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La mia ragazza scopata dall'animatore


di Lo_Scrittore
24.10.2024    |    13.446    |    5 8.7
"Quando parlo con lui, quando rido alle sue battute..."
Io e Lucia stavamo insieme da tre anni, e quell'estate avevamo deciso di concederci una vacanza al mare, lontano dalla routine e dallo stress del lavoro. Avevamo scelto un resort esclusivo, immerso nella natura, dove potevamo rilassarci e godere di ogni momento insieme. Sin dal nostro arrivo, l'atmosfera era vibrante e allegra, grazie all'equipe di animazione che organizzava giochi, spettacoli e serate a tema.

Tra tutti, c'era lui: il capo animatore, Riccardo. Alto, abbronzato, con un sorriso che catturava l'attenzione di tutti. Sapeva come tenere il pubblico in pugno, scherzando e flirtando con una facilità disarmante. Da subito avevo notato che Lucia lo guardava spesso. All'inizio, non ci avevo dato peso: d'altronde, chiunque avrebbe notato un tipo come Riccardo. Però, col passare dei giorni, mi resi conto che c'era qualcosa di più.

Era nei suoi occhi, nei piccoli gesti. Quando parlava con lui, il suo sguardo si faceva più intenso, e io... beh, inizialmente provavo un misto di gelosia e confusione. Ma poi, un pensiero si fece largo nella mia mente, strano e pericoloso. Mi accorsi che quella gelosia mi stava eccitando. Era come se il desiderio di Lucia per un altro uomo risvegliasse qualcosa di oscuro dentro di me. E non potevo negarlo: mi piaceva.

Una sera, dopo cena, mentre passeggiavamo sulla spiaggia, Lucia si fermò, fissando l'orizzonte. La luna illuminava il suo profilo, e c'era un'energia diversa nell'aria. Mi prese la mano e mi guardò negli occhi, con un sorriso enigmatico.

"Marco..." sussurrò, la sua voce bassa e seducente. "Ti piace quando mi guardano, vero?"

Il mio cuore accelerò. "Cosa intendi?" risposi, anche se sapevo esattamente cosa voleva dire.

"Ho visto come guardi Riccardo... quando parlo con lui, quando rido alle sue battute. Ti eccita, non è vero?"

Non risposi subito, ma il calore che mi saliva nel corpo era innegabile. Lei si avvicinò di più, le sue labbra quasi a sfiorare le mie. "E se ti dicessi che anche a me eccita... sapere che mi guardi mentre mi desidera?"

Un brivido mi percorse la schiena. Sentivo il mio respiro farsi più pesante. Non avevo mai immaginato che potessimo arrivare a questo punto, ma l'idea mi stava consumando.

Quella notte, Lucia mi provocò come mai prima. Indossò un vestito leggero, quasi trasparente, per la serata danzante organizzata al resort. Ogni movimento del suo corpo sembrava studiato per attirare l'attenzione di Riccardo, e io non potevo fare altro che restare a guardare, come ipnotizzato. Li osservavo mentre ballavano, i loro corpi sempre più vicini, le risate sempre più intime. La mia mente era un turbine di emozioni: gelosia, desiderio, eccitazione.

Quando la festa finì, Lucia mi prese la mano e mi portò verso la nostra stanza. Ma non entrammo. Mi guardò con quegli occhi che conoscevo così bene e sussurrò: "Aspettami qui."

La vidi allontanarsi, dirigendosi verso la zona degli alloggi del personale. Il mio cuore batteva forte, ma non potevo fermarla. Non volevo fermarla. Ero consumato da un desiderio che non riuscivo a comprendere del tutto.

Dopo qualche minuto, la seguii, muovendomi nell'ombra. Mi avvicinai alla porta socchiusa della stanza di Riccardo e, con il fiato sospeso, spiavo all'interno. Lì, davanti a me, Lucia era distesa sul letto, mentre Riccardo la sfiorava lentamente, esplorando il suo corpo. Ogni loro movimento, ogni respiro, era un colpo diretto al mio desiderio. Non potevo distogliere lo sguardo.

Sentii il mio corpo reagire, il calore salire. L'eccitazione era insopportabile, quasi dolorosa. Mi appoggiai alla parete, cercando di non fare rumore, mentre i loro gemiti riempivano la stanza. E poi, senza nemmeno rendermene conto, venni, eiaculando nei pantaloni. Il piacere era così intenso che mi sentii quasi vacillare, ma rimasi lì, immobile, a guardarli ancora per un attimo.

Quando tutto finì, Lucia si voltò e, come se sapesse che ero lì, mi lanciò un ultimo sguardo, un misto di trionfo e complicità.

Quella notte, tornai nella nostra stanza. Lucia arrivò poco dopo, senza dire una parola. Ma non servivano parole. Lo sapevamo entrambi: qualcosa era cambiato tra di noi. E, per quanto strano potesse sembrare, quel cambiamento ci aveva avvicinati più di quanto avrei mai immaginato.
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