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La storia della mia vita


di jonny76
26.06.2007    |    25.934    |    0 8.0
"L'adagiai sul letto e lei mi fece segno di abbracciarla..."
Tra tutte le storie che ho raccontato questa sicuramente è la più lunga. Il perché sta nel fatto che è l'unica storia vera la 100%.
Tutto cominciò qualche anno fa, esattamente nel 1999. A quel tempo lavoravo per una grossa società che aveva varie sedi in Italia e gestiva le parti di ricambio di grosse multinazionali dei PC. Io mi occupavo di coordinare le sedi del nord Italia e di verificare che le parti di ricambio arrivassero ai riparatori in tempi brevi. Un giorno Andrea, io mio capo, mi disse: Davide, da oggi la sede di Torino dovremo gestirla noi. C'è una ragazza, Daniela, che si occupa del magazzino. Cerca il suo numero di telefono nella rubrica aziendale e chiamala.
Daniela, era una bella ragazza, bionda, capelli ricci ondulati e occhi verdi, portava gli occhiali dello stesso colore degli occhi e vestiva sempre in modo elegante e intrigantemente sexy. Me la ricordai durante una visita che fece da noi qualche mese prima. Venne a salutarci e per circa 10 secondi i nostri sguardi si incrociarono, e in quel momento scattò qualcosa che nel bene e nel male continua ancora oggi. Avevo così voglia di andare a telefonarle che noi capii quello che Andrea mi stava dicendo, il pensiero era già ai suoi bellissimi occhi.
Andai alla mia scrivania, cercai il numero e la chiamai. Tutto iniziò quando composi quel numero, se ci ripenso ancora mi vengono i brividi, sono successe tente di quelle cose che mi sembra incredibile.
La prima nostra chiacchierata fu molto formale ma si capiva che era scattato qualcosa da tutte e due le parti. La sua voce aveva un effetto quasi erotico e il suo accento così marcatamente torinese era stranamente bellissimo. Parlammo molto su come organizzare il lavoro e prima di lasciarci lei mi disse: mi sei già simpatico, e mi ricordo anche il tuo viso e i tuoi begli occhi che mi guardavano fissa il giorno che che sono venuta a Milano.- Io non so come, perché ero e sono ancora abbastanza timido le dissi: come potevo non fissare quei bellissimi occhi che ti ritrovi! - E lei mi disse: meglio che ci salutiamo. Ti auguro buona serata. - E riattaccò.
Da quel giorno ogni pretesto per telefonarci era valido, tanto ufficialmente si parlava di lavoro. Le telefonate diventavano sempre più frequenti e lunghe, tanto che Andrea un giorno mi chiamò e mi disse: Davide mi fa piacere che adesso da quando ci sei tu a seguire il Piemonte le cose vadano molto meglio, bravo continua così!- Per un momento credetti che mi facesse una bella ramanzina, ma non fu così. Lo raccontai a Daniela, la quale mi disse: Non mi basta più sentirti durante il giorno, sento il bisogno di sentirti anche dopo il lavoro, e il sabato e la domenica, mi dai il numero del tuo cellulare?- Glielo diedi senza pensarci neanche mezzo secondo. Da quel momento iniziammo a sentirci anche dopo il lavoro, la sera e ogni tanto la notte soprattutto il sabato e tutti i giorni da quando salivo in macchina fino a quando arrivavo in ufficio. Spendevamo una cifra spropositata in ricariche telefoniche. Poi un giorno le dissi: Dada (voleva che la chiamassi così) perché non ci incontriamo? Ho voglia di conoscerti.- Dopo un po' di esitazione lei mi disse: Anch'io ne ho voglia, ma il mio fidanzato come la prenderebbe?- Aveva un fidanzato, anzi conviveva da 7 anni con il suo ragazzo. Ci rimasi un po' male, caspita ero il suo amante, il suo giovane amante virtuale. Giovane perché il avevo da poco compiuto 23 anni e lei ne aveva appena fatti 30. Ben 7 anni di differenza! Iniziavo a capire perchè lei si stava avvicinando a me, e cioè che era in crisi con il ragazzo e cercava una "consolazione" in me. Pazienza che fra di noi c'erano quasi 200 Km, per il momento a lei andava bene così. Iniziai un po' a cambiare nei suoi confronti, le telefonate da parte mia erano diminuite e per un po' anche le sue. Ma poi accadde una specie di imprevisto. Il mio modo di comportarmi le fece credere che io ero innamorato di lei e mi ero ingelosito. Iniziò a dire al suo ragazzo, che stupido non era e si era insospettito di tutte le telefonate, che io e lei uscivamo insieme, che ero il suo amante. Il suo comportamento diventò un po' morboso e geloso. Si incavolava se non la chiamavo e se non le rispondevo al telefono, se lasciavo il cellulare spento, se preferivo uscire con i miei amici piuttosto che stare ore a parlare con lei al telefono. Un giorno le dissi: Daniela, io per te non provo quello che provi tu per me. Forse all'inizio credevo anch'io che fra noi potesse esserci qualcosa ma dall'evoluzione dei fatti ho capito che non è così. Per cortesia da oggi non chiamarmi più. ho detto ad Andrea che ad occuparsi del nord Italia ci sarà Antonio, io farò il sud. Ah, c'è un'altra cosa, fra 15 giorni lascerò l'azienda, ho accettato un'altra offerta di lavoro.- Daniela si mise a piangere e poi mi disse: Peccato perchè io per te stavo per mollare tutto e venire da te.- Da quella telefonata passarono due lunghissimi e interminabili anni. Un fatidico giorno di Giugno di due anni dopo, non so cosa scattò in me ma fu naturale e istintivo, presi il telefono e la chiamai. Parlammo del più e del meno, mi disse che era venuta a Milano e aveva avuto la tentazione di chiamarmi ma non lo aveva fatto e così via, le dissi che mi ero fidanzato e lei mi disse che era single da due anni. Il giorno stesso che l'avevo mollata io, l'aveva fatto anche il suo ragazzo. Non ci sentimmo più per altro tanto tempo, ma io continuavo a pensare a lei, anche quando facevo l'amore con la mia ragazza che adesso è mia moglie, io spesso pensavo a lei, a come sarebbe stato se lei avesse davvero mollato tutto e fosse venuta da me qualche anno prima. La mia nuova attività lavorativa, un benedetto ma allo stesso tempo maledetto giorno, mi portò a Torino. Dovevo stare li 4 giorni. Pianificai tutto a dovere. I giorni che dovevo passare Torino erano da lunedì a giovedì, ma dato che avevo una voglia matta di vederla, dissi a mia moglie che sarebbe stato meglio, per verificare i luoghi del lavoro, anticipare la partenza al sabato pomeriggio per avere un giorno in più a disposizione. Arrivai a Torino alla stazione e non esitai a chiamarla subito: Dada, ciao sono Davide. Sono a Torino, in stazione, se non hai niente da fare mi vieni a prendere?- Sentii un attimo di esitazione e poi mi rispose: Era tanto che ti aspettavo. Aspettami vicino alla fermata dei taxi. 10 minuti e sono da te!- Furono i dieci minuti più lunghi della mia vita. Durante l'attesa mi chiedevo come fosse diventata, se era rimasta uguale, se aveva ancora gli occhiali con la montatura verde. ci eravamo inviati via mail un po' di foto, ma erano passati 7 anni! In tutto quel tempo anche io ero un po' cambiato. Mi avrebbe riconosciuto? I dieci minuti erano passati da un pezzo e stavo diventando un po' ansioso. E se ci avesse ripensato? Va be, io ci ho provato- dicevo tra me e me- e mentre ero immerso nei miei pensieri sentii la sua voce dietro di me. -Ben arrivato! Hai fatto buon viaggio?- La voce era la stessa, l'accento bellissimo molto marcato mi fece ricordare i tempi delle telefonate. Mi girai piano piano e ci guardammo negli occhi. Lei un poco più bassa di me era li che mi sorrideva, la guardai fissa negli occhi e sorrisi anch'io. Allargò le braccia e mi disse: Dai, non mi saluti neanche?- Ci abbracciammo e ci baciammo sulle guance come due vecchi amici che non si vedevano da tempo. Sentii il suoi profumo. Era da tanto tempo che desideravo quel momento. Lei mi disse: Dai, sali in macchina che ti accompagno in albergo, ti fai la doccia e poi ti porto fuori tutta la notte.- Ci incamminammo verso la macchina e quando fummo dentro e partimmo, mi squillò il cellulare. Era mia moglie: Ciao tesoro, sei arrivato? - Si amore mio, sono in taxi e sto andando in albergo ci sentiamo domani mattina, sono un po' stanco e ho un po' di mal di testa- Allora buona notte e a domani- e chiuse la comunicazione. Daniela si mise a sorridere, e io le dissi in che albergo avevo prenotato. Arrivammo a destinazione, e salimmo in camera. Posai il borsone e ci sedemmo sul bordo del letto. la guardai in faccia per fissarmi in mente i connotati del viso e anche se eravamo praticamente sconosciuti era come se il suo viso mi fosse familiare da sempre. Istintivamente l'accarezzai sulla guancia e lei seguì i movimenti con la sua mano sopra la mia e intanto chiuse gli occhi. -Non sei cambiata per niente, sei sempre la bella ragazza che ho conosciuto 7 anni fa.- -Neanche tu sei cambiato, nella mia mente ti ho sempre avuto vicino a me, anche quando facevo l'amore con i ragazzi che si sono succeduti dopo di te, io è come se avessi avuto te nel letto con me. Sei stato una presenze sempre viva nella mia vita. E adesso il cuore mi batte forte forte.- Mi avvicinai al suo viso e le sfiorai le labbra con la mia bocca. Lei ricambiò il mio gesto e ci baciammo dolcemente. Non so per quanto tempo restammo in quella posizione, ma dopo un po' le dissi: E' meglio che vado a farmi la doccia, così mi porti a vedere Torino di notte- -Ok vai, che ti aspetto qui- Andai nel bagno con il necessario per la doccia e quando uscii dopo qualche minuto fummo pronti per andare a cena. Mangiammo una pizza e poi andammo a fare una passeggiata in centro. Si stava bene all'aperto e camminavamo mano nella mano come due fidanzatini. Ad un certo punto ci fermammo e ci sedemmo su una panchina. L'abbracciai e ci baciammo, stavolta un po' più appassionatamente. La mia lingua si incrociava con la sua, le mie mani percorrevano tutta la sua schiena, mentre le sue mani mi arruffavano i capelli. Ci staccammo e lei mi disse: Ti va se ti faccio vedere casa mia?- -Con grande piacere- Mi portò in casa sua, un bell'appartamento appena fuori Torino. Appena chiuse la porta, mi attirò a se e ci abbracciamo e baciammo. Mi trascinò in camera da letto e iniziò a spogliarmi. Io lo feci a mia volta e alla fine ci ritrovammo nudi e abbracciati. L'adagiai sul letto e lei mi fece segno di abbracciarla. Mi sdraiai sopra di lei, lei piano piano aprì le gambe e mi disse: Tesoro mio, era da tanto che desideravo questo momento, è tanto che desideravo averti dentro di me. Dai, cosa aspetti....- Le misi la lingua in bocca e iniziai a penetrarla. Prima piano, poi sempre più veloce. Lei stringeva le sue mani sulle mie braccia, sulla schiena, sulle natiche e godevamo di piacere, i nostri sudori si stavano mischiando, la sua lingua esplorava il mio collo, le spalle, le orecchie, il viso. Sentivo l'odore sella sua saliva, un odore eccitante e più lo sentivo e più godevo. Accelerò i suoi movimenti e mi disse: Prendo la pillola- E appena ebbe finito di dirmelo le venni dentro. Lei fece un urlo di piacere e mi strinse forte. Ci baciammo, le nostre lingue continuarono il lavoro di esplorazione. Uscii da lei e con la lingua andai a cercarle il collo; mi soffermai a lungo su un punto quando vidi che fece un sussulto di piacere. Con le mani le accarezzavo i seni, non tanto grandi ma morbidi e con i capezzoli piccoli e duri come chiodi che continuavo a massaggiare. La lingua andava sempre più giù verso l'ombelico che iniziai a stuzzicare. Mi spostati sempre più giù, sentivo l'odore della sua figa, i peli corti dovuti probabilmente ad una rasatura di qualche settimana prima. Presi un lembo di lenzuolo e la pulii dallo sperma che stava uscendo. Con le dita bagnate di saliva iniziai a masturbarle il clitoride, poi iniziai a penetrarla prima con uno, po con due e infine con tre dita e con il pollice che massaggiava il clitoride. Il mio pene era diventato nuovamente duro e pulsante, Dada bloccò i miei movimenti e mi disse di girarmi e sdraiarmi. Si sedette con la figa sulla mia faccia e sdraiandosi su di me iniziò a farmi un pompino. Sentivo le tette sulla mia pancia, i capezzoli duri mi facevano il solletico. Lei lo capì, si fermò, si girò e mi guardò in faccia. Per un attimo ridemmo, poi mi guardò con uno sguardo pieno di erotismo e girandosi e sdraiandosi su di me si infilò il mio pene in figa, e iniziò ad andare su e giù fino a quando non le venni ancora dentro. Ero esausto e completamente fradicio del mio e del suo sudore e della sua saliva che avevo sparso per tutto il corpo. Ci addormentammo abbracciati e al mattino quando ci risvegliammo facemmo ancora l'amore, e ancora altre volte per tutto il giorno e nelle sere e notti seguenti. Dovevamo recuperare il tempo perduto. Adesso io Daniela ci sentiamo ancora. Io sono ancora felicemente sposato con mia moglie e lei si è fidanzata. Però ogni tanto ci incontriamo, ricordiamo i vecchi tempi e facciamo tanto tanto sesso.
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