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il mio migliore amico


di assergio
31.01.2013    |    11.718    |    21 9.2
"Mi sforzavo di essere gentile con Giorgio, che sembrava sempre un pesce fuor d’acqua, ma mi rendevo oltremodo conto, nonostante lo sforzo, di riuscire..."
Giorgio era un bel ragazzo, alto, slanciato, fisico atletico scolpito da parecchi anni di nuoto, quando arrivò in ufficio era un pesce fuor d’acqua, con i suoi 28 anni e quell’accento tipico del nord est, e soprattutto i suoi 6 mesi soltanto di anzianità trascorsi tutti nella sede di Padova.
Noi eravamo tutti ormai abbastanza stanchi della routine lavorativa, prima del suo arrivo io ero il più giovane dell’ufficio, 38 anni di cui 12 trascorsi nella stessa multinazionale, le sole persone interessate al suo arrivo erano, ovviamente, le uniche due di sesso femminile, la segretaria di direzione e la centralinista, ma, obiettivamente, erano ambedue contro ogni tentazione, per questo , pensavo, Giorgio non le degnava di uno sguardo.
Venne assegnato alla mia stessa unità, e non posso dire che scattò subito un certo feeling, in quel periodo mi stavo separando dalla mia prima moglie, con due bambini ancora piccoli, ed avevo la testa perennemente nella stanza di quell’alberghetto dove l’avevo scovata con il suo direttore ed attuale compagno.
Mi sforzavo di essere gentile con Giorgio, che sembrava sempre un pesce fuor d’acqua, ma mi rendevo oltremodo conto, nonostante lo sforzo, di riuscire tutt’altro che simpatico. Comunque dopo 3/4 mesi tra me e lui si era instaurato un rapporto di fiducia sul piano lavorativo e di simpatia reciproca.
Fu in quel periodo, si era ormai all’inizio dell’ estate, che dopo varie insistenze da parte sua accettai un invito a cena. Lo feci più per lui che era sempre solo e mi disse di passare tutte le sere in casa ad ascoltare musica classica, mi disse anche che era un bravo cuoco e mi avrebbe fatto assaggiare il famoso baccalà alla vicentina.
Giunse quel venerdì sera, alle 18 fuori dall’ufficio, passo da casa per una doccia veloce, una camicia bianca sui jeans e via, il tempo di passare in enoteca per prendere una bottiglia di bianco bella ghiacciata e con la mia spider alle 20,30 suono al campanello di Giorgio, una villetta a schiera in un quartiere semiperiferico immerso nel verde.
Insisto un paio di volte, non risponde nessuno, comincio a pensare ad uno scherzo quando l’uscio si spalanca e per poco non mi cade la bottiglia dalle mani : mi apre la porta una strafica incredibile !
Capelli neri tagliati alla Valentina di Guido Crepax, occhi azzurri penetranti, rimango senza fiato e farfuglio qualcosa riguardo al mio amico Giorgio, Lei mi stringe la mano e mentre mi dice “ ma non ti ha avvertito Giorgio?” mi invita ad entrare, una pelle liscissima, dita lunghe, affusolate, la seguo in casa e rimango estasiato alla vista del suo culo tornito che ancheggia su uno stacco di coscia incredibile, “siediti pure, ma forse non ha fatto in tempo ad avvertirti, in effetti è dovuto partire all’improvviso, scusa non mi sono neanche presentata sono Cinzia la cugina di Giorgio sono arrivata qualche giorno fa da Rovigo e sarei dovuta andare a Napoli a trovare un’amica, ma siccome lui è partito di corsa mi ha chiesto di restare qualche giorno fino al suo rientro per non lasciare Kikka da sola, la sua gattina”
“Mi spiace anzi no, scusa, non mi spiace affatto di averti conosciuto, mi spiace che lui sia dovuto partire così, spero non sia niente di grave” le dico, mentre le osservo i piedi perfetti, con uno splendido smalto nero, un anellino argentato sul dito medio ed una cavigliera sottilissima d’oro, incorniciati da un sandalo di strass con un cintino alla caviglia ed un tacco 12 che la fanno svettare come una dea dell’Olimpo, e mentre penso “ che fica, quel paraculo di Giorgio mica me l’ha mai detto di avere questa creatura stupenda per cugina, ma una che in casa si concia così… forse starà aspettando qualcuno, o magari dovrà uscire…” “siedi pure Roberto sei rimasto con quella bottiglia in mano…a cosa brindiamo?” mi fa con voce suadente, mentre le osservo le gambe che sembrano tornite da uno scultore fino alla gonnellina che copre appena un culo perfetto che potresti tranquillamente aver incontrato sulla spiaggia di Copacabana… “ ma, non so, veramente, non vorrei aver disturbato, stavi uscendo con qualcuno? “ “ non ti preoccupare Roberto, non devo uscire assolutamente, è che mi piace anche in casa vestire così come quando vado in discoteca dalle mie parti, ti ho detto che per hobby faccio la cubista?” No non me lo ha detto, ma l’ho immaginato appena l’ho vista, con quel toppino che le lascia in vista l’ombelico con quel piercing arrapantissimo e le spalle scoperte con quella pelle ambrata “stavo preparando un insalata con pomodorini e scaglie di parmigiano, mi fai compagnia?” “ volentieri, se ti fa piacere” le rispondo sempre più imbambolato mentre la osservo accavallare le gambe in modo sinuoso…
“aspetta faccio in un attimo” e scompare in cucina. Mentre resto seduto sul divano rifletto e cerco di dare un senso ai miei pensieri sempre più confusi, mai avrei immaginato che una probabile noiosa serata tra colleghi si fosse trasformata in una cenetta intima con una fica stratosferica!
Mi chiama, entro in cucina e trovo un tavolino apparecchiato in maniera deliziosa con due flute e due candele accese, sono sempre più confuso, non può essere uno scherzo di Giorgio, non ho la confidenza né l’amicizia sufficiente, eppure è tutto reale, vorrei che questa serata non finisse mai, penso, mentre conversiamo amabilmente tra un bicchiere e l’altro. Il Capichera Vendemmia Tardiva ghiacciato scende che è una bellezza e comincia a dare i suoi effetti, finiamo la cena tra una risata ed un’altra, sono sempre più estasiato dal suo sguardo magnetico, il kajal le dona un effetto straordinario, le osservo le labbra, i denti perfetti, comincio a pensare al suo corpo voluttuoso ho una voglia matta di possederla, di là sul divano, in terra, sul tavolino….si alza, toglie i piatti e li appoggia sul lavello, mi alzo improvviso, la raggiungo da dietro, mi appoggio a lei col mio uccello già durissimo e le sfioro il collo con le labbra, il suo profumo inebriante mi manda in estasi, comincio a leccarle il collo fino al lobo dell’orecchio, cerco le sue labbra, si gira con la testa, m’infila la lingua in bocca, mentre spingo sempre più il mio uccello sul suo culo, sento il perizoma che si insinua tra le natiche, d’improvviso si gira, mi slaccia la camicia e comincia a leccarmi con voluttà il petto , si abbassa sempre di più, le labbra sfiorano l’ ombelico, mi slaccia i pantaloni ed improvvisamente svetta il mio uccello turgido e duro, lo bacia, indugia sul glande, poi scende sul frenulo con sapienti tocchi di lingua fino a che lo prende in bocca, non è la prima volta che mi fanno un pompino, la mia prima moglie era una maestra in quest’arte, eppure così lungo e salivato, sarà l’eccitazione per la serata improvvisa ed inconsueta, ma mi sembra d’impazzire, osservo questa gran fica che tre ore fa neanche conoscevo mentre in ginocchio succhia avidamente, sto per venire , ma prima voglio fare l’amore, lei intuisce, mi prende per mano mi porta nell’altra stanza, luce soffusa, un grande letto e di fronte un mega specchio, mi sfila la camicia e quel che resta dei miei pantaloni, mi sdraia sul letto, mi mordicchia le labbra, mi bacia il collo, mi infila la lingua nell’orecchio, poi comincia a scendere piano, lentamente, molto lentamente, mi sfiora l’uccello, scende ancora piu giù, mi lecca l’interno delle cosce, l’incavo dietro le ginocchia, scende mi bacia i piedi avidamente, infila la lingua tra le dita, poi le succhia, un piacere incredibile, non l’avevo mai provato prima, risale lentamente, lo stesso percorso di prima, fino ad arrivare al pisello che stavolta ingoia quasi completamente, sento la lingua sul glande, poi i denti appena accennati, ed ancora la lingua, è un vero tormento, ho una voglia matta di venire, capisce, si ferma improvvisa, si gira, ora tocca a me, inizio a leccarle la schiena che si inarca sotto i colpi della mia lingua, scendo fino a spostare il perizoma, infilo la lingua nel buchetto nero, la penetro e la sento ansimare, poi scendo, stavolta tocca a me baciarle i piedi, succhio le dita ad una ad una, senza toglierle i sandali che mi eccitano da morire, risalgo sulle gambe, ha veramente una pelle liscissima, una pelle di pesca, salgo, cerco di girarla per penetrarla davanti, fa resistenza, inarca la schiena, si mette a pecorina sul letto con quello splendido culo invitante, non resisto, dopo averla lubrificata ben bene con la mia saliva infilo il mio pisello mentre le stringo le caviglie, lei si gira, mi bacia con passione poi la prendo per i tacchi e tiro in alto così da lasciarla in bilico sulle ginocchia mentre spingo con violenza tanto che il mio arnese fa da perno infilato tutto fin dentro le sue viscere, è a quel punto che lascio i tacchi e con una mano le cerco il clitoride….ma la sorpresa si confonde con l’eccitazione in un turbinìo di sensazioni, non capisco più nulla lo stupore si disegna sul mio volto, sento qualcosa che non mi aspettavo, un pisellino sul davanti, lei mi guarda con quegli occhioni intriganti e mi fa “ ma davvero non l’avevi capito? “ no, cosa c’è da capire, sono confuso, faccio fatica a realizzare mentre continuo a pompare quello splendido culo, “ Giorgio ?!? “ lei sorride e mi bacia di nuovo , poi si sfila da quella posizione, mentre la guardo inebetito si piega e ricomincia a leccare con avidità, fino a lucidare il mio uccello con la sua saliva prima di esprimersi in un deep throath da enciclopedia !
Non capisco più nulla, o forse capisco tutto ora, in effetti la cugina somigliava moltissimo al mio amico, a pensarci bene erano proprio due gocce d’acqua, mi manca il tempo di riflettere, che faccio?
La prendo da davanti alla missionaria, anzi più propriamente all’ostrica viennese, sollevo le sue gambe in alto, i suoi tacchi sulle mie spalle, le sollevo il bacino e la penetro con violenza, quasi a volerla punire per avermi ingannato , per aver abusato della mia ingenuità, spingo sempre più forte, lo faccio entrare tutto nel suo culo ormai slabbrato, la sento mugolare di piacere poi i mugolii si trasformano in urla di incitamento “così, ancora, più forte, dai sfondami tutta” non resisto più, i muscoli si rilassano le abbasso le gambe, mi distendo sul suo corpo, lei mi lecca avidamente il collo il petto, sto per venire, ecco un fiotto denso e cremoso, lei fulminea si sfila mi spinge di lato si abbassa apre la bocca ed è un vero spettacolo vederla bere avidamente…
Ci credete che da quella sera Giorgio è diventato il mio migliore amico ?
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