qualche istante riconobbi quella donna. Era un'amica di mia madre, che spesso vedevo in spiaggia. Che fosse una facile, lo avevo già intuito, ma la cosa che mi sorprese di più fu nel fatto di non vedere suo marito. Guardai meglio quegli uomini e no, lui non c'era. Rimasi a guardare quella scena per qualche minuto, poi una mano di qualcuno si posizionò sulla mia schiena tanto da farmi girare di scatto, sobbalzando. Era Pietro, l'amico di mio papà, nonché padre di Saverio e Vincenzo. Mi fece cenno di fare silenzio e si mise a guardare quella scena. Poi mi sorrise e sottovoce, nell'orecchio, mi disse che era meglio se ci allontanavamo. Seguii Pietro che si faceva spazio tra i cespugli fin quando non imboccammo il sentiero.
- "Che ci fai qui, tutta sola?".
- "Niente. Stavo facendo una passeggiata verso la spiaggia quando ho sentito delle voci e sono andata a vedere chi fosse".
- "Bella scoperta, vero? Immagino conosci quella donna, è Valeria, l'amica di tua madre".
- "Si, l'ho riconosciuta. Ma suo marito non c'era".
- "Ahahah. No, no. Lui non sa niente di quello che combina lei la sera".
- "Vuoi dire che viene spesso qui?".
- "Beh, diciamo quasi ogni sera. Aspetta che lui vada a giocare a carte con gli altri e con la scusa di andare in paese a fare una passeggiata, si porta qui i suoi amanti".
- "E tu come fai a saperlo?".
- "Lo sanno tutti. Chiedi ai tuoi, lo sanno anche loro".
- "E perché nessuno dice niente a suo marito?".
- "Perché dovremmo, ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole. Evidentemente il marito non le dedica tutte le attenzioni che lei vorrebbe e a quanto pare, lei ne vuole tante... di attenzioni".
Quella scena mi lasciò un po' sorpresa e il mio viso lo dava a vedere.
- "Che hai? Mi sembri stranita".
- "No è che... non mi aspettavo di assistere a queste scene. Ultimamente mi capita spesso".
- "Si, lo so. Saverio e Vincenzo mi hanno raccontato tutto".
- "Tutto cosa?".
- "Dello scherzetto di Daniele e della scena a cui avete assistito in spiaggia".
Sembrava che sapesse molto di più, ma non disse altro. Pensai che magari i ragazzi avessero raccontato al padre di quello che era successo in spiaggia e la cosa mi mise in imbarazzo.
- "E' un peccato che la tua amica sia andata via, sai?".
- "Già, mi dispiace un casino".
- "Anche a me. Faceva dei pompini meravigliosi".
- "Co..cosa??"
- "Ahahah, non ti ha detto niente? La ragazza si dava da fare la notte, con qualcuno dell'accampamento".
- "Non ci credo. Mi sta prendendo in giro".
- "Chiedi a tuo padre. Lui ne sa qualcosa".
- "Cosa? Non può essere. L'ha fatto anche a lui?".
- "Mica solo quello. D'altronde come non poter scopare un culo come quello di Francesca e poi, con quelle tette che ti ci perdevi".
Ero sconvolta, mai avrei potuto pensare che Francesca avesse fatto quelle cose alle mie spalle. In fondo perché non avrebbe dovuto, d'altronde la prima volta che la incontrai stava scopando con due ragazzi. In accampamento, aveva gli sguardi di tutti quando cenavamo e lei accettava di buon gusto i complimenti che gli facevano. La sera poi, quando ci salutavamo, chissà dove andava, io mica la seguivo, avrebbe potuto fare di tutto. Pietro notò i miei pensieri e decise di affondare il colpo.
- "Sei rimasta sconvolta, vero?".
- "Si. Non pensavo potesse arrivare a tanto".
- "Non devi odiarla però. In fondo ti ha aiutata, ti ha fatto scoprire nuove sensazioni".
In quell'istante capii che sapeva tutto, ma ormai niente più mi sorprendeva.
- "Avevi bisogno di una come lei. Non potevi di certo continuare a nasconderti, dietro quelle mutandine. Sai, oggi quando ti abbiamo vista, dietro le dune, abbiamo capito la ragazza che sei diventata".
- "Mi avete vista? Vuoi dire che mi avete spiato? Chi?".
- "Certo, Francesca ci ha fatto capire quando stavate andando. Eravamo io e altri due amici di tuo padre, lui non c'era tranquilla. Non sa niente".
- "No..non ci posso credere".
- "Non c'è niente di male, anzi ti devo chiedere scusa per i miei figli, di certo non hanno preso dal padre. Hanno tanto da imparare ancora. Non sanno come si prende una come te, come la si fa godere. Il padre lo sa, e come se lo sa".
In quell'istante Pietro si avvicinò a me, mi prese per i fianchi e mi tirò verso di lui. Ero imbambolata, sconvolta da quelle notizie. Ma in pochi istanti mi resi conto di ciò che stava accadendo. Pietro fece scivolare la sua mano sul mio culo e lo palpò, mentre con l'altra mi strinse un seno.
- "Sei diventata una gran donna. Ci hai fatto impazzire per tutta l'estate con il tuo seno e questo culo perfetto".
Avevo notato spesso lo sguardo di Pietro fermarsi su di me. La sera quando cenavamo tutti insieme, non mancava di farmi complimenti per come ero vestita. Di giorno, in spiaggia, passeggiava accanto e mi guardava. Era uno di quegli uomini che mi mettevano più in soggezione anche perché, nonostante l'età, era ancora un bell'uomo, con un fisico ben tenuto e quando eravamo in spiaggia, più volte avevo buttato l'occhio sul suo uccello che, in una classifica che mi ero fatta a mente nella mia cameretta, la sera, lo avevo messo sempre ai primi posti. Quelle mani mi stringevano e io mi lasciai andare. Pensavo e ripensavo a tutte le parole dette e le ultime parole di Francesca mi tornarono in mente. "Potrai dire di avere fatto del vero sesso solo quando lo avrai fatto con qualcuno più esperto". Queste erano state le sue parole e ora capivo a cosa si riferisse. Seguii il suo consiglio, ancora una volta e mi lasciai andare completamente a quell'uomo. Pietro entrò con la sua mano sotto la gonna, tra le mie cosce, fino ad arrivare alle mutandine. Ci giocò di sopra, poi ci intrufolò un dito e sentii la peluria del mio pube. La cosa lo fece eccitare ancora di più del dovuto e dentro i pantaloni, il suo membro cercava spazio. Ci pensai io a farlo uscire, dopo essermi incoraggiata. Tirai giù la zip, sbottonai i pantaloni e li feci cadere a terra. Cercai il grosso membro dentro le mutande e lo tirai fuori. I suoi figli non avevano preso dal padre nemmeno in quello. Pietro aveva un cazzo grosso, non lungo ma notevole. Mi chinai a succhiarglielo e lui non si tirò indietro. In ginocchio, avevo il suo membro davanti le mie labbra, ci giocai con la lingua in punta, così come mi aveva insegnato Francesca. Volevo vendicarmi e far vedere a Pietro che anche io ci sapevo fare. Lo leccai, mi abbassai lungo l'asta e risalivo come fosse un cono in cui era sgocciolato il gelato. Tornai in punta, infilai la grossa cappella in bocca e lo succhiai. Dai suoi gemiti capivo che la cosa gli piaceva molto e così continuai con più foga. Cercai di infilare più che potevo quel duro membro dentro la mia bocca, ma non riuscii a prenderlo tutto, per quanto era grosso. Pietro mi aiutò nel mio movimento con le sue mani sulla testa, mi teneva forte i capelli per la coda e mi spingeva verso di se, per poi farmi uscire. Mi scopò la bocca a lungo, fin quando non decise che fosse abbastanza. Mi spinse indietro, facendomi cadere con la schiena sulla sabbia. Si inginocchiò tra le mie cosce e leccò tutte le mie voglie che erano uscite. Ero bagnatissima, non vedevo l'ora di prenderlo e provare la sua esperienza. La lingua di Pietro si intrufolò dentro di me, facendomi eccitare ancora di più. Spingevo la sua testa verso di me così come faceva Francesca con Daniele. La tenni stretta fino a quando non mi lasciai andare e venni in faccia a Pietro. In quel momento capii come si sentiva Francesca e perché desiderava così tanto scoparsi Daniele dopo quella venuta. Pietro si avvicinò, puntò il suo grosso cazzo nella mia figa stretta e con una spinta entrò dentro, facendomi urlare dal piacere. Mi sentivo piena, niente a che vedere con i suoi figli. Quel coso grosso e duro mi stava allargando, non immaginavo che la mia figa potesse accogliere tanto facilmente quel membro. Poi prese le mie gambe e le alzò, le chiuse sempre di più e io sentii ancora di più il suo membro che mi penetrava. Mi scopò in questo modo finchè non decise di cambiare posizione, mi girò di spalle, tirò il mio sedere verso il suo membro e mi penetrò in quel modo, accelerando il suo movimento. Sbatteva sul mio culo, mi prese per i seni e stringendomeli mi fece alzare il busto, poi prese in mano la mia coda e spinse ancora più forte, fottendomi senza pietà. Raggiunsi più orgasmi, quella si che era una vera scopata. Pietro ci sapeva fare davvero, era l'uomo perfetto per farmi provare il vero sesso. Mi scopò a lungo anche in quel modo, poi si staccò e si buttò a terra di schiena. Mi fece salire sopra di lui e rimettendomelo dentro, mi costrinse a cavalcarlo. Andai avanti e indietro, strusciandomi sul quel membro mentre mi penetrava, poi mi prese con le mani le chiappe e mi fece alzare, per poi farmi cadere sul membro. Così lo scopai andando su e giù, impalandomi ogni volta che scendevo. Non ce la facevo più, quell'uomo non ne voleva sapere di venire. Mi fece cambiare altre posizioni, dandogli le spalle e di lato. Fin quando finalmente non venne, e lo fece sputando il suo seme sul mio viso. Poi mi disse di andare al mare e darmi una pulita, perché ero piena di sperma. Così feci, mentre lui tornò in accampamento. In quell'istante, mentre raggiungevo il mare, mi sentivo realizzata. Mi tornarono alla mente quei giorni con Francesca, le esperienze vissute, le parole di Pietro raccontandomi la verità. O forse no!
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