Racconti Erotici > trans > la mia storia, quarto capitolo: Fiorenzo
trans

la mia storia, quarto capitolo: Fiorenzo


di anatrav72
26.04.2014    |    9.365    |    4 9.0
"Entrarono in salotto altri due uomini, vestiti..."
Dopo tanti anni, e pur abitando lui a Trento, ancora oggi mi capita di sentirlo al telefono quando scopo.

Conobbi Fiorenzo una ventina di anni fa al cinema, si sedette dietro di me, io ero a metà di una fila verso il fondo della sala, con solo un body nero addosso, Mauro non c’era: in poco tempo le poltroncine intorno a me si riempirono e fui palpata, leccata, insalivata e penetrata da decine di dita, succhiai i cazzi che si alternavano nei posti accanto a me, detti spettacolo. Ricordo un uomo di circa 45 anni che si sedette proprio dietro di me, che mi sussurrava oscenità all’orecchio come se mi conoscesse, commentando quello che facevo e dandomi indicazione su cosa dovevo fare, quale cazzo segare, quale leccare, a chi dovevo dare il culo per farmi insalivare e infilare le dita. Non ricordo se mi palpò, se anche lui si tirò fuori il cazzo, se si segò mentre mi guardava: ricordo però che mi feci guidare da lui, riuscì ad eccitarmi come piace a me. Capii subito che non era una persona qualunque. Era Fiorenzo. :-)

Gli feci cenno di seguirmi, mi alzai respingendo a fatica le mani di chi voleva continuare a palparmi, e mi diressi verso i bagni, eccitatissima. Camminando sculettavo, passai attraverso la sala, mi guardavano tutti: ero davanti alla prima fila, per andare ai bagni dovevo passare davanti allo schermo. Non mi rivestii nemmeno, solo col body nero, con i tacchi, feci la mia passerella sculettando e voltandomi per ammiccare a Fiorenzo, invitandolo a seguirmi.

Una volta dentro il bagno lo aspettai sperando di potergli parlare, sola con lui, volevo capire perché mi eccitava in quel modo. Anche se lo sapevo già… aveva tutto quello che mi eccitava in un uomo: era maturo, guardone, porco e sapeva guidarmi. Ma non fu così: in breve il bagno si riempì di uomini eccitati e me li ritrovai intorno. Dovetti lavorare i cazzi in bagno, con le mani, il culo e la bocca, con la porta socchiusa e Fiorenzo che mi guardava. Ero eccitatissima e per lui dovetti essere indimenticabile. :-)

Finito di scopare mi ricomposi e lo avvicinai. Cercavo di capire che tipo fosse: dalla parlata era del nord, da come si esprimeva era colto, da come si comportava gentile ma porco. Praticamente il massimo. :-)
Mi disse che avrei dovuto lavarmi, ero piena di sborra appiccicosa dappertutto, e mi invitò a casa sua. Accettai e mi disse che stava presso un struttura di suore (!) e che era a Firenze temporaneamente (e qui mi dispiacque subito) e che era invece di Trento. Non mi disse né chi era, cosa faceva nella vita, né altro su di lui, ed io non gli chiesi nulla. Ma lo seguii.

Arrivammo in macchina al suo alloggio, di cui non dirò nulla per discrezione: aveva un ingresso riservato, e fu una fortuna, viste le condizioni in cui ero, vestita da troia, tacchi, parrucca e addosso sporca di sborra ormai seccata. :-) Appena dentro mi feci una doccia e poi tornai da lui, che mi aspettava a letto, nudo con il cazzo in mano. Mi disse: “Mettiti in ginocchio accanto al letto”. Mi sembrò un po’ strano, soprattutto dal tono della sua voce… ma un attimo dopo capii… “In ginocchio sotto di me: non ti preoccupare, io sono un prete ma con te ci vuole la cinghia e io te la farò assaggiare”.

Rimasi quasi paralizzata: non ero mai stata con un prete, e per un attimo lo sconcerto mi fece desiderare di andar via, poi mi dissi che alla fine non c’era differenza tra un prete e gli altri, e il cazzo sembrava proprio lo stesso… :-) Allora feci cosa voleva.

Mi inginocchiai accanto al letto dove era disteso e attesi ordini: “Succhialo”, e lo succhiai. “Mostra il culo mentre lo succhi”, e alzai il culo e lo aprii. “Girati e fammi vedere il culo”, e mi girai e stetti con il culo vicino al suo viso. Un attimo dopo sentii la sua lingua viscida che mi si infilava in culo e mi infradiciava il buco: mi fece godere solo con la lingua. Non so perché, dato che non lo dico praticamente mai, ma spontaneamente gli dissi che lo amavo e che avrei voluto fare tutto per lui. Quel porco mi rispose: “Cosa vuoi tu a me non interessa un cazzo: è quello che fai che importa, e tu fai quello che voglio io”. Che dire… un uomo perfetto! :-)

Dopo quel giorno lo rividi finché non partì per Trento. Mi lasciò con la promessa di chiamarmi quando sarebbe tornato a Firenze, cosa che fece circa un mese dopo. Ricevetti una telefonata nella quale mi diceva di raggiungerlo in un residence vicino Firenze, verso sera, di mettermi elegante e soprattutto provocante, e ordinandomi di uscire dalla macchina senza cappotto ma soltanto con la biancheria intima, anche era inverno. Giunsi verso le 10 di sera, cercai un parcheggio vicino al suo residence perché non volevo che ci fosse qualcuno dell’albergo che mi vedesse fare quello che mi aveva ordinato: scesi dalla macchina senza cappotto e mezza nuda, sculettando raggiunsi la porta del residence e bussai, la porta era socchiusa, la spinsi e nella penombra vidi Fiorenzo in poltrona, nudo. Ma non era solo: nella poltrona accanto intravidi una figura di uomo, più grosso di Fiorenzo, nudo anch’egli, che mi guardava con curiosità, sorridendo: Fiorenzo disse: “Che ti avevo detto? E’ o non è un bel bocconcino?”, e aggiunse alzando la voce: “Venite, a lei non dispiace di certo”. Entrarono in salotto altri due uomini, vestiti. Io ero rimasta in silenzio fino ad allora e salutai Fiorenzo prima e poi i suoi amici: chiesi chi fossero e Fiorenzo mi rispose che erano suoi “colleghi”. Cazzo! mi dissi… va a finire che mi toccherà farmi un intero convento! :-)

Sinceramente non è che il buco del mio culetto quella volta godette come era prevedibile: i tre “colleghi” non erano all’altezza di Fiorenzo, anzi direi che non gli legavano nemmeno le scarpe, ed io, che nel frattempo mi ero fatta grosse aspettative, rimasi un po’ delusa. Soprattutto mi palparono e leccarono, ma scopare poco… peccato! Un’occasione persa. :-) Anche Fiorenzo se ne dovette accorgere perché si scusò con me e mi propose di andare a trovarlo per qualche giorno a Trento in primavera, cosa che feci con molto piacere.

Quello che successe lì me lo ricordo fino nel culo: mi portò la sera in periferia, tra alcuni capannoni. Scendemmo dalla macchina e cominciò a farsi succhiare il cazzo, mi mise a pecorina e mi succhiò il culo insalivandomi fino a farmi colare. “Stanotte abbiamo parecchio tempo troia, preparati perché tra poco qui arriva gente e dovrai fare bella figura”, mi disse mentre mi sistemava davanti a un capannone in modo che mi si potesse vedere dalla strada che percorreva la zona industriale. “Prendi la borsetta in macchina, puttana, fai vedere come si lavora per strada”. Sentite queste parole mi eccitai a dismisura e il mio culo fece quello che fa quando è trattato come si deve: si bagnò colando tra le cosce la saliva che Fiorenzo mi aveva sputato in culo. Presi la borsetta e cominciai a girarla come una puttana da strada. “Vedi di lavorare troia, voglio vedere risultati”, alzò la voce Fiorenzo. Mi imbarazzò un poco sentire la voce alta perché non conoscevo la zona e avevo paura che mi vedesse gente che non cercava sesso. Lui continuò: “Mignotta, non hai capito un cazzo, devi darti una mossa: vai sulla strada a lavorare, cazzo!”, e così dicendo si avvicinò a me e mi sculacciò forte. Corsi sulla strada a fare quello che mi aveva ordinato.
Essere comandata in quel modo da un prete era una cosa che mi eccitava in maniera indicibile: avevo il cuore in gola e il respiro veloce. La strada era di periferia ma frequentata: non era passato un minuto che passarono alcune macchine, non si fermarono, ma rallentarono e guardarono la puttana. Io non sapevo cosa fare: fosse stato a Firenze sarei stata più tranquilla ma lì, a Trento, in un posto che non conoscevo, avevo paura.
Dopo qualche minuto ancora si fermò uno, un tipo normale, giovane, mi chiese cosa cercavo e se avevo un posto dove andare: gli risposi che non avevo un posto ma che se voleva potevamo andare tra i capannoni. Mi chiese di fargli vedere il culo, lo feci e subito mi disse di camminare e precederlo a piedi che lui mi avrebbe seguito in macchina: mi illuminò con gli abbaglianti mentre camminavo e vide che c’era anche Fiorenzo. Mi suonò con il clacson e mi avvicinai al finestrino: “Che ci fa lui?” chiese. Gli spiegai che era con me. Decise che andava bene e mi disse di continuare a camminare, lui sempre dietro in macchina. Arrivammo in mezzo ai capannoni, Fiorenzo mi prese per le braccia e mi sistemò in ginocchio sotto di lui: “Succhiami il cazzo, troia”. Il giovane in macchina scese, si avvicinò e mi dette anche lui il cazzo in bocca. Cominciai a lavorare a pieno ritmo. Le due macchine lì parcheggiate, una con le luci accese, attrassero altre macchine con relativi cazzi dentro e in breve ero piena di lavoro. :-)

Fu una notte piena di cazzi in bocca e in culo. “Se Trento è sempre così mi ci trasferisco”, pensai. :-)
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per la mia storia, quarto capitolo: Fiorenzo:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni