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Quella serata a Roma: il vestitino bianco...


di MobilisInMobile
17.03.2022    |    21.372    |    34 9.9
"Sono in uno stato di beatitudine, di pura estasi..."
Ricordo come se fosse ieri quella serata a Roma.

Prima del COVID, della pandemia e delle mascherine, prima ancora dei figli e delle notti insonni tra poppate e pannolini, ci sono state quelle serate di puro divertimento, in cui c'eravamo solo io e Mery, coppia di innamorati. Noi due soli, eravamo il centro del nostro mondo e tutto ruotava in funzione dei nostri sogni, passioni e desideri.

Ero riuscito a convincere Mery ad accompagnarmi ad una convention di due giorni che si sarebbe svolta in un gigantesco hotel appena fuori Roma.

La convention, strategicamente piazzata il giovedì e venerdì, ci avrebbe permesso di ritagliarci due serate insieme e di visitare la nostra amata capitale nel weekend, estendendo il soggiorno nell’hotel anche il sabato per tornare comodamente a casa la domenica.

Mentre io avrei assistito ai vari incontri e interventi programmati nei due giorni, Mery avrebbe visitato Roma da sola, per ritrovarsi poi insieme in camera nel tardo pomeriggio e cenare e stare assieme la sera.

Del primo giorno di convention non ricordo quasi nulla, se non la noia di alcuni interventi troppo tecnici e un buffet non all'altezza. Ritrovati in camera nel tardo pomeriggio, dopo una doccia veloce e un mio cambio informale, ci siamo avviati nel cercare un ristorantino dove mangiare.

A differenza della mia, Mery mi raccontò della bella giornata trascorsa tra la visita ad un museo e di alcuni luoghi storici romani, un pranzo frugale ma ottimo e lo shopping in un centro commerciale fatto senza fretta. Durante la cena in un ristorante molto carino, Mery scese nei dettagli, facendomi vedere foto e i selfie, delle impressioni dei luoghi, influenzandomi con il suo buon umore.

Stanchi dalla giornata ma eccitati dall'atmosfera creatasi, abbiamo concluso la serata con una breve passeggiata in centro e una volta in metro, nella via del ritorno verso l'hotel - belli carichi ed eccitati - baciandoci e rimanendo appiccicati come una coppia di amanti in clandestinità.

Lascio immaginare la degna conclusione una volta in camera.

Il venerdì invece fu peggio del giorno precedente. La noia si trasformò in un senso di lentezza ed esasperazione, in cui il tempo sembra essersi fermato e dilatato. Arrivare alle cinque del pomeriggio fu un’agonia, un attentato ai gioielli di famiglia, lenito solo dai messaggi con Mery che, nel corso della giornata, si trasformarono in una chat erotica.

Il clou della chat: un selfie di Mery mezza nuda in un camerino mentre si provava della lingerie, aperto ovviamente dal sottoscritto seduto in una tavolata assieme ad altre persone e sperando che nessuno di quelli di fianco a me l'avesse notato.

In quella chat Mery mi raccontava cosa mi avrebbe fatto la sera e che stava scegliendo della lingerie. Mi faceva soffrire elencandomi cosa si provava, facendomi vedere qualche foto di parti intime, alcune prove, commentando qualche commessa procace che la stava aiutando o del fatto che nei camerini ci fosse una coppietta con il ragazzo con l'occhio lungo che aveva capito cosa stesse facendo Mery in camerino e che faceva di tutto per sbirciare.
Io dal mio canto stavo al gioco, rispondevo e rincaravo le dosi su idee eccitanti, perverse o su situazioni particolari.

Ormai del tutto preso dalla chat e dalla situazione e non curandomi della convention, rispondevo sempre più eccitato e spingendomi sempre oltre nei commenti. Ad un commento sulla coppietta con il lui guardone, risposi proponendo a Mery di cercare una coppia con cui magari passare la serata e divertirci a letto assieme.

Non molto azzeccata come proposta, ripensai successivamente, dato che la risposta di Mery si fece attendere giungendo fredda e distaccata.

Quel venerdì sera, Mery si comportò in modo distaccato e freddo per il resto della serata. La battuta sulla ricerca di una coppia con cui giocare l'aveva un po’ spenta, o così almeno mi sembrava. Durante la cena, Mery mi raccontò della giornata, passata in modo simile a quella precedente ma senza entusiasmo o fervore. Serata partita scarsa, seguita da una passeggiata post cena in centro alla ricerca di un locale carino dove divertirsi. Alla fine, optammo per un locale senza infamia né lode, di cui non ricordo praticamente nulla se non il conto salato e un'attesa infinita per il servizio.

Ricordi di aver cercato di ritornare sull'argomento, sbagliando modi e tempi. Un po’ per tentare di giustificarmi, un po’ per cercare di scaricare la colpa su Mery, cercai di puntare sul senso di colpa, sul fatto che la chat mi aveva stuzzicato troppo per via di quelle sue foto e della piega erotica che si era creata. Mery la vedeva invece come il mio solito desiderio di avere sempre qualcosa in più, che spesso rovina i bei momenti che si creano. Cercai di spiegare che fa parte del gioco assecondare i desideri del partner, ovviamente senza forzatura, e che sarebbe bastato un semplice no per cambiare fermare l'argomento e proseguire con la chat.

Mery mi disse: "Lo stesso vale anche per me, dovrei iniziare a chiederlo anche io allora?"
"Che domanda" risposi "certo che sì! Ovvio che vale anche per te. Dipende sempre dal momento e dal contesto ovvio, ma basta chiedere ed essere franchi."
“Ah! Vedi che dipende dal contesto!”
"Beh, sì, ammetto che forse oggi non lo era… tuttavia il principio vale sia per me che per te.”
“Anzi" aggiunsi, "se vuoi possiamo cercare un bel singolo invece che una coppia così facciamo contenta te" dissi cercando di sdrammatizzare e farle cambiare umore. Inutile dire che non funzionò per nulla, ottenendo l'effetto contrario: tornammo in hotel con un taxi verso le 23 e la serata si concluse senza un nulla di fatto.

Un sabato soleggiato, splendente, con un’aria che presagiva già il caldo dei mesi a venire, contribuì ad appianare velocemente la divergenza e il malumore creatosi la sera precedente.
Finalmente insieme, durante la colazione stabilimmo l'itinerario e le cose da vedere: per come sono io, una città come Roma va vissuta intensamente, quindi l'itinerario sarebbe stato bello tosto.

Passammo tutta la mattinata a visitare la zona del Vaticano, le splendide chiese e le viuzze del centro. Dopo un pranzo fugace, la visita dei Fori e una capatina in un centro commerciale, la giornata era praticamente volata.

Verso le sette, decidemmo di mangiare al volo una pizza, per passare poi in hotel a rinfrescarci, cambiarci e metterci in tiro per poi uscire in cerca di divertimento.
Si era di nuovo stabilito il buon umore e l'intesa, tuttavia la stanchezza delle tre giornate cominciava a farsi sentire.

La bella giornata trascorsa e la complicità che avevamo di nuovo ritrovato avevano sortito un effetto decisamente positivo sul morale, riavvicinandoci e facendoci tornare in sintonia. Speravo sinceramente che la serata si sarebbe conclusa bene e sotto le lenzuola.
Non avevamo minimamente idea della piega decisamente inaspettata che avrebbe assunto.
Mentre Mery entra in doccia, io mi butto sul letto, accendo la tv e comincio a giocare con il cellulare, un po’ di sano relax mentre aspetto il mio turno.
Idea non proprio furba dato che sbirciando la posta aziendale mi imbatto in parecchie email in sospeso anche dei giorni precedenti. Tra un mix di senso di colpa per i giorni trascorsi alla convention a cui ho dedicato poca attenzione e un po’ di curiosità, inizio a scorrere e leggere le mail di lavoro.

Nel frattempo che Mary ha finito e sta iniziando a prepararsi, mi butto in doccia pure io, con la testa già al lavoro nel formulare risposte o soluzioni alle richieste lette. Quando esco dalla doccia, ancora con l'asciugamano bagnato addosso, decido di rispondere e di togliermi definitivamente il pensiero, nonostante sia sabato sera. Mi metto al tavolo, apro il pc e comincio a rispondere. Mery invece, quasi pronta che armeggia col trucco davanti allo specchio, si accorge che ho aperto il pc e mi dice con fare stizzito:
"Non dirmi che ti metti a rispondere alle mail adesso? Ti sembra davvero il momento adatto?"
Senza staccare lo sguardo dal laptop, rispondo con un vago
"Sì sì, hai ragione... 10 minuti e finisco", senza realmente dedicarle attenzione.

So perfettamente che questo atteggiamento la fa imbestialire quindi provo a rabbonirla con un sorriso - rivolto allo schermo più che a Mery:
"Dai porta pazienza, rispondo velocemente e arrivo, non ti costa nulla aspettare un attimo" ottenendo probabilmente l'effetto di peggiorare.
"Per la cronaca mi pare di averti aspettato già a sufficienza in questi due giorni passati da sola. Metti via tutto e rispondi lunedì, non è che muore qualcuno se non rispondi il sabato sera! Inoltre... ti sei accorto che… sono già pronta?".

Al che mi sfugge un "Beh, per una volta che sei tu a dover aspettare me, non ne farei un dramma..." pentendomi quasi subito della risposta scherzosa in cui sottolineo però un'oggettiva verità.

Mery rimane immobile vicino alla porta della camera ad aspettare una mia reazione (e presumibilmente una mia scusa). L'assenza di risposta da parte mia si protrae per circa un minuto, seguita da un generico "Mhm-mhm 10 minuti-quasi-finito" mugugnato mentre continuo a battere sui tasti, producono in Mery un palese stato d'animo di seccatura e forte irritazione, altrimenti detto un grosso giramento di coglioni.
"Sai che c'è, io me ne vado giù al bar, magari trovo qualcuno a cui potrebbe piacere la mia compagnia."
"Ok, ti raggiungo appena finito."
Con la coda dell'occhio la vedo prendere la borsetta e uscire: dai, 10 minuti massimo e finisco tutto!

Continuo a lavorare, scrivo alcune risposte, rileggo tutto, invio, controllo un attimo l'Ansa, guardo qualche news, spengo il pc e finisco di sistemarmi e vestirmi: quando esco dall'ascensore per raggiungere il lounge bar dell'hotel sono passati sì e no 20 minuti, minuto più minuto meno… forse 25... o 30 circa.

Nel tragitto verso il lounge bar, comincio a pensare a dove poter andare, nulla di troppo distante (siamo comunque stanchini tutti e due) o di troppo chiassoso o caotico, qualcosa di carino e con la giusta atmosfera per scaldarci.
Arrivato al bar, mi guardo un attimo intorno: l'atmosfera non è niente male. Luci soffuse, ambiente di design sui toni scuri e con un buon gioco di illuminazione che crea zone più luminose e zone un po’ più in ombra, tavolini non troppo vicini e una zona mista poltroncine e divanetti laterali un po’ defilata.

Cercando Mery, osservo la fauna locale: ci sono due tre coppie sedute, qualche gruppetto di amici, alcune belle ragazze, signori e signore di ogni estrazione ed età, grazie al fatto che l'hotel è veramente grande. Faccio due passi verso il bancone del bar quando mi blocco, rimanendo completamente di stucco: Mery è là al banco e di fianco a lei un signore con cui sta parlando e che, senza troppo mascherarlo, ci sta evidentemente provando con mia moglie.

Mery è appoggiata al bancone del bar, intenta a bere un calice di prosecco e in una provocante posa plastica: appoggiata con le mani sul bancone che giocherella con il calice, siede appena appena su uno sgabello alto lasciando la gamba sinistra completamente allungata e poggiata per terra mentre la destra è leggermente piegata e con il piede posato sul poggiapiedi dello sgabello.

La vista mi mozza il fiato: Mery indossa quel vestitino bianco, uno dei miei preferiti - ma era vestita così anche prima di uscire dalla stanza? – che ne esalta la figura.
Il vestitino è uno smanicato bianco candido che si annoda dietro al collo lasciando la schiena scoperta; non troppo aderente, ha delle pieghette che coprono il seno, finendo in una gonna che arriva appena sopra le ginocchia, il tutto coadiuvato da una bella cintura, stivaletti in pelle, qualche bracciale e un bel paio di orecchini a forma di piuma. Nel complesso il vestitino, non particolarmente castigato, lascia vedere le belle curve di Mery ma soprattutto mette in risalto le sue bellissime gambe lunghe, quel culetto sodo e quella schiena completamente scoperta che sottintende – o per meglio dire “urla” - l'assenza di alcun tipo di reggiseno.

I capelli lunghi castano scuri di Mery incorniciano il suo bel volto mentre ride ad una qualche battuta o complimento fatto dal signore.
Rimango sempre stupito di quanto sia bella mia moglie.

Trattengo il moto di stizza e decido di fare l'esatto opposto di quello che avrei fatto d'istinto: mi siedo un attimo in disparte e osservo la scena, conscio del fatto che Mery non mi ha visto arrivare.

Indugio un attimo ancora su quel vestitino e su quelle gambe che mi fanno sbavare e mi concentro invece sul signore: sui 50 anni (circa 15 anni in più rispetto a noi), di bell'aspetto, sul metro e 80 - leggermente più alto di Mery di qualche centimetro - di corporatura normale, non fuori forma ma neanche palestrato, con capelli corti brizzolati e un po’ di barba, un bell'abito spezzato sul grigio scuro, pantaloni beige e camicia bianca.

È in piedi al bancone di fianco a Mery che beve un calice di vino uguale, non troppo vicino da risultare pressante ma a portata per poter parlare senza essere disturbato.
Lo vedo intrattenere mia moglie con chissà quali frasi o apprezzamenti e che Mery, dal canto suo, sembra perfettamente a suo agio, sorridendo di rimando, reggendo la discussione, annuendo e rispondendo senza problemi. Mi piacerebbe molto sentire il dialogo.
Lascio passare un paio di minuti da quando mi sono seduto ad osservarli, cellulare alla mano per far finta di essere impegnato a scrivere qualcosa, domandandomi tra me e me se alzarmi e presentarmi - interrompendo così il quadretto - o se aspettare e vedere quanto ci impiega Mery a scaricarlo.

Mentre sto decidendo il da farsi, incrocio lo sguardo con Mery che si guarda attorno con studiata calma (per cercarmi - voglio sperare). Mi vede. Si gira e riporta l'attenzione al signore, ridendo e schernendosi a chissà quale complimento o apprezzamento.

Decido che è il momento di agire: mi alzo avvicinarmi al bancone del bar con passo calmo e studiato. A qualche metro di distanza, Mery si gira verso di me e mi sorride; il signore segue lo sguardo di Mery e mi guarda con una faccia in cui si dipinge un punto interrogativo.
"Ah Stefano, ti presento mio marito" dice Mary sempre con quel suo sorrisetto da monella stampato in faccia. La faccia di Stefano per un secondo si contrae in una smorfia di disappunto… intuisco che nella discussione portata avanti finora il tema “marito” sia stato omesso o tralasciato.

Ah è così eh, me la vuoi far pagare il ritardo? O forse per ieri sera, considerando la situazione? Molto bene bella mia, vediamo fino a quanto reggi, stiamo al tuo gioco!
"Buonasera Stefano, sono Michele, spero che mia moglie non l'abbia infastidita troppo" dico sorridendo a mia volta e con una nota di sarcasmo.

Stefano, di cui ora conosco il nome, passa in un secondo da uno stato di perplessità ad uno di socievolezza capendo di essere stato fregato da Mery.
"Piacere mio Michele, e per la cronaca, sono io che ho infastidito per primo la signora offrendole da bere. Non avevo capito stesse aspettando qualcuno, spero non si offenda".
"Non è che non l'hai capito, non l'ho mai detto di aspettare qualcuno o di essere accompagnata" replica Mery sorridendo prima a Stefano e poi a me - sorriso che significa "ti sfido a ribattere”.
"Non eri rimasto su a lavorare?" aggiunge.
Touché, mi sta bene.

Glisso la provocazione di Mery e mi rivolgo a Stefano come fosse un vecchio amico "No no, nessuna offesa, figurati, probabilmente avrei fatto la stessa cosa se avessi visto una bella ragazza seduta da sola al bar" rispondo ammiccando.
Stefano mi sorride, evidentemente più sollevato.
"Ho finito di lavorare e ti ho raggiunto subito, sono tutto per te ora" rispondo poi a Mery.
"Ah bene, ottimo, pensa Stefano che sono rimasta sola due giorni qua a Roma mentre aspettavo mio marito che finisse di lavorare".
Stefano risponde una generica frase di compiacimento e chiede cosa ha visto e fatto Mery in questi giorni. Mentre Mery risponde, vedo che Stefano mi molla uno sguardo di sfuggita: lo interpreto come un messaggio che, a saperlo prima, avrebbe trovato sicuramente il modo di intrattenere mia moglie durante la mia assenza.

Mery parla ancora del più del meno, raccontando di cosa ha visto e non visto in questi giorni; nel frattempo vedo che Stefano ci studia, cercando di capire se c'è qualcosa tra me e mia moglie e la situazione che si sta’ creando. Fingendo interesse, tra un'occhiata e l'altra, vedo che si sofferma spesso sulle cosce e sulla schiena di mia moglie. Devo dire che un po’ mi sta simpatico, capisco perfettamente perché ci abbia provato: anche se in modo non del tutto esplicito, vedo perfettamente che Mery sta facendo di tutto per essere provocante, sfoggiando quelle due sue gambe, cambiando di tanto in tanto posizione o inarcando la schiena quando beve il vino.

Dopo un po’ Stefano sembra fare la sua mossa dicendo "Michele, sei fortunato ad avere una moglie del genere; Mery, è stato davvero un piacere chiacchierare con te".
Sembra aver capito di essere finito in mezzo ad un gioco tra noi due e, se ben comprendo, prova una mossa tattica per vedere la nostra reazione e, in caso, uscirne in modo pulito. D'impulso, volendo stare al gioco di Mery, rispondo: "Hai proprio ragione Stefano sono molto fortunato ad avere una moglie così bella che certe volte me ne dimentico".

"Senti" - aggiungo rivolto a Mery più che a Stefano - "se ti fa piacere e non hai impegni particolari, che ne diresti di continuare a fare quattro chiacchiere con noi seduti ad un tavolino? Non mi piace rimanere in piedi qua al banco, sembro il terzo incomodo.” dico ridendo. “Sempre che tu non debba andare a caccia di qualche altra preda ovviamente, nel qual caso ti capirei."

Stefano, sorridendo replica "Perché no? Non ho impegni particolari e non penso di trovare un'altra preda così bella stasera" rivolgendo prima a Mery e poi a me uno sguardo complice.
Con la coda dell'occhio, nello scambio di battute, noto perfettamente la reazione di Mery: inarca un sopracciglio dallo stupore per un nanosecondo, forse non se l’aspettava; quindi, ritorna ad assumere subito quel delizioso sorrisetto malizioso che si è stampata in faccia da quando sono arrivato.

Nello spostarci nella zona dei divanetti, ordino un altro giro di vino per tutti e tre, poi mi avvio verso un divanetto con tavolino e due poltroncine in un angolo in ombra, in disparte e distante da tutti. Mery mi segue, Stefano chiude la fila immagino senza staccarle gli occhi dal culo e dalla schiena. Arrivato, da vero cavaliere, faccio segno di sedere sul divanetto a mia moglie, mentre mi siedo sulla poltroncina laterale. Stefano, si siede sull'altra poltroncina; in mezzo tra me, Mery e Stefano c'è il tavolino, su cui arrivano poco dopo tre calici freddi di prosecco.
Stefano ringrazia e propone un brindisi "Alle belle donne", "Alle belle donne" rispondo io alzando il calice per il brindisi, "E allora io brindo ai begli uomini" risponde Mery di rimando.
La serata si protrae per un po’ in discussioni leggere in cui parliamo di argomenti legati alla vita di Stefano e alla nostra.

Stefano, che si conferma essere molto simpatico, a modo e con un discreto livello di capacità seduttive, ci racconta della sua vita: divorziato, dedito al lavoro, passioni, hobby, qualche consiglio su dove mangiare, qualche battuta spiritosa e ci racconta di qualche altra situazione imbarazzante in cui si è trovato.

Anche noi raccontiamo un po’ di noi due, di come ci siamo conosciuti, qualche accenno al nostro lavoro, di quello che ci piace fare e alcune nostre passioni.
Devo ammetterlo, simpatico è simpatico e si instaura subito un clima cordiale, come se fossimo con un amico che conosciamo da un pezzo.

Complice forse il secondo bicchiere di vino per Mery e Stefano, l'atmosfera si fa molto distesa, abbandonando la diffidenza e quell'accenno di imbarazzo iniziale. Mery è seduta e rilassata sul divanetto, che chiacchera e si diverte. Ogni tanto si sposta per prendere qualcosa dalla borsetta o per prendere il calice dal tavolino, girandosi per mostrare la schiena o sistemandosi la gonna e quando accavalla le gambe.

Durante la serata, ogni tanto si sfiora l'argomento sesso, un accenno qua, una battuta la, inevitabilmente si finisce sempre a girarci attorno.
Dapprima in modo velato, giusto per capire la reazione da entrambe le parti, poi via via in modo molto più esplicito.

Mery, ormai del tutto a suo agio, chiede della vita di Stefano, provando a sondare con la domanda diretta "Hai una donna?". Stefano risponde che no, non ha nessuno di fisso in questo momento, dopo il matrimonio fallito a causa di entrambi, non è in cerca di una relazione seria ma si diverte senza troppi problemi. Ci racconta qualche episodio, in cui fa capire chiaramente che questo genere di situazioni lo eccitano da matti.

Anche lui per lavoro gira molto e spesso accade di avere serate come questa a disposizione in cui fare qualche conquista e che, proprio stasera, aveva puntato una bellissima preda.
Mery ride, accetta il complimento e, rivolgendosi a me, esclama "Hai sentito, ero la sua preda, chissà cosa avrebbe previsto la serata!"
Anche io rido e rivolgendomi a Stefano con il calice quasi vuoto alzato propongo un altro brindisi "Brindiamo alle belle prede allora!".

Stefano, con aria complice si avvicina al tavolino e ci dice sottovoce "Beh, ti avrei corteggiata, ti avrei fatto delle avance esplicite e, una volta caduta nella mia trappola, ti avrei portata in camera con me per una bella sessione di sesso", guardando Mery e poi rivolgendosi subito verso di me aggiunge "tuttavia per mia somma sfortuna sei già impegnata con questo bel ragazzo a cui non posso fare altro che invidiare la sorte di stanotte e offrire un altro giro in segno di stima" al che si alza per ordinare un altro giro di prosecco, chiedendoci se avremmo gradito qualcosa di più forte.
"Hey, attenzione che se bevo troppo poi mi lascio andare e faccio pazzie" dice Mery, provocandoci a turno con il suo sguardo malizioso.

Stefano riesce ad intercettare un cameriere a cui ordina una bottiglia. Io, nel frattempo, guardo Mery che si sta sistemando qualcosa dalla borsetta, si rassetta il vestito e mi guarda con sguardo languido seduta nel divanetto.
Allungo una mano per accarezzarle un ginocchio, cercando di farle passare chissà quale messaggio, se non che mi stavo eccitando sempre più. Mery mi risponde accarezzandomi la mano e con un bacio virtuale.

Continuiamo con i discorsi, in cui la componente sessuale si fa sempre più esplicita. La piega che sta prendendo la serata si fa decisamente erotica e stuzzicante, la testa comincia a girarmi non tanto per il vino quanto per l'atteggiamento disinibito e seducente che sta sfoderando Mery, non ho idea di fin dove si voglia spingere ma l'effetto che mi provoca è un eccitamento che da quasi le vertigini.

Continuiamo a bere e arriviamo a quasi finire la bottiglia. Mentre Stefano versa un po’ di vino nel bicchiere di Mery noto che mia moglie, nello sporgersi dal divanetto, fa arrotolare in su la gonna scoprendosi per un momento.
Mi si mozza il respiro e mi saltano uno o due battiti cardiaci: si intravvede perfettamente per qualche secondo che sotto la gonna non porta lingerie o tanga, non porta proprio nulla, eccetto una piccola strisciolina di peli pubici ben rasati. Per un breve attimo, vediamo perfettamente la sua bellissima passera, proprio davanti ai nostri occhi. Con studiata disinvoltura e calma, si sistema la gonna con un gesto ritornando ad appoggiarsi al divanetto e sorseggiando il vino.

Realizzo che, se l'assenza di reggiseno è palesato in modo evidente dalla schiena nuda, il fatto di non avere intimo fa sì che Mery sia praticamente nuda, al netto del vestitino bianco.
Tentando di apparire normale e non sbalordito e infoiato come sono, vedo lo sguardo di Stefano tra il goloso e l’estasiato a cui è evidente che non è sfuggito alcun dettaglio dello spettacolo. Faccio finta che non sia successo nulla, anche se in realtà ho il fiato mozzato.
Quando Mery fa questo genere di cose mi fa letteralmente impazzire di desiderio, sa perfettamente che mi ha in pugno e può fare o volere qualsiasi cosa.

Stefano, nel frattempo, prova un approccio più diretto e azzarda commenti che si fanno sempre più spinti come "Sai, adoro questo vestito, ti sta d'incanto" o rivolto a me "Che schianto di moglie che hai". Mery, anche lei sempre più allegra, sembra proprio apprezzare i commenti di Stefano e vedo che fa di tutto per mettersi in mostra: "L'ho scelto proprio perché adoro far vedere la schiena, è una parte di me che amo molto mostrare" dice spostandosi lateralmente e mettendo in risalto ovviamente gambe e schiena.

Io ormai sono in preda ad una forte eccitazione: mi unisco nei commenti dicendo che è uno dei miei vestitini preferiti e che quando lo mette fa impazzire tutti, allungandomi verso mia moglie e accarezzandole la schiena. Sento Mery rabbrividire quando la sfioro con la mano. Non ricordo di averla mai vista comportarsi in un modo così sfacciato e disinibito con un altro uomo - o almeno non in mia presenza. Non pensavo neanche potesse arrivare a sfoggiare questo atteggiamento provocatorio e sensuale. Mi sta’ stupendo, e la cosa mi eccita da matti.

Mery sorride e mi dà una pacca sulle mie gambe: nel farlo si sporge verso di me, aprendo bene le sue cosce e alzando la gonna. La sua passerina ben curata è di nuovo davanti a noi, smaccatamente in perfetta mostra mentre tiene le gambe aperte. Se prima poteva essere stato un caso fortuito, adesso invece è palese la volontà di mostrarcela bene. Si ricompone e si risistema la gonna. Sta godendo da matti nel farci questo spettacolino esibizionista.

Sia io che Stefano abbiamo praticamente gli occhi incollati in mezzo alle sue gambe. Noto inoltre che fa fatica a mantenere lo sguardo su Mery mentre lei ricomincia a parlarci, con gli occhi che cadono sempre tra le gambe di mia moglie, quasi a volerla mangiare.
Mery ci sta letteralmente facendo cadere ai suoi piedi, pendiamo ad ogni suo movimento.

Decido quindi di prendere l'iniziativa, mi sento esaltato e infoiato e dico
"Sai Stefano, proprio ieri Mery, mi diceva che aveva comprato una bellissima lingerie e pensa che non ho ancora avuto modo di vederla indossata", conscio del fatto che sappiamo entrambi che Mery è completamente nuda.
"E dovrai aspettare ancora un po' prima di vederlo” aggiunge ridendo, giusto per rimarcare il fatto.

Mi vengono in mente le foto che mi ha mandato il giorno prima; di riflesso tiro fuori il cellulare per cercarle, potrebbe essere interessante vedere la reazione di Stefano ad una di quelle foto. O la reazione di Mery.

Quando apro il cell vedo che ci sono alcuni messaggi di Mery non letti, inviati durante la serata. Muoio dalla curiosità di leggerli e noto che anche Mery mi osserva con una faccia come per dire “finalmente”. Faccio quindi una mossa inaspettata (anche per me): mi alzo, mi scuso, dico che devo rispondere un attimo e mi dirigo verso l'ingresso, con un passo malfermo. Con la coda dell'occhio vedo Mery che mi segue con uno sguardo indecifrabile.
Mi sposto dalla loro visuale e vado verso l'ingresso della reception: il solo fatto di camminare e respirare un po’ di aria fresca mi riattiva.

Sono eccitatissimo, mi sento quasi ubriaco. Ormai notte, mi appoggio un attimo ad una colonna appena fuori dall’ingresso della reception e guardo i messaggi. Avendo messo in silenzioso senza vibrazione, non mi ero proprio accorto di averli ricevuti. Li leggo, poi li rileggo per essere sicuro di non essermeli sognati.

Il primo:
"Immagino che tu ora stia fantasticando una cosa a tre con me in centro vero?" il cuore mi martella, è vero, anche se penso che la cosa ormai ecciti più Mery a questo punto.

Il secondo:
"Stefano continua a fissarmi tra le cosce, penso si sia accorto che non porto mutandine"... Cristo, Stefano se ne era già accorto mentre io non me sono accorto fino a quanto mia moglie non me l'ha sbattuta in faccia. Ormai ho una erezione di marmo, come la colonna.

Il terzo messaggio mi stende per KO:
"Ho voglia di leccarvi il cazzo. Assieme".

Metto via il cell e ritorno al divanetto con il cuore che mi martella e infoiato al massimo. Ora ho la certezza di quello che vuole Mery, se penso al fatto che le avevo proposto io scherzando la sera prima di trovare un singolo…

Appena arrivo in vista del divanetto vedo che Stefano e Mery si sono avvicinati: Mary è seduta sul bordo del divanetto e Stefano le si è portato accanto con la poltroncina.
Stefano le sta parlando - o meglio sussurrando - qualcosa all'orecchio e lei è là che lo ascolta, che probabilmente freme. Noto solo in un secondo momento che la mano di Stefano è appoggiata sulla sua gamba, che la sta accarezzando e che punta ad addentrarsi sotto la gonna. Il bastardello non ha perso tempo eh...

Arrivo di soppiatto e mi siedo sul divanetto di fianco a Mery; Stefano ritira velocemente la mano e assume un atteggiamento più composto.

Cercando di rimanere contenuto domando:
"Spero abbiate fatto i bravi durante la mia breve assenza, vero?"
Mery mi guarda con uno sguardo stravolto, si riprende e mi dice
"Certo, anche se Stefano mi stava raccontando i dettagli di quello che gli piacerebbe fare al mio culetto".
"Ah davvero Stefano?" ribatto cingendo le spalle di mia moglie e notando che Stefano si è sistemato comodo nella poltroncina a causa anche del suo pacco gonfio.
"Quindi non avete fatto i bravi, molto male... e dimmi, cosa ti piacerebbe fare al culetto di Mery, eh?" lo incalzo provocandolo con una nota di eccitazione che ovviamente non riesco a mascherare. Stefano si sistema ancora sulla poltrona e poi si avvicina a noi due dicendo
"Le farei tutto quello che le piace, e quello che piace anche a te ovviamente" e avvicinandosi sempre di più a noi due:
"Che ne dici se ti alzo la gonna e ti mangio tutta? Vorrei far scorrere la mia lingua su ogni tuo buco mentre il tuo maritino osserva. O ti piacerebbe di più farti leccare da entrambi?"

Mery, incastrata alla sua sinistra da me che la cingo per le spalle e alla sua destra bloccata da Stefano, non risponde, abbassa la testa senza guardaci. La sento fremere sotto il mio braccio.

"Mmm mi piace di più la seconda opzione" rispondo io ormai partito per la tangente
“Mery adora essere leccata, soprattutto alle tette" e nel dirlo le afferro il seno sinistro, lo scopro e comincio ad accarezzarlo sotto gli occhi avidi di Stefano, torturandole il capezzolo durissimo dall’eccitazione. Mery non prova neanche a reagire, se ne sta ferma ad ansimare sommessamente, con un seno scoperto mentre la trastullo davanti ad un uomo conosciuto ad un bar qualche ora prima.

Lui dal suo canto, non ci pensa un secondo e rimette la mano in mezzo alle gambe leggermente divaricate di Mery e nel farlo sento un mugolio trattenuto a stento partire da lei.
Dopo qualche secondo in cui Mery sembra in trance, vedo Stefano tirare fuori la mano e leccarsi le dita, immaginandomi il lago che ci deve essere tra le cosce di mia moglie.

Arrivati a questo punto faccio il passo successivo: "Qual è la tua stanza Stefano?" domando.
Stefano sorride, si alza e ci invita a seguirlo. Ha lo sguardo voglioso, trattiene a stento l'eccitazione come me. Mery invece sembra essere quasi in uno stato catatonico, se non fosse che vedo perfettamente alzarsi e abbassarsi il petto velocemente, come se stesse affrontando una maratona.

Ci alziamo, Mery si riassetta un attimo il vestitino, seguiamo Stefano agli ascensori.
Aspettiamo qualche secondo davanti alla porta dell'ascensore che si apre ed entriamo assieme. Siamo tutti e tre zitti ma mi pare di sentire i nostri cuori battere da quanto forte vanno.

Appena si richiudono le porte, Mery si gira con la faccia verso la porta appena chiusa e ci si appoggia con le mani e con la fronte. Sembra quasi voglia fare la timida. Io e Stefano siamo dietro di lei, ad osservarne la sua schiena nuda, il vestitino bianco e le gambe. Come ipnotizzato, le accarezzo la schiena, mentre Stefano fa altrettanto sul suo posteriore. Sento Mery che si lascia andare ad un altro sospiro di piacere.

L’ascensore si ferma dopo un tempo non meglio definito al sesto piano, la porta si apre e Mery esce - quasi scappa - fuori.
Stefano ed io usciamo, poi lo seguiamo fino alla sua camera.

Apre la porta e si mette in disparte facendoci segno di entrare.

Fermi sulla soglia, guardo Mery senza dire una parola, sa che se varchiamo quella porta non si torna indietro. Entra.

Seguo e chiudo la porta, mentre Stefano spegne le luci e spalanca le tende per far entrare solo la luce ambientale dell'esterno.

Anche in assenza di luci si vede comunque bene: nella leggera penombra e con la debole luce che entra dalle finestre, bastano un paio di secondi per adattare la vista.

Ho il cuore a mille.

Mery prende Stefano per mano e lo mette con le spalle attaccate alla parete tra il letto e il bagno: inizia a sbottonargli i calzoni, slaccia la cintura, abbassa slip e pantaloni. Vedo un bel cazzone turgido che esce, Mery lo afferra e se lo mette in bocca.

Sento Stefano ansimare di piacere.

Mery inizia a lavorarselo per bene, gli lecca per bene l’asta, le palle, lo masturba e poi lo rimette in bocca. Dai mugolii di Stefano, capisco che sta impazzendo di piacere.

Dopo un po’, Mery si mette esattamente a 90 gradi, chiaro invito rivolto a me. Le alzo la gonna scoprendo il suo magnifico culo e la sua figa che dire fradicia non rende l'idea.
Mentre la sento pompare bene e ingoiare il cazzo di Stefano, io affondo la mia faccia tra le sue cosce, allargandole bene le natiche e leccandole per bene passera e buchetto del culetto.

Stefano, nel frattempo, le ha sciolto il nodo dietro il collo, scoprendole le tette, quelle tette sode e con i capezzoli durissimi che vedo sballonzolare da sotto la sua figa fradicia, grazie alla mia posizione privilegiata. Stefano le afferra un seno e la accarezza, mentre Mery continua imperterrita a pomparlo.

Mi immergo tra le sue cosce mentre lei è ancora a 90 gradi, stuzzicandole il clitoride con le dita mentre affondo la lingua nel suo culo. So che questo la fa impazzire e la sento che si lascia sfuggire un lamento di piacere, quasi un piccolo urlo, stavolta senza doversi preoccupare di trattenerlo.

Mery lecca Stefano e io lecco Mery. Mi godo questo istante di piacere assoluto nell'assecondare tutte le fantasie e le voglie di mia moglie.

Sono al limite, avrei voglia di penetrarla con tutte le mie forze ma mi trattengo.
Ricordandomi di quello che mi ha scritto, mi spoglio in un attimo e la stacco da Stefano, in preda ad un piacere evidente.

Siamo tutti e due vicini, nudi e con due erezioni spaventose. Mery si inginocchia davanti a noi e comincia a baciarci i membri, spompinandoci a turno. Ci succhia passando da un cazzo all'altro, reggendoci le palle e segando il cazzo che non ha in bocca.

Vedo la lussuria ed il godimento di Mery dipingersi nel suo volto, avida dei nostri cazzi ed esaltata di dare piacere ad entrambi. Dio, mi fa impazzire vedere mia moglie così senza remore o inibizioni.

La accarezzo sulla testa e vedo che anche Stefano sta facendo altrettanto.
Intercetto il suo sguardo nella penombra della stanza, sembra che le scintillino gli occhi. Mi guarda dritto negli occhi, alternando il mio cazzo a quello di Stefano. Sì amore, sei bravissima e mi stai facendo letteralmente impazzire.

Dopo un tempo indefinito, prima che uno dei due venga, la fermo gentilmente e la faccio alzare.

Il vestitino bianco cade per terra, Mery si toglie la cintura e gli stivaletti, rimanendo completamente nuda.

Stefano la contempla ammirato, Mery è bellissima e nella poca luce le sue forme sono esaltate: il suo collo, le tette piccole ma sode con i capezzoli turgidissimi, la pancia piatta, la curva della schiena, le sue gambe lunghissime. La accarezzo, la esploro con le mani, mentre Stefano fa altrettanto.

Mery mi abbraccia cominciandomi a baciare con la lingua. La sento aderire con tutto il suo corpo che preme su di me, dalle tette alla pancia al suo sesso caldo e bagnato. Sento anche il leggero sapore agrodolce nella sua bocca che mi ricorda che ha appena finito si spompinare per bene i nostri cazzi.

Dietro di lei Stefano la circonda, si struscia sulla sua schiena e la bacia, la tocca, la esplora, toccando ogni tanto anche me con carezze che non capisco se sono volute o meno.
Mery è in mezzo a noi due, continua a baciarmi cingendomi le sue braccia al collo. Sento Stefano che le preme sulla schiena e la esplora con le mani, con il cazzo che la punta tra le natiche, strusciandosi per bene.

Mi abbandono completamente, la comunione tra me e mia moglie è fortissima in questi momenti.

Il ricordo si fa annebbiato quando ci stendiamo a letto, sempre mantenendo questo abbraccio a tre. Mery, appoggiata lateralmente, mi abbraccia e alza la gamba sinistra, invitandomi, accogliendomi. La penetro e mi abbandono a lei. Dietro a lei c'è Stefano, appiccicato alla sua schiena, che la bacia, la palpa, le tocca le tette, il culo e il cui cazzo si insinua tra le sue gambe. Lo sento spesso che si struscia proprio tra di noi, come se volesse entrare anche lui e partecipare alla festa.

Mery geme e gode, una dea adorata dai suoi stupidi sudditi.
Dopo un po’, scioglie il suo abbraccio su di me e si gira verso Stefano, invertendo le posizioni. Muoio di gelosia nel momento in cui sento Stefano che la penetra e comincia a pomparla in modo ritmato, sempre più veloce.

Mery gode e geme.

Con una mano mi afferra il cazzo e continua a segarmi mentre io la bacio e sento Stefano, a pochi centimetri dalla mia faccia che mugola di piacere. Mery e’ praticamente avvolta da noi, con la faccia affondata tra la mia e quella di Stefano.
Sento la mano di Mery afferrare il mio sesso e guidarlo verso suo buchetto: ho il cazzo ricoperto dei suoi umori e bagnatissimo, non serve neanche il lubrificante. Mi invita ad entrare.

Spingo un po’, cerco di adattarmi al ritmo di Stefano che sta scopando con foga mia moglie.

Mery tiene alzata e piegata la gamba destra con la mano, allargando così i suoi buchetti e facilitando la nostra cavalcata.

La penetro da dietro.

Sento gemere Mery.

È il paradiso, mi devo trattenere per non venire.

Mery comincia ad ansimare, non riesce a trattenersi e ci sussurra un “piano”; la sentiamo cercare di imporre un ritmo a tutti e due con il suo movimento pelvico.
Stefano, che capisce, si adegua ad un ritmo più calmo e rilassato, meno irruente. Io faccio lo stesso. Sento perfettamente il suo cazzo che entra ed esce, che praticamente si struscia anche sul mio essendo separati da una sottilissima parete. Sincronizziamo i movimenti che diventano alternati: mentre lui esce, io spingo, mentre lui spinge, io esco.

Dopo alcuni tentativi ed esitazioni, i nostri ritmi appaiono più allineati e rimici. Mery guida, sembra danzare, noi coordinati la seguiamo.

L’effetto che si produce non riesco a scriverlo. Sentiamo crescere tutti il ritmo imposto, sta arrivando l’orgasmo, ci abbandoniamo all’ultimo rush finale cercando di non spezzare il ritmo.

I gemiti di Mery si fanno sempre più incalzanti e vicini fino a che non emette un lungo grido simile ad un singhiozzo che fatica ad arrestarsi.

La sentiamo gemere e venire, gli spasmi dell’orgasmo che si riverberano dal suo centro di piacere ai piedi, alla pancia, alle braccia, alle sue sue tette fino in faccia. La sentiamo vibrare di fremiti di puro piacere. Le contrazioni della sua figa e del suo culo sembrano voler strozzare i nostri membri. Per me è troppo.

Mi lascio andare raggiungo l’apice del godimento un paio di secondo dopo il suo e le vengo dentro, svuotandomi completamente, aggrappandomi a lei, strizzandola tra le mie braccia e soffocando il mio gemito tra i suoi capelli.

Sento un’esplosione di calore laggiù in fondo e Mery afferrarmi una natica - l’unico movimento che può fare in quella posizione - per cercare di bloccarmi dentro di lei e congelare il più possibile questo attimo di orgasmo.

Penso che Stefano stia venendo anche lui dai gemiti che fa.

Non mi importa.

Nella penombra sentiamo solo i nostri respiri affannosi che si calmano a poco a poco.

Siamo sfiniti.

Rimaniamo così per un tempo indefinito ad aspettare che i nostri battiti cardiaci ritornino ad un livello accettabile e di riprenderci dall'orgasmo estremo.

Nessuno dice una parola per paura di rompere questa situazione.

Siamo sudati, fradici, pieni di sperma, saliva e umori, la stanza odora di sesso selvaggio e nella parte inferiore del letto c’è un lago, ma non ci importa.

Ci sfiliamo da Mery che finalmente si stende a pancia in su’ sul letto.

Non una parola da nessuno.

Nella penombra, osservo la bellissima silhouette di mia moglie e penso di essere in un sogno. Mery, spossata ed estasiata, gira la testa verso di me e mi rivolge uno sguardo, un sorriso pieno di amore e senza malizia.

La bacio languidamente.

Sento che Stefano inizia ad accarezzarla, senza quella fame sessuale che aveva prima.
Mery rimane accoccolata in mezzo a noi in uno stato di beatitudine.

Sento Stefano baciare e accarezzare Mery… e poi accarezzare me. Chiudo gli occhi e mi lascio andare, sento che anche Mery inizia ad accarezzarci. Faccio fatica a distinguere chi accarezza chi nel groviglio di mani che si crea. È bello, mi piace, non mi importa, ricambio, accarezzando a mia volta mia moglie e Stefano.

Sono in uno stato di beatitudine, di pura estasi.

Ricominciamo.
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