Prime Esperienze

Debito


di Alfeoxxx
20.03.2018    |    42.892    |    6 8.3
"Andò verso di lei, la baciò senza incontrare resistenza, mentre i suoi compari assistevano insieme a me sul divano..."
Prima di iniziare questo racconto occorre un minimo di presentazione. Mi chiamo Vittorio 30 enne, sono alto 175 cm, di costituzione gracilina e dotato di molta iniziativa, cosa che mi ha permesso un buon tenore di vita fino ad ora. Vivo, assieme a mia moglie, in una graziosa villetta alla periferia della città ai confini con la campagna ed un bosco che arriva fin dentro il mio giardino. Mia moglie Chiara, 27 anni, bionda naturale, occhi verde-mare, capelli lisci che le arrivano alle spalle ed una frangia fin sopra gli occhi; pelle chiara, come tutte le bionde, alta 164 cm per 56 kg molto ben distribuiti nonostante il seno sia molto abbondante; Il suo portamento è molto elegante e la sua timidezza le dona un gran fascino.
Ultimamente, economicamente non andava molto bene, avevo voluto ristrutturare un vecchio rudere in montagna e i soldi erano finiti, dovevo pagare i fornitori, mentre i miei acquirenti tardavano a pagarmi. Così Chiara, visto che non erano ancora arrivati bambini, nonostante non usassimo precauzioni, si trovò un lavoro per darmi una mano, in attesa di tempi migliori. Mia moglie non aveva molta dimestichezza con le cose di sesso, era una tradizionalista. Quando sentiva parlare di scambi di coppia, di esibizionismo o di orge e guardoni, per lei quella gente era malata. Una sera portai a casa un film hard, era la prima volta che ne vedeva uno, la vidi molto attenta ed interessata; poi facemmo l'amore e la trovai molto più calda del solito. Intanto la situazione economica non migliorava così pensai di tentare la fortuna al gioco.
Fù Mikos, incontrato in un bar, a chiedermi se volevo andare con lui a casa di amici per una partitina a poker ed io accettai.
Mikos, di origine greca era l'artigiano che mi aveva ristrutturato il vecchio rudere assieme ai suoi manovali Giuseppe e Nicola che io conoscevo poco, recandomi sul cantiere solo al sabato o la domenica, mentre Mikos lo vedevo più spesso anche perchè spesso veniva a casa mia, a volte per chiarimenti sul lavoro, a volte per riscuotere paga, così aveva conosciuto anche mia moglie. Ma torniamo al poker, quella notte anche le carte mi avevano voltato le spalle, persi più di 4.000€ che promisi di pagare a Mikos nei prossimi giorni, ma non avendo disponibilità non potei mantenere la promessa. Il greco mi aveva già avvertito diverse volte che dovevo pagare, ma io facevo orecchie da mercante, finchè una sera più incazzato del solito, mi spiaccicò contro il muro e mi disse che avrei dovuto pagare il debito al più presto.
Io non sapevo come fare, anche le banche non mi facevano più credito, così passarono i due giorni con un niente di fatto, la sera stessa, dopo cena arrivò Mikos coi suoi manovali, entrarono in casa come furie, mia moglie rimase sbigottita. Avevo fatto per reagire, ma fui bruscamente spinto sul divano. Chiara, dentro il suo vestitino leggero tutto abbottonato sul davanti, era seduta all'altro capo del divano e non osava parlare. Il divano era molto ampio, a ferro di cavallo e poteva ospitare una decina di persone. Giuseppe e Nicola tornarono feci per alzarmi, ma la grossa mano di Mikos mi inchiodò allo schienale, lui era seduto al mio fianco.
La lotta ebbe inizio, mentre Giuseppe cercava di stendere Chiara e di spogliarla, lei si difendeva a più non posso, lo graffiava, lo morsicava e gridava e sembrava riuscire a resistere, finchè il greco esortò Nicola a dare una mano a Giuseppe visto che era in difficoltà. Adesso Nicola da dietro il divano le aveva bloccato le braccia, così Giuseppe poteva procedere a slacciarle il vestitino, lei poteva solo scalciare, intanto la gonna si era aperta e le sue mutandine erano in bellavista ed anche il ciuffetto di peli biondi che uscivano dai lati. Giuseppe non perse tempo, spalancatele le ginocchia, intrufolò la testa e prese a leccarla proprio sulle mutande, piano piano, Chiara si stava calmando, tanto che quando Nicola le lasciò le braccia, lei smise di graffiare e se ne stava immobile, anche le cosce non cercava più di chiudere.
Giuseppe spostò l'elastico delle mutandine e cominciò a leccarle la fica, ora vedevo Chiara leccarsi le labbra, agitarsi sempre più, e quando Giuseppe ha cercato di sfilarle le mutande, l'ho vista sollevare il culo per facilitargli il compito. Mikos era sempre al mio fianco, con una mano sulla mia spalla e con l'altra si massaggiava il pacco.
Mia moglie ora non si ribellava più, a gambe aperte sul divano si stava facendo leccare la fica da Giuseppe, mentre Nicola, che ora si era spogliato, stava cercando di baciarla, lei ha opposto una flebile resistenza poi ha accolto la sua lingua in gola e le sue mani sul seno. I due si sono scambiati il posto, ora era Nicola che le passava la lingua dal culo all'ombelico mentre Chiara e Giuseppe si divoravano la bocca, e quando Nicola scendeva dall'ombelico, lei sollevava la fica per offrirla al meglio alla lingua.
Mia moglie, ormai, stava partecipando attivamente, era irriconoscibile, stringeva i due maschi per la testa, tenendoli stretti a sè e quando sentì il cazzo di Giuseppe sfiorarle una guancia, si girò e lo imboccò, mentre Nicola la stava penetrando.
Io ero nero dalla gelosia, ma il cazzo mi si gonfiava nei pantaloni. La scoparono a lungo alternandosi dentro di lei, poi Giuseppe si stese sul tappeto al centro del divano. Chiara lasciò l'uccello di Nicola che stava succhiando, si diresse verso Giuseppe, impugnò il cazzo e vi si impalò. Nicola le arrivò da dietro col cazzo duro, un po più piccolo di di quello di Giuseppe, ma sempre più grosso del mio, inizio a leccarle il culo, poi le infilò un dito, pensavo si sarebbe ribellata, invece quando ha sentito la cappella premere , si è fermata un attimo per farlo entrare, poi ha ripreso a scoparli, mentre i due maschi spingevano al massimo, finché non le hanno sborrato dentro insieme, uno nel culo e l'altro nella fica, mia moglie sembrava impazzita.
Chiara si alzò da terra e raggiunse Mikos, si inginocchiò tra le sue gambe, prese in mano il cazzone poi iniziò a leccarlo e a succhiarlo. L'uccello era diventato di ferro nella sua bocca, poi prese a fare una sega. Andò giù ancora con la bocca cercando di prenderne più che poteva. "Dai vieni e a impalarti" disse lui, a queste parole mia moglie lasciò la presa, salì sul divano, impugnò l'ariete e si calò lentamente su di lui; io mi chinai per vedere quanto sarebbe riuscita a prenderne, vidi la sua fica spalancarsi e tendersi come un elastico al passaggio della cappella, più di metà era già dentro e lei continuava a scendere, ancora. Lui si agitava mentre lei si penetrava del tutto.
I lenti movimenti di mia moglie sul suo palo di carne avevano portato il greco al limite, ma non volle farlo godere, si sfilò, andò a sdraiarsi al centro del tappeto, spalancò le cosce e lo invitò a scoparla con violenza. Lui non se lo fece ripetere due volte, la penetro a fondo, con un colpo secco e continuò con una lunga serie di affondi ben assestati che mia moglie sembrava gradire. Poi venne. Mikos crollo sfinito sulle tette di mia moglie, si cercarono le bocche e rimasero così avvinghiati a lungo, sempre col cazzo dentro la fica. Dopo un po sentii di nuovo Chiara ansimare, il greco si stava di nuovo agitando dentro di lei, in un attimo il cazzo fu di nuovo duro, dopo averla pompata a lungo, si girò tirandola sopra. Adesso era lei a chiavare e lo faceva con ardore, senza alcun ritegno, i capelli le si erano incollati alla pelle sudata, gli occhi rivolti al cielo, la lingua fuori, stava pompando come una forsennata quando lui l'afferrò per i fianchi e per la seconda volta si scaricò nella sua fica.
Quando si sfilò il cazzo si sentì il rumore di una bottiglia stappata, e come da una bottiglia, una buona quantità di spumante uscì dalla fica, poi i tre si rivestirono e se ne andarono.
Non appena chiusero la porta, Chiara mi disse che non sapeva cosa le era successo, ma l'avevano leccata così bene che le avevano acceso il fuoco dentro. Dopo 4 giorni Mikos ha telefonato che sarebbe venuto la sera stessa. Alle nove suonarono alla porta, erano loro, io ero riuscito a racimolare i soldi, ma il greco disse che potevo anche tenermeli, il debito lo avrebbe saldato mia moglie. Andò verso di lei, la baciò senza incontrare resistenza, mentre i suoi compari assistevano insieme a me sul divano. Le tolse il vestito, sotto era uno schianto, la troia si era preparata a dovere, calze autoreggenti, un cortissimo baby-doll trasparente che lasciava intravedere un minuscolo perizoma nero; a quella visione Mikos la scaraventò a terra e prese a mangiarla tutta, per mezzora si succhiarono e leccarono, poi iniziarono una scopata straordinaria con sborrata nella fica, quella notte la chiavarono fino alle due del mattino. Mikos tornò altre tre volte prima di partire, con grande soddisfazione di mia moglie, che non perdeva occasione di farsi riempire la fica di sborra ben sapendo a cosa andava incontro. Mikos se ne andò al suo paese lasciando mia moglie gravida.
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