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Luoghi rischiosi


di pazzoperilsesso
08.02.2017    |    816    |    0 9.2
"Tempo di dire alla segretaria "esco e torno tra mezz'ora", e sono già sotto il palazzo..."
I primi mesi di una storia clandestina, si sa, sono i più caldi, più torbidi.
La frequentavo da circa 3 mesi, una bella 38 enne, molto calda, molto passionale.
Mi passa a trovare in orario lavorativo, nei pressi del mio ufficio, un pomeriggio verso le 5.
Solito sms, che dice "ti aspetto giù, all'angolo del palazzo".
Tempo di dire alla segretaria "esco e torno tra mezz'ora", e sono già sotto il palazzo.
Non sapevo dove portarla, poco tempo lei e poco tempo io.
Fortuna avevo con me le chiavi del palazzo, quelle della porta sul retro del cortile.
La palazzina per fortuna conta pochi inquilini, alcuni appartamenti sfitti, quindi poco via vai in cortile.
La vedo e la porto verso il cortile ed entriamo nella porta sul retro del condominio.
Tempo primaverile, ma ancora freddino. Cominciamo a baciarci in modo famelico, a toccarci dappertutto, malgrado l'impaccio dei vestiti. Dietro il muro della scala, nei pressi dei contatori elettrici c'era giusto un angolino dove consumarci in un gioco di mani e di baci famelici.

Si chinò per un pompino, incurante del fatto che potesse entrare qualcuno, un condomino che rientrava dal lavoro, chissà.

A mia volta mi chinai per leccarle la figa, e contemporaneamente per penetrarla con le mie lunghe dita della mano destra, che lei aveva dall'inizio apprezzato prima di scegliermi come amante.
La porca aveva già intuito le potenzialità delle mie dita, ed infatti riuscivo ad accarezzarle il punto G come nessuno aveva fatto mai prima d'ora con lei. Evidentemente aveva avuto rapporti solo con uomini bassi e dalle mani piccole, per mia fortuna.

Mai avrei pensato di scoparla in quel posto, ma mi offrì, voluttuosa, le spalle, ed un'occhiata complice che mi rese indifferente al mondo esterno.
In quel momento poteva entrare gente, ma non eravamo più coscienti del mondo. Esistevano solo i nostri corpi e la nostra vorace passione, insensibile ad altri stimoli. Solo l'ansimare dei nostri respiri, che cercavamo inutilmente di trattenere, ma che invece echeggiavano nell'atrio e per le scale.
Cominciai a scoparla da dietro in modo quasi selvaggio, un'eccitazione davvero ai massimi livelli, catalizzata da troppi fattori moltiplicatori del piacere: la complicità che si ha solo con un'amante, la sorpresa della visita, il luogo pericoloso, i baci famelici... tutto contribuiva a elevare alla massima potenza l'eccitazione, la fame chimica dei nostri corpi...

Tutto esplose all'unisono, era filato tutto liscio, nessuno ci aveva scoperti ed avevamo goduto come veri porci.
Un veloce saluto, senza nemmeno la comodità di un bagno.
Anche stavolta si era consumato tutto in pochi ma indimenticabili minuti.

La pesantezza del lavoro e dei problemi era scomparsa in un attimo.

Chissà dove ci spingeremo a farlo la prossima volta? Se lei si spingeva a farlo nell'atrio di un palazzo, avrei potuto proporle luoghi ancora più pericolosi, ancora più eccitanti...
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