tradimenti
Il piano inclinato - passione incontrollata P

19.03.2025 |
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"La baciava?
Francesca accusava il colpo, non si aspettava il bacio, che per quanto fosse casto era sempre un bacio..."
Francesca è una donna di 35 anni, dall'aspetto curato, con capelli castani e occhi verdi che raccontano storie di dolcezza e amore, lavorava come impiegata. Sposata con Paolo, un uomo di 36 anni, dirigente di una multinazionale, che la amava con una devozione che avrebbe fatto girare la testa a chiunque. Paolo, pur essendo meno attraente della moglie, aveva un cuore che batteva solo per lei, e fantasie che lo tormentavano segretamente.Francesca aveva un capo che ammirava da sempre. La sua ammirazione era prettamente lavorativa. Lo considerava molto carismatico e intelligente, non che fosse un bel uomo: Antonio era un cinquantenne decisamente in forma, con un leggero accenno di pancetta ma si notava un fisico da ex atleta. Oltre tutto, Antonio manteneva sempre un tono serio e rispettoso, ma altezzoso e non dava eccessive confidenze ai suoi diretti sottoposti, preferendo il 'lei' a un più informale 'tu'. Ogni tanto Francesca raccontava a Paolo quanto il suo capo fosse in gamba. Dopo alcuni anni, Antonio se ne andò dal luogo di lavoro seguendo altre strade.
Alcuni anni dopo, Francesca, per conto dell'azienda, dovette partecipare a un corso di formazione. Non si aspettava di rincontrare Antonio. Lo trovava come lo ricordava: carismatico e magnetico. Con un po' di timidezza si avvicinava a lui, salutandolo come ai vecchi tempi con il 'lei'. Antonio si girò e la riconobbe subito, ma a differenza di prima, il suo tono era molto più cordiale e amichevole, dandole subito del 'tu'. Francesca notava subito questa differenza e pensava che, alla fine, non era più il suo capo, era normale questo cambio di atteggiamento in un professionista serio come era Antonio.
Durante tutto il corso, Antonio la guardava con occhi magnetici e sorridenti, lei ascoltava attenta e il corso arrivò velocemente alla prima pausa caffè. Antonio si avvicinava subito a Francesca proponendole di pranzare insieme. Lei rimase stupita perché in tanti anni di lavoro insieme, Antonio non aveva mai bevuto neanche un caffè con i suoi sottoposti. Pensava che fosse il suo ruolo a impedirglielo all'epoca. Non le diede neanche il tempo di rispondere e riprese il corso. Francesca pensava all'invito ricevuto e le sembrava normale scrivere a suo marito. Gli raccontava che il docente del corso era il suo ex capo e che l'aveva invitata a pranzo.
Paolo rispose: "Be', dovrai pur mangiare, che problema c'è?"
Alla pausa pranzo, Antonio, dando per scontato che Francesca avesse accettato,
le diceva: "Andiamo?".
Francesca rimase un attimo stupita dal suo decisionismo, ma poi ricordava che era sempre stato carismatico e poi avrebbe pur dovuto mangiare. Scelse un ristorante classico da pausa pranzo, un luogo neutro ma sufficientemente intimo per una conversazione. Durante il pranzo, parlava del lavoro di Francesca, chiedendo se era ancora sposata con Paolo, dimostrando interesse per la sua vita oltre l'ufficio.
"Hai sempre avuto una marcia in più, oltre che essere molto affascinante" disse,
e Francesca, abituata a ricevere complimenti, arrossì di fronte a quelli di Antonio.
Francesca sentiva l'ammirazione di Antonio come un balsamo per l'anima, era il rispetto, l'apprezzamento per le sue capacità che la facevano sentire bene, non l'intenzione sessuale. Tuttavia, quando Antonio le diceva che l'aveva sempre trovata molto in gamba e bella, non poteva fare a meno di schermirsi, sentendo un leggero imbarazzo, ma anche un piacere sincero.
Il pranzo fu breve, ma la pausa ancora lunga, e Antonio propose una passeggiata. Francesca accettava con piacere, trovando piacevole il tempo passato con lui nella pausa pranzo. Era brillante e mai banale nella conversazione. Durante la passeggiata, ogni parola di Antonio era come un raggio di sole, ma Francesca non sentiva il calore del desiderio, solo l'apprezzamento per un uomo che sapeva essere un mentore. Era curiosa di sapere cosa avesse fatto Antonio negli ultimi anni, ascoltando con attenzione, sentendosi valorizzata dalla sua attenzione. Nei mesi successivi, i pranzi tra Francesca e Antonio divennero una routine, un appuntamento fisso che Francesca cresceva ad apprezzare per la compagnia e il dialogo intellettuale. Antonio continuava a decantare le qualità di Francesca, ma la sua ammirazione rimaneva platonica, un affetto che si radicava nella stima reciproca piuttosto che in un desiderio carnale. Spesso le dava dei consigli professionali e di vita. Lei li accettava piacevolmente, riconoscendo in lui l'esperienza di vita e lavorativa. Quando Antonio la prendeva a braccetto o le teneva la mano, Francesca vedeva in questi gesti una forma di affetto amicale, non un tentativo di seduzione. Tuttavia, a casa, non menzionava mai questi dettagli a Paolo, non voleva che lui pensasse male. Alla fine, erano gesti innocui e gentili. I pranzi si accompagnavano sempre a una piacevole passeggiata. Francesca intuiva che forse Antonio la stesse corteggiando, ma pensava che non fosse sicura e che, poi, alla fine, per lei era piacevole ricevere quelle attenzioni. Comunque, sarebbe stata in grado di tenerlo a distanza.
La situazione prese una svolta quando Antonio propose una giornata intera a fare shopping in un outlet. Il pensiero di passare una giornata con Antonio la stimolava, ma capiva anche che era quanto meno strano. Come avrebbe detto a Paolo? Decise che avrebbe raccontato qualche dettaglio a Paolo, dicendogli che aveva visto qualche altra volta Antonio ed erano diventati buoni amici e che per il prossimo sabato l'aveva invitata (mentendo dicendo che erano invitati entrambi) per una giornata presso il nuovo outlet.
Paolo, con la mente piena di fantasie, accettava l'invito, vedendo in questa giornata una possibilità di osservare Francesca e Antonio insieme. La sua mente era un campo di battaglia tra la voglia di vedere le sue fantasie diventare realtà e la paura di perdere la sua adorata moglie.
Quando arrivarono all'outlet, Antonio rimase sorpreso e deluso dalla presenza di Paolo, si presentarono con amicalità, e dopo una breve passeggiata insieme, Paolo decideva di mettere alla prova Francesca, lasciandola sola con Antonio. Prendendola da parte, Paolo disse a Francesca:
"Mi dispiace, devo tornare a casa. Lunedì ho quella call importatissima, non sono sicuro che sia perfetta, devo andare a rivederla".
Francesca abbozzava e diceva: "Vabbè non c'è problema, andiamo pure casa".
Ma non è necessario che tu venga. C'è Antonio qui che ti farà compagnia, vero Antonio?".
Antonio abbozzava un sorriso di circostanza e confermava. Con Paolo che si allontanava, Francesca si ritrovava in una situazione inaspettata. Sarebbe stata sola con Antonio non per la sola pausa pranzo, ma per tutto il giorno. Chissà se avrebbe continuato con le solite velate avance. Anche senza la pulsione sessuale, Francesca si sentiva a disagio, non per Antonio, ma per la situazione. Era come camminare su una linea sottile, dove ogni risata, ogni parola poteva sembrare un passo verso qualcosa di più intimo. Tuttavia, il piacere della compagnia di Antonio non cambiava, era l'amicizia che cercava, non altro. Osservando da lontano, Paolo vedeva ciò che voleva vedere: risate, tocchi, complicità. La sua mente era un vortice di emozioni, tra l'eccitazione delle sue fantasie e la gelosia che iniziava a crescere. La giornata all'outlet, che avrebbe dovuto essere un test, diventava per Paolo una conferma delle sue fantasie, ma anche un tormento di dubbi e paure. Dopo alcuni minuti di passeggiata guardando qualche vetrina, Paolo vide che i due si accomodavano a un tavolino di un bar per un caffè. Antonio era leggermente di spalle, Francesca era di fronte alla sua visuale e vicina ad Antonio. Era abbastanza lontano ma gli sembrava che la mano di Antonio fosse su quella di sua moglie. Poi si alzava leggermente andando verso Francesca. La baciava?
Francesca accusava il colpo, non si aspettava il bacio, che per quanto fosse casto era sempre un bacio. Non si ritraeva, durò solo qualche secondo ma si limitava a dire:
"Antonio, sono sposata, lo sai."
Dopo aver bevuto i loro caffè, i due si alzavano. Antonio si faceva più audace, al posto di prenderla a braccetto, abbracciava un fianco di Francesca, la quale con un po' di imbarazzo si limitava a dire di non esagerare ma non si ritirava affatto, gradendo il calore del corpo di Antonio. Ringalluzzito dalla cedevolezza di Francesca, Antonio si sentiva autorizzato ad andare avanti. L'abbraccio diventava sempre più intimo e qualche bacio sul collo. Francesca si limitava solo a ricordare di essere sposata.
Arrivarono a un negozio di costumi da bagno. Antonio disse a Francesca che poteva essere una bella idea andare al mare. "Non fa caldissimo, ma ci sarà poca gente e potremo goderci meglio la spiaggia." "Ma non ho il costume," ribatté Francesca, "Be', li compriamo qui in questo negozio." Travolta dal decisionismo di Antonio, si faceva trascinare dentro il negozio. Antonio sceglieva un costume per lei ed uno per lui. Pagava ed uscivano dirigendosi al parcheggio.
Paolo vedeva i due uscire da un negozio con un sacchettino, ma la distanza non gli permetteva di vederne il contenuto. Li seguiva ancora, vedendo che si stavano dirigendo verso il parcheggio. Dove stavano andando? Hanno già finito il giro? Sta tornando a casa? Prese la sua auto e a distanza di sicurezza li seguiva, pensando ad una strada alternativa nel caso si stessero dirigendo verso casa, doveva farsi trovare a casa. Ma presero la direzione opposta, dove stavano andando? Paolo seguiva l'auto fino a che non si fermava, parcheggiando a una distanza di sicurezza vicino alla spiaggia. Scendeva dalla macchina con il cuore che batteva come un tamburo, la mente piena di immagini e domande senza risposta.
Da lontano, cercava di individuare Francesca e Antonio tra la gente sulla spiaggia. Li vedeva, erano in una posizione leggermente defilata, in una zona della spiaggia libera dove sembrava che la realtà e la fantasia si incontrassero. Ora erano in costume da bagno, e Paolo si chiedeva se si fossero cambiati già nel negozio, un dettaglio che aggiungeva un altro strato di intimità al loro tempo insieme.
Osservava come avevano steso i teli, come se avessero sempre saputo che la giornata sarebbe finita lì. Vederli in costume, così vicini, in un ambiente così diverso dal loro solito, lo faceva sentire come un intruso nella vita di sua moglie, ma anche come un voyeur delle sue stesse fantasie. Le emozioni si agitavano dentro di lui: gelosia, eccitazione, timore, e una curiosità morbosa su cosa accadrebbe. Vederli pronti per godersi una giornata al mare, insieme, senza di lui, era come guardare un quadro che non aveva mai immaginato di vedere dipinto. Così, con il sole che illuminava la spiaggia e le onde che mormoravano segreti, Paolo si trovava a spiare la donna che amava e l'uomo che aveva sempre immaginato nei suoi sogni più oscuri, in un contesto che rendeva tutto più reale e pericoloso. La distanza fisica che manteneva non era nulla rispetto a quella emotiva che sentiva crescere tra lui e Francesca, mentre cercava di capire cosa significasse tutto questo per il loro futuro. La spiaggia era quasi deserta, un palcoscenico privato per i desideri e le paure di tre anime. Francesca e Antonio erano seduti sui loro teli, conversando con una vicinanza che suggeriva intimità. Antonio guardava Francesca con un interesse che andava oltre l'amicizia, i suoi occhi percorrevano le sue forme, e Francesca, con un misto di imbarazzo e piacere, si schermiva. Francesca si sedava per prima su uno dei due teli e poteva notare per la prima volta Antonio in costume. Era veramente un bel uomo. Sì, aveva un accenno di pancetta ma era molto alto, un petto ben formato e braccia e gambe massicce, sicuramente sarà un ex atleta, pensava.
Si stendeva sul telo anche Antonio e la baciava, prima sul collo, poi sulle labbra. Francesca, con una forza che le veniva dal cuore, ripeteva: "Sono sposata." Per togliersi dall'imbarazzo, decideva di stendersi a pancia in giù, sperando di mettere un po' di distanza tra loro. Ma per Antonio, questo gesto era un invito. Si avvicinava dolcemente, accarezzando le curve di Francesca, baciandole il collo da dietro. Francesca, sorpresa, girava il volto, pronta a ricordargli nuovamente il suo stato matrimoniale, ma Antonio era più veloce. Le labbra di Antonio si posavano sulle sue ancora una volta, questa volta con una persistenza che non lasciava spazio alle parole. La sua lingua cercava delicatamente la sua, e Francesca, in un momento di debolezza o di desiderio, si lasciava andare al bacio, partecipando con un piacere che non aveva previsto. Ma quando Antonio si appoggiava al suo corpo, rendendo palpabile la sua "ingombrante" eccitazione, Francesca si risvegliava dal suo momento di abbandono. Si staccava bruscamente, dicendo con una voce che era un mix di desiderio e determinazione, "Dai, basta Antonio. In quell'istante, Francesca sentiva il cuore battere forte, non solo per l'eccitazione ma anche per la colpevolezza e la confusione. Aveva goduto del bacio, ma sapeva che questo andava oltre ciò che poteva permettersi. La sua fedeltà, il suo amore per Paolo, la tiravano indietro verso la realtà, anche se una parte di lei era stata tentata di lasciarsi andare a qualcosa di proibito. Ma Antonio, come un predatore rapace che fiuta la preda, non si fermava affatto, si stendeva al suo fianco e la baciava ancora con trasporto. Ancora una volta, lei non sapeva resistere e partecipava al bacio. Le mani di Antonio iniziavano a viaggiare sul corpo di Francesca, poi Antonio si fermava, la faceva alzare e la conduceva per mano verso la pineta. Non seppe ribellarsi.
Appena dentro la pineta, dove la luce del sole si filtrava tra le fronde, Antonio avvolgeva Francesca da dietro, la sua figura imponente che la sovrastava, facendola sentire piccola e completamente presa. Francesca sentiva l'ingombrante presenza di Antonio, sentiva quanto era grosso e duro il suo cazzo, premuto contro di lei, un promemoria palpabile del suo desiderio. Le mani di Antonio scorrevano sul suo corpo con una sicurezza che la faceva tremare. "Antonio, no, non dovremmo...", mormorava, ma le sue parole si perdevano in un sospiro quando lui iniziava a baciarle il collo, mandando ondate di calore attraverso di lei. Le sue dita si muovevano sotto il costume, accarezzando i suoi capezzoli, facendoli indurire sotto quel tocco audace."Shh, Francesca, sei bellissima," le sussurrava all'orecchio, la sua voce carica di desiderio. Mentre continuava a esplorare il suo corpo, spingeva il suo bacino contro di lei, facendole sentire la sua erezione, dura e prominente La sensazione di quella presenza così ingombrante, così evidente, la faceva sentire come se fosse in fiamme. Il cuore le batteva forte, e il piacere che provava era contrastato solo dal senso di colpa. "Antonio, ti prego, sono sposata," cercava di dire, ma la sua voce era debole, tradita dal desiderio che sentiva crescere dentro di sé. Non si fermava, accentuando il contatto tra loro, le sue mani ora più audaci scendevano verso il basso, accarezzando il suo sesso sopra il costume, mentre le sussurrava parole sporche. "Non mi importa, voglio solo farti sentire quanto ti desidero. Guarda come ti voglio, cazzo," diceva, mentre ogni spinta contro di lei le faceva sentire chiaramente la sua dimensione, la sua durezza.La sensazione di essere desiderata in quel modo, così viscerale, la faceva sentire viva, ma anche terribilmente vulnerabile. Sentiva ogni centimetro di lui, il suo cazzo che premeva contro di lei, un richiamo al piacere che non aveva previsto. "Antonio, basta, non possiamo..." provava a dire, ma la sua protesta era debole, sovrastata dal piacere che provava quando lui le faceva sentire ancora di più la sua presenza ingombrante. In un momento di lucidità, riusciva a fermarlo. "Dai, la giornata è ancora lunga e possiamo divertirci, fra un po' andremo a mangiare sul mare," diceva Antonio, con un sorriso che tentava di dissipare la tensione. Francesca, ancora una volta, cedeva a quella persuasione, si risiedeva sul telo, cercando di riprendere il controllo delle sue emozioni. Antonio non faceva più alcun approccio esplicito, ma ogni tanto Francesca si ritrovava a lanciare uno sguardo verso i boxer di Antonio, curiosa di ciò che aveva sentito prima. Antonio, accorgendosene, le lanciava un'occhiata complice, sogghignando di sottecchi.
Nel frattempo, Paolo rimaneva in attesa, con l'ansia che cresceva a ogni secondo passato nella pineta. Dieci, quindici minuti che sembravano un'eternità, senza vedere cosa stessero realmente facendo. Quando finalmente li vedeva uscire da lontano, non riusciva a distinguere chiaramente. Il costume di Francesca sembrava fuori posto, ma forse era solo la sua immaginazione che giocava brutti scherzi. "Cosa avranno fatto? Hanno scopato?" si chiedeva Paolo, sentendo la pressione crescere dentro di sé, il cuore che batteva forte e una sensazione di eccitazione che lo faceva diventare duro, quasi dolorosamente.
La sua mente era un turbine di immagini e scenari, ognuno più erotici dell'altro, alimentati dall'incertezza e dal desiderio. Vederli tornare alla spiaggia non faceva altro che accrescere la sua frustrazione e l'eccitazione, lasciandolo con un mix di gelosia, desiderio e un bisogno fisico che lo faceva sentire come se fosse sul punto di esplodere. La sua fantasia si era scontrata con la realtà, e ora non sapeva più cosa desiderare di più: chiarezza o l'eccitazione di non sapere.
Passava un tempo indefinito per Paolo che non notava più atteggiamenti equivoci. Li vedeva solo parlare amichevolmente. Ad un certo punto, li vedeva alzarsi e dirigersi verso il parcheggio. Ancora una volta, doveva correre alla sua auto per non farsi vedere. Questa volta la sua auto era un po' più lontana, e quando si rimetteva in marcia, li aveva persi.
Girava un po' a zonzo, incerto su dove andare. La strada era trafficata e non poteva certo andare veloce, riceveva un messaggio sul cellulare. Accostava per leggere. Era Francesca che gli comunicava che stavano andando a mangiare e se riusciva ad unirsi a loro. Voleva dire di sì e raggiungerli subito per interrompere questa cosa che gli stava provocando un intenso dolore, ma l'eccitazione era più forte di lui: "Mi dispiace ma non riesco, ho riletto la presentazione e fa schifo, la sto riscrivendo completamente. Magari vi raggiungo più tardi."
Con questo messaggio, Paolo sceglieva di prolungare il suo tormento, di lasciare che la fantasia e la realtà continuassero a intrecciarsi, preferendo l'eccitazione a cui non poteva rinunciare, nonostante il dolore che gli provocava. La sua decisione di non unirsi a loro era un atto di auto-tortura, un modo per esplorare i limiti della sua gelosia e del suo desiderio, mentre si chiedeva cosa stesse succedendo tra Francesca e Antonio, senza mai avere il coraggio di affrontare la verità faccia a faccia. Riflettendo su dove potessero andare per pranzo, concludeva che probabilmente non sarebbero tornati all'outlet ma avrebbero scelto uno dei ristoranti sulla litoranea. "Sicuramente saranno sulla litoranea," mormorava tra sé, facendo inversione con l'auto per dirigersi nuovamente verso la costa. Paolo procedeva lentamente lungo la litoranea, gli occhi attenti a cogliere ogni dettaglio. Alla fine, scorgeva l'auto di Antonio. Parcheggiava dalla parte opposta, lontano dalle vie di accesso, assicurandosi che quando uscissero, non vedessero la sua macchina. Si avvicinava piano, cercando di non essere notato, e da lontano li vedeva seduti a un tavolino appartato che dava sul mare. Stavano conversando amabilmente, sul tavolo c'erano due bicchieri e una bottiglia di vino, un quadro di normalità che contrastava con il caos delle emozioni di Paolo. Li osservava, cercando di leggere tra le righe della loro conversazione, immaginando cosa potessero dirsi, mentre il vino suggeriva un'atmosfera di relax e intimità che lo faceva sentire sempre più estraneo alla vita di sua moglie.
Dopo l'episodio nella pineta, il cuore di Francesca batteva ancora a mille. Era eccitata, sì, ma sapeva di aver fatto qualcosa di non corretto. Tuttavia, non riusciva a staccarsi da quel fascino magnetico che Antonio emanava. Poteva andarsene, ma decideva di rimanere in spiaggia, un'ancora di contraddizioni tra desiderio e moralità.< Ogni tanto, colta dalla curiosità, guardava verso i boxer di Antonio, ricordando quella sensazione ingombrante. Veniva scoperta e arrossiva come una ragazzina, sentendo il calore salirle alle guance. Tranne per qualche dolce carezza, Antonio non accennava più a nessun approccio esplicito, lasciandola in uno stato di tensione e sollievo allo stesso tempo.
Antonio si alzava, prendeva per mano Francesca e le diceva che l'avrebbe portata in un bel ristorante sul mare. In macchina, quasi presa dal panico, Francesca prendeva il cellulare e scriveva a Paolo, comunicandogli che stavano andando a pranzo e chiedendogli se voleva partecipare. La sua testa sperava che il marito la raggiungesse, desiderando che lui ponesse fine a questo martirio, ma il suo corpo sembrava avere altre idee.
La risposta negativa di Paolo la lasciava interdetta, non sapeva se essere felice o triste. Una parte di lei era sollevata di poter continuare a godere della compagnia di Antonio, ma un'altra parte sentiva il peso della colpa e del desiderio di tornare alla normalità. Antonio era sempre bravo a rimetterle allegria e spensieratezza, distraendola dai suoi conflitti interiori.
Nel frattempo, in auto, la mano di Antonio era sul suo ginocchio, un tocco che sembrava innocente ma che faceva sentire Francesca come se fosse in bilico tra due mondi. Quell'attimo di contatto fisico, così semplice ma carico di significato, la faceva riflettere su quanto fosse facile permettere al desiderio di prendere il sopravvento, e su quanto fosse difficile mantenere il controllo quando ogni fibra del suo essere era attratta dal carisma e dalla sicurezza di Antonio.
Al tavolo del ristorante, Antonio aveva modo di parlare dell'episodio della pineta e di tutto il resto. "Francesca, sei troppo sensuale, ti ho sempre desiderata," le confessava con voce bassa, mentre le accarezzava le gambe sotto il tavolo. "Toccarti è stato così piacevole, e so che anche a te è piaciuto, l'ho sentito quando ho infilato le mani nella tua intimità," continuava, con una sicurezza che faceva tremare Francesca. Seduti uno accanto all'altro, Francesca non riusciva a trovare parole per rispondere, il suo corpo in conflitto tra il piacere e la colpevolezza. La mano di Antonio sulle sue gambe era come una corrente elettrica che la attraversava, risvegliando il desiderio che aveva cercato di soffocare. Non ricevendo risposta, Antonio si avvicinava e la baciava con passione, un bacio che Francesca non respingeva. Ancora una volta, si lasciava travolgere da quella passione, come se fosse tornata adolescente, cedendo a un bacio lungo ed appassionato che li faceva sentire come due quindicenni innamorati. Francesca si stava sciogliendo, il suo corpo rispondeva a quella vicinanza con un desiderio che non poteva più negare. Il bacio era un turbine di sensazioni, ogni tocco delle loro labbra un ricordo del piacere provato nella pineta, un riconoscimento del desiderio reciproco che non si poteva più ignorare. Si sentiva come se fosse in un sogno, dove le regole della realtà non valevano, dove poteva permettersi di essere solo una donna desiderata e desiderante. Antonio, con una delicatezza che contrastava con l'intensità del momento, afferrava la mano di Francesca e la appoggiava sulla patta dei suoi pantaloni. "Visto che eri curiosa, adesso lo puoi sentire, se vuoi lo puoi anche vedere," diceva con un sussurro carico di promesse.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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