tradimenti
Virginia- II


30.05.2025 |
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"“Torno da Milano e decido di fare una sorpresa a Virginia, so che le fa piacere quindi senza chiamarla in studio passo a prenderla, arrivo nel parcheggio con..."
Tornati alla vita quotidiana le fantasie che ci hanno acceso il desiderio durante le vacanze sono svanite come il ricordo della Sardegna, il lavoro ci ha riassorbito. Le serate di sesso sulla veranda al chiaro di luna hanno lentamente lasciato il posto ai problemi di lavoro, di soldi e bollette da pagare.Non nascondo che mentre Virginia non ha più menzionato Raffaele, nella mia mente faceva sempre più strada un pensiero di gelosia, non ero sicuro che fosse passato il desiderio di mia moglie di scopare un altro uomo.
La nostra vita sessuale si era, come dire, addormentata, i pensieri professionali ed economici ci stavano schiacciando, stavano allontanando sempre più la complicità erotica che abbiamo sempre condiviso.
“Torno da Milano e decido di fare una sorpresa a Virginia, so che le fa piacere quindi senza chiamarla in studio passo a prenderla, arrivo nel parcheggio con i miei soliti 5 minuti di anticipo.
E’ una sorpresa e quindi non l’avverto. Si spengono le luci ed esce, sto per scendere dalla macchina quando si apre la portiera di una Range Rover, lei si illumina e corre incontro ad un uomo, gli getta le braccia al collo e si baciano con passione.
E’ Raffaele, salgono in macchina, si allontanano nel buio di una sera maledetta.
Tornerà a casa a notte fonda.”
Mi sveglio e guardo l’ora, sono le 4 di notte, Virginia dorme vicino a me, sono un lago di sudore e agitatissimo.
Mia moglie ancora mezza addormentata si accorge della mia agitazione e: “Tutto bene Massimo?” allunga la mano e accorgendosi di una certa erezione apre gli occhi e ironicamente mi chiede “Mi stavi sognando, amore?”
Era un sogno, un incubo ma a pensarci con il senno di poi no, non e’ stato un incubo.
Il tempo passa e la vita va avanti, una sera Virginia era in cucina, particolarmente di buon umore, mentre prepara la cena arrivano una serie di messaggi sul telefono, mentre le porto il telefono l’occhio mi cade su uno dei messaggi “Penso ancora a ieri, al nostro caffè, ti vorrei ancora nel mio ufficio”. Era lui.
“Virginia, scusa, da quanto non senti più il tuo amico?” chiesi ironicamente certo della sua risposta.
“Mah, ti ho detto che ci siamo persi di vista” mi rispose senza alzare gli occhi dal piano cottura, “Perche’ me lo chiedi?”
“Così” le risposi sfoggiando indifferenza, “perche’ non facciamo più fantasie”.
In cucina mia moglie mi ha sempre conquistato e quella sera preparò una delle sue cene preferite: Gamberoni al Sale, Salmone al forno e tanto Champagne.
Eravamo sulla terrazza in una sera di primavera, l’aria era satura del profumo dell’enorme magnolia del giardino. Virginia aveva bevuto e quando beve diventa allegra e irresistibile.
Si avvicina e comincia a baciarmi il collo sussurrandomi frasi incomprensibili nell’orecchio, poi ci passa la lingua e continua a bisbigliare qualcosa di incomprensibile.
Il confine tra l’eccitazione e la voglia di farle pagare la bugia del pomeriggio è sottilissimo, decido per essere stronzo ed egoista. In fondo la situazione comincia a stuzzicarmi.
Comincio a baciarla con foga, la siedo con decisione sulla sedia e la mia lingua è un mulinello che gira nella sua bocca, lentamente scendo sul collo e le apro la camicia oversize che porta come un mini abito, le stringo i seni notando i capezzoli irrigiditi.
Lei geme e ride, le apro le gambe e mi accorgo che non ha l’intimo, la mia lingua scivola lungo l’inguine e si avvicina lentamente alla sua fessura bagnatissima. Inizio a scoparla con la lingua mentre si contorce dal piacere afferrandomi i capelli e spingendo la mia testa a se.
Sento le sue cosce stringermi la testa e vuole dire che sta venendo ma devo essere stronzo, all’improvviso mi alzo e avvicinandomi al suo orecchio
“Dimmi Virginia, raccontami cosa hai fatto con Raffaele, voglio sapere tutto nel dettaglio”
Lei era vicina all’orgasmo mai arrivato e senza battere ciglio ha iniziato il racconto sussurrandomi all’orecchio e cogliendo la sfida. Ormai eravamo in guerra, un braccio di ferro sul filo dell’eccitazione e della provocazione.
“Sono stata nel suo ufficio, mi ci ha portato lui ieri quando sono uscita dallo studio.
Lui si era seduto alla scrivania, io avevo l’abito nero, tacco 15 e l’intimo La Perla che mi hai regalato tu, quello che ti eccita. Mi sono avvicinata e ho lasciato scivolare a terra l’abito, mi sono chinata e gli ho tirato fuori l’uccello, lui usa Creed e il suo profumo riempiva l’aria. Era durissimo e grosso, sai quanto mi piace succhiarlo, lui ansimava e dopo un po gli sono salita sopra, di schiena e ho cominciato a cavalcarlo, era grossissimo”
Sentivo l’eccitazione salire e avevo le guance in fiamme, ero eccitatissimo “Continua”
“Lui è venuto ma io avevo ancora voglia, l’ho ripreso in bocca e l’ho leccato facendolo tornare grosso, mi sono messa sulla scrivania a pancia in giù e l’ho voluto tutto dietro”
Abbiamo fatto sesso con rabbia, io e Virginia, l’ho presa sul fianco da dietro tenendole i capelli mentre lei rideva ma sapevo che nascondeva sentimenti contrastanti.
La mattina, sotto la doccia continuavo a pensare alla sera prima, al suo racconto, a quell’uomo che scopava Virginia e a lei che godeva. E mi accorsi che stavo venendo, sotto la doccia, senza toccarmi. L’orgasmo era arrivato pensando a mia moglie con Raffaele dentro di lei.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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