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Marianna 1 - Primo Incontro


di LogicDreamer
08.06.2016    |    12.540    |    1 6.8
"Tutto era assurdo, con lui mi sembrava di vivere in un altro mondo, con lui provai dopo dieci minuti il desiderio di farmi fare di tutto, ma proprio di tutto..."
Sono Marianna!
Una come tante, una qualunque, una speciale o forse semplicemente io, con tutti i miei pregi e i miei difetti!
Quante volte nella mia adolescenza mi sono ritrovata ad immaginare la mia prima volta, quante volte sono finita nel discorso con le mie amiche, quanti i ragazzi che in un modo o nell'altro ci hanno provato prima che arrivasse lui...
Già. Lui!
Lui che con uno sguardo ha saputo portarmi via da questo mondo, lui che col suo sorriso leggermente trattenuto è riuscito a farmi volare, lui che nessun'altra nei miei 32 anni ha saputo dirmi che la prima volta non le ha fatto male...
Il punto è proprio questo... Quante di noi hanno aspettato nonostante l'eccitazione, il momento giusto, l'atmosfera perfetta, il desiderio e la passione a mille, per paura del dolore?
Anche io l'ho fatto! Si avevo una paura matta, ma lui... Bhe lui sapeva ascoltare, lo capiva e non faceva altro che farmi godere, senza chiedere e portando l'eccitazione e il desiderio a un punto tale che mi sembrava di impazzire per poi fermarsi quell'istante prima, quell'attimo che bastava a rimandare l'orgasmo... Qualche sguardo, qualche buona parola, due risate, una sigaretta... e poi ricominciava, mi leccava, mi masturbava, mi voleva ed io che tornavo senza fiato e a tremare e gemere sotto i suoi tocchi che sembravano ghiaccio che si scioglie istantaneamente al calore della fiamma di un fuoco che arde...

Avevo 14 anni quando l'ho conosciuto, frequentava il terzo anno di informatica e aveva 16 anni. La mia stessa scuola, un istituto tecnico dove io avevo appena iniziato la prima.
Il giorno in cui i nostri sguardi si incontrarono per la prima volta era metà novembre, pioveva a dirotto ed io aspettavo l'autobus sotto la pensilina. Lui arrivò di corsa sotto l'acqua, i capelli castano scuro lunghi fino all'inizio del collo erano fradici. Il corpo slanciato, snello e i vestiti attillati e bagnati che sottolineavano un fisico già quasi adulto.
Sgrondanava gocce d'acqua e arrivando sotto la pensilina esclamò contrariato: "Cazzo!". Poi mi guardò di sfuggita, notò l'ombrello che tenevo con la mano sinistra e sorrise divertito. "Con quello ovviamente non sarei conciato così". E rideva divertito, di gusto. Io lo guardai pensando che non avesse tutte le rotelle a posto, ma mi colpì subito per la sua allegria.
Non so spiegare il motivo, ma nonostante non dissi nulla e lui era intento a sistemarsi un po', mi ritrovai a cercare i suoi occhi. Non ci riuscivo! Continuava a muoversi di quà e di la, ma quando finalmente si fermò, istintivamente i nostri sguardi si incrociarono.
Successe qualcosa dentro di me, come una scossa, un brivido che assieme all'aria leggermente pungente e umida mi fece sobbalzare.
Lui sorrideva ancora ma di colpo diventò serio e mi parve di vedere un leggero tremolio.
Poi socchiuse gli occhi e chiese: "Ci siamo già visti?"
Io ero molto timida in quel periodo e le mie guance diventarono subito rossicce.
" Non credo" dissi abbassando lo sguardo.
"Girati un po'..." Fece catturando nuovamente il mio sguardo.
"Come???" chiesi io guardandolo in faccia.
"Girati, magari ho visto la tua schiena."
Il suo sguardo era furbo ma decisamente mi rapiva, però la mia timidezza ebbe la meglio e facendo finta di niente tornai a guardare in basso.
"La schiena ho detto non il sedere." precisò lui.
Rimasi un attimo in silenzio, poi gli porsi la mano sorridendo. "Piacere Marianna." mentre dentro di me litigavano in due: "Ma perchè non ti sei girata?" e "Sei proprio una sgualdrina."
Il ragazzo dallo sguardo nocciola luccicante restò per un attimo titubante, poi strinse la mia mano e con tono quasi spiazzato disse: "Andrea piacere."
Restammo qualche istante a far balzare la mano su e giù e poi attaccarono le domande su tutto, arrivò l'autobus e noi parlavamo e parlavamo... Io arrivai alla mia fermata ma non scesi, ero rapita dal suo modo di fare e arrivammo al capolinea rendendoci conto che dovevamo tornare indietro...
Ridevamo, parlavamo di cose serie, di cose meno serie, di ciò che ci piaceva fare e di quello in cui credevamo. Di musica e film, di attori e attrici, di storia e così tornammo, al capolinea tre volte...
Tutto era assurdo, con lui mi sembrava di vivere in un altro mondo, con lui provai dopo dieci minuti il desiderio di farmi fare di tutto, ma proprio di tutto...
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