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Ho fatto cornuto mio marito 1


di Paola28
16.09.2011    |    84.344    |    3 9.3
"Nel presentarsi inizialmente mi porge la mano ma dopo avermi osservata mi abbraccia calorosamente tanto da fare aderire corposamente le mie tette turgide sul..."
In questo mio racconto narro come è iniziato il mio approccio al rapporto di coppia aperta con mio marito.
Lui fa il rappresentante e quasi tutte le settimane si allontana per motivi del suo lavoro. Un lunedì verso le sette, come al solito, mi saluta e mi dice che rientrerà il sabato perché questa volta il giro che deve fare è più lungo. Di regola rientra il venerdì per il pranzo ma siccome è successo altre volte che è rientrato di sabato il tutto mi sembra nella regola.
Io gli credo perché ho improntato il mio rapporto con lui nella massima fiducia e lealtà. Sono quasi le nove. Perdo del tempo a casa perché lunedì mattina il negozio è chiuso. Mi conduco nelle stanze con una delle mie vestagliette trasparenti e appena la tolgo per entrare nel box doccia sento gli squilli del telefono. Cosi come sono vado a rispondere, incurante delle tende tirate e del balcone aperto. Dall’altro capo è una voce di donna mi chiede: sei la mamma o la sorella di Marco? Perché chiedo a mia volta. Mi risponde: Marco doveva essere da me verso le otto ma ancora non si è visto. Ma tu chi sei? Chiedo. Io sono Mariella la fidanzata di Marco e tu? Ho la furbizia di dire: io sono Paola la sorella.
Percepisco la voce di qualcuno che entra nella stanza mentre dico: sai Mariella, Marco questa mattina è uscito verso le sette per venire da te. Dall’altro lato la voce dice: non fa niente è arrivato in questo momento. Allora, istintivamente, dico: per piacere me lo passi che debbo comunicargli una cosa. La voce inconfondibile di Marco le chiede: ma chi è? Lei risponde: è tua sorella Paola.
Il suo pronto nella cornetta è da funerale. Con una calma che non mi sarei mai aspettata da parte mia gli dico: visto come stanno le cose al tuo rientro avrai due bei paia di corna sulla testa. Balbetta qualcosa … percepisco solamente: poi ti spiego. Non hai nulla da spiegarmi … stronzo! … ti renderò pan per focaccia … ora vai a scopare con la tua fidanzata Mariella e … aggiungo: Stai certo che prima che rientri ti farò becco! Le ultime parole le dico con molta enfasi essendo veramente incazzata.
Chiudo il telefono e percepisco che il nervosismo ha raggiunto altissimi livelli. Allora, come a cercare conforto, telefono alla mia amica Adele. Le racconto tutto incluse le mie intenzioni ed ella mi dice: vieni subito da me, Andrea Sarà felicissimo di farti il servizietto. Ma chi è Andrea le chiedo. La sua risposta è: un nipote di Carlo … è quello che mi delizia voglie e desideri … è ben fornito ed oggi sarò contenta di cederlo a te.
Sotto la doccia mentre mi strofino per benino l’intima femminilità mi sento alquanto turbata. Non per il fatto di fare un torto a Marco, lui se l’è meritato, ma piuttosto di come sarebbe stato il rapporto con un maschio sconosciuto. Fino ad ora l’ho sempre fatto o con fidanzati oppure con mio marito cioè con persone che già conoscevo.
Però, più ci penso e più in me sale la voglia di fare il nuovo passo. Mi trucco leggera: un poco di crema per il viso, una passata di lucida labbra e qualche goccia di profumo. Per intimo indosso: le autoreggenti, un minuscolo perizoma ed un reggiseno a balconcino per sorreggermi le tette. Osservando il seno mi rendo conto che veramente non ce ne sarebbe bisogno però lo tengo considerando che lasciandomi ben scoperti gli scuri capezzoli mi dà un’aria più sex.
Una gonna di jersey aderente e una camicetta variopinta coprono il tutto. Scarpe con tacco di 8 centimetri.
Adele mi accoglie, come al solito, con grande affettuosità. Indossa una leggerissima vestaglia che nulla nasconde del suo corpo armonioso. Mi presenta Andrea. Anche lui indossa una vestaglia che pur non facendo trasparire niente lascia intuire che nasconde un corpo palestrato.
Nel presentarsi inizialmente mi porge la mano ma dopo avermi osservata mi abbraccia calorosamente tanto da fare aderire corposamente le mie tette turgide sul suo petto.
Adele se la ride, poi, stringendomi a se, dice: per questa mattina te lo cedo ma non pensare che starò solamente a guardarvi?
Sono come inebetita. Cerco di dire qualcosa ma riesco solamente a bofonchiare: come … vuoi tu. Lei toccandomi le mani e trovandole ghiacciate intuisce il mio stato. Allora circuendomi affettuosamente per le spalle dice: Andrea sa tutto! Stai tranquilla! Vedrai che ti piacerà! Scuotiti dal torpore e sii te stessa! Quello che dice lo sente pure il ragazzo che sorridendo si avvicina a me e inizia a carezzarmi il viso. La sua mano calda mi trasmette un brivido. Le mie dita vanno sull’asola in alto della camicetta per iniziare a sbottonarla ma lui mi ferma. Prendendo le mie mani tra le sue dice: Lascia fare a me, tu devi solamente coadiuvarmi in quello che ti chiederò e farò.
Non so il perché ma queste parole hanno il potere di farmi rilassare ed essere decisamente rinfrancata. Sento la necessità di urinare ed allora dico: va bene, farò come dici tu ma … ora … debbo andare … a fare … pipì. Lui sorride mi lascia le mani e dandomi un buffetto sulla guancia dice: liberissima di andare in bagno. Nel bagno non chiudo completamente la porta e liberando la vescica faccio in modo che il liquido vada direttamente nell’acqua del water e cosi possono entrambi udire il classico rumore del pisciare di una donna.
Sedendomi sul bidet, per sciacquarmi la fica, noto che sono proprio davanti la porta del bagno. Stanno osservandomi e dal confabulare che fanno ho la certezza che hanno percepito il rumore del mio bisognino liberato. Indugio un poco e alzandomi faccio in modo che possano vedere la mia prugna mentre l’asciugo.
Uscendo dal bagno Adele mi accoglie tra le sue braccia sussurrando: sei pronta? Io annuisco ed allora sia lei che Andrea mi conducono nella stanza da letto. Le imposte sono aperte ma la privacy è affidata alla tenda. Noto le lenzuola bianche ed odorose di bucato che invitano a sdraiarsi sopra. Lui, con decisione, mi si mette davanti e inizia a sbottonarmi la camicetta. Ci sa fare perché in un attimo il mio indumento finisce sopra una sedia. La stessa sorte subisce la gonna. Ora le sue mani indugiano sui miei capezzoli che sono in bella mostra. Al contatto con le sue dita si inturgidiscono diventando ancora più scuri. Lui, scostando con delicatezza la stoffa del reggiseno, fa ruotare le dita attorno all’areola delle mammelle e poi pizzica i turgidi bottoncini. Non so se è stato lui ma il reggiseno cade ai miei piedi. Le sue mani ora scivolano lungo i fianchi. Mi stringe per la vita, mi gira ed inizia a smanettare sulle nude natiche. Infila un dito nella striscia posteriore del perizoma e facendolo scorrere in giù scosta la stoffa che è rinserrata nel solco delle natiche. Il suo dito gioca un poco sulla fenditura ed il contatto mi crea una sensazione di piacere che mi fa bagnare la natura femminea. Pure il perizoma raggiunge la gonna a terra. La sua mano non si trattiene e me la ritrovo a frugarmi la fica. Il sospiro che esce dalle mie labbra gli fa capire che quello che sta facendo è di mio gradimento. Mi fa sedere sul letto ed, una alla volta mi toglie le calze. Sono tutta nuda e lui mi osserva con voluttà. Noto che la sua vestaglia presenta un bozzo all’altezza del pube. Non faccio in tempo a pensare che mi piacerebbe vedere il suo cazzo che me lo ritrovo a pochi centimetri dal viso avendo la sua vestaglia raggiunto a terra i miei indumenti. Quello che si presenta ai miei occhi mi lascia esterrefatta. Una verga lunga e grossa con la cappella completamente scappucciata vibra e tende verso di me. Non riesco trattenermi e lo prendo tra le mani. Lui, per un poco mi lascia fare, poi, con voce suadente, dice: lascia stare, affidati a me e vedrai che non ti deluderò! Tu devi solamente godere! Mi sdraia sul letto, mi allarga le cosce e si mette a brucare sul mio ventre. La sua lingua percorre in lungo tutta la fessura della mia anatomia femminile. Sento la punta della sua lingua sulla clitoride e non mi posso trattenere dall’emettere dei mugolii. Dopo avermela alquanto titillata insinua la lingua dentro la fenditura. La percepisco che mi lecca la parte interna della vagina e allora con le membra tremanti ho il mio primo orgasmo. Dalla fica mi parte un caldo fiotto che lo colpisce in pieno viso. Il suo commento è: sembri un maschio come schizzi. In effetti quando il mio piacere raggiunge certi livelli i succhi della mia natura vengono arricchiti da un abbondante liquido che esce dall’uretra misto a pipì.
Ma l’orgasmo non mi ha appagata anzi ha aperto la strada al desiderio di un piacere più intenso. Non riesco a trattenermi ed emetto dei mugolii che man mano aumentano di intensità. Lui ora è in ginocchio tra le mie cosce, le divarica ancora di più e solleva le mie gambe poggiandole sopra le sue spalle. Mi sento la prugna tutta bagnata e palpitante di desiderio. Nella posizione in cui mi trovo lui può godersela come vuole. La testa del suo cazzo inizia a strofinare nella fessura femminea che al contatto si divarica ritmicamente mostrandosi in tutto il suo rosato bagliore. Lui imperterrito percorre per tre volte, andando su e poi giù, la fenditura in tutta la sua lunghezza mentre i succhi copiosamente continuano a uscire dalla mia fica che palpita e si divarica sempre di più diventando sempre più oscenamente aperta. Lui percepisce che lo desidero e oltre a far scorrere la sua verga nel solco ora incomincia a fare pressione tra le labbra dischiuse. La cappella si insinua dentro l’ostio. Il grido che emetto è come un segnale. Lui pigia con delicatezza ed il suo cazzo pian pianino penetra lentamente dentro il mio caldo antro. Quando i suoi coglioni sbattono sul mio culo lo ritrae quasi tutto. Un attimo dopo lo rificca dentro con forza. Va avanti in questo modo per un bel po’. Ad ogni entrata il mio ventre sobbalza. I miei gemiti non si contano più. La mano che mi carezza la fronte è quella di Adele. Ad un affondo più violento del solito sento il cazzo sbattermi sul collo dell’utero. Il grido che mi esce è di estremo godimento. Inutile dire che i miei succhi abbondanti aiutano lo sfregamento del cazzo sulle pareti interne della vagina. Il membro me la riempie tutta e questo mi fa impazzire di goduria. Lui imperterrito continua a trafiggermi con la sua asta che diventa sempre più grossa e più dura. Ad ogni spinta l’asta dura sembra volere arrivarmi in gola. Oramai sono arrivata. Gemo senza nessun ritegno. È vero! Piove sempre sul bagnato! Perché? Sulla mia bocca ora mi ritrovo la fica di Adele. Lui mi pompa la bocca di sotto mentre con quella di sopra mi delizio e delizio, allo stesso tempo, la mia cara amica. La mia attenzione è però maggiormente rivolta a quello che succede nel mio antro di donna. Il cazzo mi lavora veramente bene. Più lui mi lavora la fica, più io slinguetto la clitoride di Adele. In un momento di stasi mormoro qualcosa ma non riesco a connettere su quel che dico. Le mie membra vibrano tutte mentre il mio corpo è percosso da brividi che dal cervello mi arrivano nel centro vitale della femminilità. Grido … gemo … vibro … ansimo e nel momento che intuisco che sono arrivata lui estrae il cazzo da dentro la fica. Appena è fuori un getto imperioso, più abbondante di quello di prima, esce dalla mia prugna mi bagna non solo le cosce ma mi arriva fino alle ginocchia e tra le gambe, contemporaneamente i fiotti del suo sperma si arenano sul mio viso, sulle tette, sulla pancia. Il fiume di sborra che esce dal suo cazzo non finisce più di inondarmi e si mischia con la bianca ed odorosa schiuma che la fica di Adele emette copiosamente sul mio viso. Lecco il nettare che mi cola dal viso, mi aiuto con le mani, mi sembra dolce ed asprigno nello stesso tempo. Mentre mi succhio le dita le mani di lui mi spalmano lo sperma su tutto il corpo. Vicino al mio viso c’è quello di Adele. Pure lei è venuta ed ora giace inerme leccandomi le labbra.
Riposiamo qualche minuto, bastevole per riprendere fiato. Mi siedo sul letto e noto che il cazzo di Andrea è tutto teso e palpita vistosamente. Allora lo prendo tra le mani, lo carezzo a lungo soppesando pure i rigogliosi coglioni. Le mie mani si dilettano e piacevolmente gioiscono nel percepire il meraviglioso cazzo che vive tra le mie dita. Allora inizio un pompino nel quale metto tutto il mio riconoscimento per avermi fatta immensamente godere. Lecco il pene teso per tutta la sua lunghezza. Scendo con la lingua fino ai coglioni per poi risalire fino al buchetto del glande. Indugio con la punta nel suo buchetto e nel filetto che è tesissimo ed ora è lui che geme senza ritegno. Continuo per un poco e poi oltre a lavorarlo con la bocca inizio a fargli pure una sega. La combinazione: menata, leccata, pompata lo porta alle soglie del piacere. Dopo un violento sobbalzo nella mia bocca il cazzo s’inalbera tesissimo ed inizia ad eruttarmi dentro la gola un mare di spacchio. Lo bevo, lo bevo tutto e poi lecco quello che è scivolato ai bordi del cazzo e sul mio mento. La fica è tutta allagata e sono venuta ancora una volta bagnando il bordo del letto mentre una chiazza è tra i miei piedi. Ciò dà la misura di cosa e quanti succhi hanno prodotto le mie viscere.
Abbiamo iniziato poco dopo le 10 e di già sono le 14 passate. Abbiamo fatto 4 ore di sesso e non ce ne siamo accorti.
Adele, sorridendo, mi dice che ha registrato tutto e che mi avrebbe dato il DVD per farlo vedere eventualmente a mio marito qualora non mi avesse creduta.
Recandomi a casa mi sento veramente appagata. Ho messo le corna a Marco ed ho goduto tremendamente come donna.
Che ci sarebbe stato un seguito al momento non lo so. È l’indomani che Adele mi informa. Mi telefona e con la scusa di darmi il DVD mi invita a pranzo. Accetto di buon grado. Parlando naturalmente la discussione si basa su quanto fatto il giorno precedente. Mi dice che Andrea è rimasto contento di me e non posso trattenermi dal dire che pure io sono rimasta molto soddisfatta di come mi ha posseduta. Avvicinandosi a me e parlando piano come per paura che qualcuno possa ascoltare dice: “Paola, ho pensato che per farla completa dovresti fare la doppia penetrazione”. La guardo stupita e gli confesso che il mio culo è ancora vergine. Lei sorridendo dice: “se è per questo, stasera, domani e dopodomani verrò a dormire da te, cosi oltre a dilettarci ti preparo il culetto per una bella inculata”. Ricordandomi della grossezza del cazzo di Andrea dico: “ma non ti sembra che sia troppo grosso per il mio buco ancora vergine?”. Lei ammiccando dice: Il cazzo di Andrea ti lavorerà la fica, al tuo culo ci penserà Carlo (il marito di Adele) che l’ha decisamente più piccolo e poi in tre giorni le mie dita e … non solo le dita, faranno un lavoretto che ti inebrierà.
Il pensiero di stare tre giorni con Adele e il pensiero delle sue mani sopra e dentro di me non ho più dubbi.
Mia sorella non fa obiezioni quando le dico che nel pomeriggio di venerdì non andrò nel negozio. Del resto molte volte io mi sono sobbarcata tutto il lavoro mentre lei si divertiva. Sorridendo dice: “divertiti e non pensare al negozio”. Sicuramente avrà capito qualcosa ma non m’interessa. Avrebbero badato lei e la commessa mentre io me ne andavo a mettere di nuovo le corna al mio bel maritino (questo a loro non l’ho detto) che mi aveva cornificata, e cosa ancora peggio, tradita a lungo.
Inutile dire che in tre giorni le mani, le dita di Adele e i tre vibratori di dimensioni diverse che si è portata oltre a deliziarmi mi fanno capire che prenderlo nel culo è pure bello. Uno dei vibratori, il più grosso ha un motorino. Adele me lo ficca nel culo e poi azionando un pulsante lo fa vibrare nel mio retto. Tre sere e tre notti da sballo che mi hanno preparata alla mia prima doppia penetrazione.

Paola
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