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Prime Esperienze

Il mio primo pompino (reale, andò proprio così)


di kenfalco123
10.04.2017    |    22.834    |    24 9.7
"La gara di sborrata era vinta in partenza da Giovanni che, vantandosi di aver messo a punto una tecnica particolare, inanellava una delle sue serie di..."
Che non fossi uguale a tutti i miei coetanei l’avevo sempre sospettato, alcuni indizi già in età adolescenziale mi avevano dato sempre più da pensare che,forse forse, eterosessuale non lo ero al 100%.

Che mi piacessero le ragazze era fuori discussione, le amavo le desideravo le corteggiavo ma quando mi trovavo negli spogliatoi della squadra di calcio locale e vedevo tutti quegli uccelli mi prendeva una voglia matta di inginocchiarmi e prenderli tutti in bocca uno dopo l’altro, immaginarmi di baciarli sulla bocca mi dava il voltastomaco ma pensare di essere alla mercè di tutti quei ragazzi che facevano di me ciò che volevano mi dava un’eccitazione pazzesca tanto che era difficile a volte mascherare l’erezione che si faceva largo nelle mie mutande.

Un altro indizio lo riscontrai quando, con il mio amico inseparabile Giovanni, girando in lungo e in largo con le nostre biciclette per il paese dove vivevamo verso la fine degli anni ’70, ci imbattevamo in uno dei tesori più ricercati dai ragazzi della nostra età: il giornale porno usato e buttato via lungo la strada.

Non avendo Internet ed escludendo a priori l’idea di fare domande ai ragazzi più grandi sull’universo “sesso”, onde non incorrere in prese di culo clamorose con rischio di essere etichettati a vita come sfigati, il giornale porno (escludendo le pagine irrimediabilmente incollate da ripetute sborrate) rimaneva l’unico modo per un tredicenne per soddisfare la propria curiosità e per sfogare i primi istinti ormonali…e lì ci fu l’indizio dirimente…mi resi conto che mentre gli altri miei amici si eccitavano estasiati davanti a quelle foto immedesimandosi nell’uomo che scopava e inculava fighe e se lo faceva succhiare io mi immedesimavo nella “lei” di turno eccitandomi al pensiero di quelle verghe che si facevano strada in qualunque mio orifizio… pensando di succhiare e prendere in bocca quei nodosi uccelloni e bere fino all’ultima goccia quelle incredibili sborrate

Quando eravamo in 4 o 5 lo sfogliare questi giornali (almeno quelle pagine ancora leggibili, anche se c’era sempre quello meno schizzinoso che provava a riaprire anche quelle più incollate finendo inevitabilmente per strapparle) avveniva in un clima di presa di culo generale, tutti a scherzare, a prendere in giro il primo che si eccitava, (come se gli altri fossero uomini vissuti e le donne ne avessero viste a migliaia) anche se poi regolarmente il rito si concludeva sempre con una sega, rigorosamente di gruppo, e al momento di calarsi le mutande tutti mostravano delle prepotenti erezioni.

Messo via il giornale con accuratezza e nascosto nella speranza (vana) di ritrovarlo una seconda volta cominciava il rito. La gara di sborrata era vinta in partenza da Giovanni che, vantandosi di aver messo a punto una tecnica particolare, inanellava una delle sue serie di schizzi per le quali era diventato famoso tra i coetanei, i pochi che avevano assistito ad una delle sue performances ne erano rimasti impressionati a vita tanto da suggerirne la candidatura ad un’improbabile specialità Olimpionica…

Quello che per gli altri era un rito per me era un supplizio...non perchè non mi piacesse masturbarmi, ma perchè vedere tutti quei cazzi ritti senza poterli toccare, baciare, succhiare avidamente era una tortura. Il momento delle prime sborrate era ancora più una sofferenza, vedere sprecato tutto quel bendiddio era troppo...La sofferenza era ancora più accentuata dal dover guardare senza essere visto, guai a farsi beccare mentre stavi puntando il cazzo di un altro...solo quando stava per venire Giovanni eri giustificato dalla curiosità di assistere ad un probabile nuovo primato, chi era già venuto in quel momento un'occhiata la dava solo per curiosità, io non mi perdevo nemmeno un momento di quell'atto che mi causava così tanti sconvolgimenti...come sarebbe stato prendersi una sborrata simile in bocca? Ero talmente eccitato dall'idea che spesso venivamo contemporaneamente, il desiderio di essere io l'artefice del suo godimento, di riuscire ad eccitarlo fino a farlo esplodere nella mia bocca mi scatenava un brivido che mi percorreva tutto il corpo e mi provocava l'orgasmo...

Quella volta però, il giornalino lo avevamo trovato solo io e Giovanni…ci eravamo letteralmente catapultati dalle biciclette su quel tesoro abbandonato lungo la strada e, accertato che fosse davvero un porno (OV uno dei più ambiti) prontamente nascosto sotto il giubbotto, avevamo preso la prima strada sterrata in mezzo alla campagna in cerca di un riparo da occhi indiscreti.

Eravamo seduti uno accanto all’altro e contemplavamo estasiati le foto di quei corpi nudi, di quei cazzoni che trombavano, inculavano e sborravano ad ogni pagina, io sempre più eccitato pensavo a quanto avrei voluto essere al posto di quelle donne e soddisfare tutti quegli uomini… ma il problema era, come fare ad uscire allo scoperto? Mica potevo chiedere a Giovanni se voleva un pompino? Il rischio dello sputtanamento era reale, oltretutto mai aveva dato segnali equivoci, né lui né nessun altro della compagnia, eravamo poi tutti nella fase in cui si cerca di dimostrare la propria mascolinità, quindi guai a fare discorsi equivoci, anche le mie sbirciate ai cazzi degli altri erano sempre veloci e guardinghe, era troppo rischioso.

Giovanni mi riscosse dai miei pensieri, eccitato anche lui decise che era il momento di farsi la sega e appoggiato il giornale in terra aperto su una foto particolarmente ispiratrice si alzò in piedi, si sbottonò i pantaloni e si abbassò il davanti delle mutande, io ero ancora seduto, il suo uccello uscì dalle mutande e mi si presentò davanti alla faccia, non ero mai stato così vicino all’oggetto dei miei desideri…ne sentivo il profumo, l'odore di maschio, di eccitazione...

Mi resi conto in quel momento che non solo faceva delle sborrate epocali ma aveva anche una dotazione di tutto rispetto, indugiai un attimo come rapito da quella visione…

“-Che fai? Me lo vuoi prendere in bocca?” mi disse ridendo…

Mi alzai rapidamente in piedi rispondendo:

“- Che schifo! Leva quell’uccello” (mi ci sarei avventato sopra e lo avrei ingoiato tutto, palle comprese…)

Mi calai anch’io le mutande mostrando il mio cazzo ritto (anche se eccitato per motivi diversi dai suoi) e cominciai a segarmi

Mentre ce lo menavamo, il marpione, che secondo me aveva capito da un pezzo che durante le seghe di gruppo io non mi eccitavo pensando al giornalino ma al suo gran cazzo, cominciò a fare discorsi tipo:

- “ma cosa proveranno le donne a prenderlo in bocca?”

- “mah!” - rispondevo io fintamente ingenuo - “immagino che debba essere bello sennò non lo farebbero, piace anche a loro”

- “Però se ci pensi bene la bocca è uguale sia per l’uomo che per la donna! Mica è la figa che ce l’hanno solo loro!” ribattè Giovanni convinto di essere riuscito a portare il discorso dove voleva lui

- “Eh già!” risposi cercando di assumere un aspetto stupito, come se mi stesse facendo una rivelazione alla quale proprio non avevo mai pensato in vita mia

- “in effetti” proseguii - “dovrebbe essere la stessa cosa”

-“allora dovrebbe piacere anche agli uomini fare i pompini” disse - “No ma a me farebbe schifo” precisò subito dopo Giovanni rendendosi conto che il suo discorso poteva essere male interpretato nel timore di essersi sbilanciato troppo…

In quel momento l’ansia era al massimo, sentimenti contrastanti si stavano facendo strada in me, volevo uscire allo scoperto e dirgli che volevo provare in tutti i modi a fargli un pompino e anche a prenderlo nel culo ma al tempo stesso, se avessi sbagliato? Mi sarei sputtanato in tutto il paese, se mi fossi buttato e avessi sbagliato lui avrebbe avuto un potere tremendo su di me, mi avrebbe ricattato in eterno, ma al tempo stesso quella era l’occasione che aspettavo da una vita, eravamo soli, io e lui e nessun’altro ed era stato lui a portare il discorso su quel terreno, forse voleva mettermi alla prova? Forse mi vuol far uscire allo scoperto per prendermi in giro? Non potevo resistere, nella frazione di secondo che il mio cervello analizzava tutta quella serie di ragionamenti e le possibili implicazioni di una vittoria o di un fallimento i miei occhi videro nuovamente quell’uccello duro, turgido, quella cappella che prometteva un’imminente sborrata, quella mano che andava su è giù su quell’asta divina… fu in quel momento che riuscii a partorire una risposta che mi metteva (forse) al riparo da un eventuale figura di merda…

-“Anche a me a mente fredda farebbe schifo” dissi – “però, forse, in un momento di eccitazione, magari con una fica come quella (riferendomi all’incartapecorito giornalino) mentre te la stai scopando, chi può dire che cosa faremmo?”

A quel punto Giovanni capì che doveva fare lui la prima mossa (io non davo segnali precisi, anche se nel frattempo non avevo staccato gli occhi dal suo membro, sembravo un cane da caccia che aveva appena puntato la preda) si rese conto che se voleva farmi uscire allo scoperto doveva calare l’asso, e lo fece dicendomi:

-“ se io te lo prendo in bocca per primo, poi tu lo prendi in bocca a me?”…

Io trasecolai, staccai gli occhi dall’uccello per guardarlo come per aver paura di aver capito male, ma forse lo guardai troppo di scatto e lui si affrettò a correggersi:

-“ vabbè ma solo un attimo dai, per capire cosa provano le donne, non facciamo niente di male”

Io che ancora non credevo a ciò che avevo sentito, anche perché il cuore aveva improvvisamente accelerato e lo sentivo battere nelle orecchie dissi solamente – “va bene, però prima tu!” in un residuo di orgoglio maschile.

Lui mollò il suo uccello e si chinò sul mio, non si inginocchiò nemmeno, mi prese la cappella in bocca e fece appena un accenno di movimento in verticale e mi disse – “adesso tocca a te!” e si rialzò riprendendoselo in mano…

Non potevo crederci, il momento tanto atteso era arrivato, avevo la possibilità di esaudire un desiderio che negli ultimi tempi si era fatto insopprimibile, io non mi chinai, mi inginocchiai davanti a quella verga, volevo assaporare fino in fondo ogni momento di ciò che stavo per fare e ogni centimetro di quell’uccello.

Era davanti alla mia bocca, a distanza di 30anni ricordo ancora il profumo del cazzo di Giovanni, l’odore di quel membro eccitato riesce ancora a provocarmi un’erezione.

Finalmente appoggiai le labbra sulla punta di quell’uccello che avevo tanto desiderato e le socchiusi mano a mano che il cazzo di Giovanni entrava nella mia bocca, le mie labbra scorsero su tutta la superficie e in un attimo la cappella era dentro, la mia bocca scivolò su tutta l’asta ma prima di sbattere il viso sulla pancia di Giovanni dovetti fermarmi per un conato, ritrassi la testa e quando le mie labbra sentirono nuovamente la pelle del glande mi rituffai in avanti e stavolta riuscii a prenderlo tutto, la mia mente era in estasi, io, in ginocchio davanti al mio amico gli stavo facendo il mio primo pompino, ero uscito allo scoperto, adesso con Giovanni avremmo potuto fare di tutto, sarei diventato la sua troia personale, avrebbe potuto sbattermelo in bocca tutte le volte che avrebbe voluto…era troppo bello.

Con quei pensieri in testa stavo continuando la mia opera, Giovanni aveva levato la mano dal suo cazzone e le aveva appoggiate sulla mia testa e mi guidava dolcemente, io tutte le volte che ritraevo la testa e sentivo le mie labbra intorno alla sua cappella succhiavo con forza e ad ogni succhìo sentivo mugolare Giovanni, non mi sarei fermato mai…

-“Lo sapevo che ti piaceva” – mi disse “l’ho sempre immaginato che sei una troia come quelle, l’ho visto sai che guardavi più i cazzi su quei giornalini!” – “ora succhia, dai”- “non immaginavo che fossi così bravo…Madonna come succhi, come ti piace il cazzo eh puttanella?”

Io ovviamente non risposi ma ascoltavo quelle parole ancora più eccitato, ero in uno stato di trance sessuale, ero in paradiso, la mia bocca continuava la sua opera, incessante e regolare, su e giù, su e giù, succhiavo e risucchiavo, ad un certo punto sentii che qualcosa stava per succedere, la cappella divenne ancora più grossa, la vena del cazzo si gonfiò, Giovanni buttò la testa all’indietro “mmmhh!” mugolava – “cazzo come sei bravo, dai non ti fermare! sto per venire!”-“attento” mi disse pensando che volessi scansarmi, probabilmente non mi faceva troia fino a quel punto…figuriamoci se mi sarei perso quel momento, l’apoteosi del pompino, la mia testa non si scansò di un millimetro e la mia bocca si preparò a ricevere una delle sue famose sborrate, ce l’avrei fatta a tenerla tutta in bocca? Che sapore avrà lo sperma? Non feci in tempo a farmi ulteriore domande, Giovanni mise la mano alla radice del suo cazzo, la sua cappella rimase ben salda dentro la mia bocca, emise un paio di versi gutturali “mmmhhhhh! aaaahhhhh”-“cazzo! vengo, vengo! ti sbrodo in bocca troia!” la mano scorse leggermente in avanti e accompagnò il primo schizzo, un getto di liquido caldo leggermente salato mi entrò in bocca e prese la via della gola, lo ingoiai velocemente e tenni ancora la bocca serrata intorno a quell’uccello, sapevo che il secondo sarebbe stato più copioso, lo ricordavo nelle seghe di gruppo, Giovanni mosse leggermente il bacino ed accompagnò il ritorno in avanti con un altro grido “aaaahhhhh! Siiiiiii!” “toh! Bevi troia!”, stavolta fu difficile, un fiume, non più un rivolo, mi entrò in bocca sparato da quella cappella, un getto improvviso e violento mi colpì la gola e tutta la bocca fu riempita da quello sperma denso, cremoso. Deglutendo riuscii ad ingoiarne solo una parte ma mentre cercavo di ingoiare il resto arrivò il terzo schizzo, meno violento ma non meno copioso, un altro fiotto di caldo liquido mi entrò in bocca, fui bravo a non farmela andare di traverso, l’ultima cosa che avrei voluto fare era cedere ad un involontario colpo di tosse, avrei interrotto quella magia, invece fui bravissimo, riuscii a prendere il ritmo e a deglutire nelle pause tra una sborrata e un'altra, sembrava non avessi fatto altro in tutta la mia vita. Persi il conto di quante volte venne nella mia bocca, ma non mi sarebbero bastate mai comunque, mi era piaciuto troppo … sentii che si stava rilassando, il respiro diventò più regolare e l’uccello si fece meno teso, uscì dalla mia bocca e lo sperma creò un filo dalla sua cappella alle mie labbra, d’istinto allungai la testa e con un colpo di lingua e un’ultima succhiatina ingoiai anche quello…

-“Lo sapevo che ti piaceva il cazzo” mi disse soddisfatto, “cosa credi che non me ne fossi accorto che tutte le volte che ci segavamo lo guardavi voglioso?” – “quello che non immaginavo è che ti piacesse così tanto, non pensavo che avresti anche bevuto, sei stato fantastico, mi hai fatto davvero godere”

Io che ancora non gli permettevo di rimetterlo nelle mutande e continuavo a passargli la lingua intorno alla cappella cercando di raccogliere anche le ultime gocce non seppi cosa rispondere, dissi solamente:

-“non lo sapevo nemmeno io, è la prima volta che lo faccio ma mi è piaciuto tantissimo!” – “lo rifaremo?” chiesi sperando che per lui non fosse stato solo un capriccio di una volta.

-“Puoi starne certo!” mi disse, “c’è voluto del tempo per farti uscire allo scoperto e adesso poi che ho scoperto che sei così troia figurati se non ne approfitto!” – “e poi… secondo me ti piacerebbe anche provare a prenderlo nel culo, che dici, ho indovinato?”

Mi venne il dubbio che forse così accorto non ero stato se Giovanni riusciva ad intuire così facilmente i miei desideri, ma ormai avevo superato il punto di non ritorno con lui e tanto valeva andare fino in fondo, così risposi:

-“si, parecchio…l’ho sempre desiderato ma non ho mai avuto l’occasione”

-“ci sarà…ci sarà, tranquillo, e prima di quanto tu immagini” rispose con una mezzo sorriso…

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