tradimenti
PROFESSORI, SEGRETARIE E MARITI

25.05.2025 |
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"Lei mi fermò la mano, dove la fede che portava al dito luccicava maestosa..."
L’insegnamento era proprio la mia strada, anche se lo scoprii tardi. Dopo anni di imprenditoria quel ruolo mi piaceva, tradurre concetti e nozioni era come magnificare il lavoro che avevo svolto negli anni precedenti ed in qualche modo farlo continuare. Era una bella università, con professori di ottimo livello.C’era poi tutta la parte della segreteria docenti, a cui mi approcciai in maniera dubbiosa, ‘I soliti statali’ pensai, ‘che rallentano tutte le procedure del mio metodo di insegnamento…’, situazione che invece si rivelò totalmente errata, trovando ottimo personale e soprattutto molto disponibile.
Lavoravo con Claudio, quarantenne di bella presenza e con Giulia, che aveva qualche anno in meno, bel fisico e viso molto pulito, marcato da un caschetto che la rendeva perfetta per l’immaginario collettivo della segretaria. Sempre in gonna, appena sopra il ginocchio, sempre in camicetta.
“Come le sembra prof?”. mi disse una volta Claudio indicando con lo sguardo Giulia mentre attraversava veloce il corridoio.
“Lavora molto bene! Abbiamo parlato proprio questa mattina di una problematica legata al bando Erasmus, veloce e precisa”.
“Intendevo altro prof… fisicamente come al trova?”.
Arrossii schiarendomi la voce “Bhe si, una bella donna, molto carina sì”.
“Piace molto anche a me, è mia moglie”
“Complimenti, davvero una bella donna ecco!”. Dissi uscendo da quella situazione simulando l’arrivo di un messaggio di posta, e mi congedai.
Qualche giorno dopo Giulia mi raggiunse in aula, sul finire della lezione, con le dita mi indicò un banco in fondo dove si posizionò ascoltando gli ultimi minuti di lezione.
“Complimenti prof! – mi disse quando anche l’ultimo studente uscì dall’aula – davvero una bella chiusura di lezione, appassionante! Posso diventare sua alunna?!”
“Certo Giulia, ne sarei onorato – dissi sorridendo mentre indicai i documenti che aveva stretti sul petto - mi dica pure come posso aiutarla”.
“Non mi servono firme prof – disse chiudendo la porta dell’aula – so che mio marito le ha parlato di me, la volevo ringraziare, mi ha riferito di un commento positivo!”.
Tornai ad arrossire “Si certo, è una bella donna lo può constatare ogni mattina del resto? Avrà uno specchio” dissi sorridendo mentre rimettevo nella mia borsa alcuni documenti.
Lei mi fermò la mano, dove la fede che portava al dito luccicava maestosa. Aspetti, “Le volevo parlare del motivo della domanda di Claudio nei suoi confronti. Sa qualche tempo fa ho utilizzato il suo telefono per un’urgenza, non sono una che controlla ma dovevo cercare un indirizzo e mentre digitavo il nome sul motore di ricerca mi sono apparsi dei video guardati, hard. Fin qui tutto ok…”
“Ehm, - la interruppi - scusi Claudia, credo sia una cosa personale, ecco non le nego un imbarazzo”.
“Non si imbarazzi prof. Mi faccia finire. Come le dicevo video hard ok, credo sia comune, ma erano tutti legati a situazioni cuckold, decine di video in situazioni di un terzo che approfitta della moglie”.
Mi allentai la cravatta “Bhe magari una situazione casuale legata a curiosità… sa noi maschi”
“Mi faccia continaure, ieri sera mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto provare quella situazione, con lei prof, visto che avevo mostrato apprezzamento quando è arrivato in ateneo…”.
“Bhe io…”
“Se a mia volta le piaccio come dice, magari ecco, si potrebbe provare”
Così dicendo lasciò i documenti sulla scrivania, spostandosi verso la porta che ostruì con la schiena, chiamandomi a se. Mi baciò a stampo, e con una mano guidò la mia tra le sue gambe, infilandomi la mano sotto la gonna. Le sue mutandine, probabilmente in pizzo, erano bagnate. Mi guardò mordendosi il labbro, per poi estrarre la mano, proprio quando stavo perdendo il controllo.
“No, non qui, passi domani alle 19:30 in Segreteria Docenti”.
Si sistemò la gonna abbassandosela con le due mani, riprese i documenti ed uscì dalla stanza.
Non avevo alcun contatto, se non l’email con cui dialogavo con la segreteria, avrei quindi avuto solo la scelta di esserci o non esserci. Rientrai nella mia stanza di albergo con quel pensiero. Sia Giulia che Claudio avevano il mio telefono, ma nessun messaggio arrivò quella sera.
Il mattino successivo in ateneo incontrai sia lei che lui, sguardi e commenti come nulla fosse. Quella di quel pomeriggio non fu la mia migliore lezione, nella mia mente si accavallavano pensieri diversi.
Arrivò sera, anche se ci mise più tempo del solito quel giorno… e poco prima delle 19:30 uscii dall’aula professori, poi ci rientrai non volevo arrivare prima, anzi decisi di portare un ritardo di una decina di minuti. Bussai alla porta e la voce di Giulia mi disse di entrare. Oltre a Giulia e Claudio, seduti in scrivanie che si guardavano, c’era Grazia, amministrativa. Non capii più nulla.
“Ciao Prof! Venga qui, così definiamo la parte di incarico, mi mancano alcuni suoi documenti – disse Giulia”
“C-certo” replicai imbarazzato.
“Claudio, per favore fermati così torniamo assieme – disse al marito – Grazia quando finisci cortesemente lasciami le chiavi, le mie le ho lasciate a casa, chiudo io”.
Giulia annuì, così come fece il marito.
Dopo una dozzina di minuti Grazia lasciò le chiavi sulla scrivania di Giulia e la stanza, congedandosi. Giulia allungò le chiavi al marito che chiuse la porta, oscurando una finestra con le persiane e sganciando il cavo di una webcam posta nell’angolo della stanza.
Giulia non disse nulla, prese la mia nuca e cominciò a baciarmi, mentre io osservavo il marito che alla scrivania muoveva il collo per osservare meglio quella scena. Il suo profumo aveva un sapore incredibile, sexy almeno quanto lei, mentre mi sbottonava la camicia dopo avermi tolto la cravatta. Feci altrettanto scoprendo due seni perfetti, e poi quei capezzoli turgidi che presi a leccare. Le tolsi la camicetta, alzando la gonna che si arrotolò sulla vita. Lei si mise una mano tra le gambe, comprimendo le mutandine sul suo sesso, e sfregandole.
“Toglile ora, e dalle al cornuto guardone!” mi disse.
Obbedii sfilandole, e dopo averle annusate le passai a Claudio, che ora aveva estratto dai pantaloni il suo membro, ed era poggiato sul bordo della scrivania. Una volta prese se le portò al naso ed alla bocca, infilando la lingua tra le stesse.
Lei si spostò, a sua volta, sul bordo della scrivania, poggiandosi ed aprendo le gambe verso quella del marito. Presi a leccarla, con lei che con una mano mi teneva la testa ‘guidandomi’ laddove sentiva più piacere, e con l’altra si stimolava i turgidi capezzoli. Continuai a leccarla per una decina di minuti, era fradicia così come il mio viso…
“Scopami” mi disse prendendomi per il collo, dopo avermi ripulito il viso dal suo umore.
Il marito si avvicinò, provò a baciarla ma lei lo scansò “No, cornuto, ora guardi e basta”.
Il marito indietreggiò, mentre io liberai il mio sesso provando piacere vista la costrizione che l’erezione mi aveva imposto.
“Che bel cazzo! Sbattimelo dentro… guarda cornuto che bel cazzo, ora mi scopa la fica!”. Disse rivolgendomi al marito che mugugnò qualcosa.
La presi per i fianchi e le entrai dentro, prima lentamente poi più velocemente, alcuni oggetti presero a rotolare, il marito stese il monitor sul tavolo visto che ad ogni colpo oscillava pericolosamente.
“Cornuto… domani quando entri in ufficio immagina che oggi il prof mi stava scopando su questa scrivania, e tu a guardare e segarti…”.
La cosa mi eccitò molto. La girai e le feci appoggiare le mani sulla scrivania, per prenderla da dietro, sempre afferrandola per i fianchi”.
“Spingi prof, spingimelo tutto!” mi supplicò.
Continuammo così per un'altra dozzina di minuti, poi lei mi fermò.
“Porco vieni qui – disse rivolgendosi al marito – facciamo come nel video di ieri sera?”.
“S… Si cara, mi piacerebbe…” rispose lui.
Claudia si girò verso di me, e prese tra le sue labbra il mio arnese, giocando con le sue mani… il marito si inginocchiò di fianco, aprendo la bocca. La sua stupenda bocca mi portò all’eccitazione in poco tempo, lei se ne accorse guardandomi fissa.
“Vienimi in bocca” mi ordinò.
Quel comando mi eccitò facendomi giungere all’apice dell’orgasmo, e con un grido la inondai. Lei chiuse gli occhi assorbendo tutto il mio sperma, prima di girarsi verso il marito e iniziare a baciarlo. Lo sperma colava tra le labbra di entrambi, raggiungendo i seni di lei e la camicia di lui. Giulia si rialzò e, nettandosi le labbra con due dita, spalmò il mio seme sulla scrivania di lui.
“Cornuto! Speriamo non passi la donna delle pulizie, così domani la tua scrivania saprà del prof!”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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