trio
Il venerdì del peccato


02.12.2015 |
6.640 |
11
"Ti bacio lentamente e con estrema lentezza ti sbottono l’elegante camicia rosa, ti cingo il corpo in un intenso abbraccio e come mio solito, click, in maniera fulminea il tuo reggiseno è slacciato..."
Din! Din! Din! Din! Din! Din! Din! Din! Din! Din! Din! Din! Din!Il campanile del duomo ha appena suonato le ore 13 ed oggi non ho alcuna premura di abbassare le serrande, oggi no! Non ho fretta di andar via dal negozio, oggi no!
È venerdì, il nostro venerdì, il venerdì pazzo, il “black Friday” come lo chiami tu o “il venerdì del peccato” come amo definirlo io, quello che immancabilmente da mesi abbiamo scelto come il giorno dei nostri incontri. Non abbiamo saltato un incontro né ce ne siamo concessi di altri.
Un incontro a settimana, uno! Questo era il nostro accordo e cosi sarà!
Per la prima volta, oggi, non ci vedremo nel lussuoso relais in cui siamo soliti incontrarci ne tantomeno violeremo il tuo talamo nuziale, oggi ti voglio in piazza, a pochi metri dal centro, sotto gli occhi indiscreti e pettegoli dei passanti che ti vedranno solo entrare in un negozio come una delle tante donne in giro a fare shopping.
Il sole bacia i belli e stamattina ti ha colorato il viso di una strepitosa luce. Sei entrata come sempre, a tuo modo, elegante e sorridente come una farfalla in piena estate.
Ti attendo col nostro aperitivo preferito, bitter rosso, arancia e glitter di zucchero a decorare il bordo del bicchiere, cosi che il dolce amaro ti solletichi il palato e alle tue labbra possano, immancabilmente, restare attaccati quei granelli di zucchero che mi piace assaggiare con un bacio lento.
“Dai!”
Fremi, hai timore che nell’abbassare le serrande qualcuno possa scorgerci ancora all’interno del negozio, ma è un attimo. Le luci del negozio sono spente, è quasi buio, ma nonostante questo la poca luce riesce nitidamente a rendere visibile il profilo dei nostri corpi, ci avvinghiamo come due fili di una stessa corda. Ami quando ti attacco al muro per baciarti, ti senti in trappola, e ti abbandoni come un naufrago nell’onda avvolgente della nostra passione.
Prendo il mio foulard, che ha i tuoi colori preferiti e di cui rivendichi il possesso e l’eleganza anche davanti agli altri, perché me lo hai regalato tu. Lo arrotolo e con un nodo dietro la tua testa ti copro gli occhi.
Il foulard è di quelli sottili e trasparenti, e se tu volessi, aprendo gli occhi, riusciresti a vedere tutto ben bene, ma non lo fai, non vuoi che il nostro gioco finisca ora, sul più bello. Perche sì, basta toglierlo e il gioco di oggi finisce qua… e tu non vuoi che finisca.
Ti bacio lentamente e con estrema lentezza ti sbottono l’elegante camicia rosa, ti cingo il corpo in un intenso abbraccio e come mio solito, click, in maniera fulminea il tuo reggiseno è slacciato. È un gesto che amo, fulmineo e rapido, che condanna i tuoi seni al peso della gravita e costringe i tuoi capezzoli ad alzare lo sguardo.
Ti giri su te stessa, lasciando che le mie mani ti abbraccino scrutando tra il tuo intimo.
Ti bacio la nuca, ti togli le scarpe, ti abbasso il pantalone, il perizoma e ti sfili tutto il resto… sei nuda.
Ti distendo sul divanetto di attesa, i tuoi seni schiacciati sulla pelle martellata nera e fredda ma infiammata dai nostri bollenti spiriti. Vuoi girarti, ti senti più sicura e mostrando con spavalderia le tue cosce aperte e il tuo folto ciuffo di venere, ti tocchi i capezzoli e mordendoti le labbra mi dici che mi vuoi.
Nonostante questo mi attardo nel toccarti dappertutto, con le mie mani, come mio solito…
Brrrrrrr…Hai un sussulto…
ti sei appena resa conto che per dove ti senti palpata, toccata, e per come lo fanno, le mani, dovrebbero, potrebbero, essere piu di due.
“Non sei solo? Non sei solo?”
“No. Non sono solo, ma se vuoi tolgo il foulard e oggi il nostro gioco finisce qua.”
Tutto questo mentre continuo, continuiamo a toccarti, in maniera sempre più audace mentre tu resti sempre più in silenzio.
Ora le lingue che ti solleticano sono due e tu hai brividi di eccitazione che fremono il tuo corpo e inturgidiscono i tuoi capezzoli.
“Vuoi che ci fermiamo? Vuoi che ci fermiamo?”
Attimi di silenzio che inequivocabilmente acconsentono.
refabius.
venerdì peccaminoso negozio aperitivo gioco di ruolo bacio lento occhi bendati lingerie doppia stimolazione
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Il venerdì del peccato :
