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Accadde tutto in pochi minuti, resterà per sempre.


di Indecisione
21.03.2013    |    10.820    |    1 5.3
"Fu in quel momento che si voltò, cercando quello sguardo che gli aveva raddoppiato il piacere e la paura..."
Sarà capitato a tutti nella vita, o almeno, spero! Uno di quei giorni da ricordare, una di quelle notti che è impossibile dimenticare. La storia che racconterò vi sembrerà surreale, ma credetemi è davvero accaduta, ed è occorsa in uno di quei momenti in cui un uomo - all'apparenza un perfetto fidanzato senza vizi ne eccessi- permette ai suoi istinti di emergere, sottraendosi al dominio della ragione che da sempre li governa.
( Parlerò in terza persona, magari per convincermi che quello che vi sto per raccontare non sia successo a me)

F. è sempre stato incline ai tradimenti, anche perché s'accompagna alla stessa donna sin da tutta una vita. Non aveva tuttavia , prima di allora, mai perso il senso della misura e della cautela. Si era limitato a piccole avventure con donne in cui nutriva assoluta fiducia, con le quali aveva condiviso un qualcosa in passato, da un gioco ad una storia, passando per una semplice amicizia. Non amava corteggiare, né tanto meno sapeva farlo. Ed è per questo che, nonostante la fantasia, gli avesse da sempre suggerito come agire, non l'aveva mai assecondata. Aveva forse, più paura di un no di quanta paura potesse avere di esser scoperto.
Eppure quella sera d'estate, non troppi anni orsono, tutto cambio in una singola notte. Come sempre nel fine settimana il ragazzo frequentava i classici locali della movida della sua città, ammazzandosi di divertentismo e ilarità, senza eccedere, senza negarsi nulla.
Il classico neo/laureato in cerca di visibilità notorietà e divertimento. Nulla di che.
Quella sera in particolare era in programma una semplice festa in un locale in spiaggia, nulla di che un privè qualche bottiglia ed amici e amiche che avrebbero aspettato assieme l'alba.
la serata scivolò via veloce fra un drink e l'altro e quasi senza accorgersene la notte era, oramai, giunta nel pieno della sua essenza.
Saranno state le due, forse qualche minuto in più, niente di che!
F. non era per nulla lucido nè, tanto meno, stanco, vagava qui e la per la spiaggia, mentre le note assordanti messe su dal dj inondavano lo spazio, perdendosi nei meandri del luogo e riempiendolo in ogni sua forma.
Era in fila al bar in quel momento, silenzioso attendeva di riempire ancora il bicchiere, fu allora che dalle sue spalle, si sentì cingere i fianchi, lentamente si voltò e la vide, era la sua compagna che con la dolcezza e premura di chi non beve invitava l'uomo a non consumare quel drink. Non le diede ascolto, non l'aveva mai ascoltata veramente del resto. Si sfilò in silenzio, mentre lei iraconda si allontanò perdendolo di vista, fu in quel momento che tirò fuori tutta la sua sfacciataggine. Era tutta la sera che flirtava con la compagna di un suo grande amico L... non era la prima volta, ha sempre flirtato, per poi lasciare cadere ogni provocazione.
Lei era lì a pochi passi da se, che si muoveva lenta e sinuosa quasi fosse altrove, non seguiva quel ritmo forsennato, non ballava... ammaliava.
E lui si lasciò ammaliare da quella bellezza non scontata...
Lei gli sorrise, era da sempre compiaciuta delle sue attenzioni, gli sorridevano tutte infondo. Era bello, sapeva cosa dire e, soprattutto, sapeva cosa non doveva esser detto.
Lui la raggiunse, fingendo di ballare, non ha mai saputo farlo, ma lei assecondava i suoi movimenti, gli dava corda, sinuosa com'era si strusciava incurante, dei giudizi di chi stava osservando...
Complici nella notte, lentamente si allontanavano dalla calca della gente, quasi inconsapevolmente, persi in quel vortice di sinuosa indolenza, non desiderassero altro che la loro intimità.
Lei gli strinse la mano, gliela strinse forte e lui si lasciò rubare un sospiro, non era la priva volta che tradiva la sua donna, era la prima volta che tradiva un amico.
Lascio che quel sentimento di sdegno si dissolvesse nella morbidezza di quel tocco, la nivea pelle di lei del resto era la cosa che più gli piaceva di quella donna che non aveva decifrato.
In pochi attimi si ritrovarono altrove, dispersi fra gli ombrelloni di quella spiaggia affollata, lontano dalle luci dell'uomo, ed immersi nel bagliore della luna sul mare. Così su quella scogliera, lei lo guardò e si abbandonò al suo abbraccio, baciandolo, lui non poteva respingerla. Non avrebbe voluto, non voleva e non poteva privarsi di quel soffice tocco soffiato da quelle labbra rosso rubino.
( Non dimenticherà mai quel volto delicato e quegli occhi socchiusi, quegli neri in cui adorava perdersi, e si sarebbe perso all'infinito).
D'istinto lei andò via, sottraendosi a quel bacio infame, e provò a parlare, lui la cinse a se, le poggiò semplicemente l'indice sulle labbra e sospirò ancora. Si strinse nelle spalle confuso e risoluto, deciso più che mai ad affondare con lei. A giocarsi passato, presente e futuro. La tiro a se, sollevandola appena e la bacio ancora, ed ancora, finché tutto non fu autonomo e separato dal loro volere.
Le sfilò via quella camicia in seta a chiara che lei adorava portare sbottonata da appena sopra il seno, le rigò il collo con un tocco, lasciando scivolare l'indice sin sullo sterno e sul ventre. Sussultò appena la donna, pervasa nell'animo dalla voglia di far l'amore con lei. Lentamente si volto, senza sottrarsi a quel caldo abbraccio ed accompagnando i movimenti di lui.
Le alzò la gonna e fece in modo che seminude natiche di lei sfiorassero i suoi jeans. Le baciò la schiena, lasciando scivolare la lingua lungo l'asse della colonna vertebrale, provocandole altro sussulto. Sospirò ancora l'uomo, liberando il caldo fiato sulla ignuda pelle di lei, mentre la manversa, scostandole lentamente il filo dalle natiche, s'accomodava nella vulva. Non provò a fermarlo, nè a contrariarlo, semplicemente assecondava col corpo il suo volere, quasi ne fosse ammaliata.
Ma chi davvero era ammaliato da quel precipitare degli eventi era lui. S'accorse in quel momento d'esser osservato, si sentì lo sguardo addosso accompagnato da un lieve e flebile rumore di passi. Avvertiva quello sguardo freddo fenderlo nella sera, non si voltò. Non voleva farlo. Non aveva paura di scoprire chi fosse, aveva semplicemente paura di non aver più la forza di tornare a fare quello che stava facendo.
Lentamente si lasciò scivolare i bermuda giù per le gambe, liberando il fallo che celermente trovò il luogo da cui era stato ingiustamente separato. S'accomodò fra le di lei cosce, penetrandola lentamente....
Così mentre la sera, fugace scorreva via dalle sue mani, i due complici continuavano nel loro peccato assecondando la loro passione in quell'intreccio di gemiti e piacere. Il tempo parve fermarsi ed il tutto durare un eternità Più sentiva il suo piacere salire, più l'uomo desiderava smettere.... più ella accomodava i suoi movimenti delicati, più l'uomo percepiva il suo di piacere. E poi c'era quello sguardo freddo che aveva percepito... chissà se era ancora li, o si era dissolto. Lui lo avvertiva, ma non poteva sapere se c'era davvero. Quel piacere perverso e malato, s'intensificava ancora ed ancora al punto che ogni barlume di ragione si dissolse... Così mentre lei raggiungeva l'amplesso, lui si sottraeva a quel piacere inondando a fiotti le natiche di lei con il suo seme... Furono attimi ed istanti di puro terrore, quelli che seguirono.... d'un tratto la magia si dissolse ed il silenzio s'interruppe... ritornarono le voci, ritornò la musica e la loro intimità fu solo ricordo. Fu in quel momento che si voltò, cercando quello sguardo che gli aveva raddoppiato il piacere e la paura... Non lo scorse, quel che vide fu solo una sagoma allontanarsi nella sera.
Si pulì e si ricompose velocemente, accompagnando con garbo e gentilezza anche il fare di lei. L. lo strinse e lo ringraziò, lo abbraccio ancora e ancora, prima di precederlo sulla via del ritorno. Solo et pensoso F. s'accese una sigaretta, quasi volesse attraverso il trans del ricordo, rivivere quel momento... vi provò ancora e ancora senza riuscirvi, finché sentì il fuoco scottargli le mani. Si ridestò, avviandosi verso la gente. Passo dopo passo, tornò da dove era partito, scrutando con severità gli occhi di tutti coloro che incrociava, quasi cercasse di intuire chi, aveva osato violare quel momento di intimità assoluta. In realtà quel che voleva era solo sapere chi aveva reso quel momento fantastico.... Sembrava che la gente evitasse il suo sguardo, solo un paio di fugaci sguardi con altrettanti commensali, nessun gesto di appunto o disappunto lo raggiunse. In breve tempo rientrò nel privè e fu in quel momento che capì che qualcosa era accaduto.... Nessun disappunto lo accolse, nessun rimprovero. Strano! La sua compagna lo abbracciò forte, come se avesse paura di perderlo, e a lui apparve di intuire.... il suo amico gli sorrise beffardo... e lui si confuse.... lei o lui, non faceva altro che pensare a chi dei due poteva aver visto, finché capì in un attimo, in un barlume di secondo, L. lo guardò come prima, lui si sentì in imbarazzo, gli sorrise appoggiò la mano al collo del suo uomo e gli sussurro qualcosa all'orecchio. Lui non udì ma potette immaginare quelle parole. Parole dolci e maliziose, figlie di un gioco pericoloso dal piacere assoluto.
Fine.
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