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Segreto Professionale (Mia sorella dottoressa)


di Membro VIP di Annunci69.it marcosala
21.12.2022    |    2.521    |    1 9.6
"Aaahhh…” Subito cominciò a cavalcarmi con il classico movimento del bacino..."
La sala d’aspetto era vuota, mi sentivo un nodo allo stomaco, non era la prima volta che venivo in ambulatorio ma questa volta era un caso particolare. Improvvisamente la segretaria entro nella sala e mi fece un segno di saluto. “Ciao Marco, la dottoressa ha appena finito l’ultima visita. Sta mettendo a posto le ultime carte.” “Allora non c’è più nessuno adesso?” “No, puoi entrare.” Mentre mi alzavo dalla poltrona, la segretaria schiacciando un tasto dell’interfono mi annunciò. “Dottoressa io vado, c’è qui suo fratello.” Aprii la porta dello studio ma non vidi nessuno dietro la scrivania. Mi sedetti su una sedia aspettando nervosamente che arrivasse. Dopo qualche minuto, Matilde, entro nello studio, si sciolse i suoi lunghi capelli sospirando e massaggiandosi il collo, poi mi salutò baciandomi. “Ciao fratellino, come mai qui, non ti senti bene?” Mia sorella Matilde è la più grande, ed io sono il più piccolo, siamo in cinque tra fratelli e sorelle, lei ha 12 anni più di me e ha lasciato la famiglia quando avevo appena sei anni per frequestare l’università. Dopo gli studi, il tirocinio poi, lo scorso anno, è tornata al paese rilevando lo studio di un medico andato in pensione, ma in questi anni ci è sempre stata vicina. A causa della nostra differenza di età, abbiamo sempre avuto un rapporto un po’ strano, a metà tra fratello/sorella e madre/figlio. Io mi sono sempre sentito protetto da lei, uniti da una grande tenerezza. Condividiamo anche un altro legame, siamo gli unici fratelli che, nella famiglia non abbiente, abbiamo frequentato l’università. Lei, come detto, laureata in medicina, ed io iscritto al primo anno di Economia. È prorio grazie al suo incoraggiamento ed esempio che ho deciso di continuare gli studi. A mezza voce le dissi: “In realtà sono qui per chiederti un consiglio.” Percependo il mio disagio, in silenzio, si sedette alla poltrona della sua scrivania. “Su Marco dimmi quale è il problema.” “Matilde, c’è una ragazza all’università che mi piace e…” “Se vuoi un consiglio d’amore stai parlando con la persona sbagliata.” Disse sorridendo per alleggerire l’atmosfera. “Dai, per favore non complicare le cose, non vedi che sto morendo di vergogna? Vuole che facciamo delle “cose” insieme, ma io non ho mai fatto niente, sono vergine, anzi, quando mi tocco mi fa male, sai tu cosa…” Rosso dalla vergogna, mi sembrava addirittura che lei si trattenesse dal ridere. Con un gesto professionale mi fece segno di stendermi sul lettino. “Se ho capito bene hai qualche problema di aderenza col prepuzio o il frenulo. È una cosa molto comune tra i giovani, non preoccuparti. Abbassati i pantaloni che controllo, non si sa mai.” Sollevato dalle sue parole, abbassai i pantaloni e le mutande, e dopo di ciò mi girai verso di lei. Mi resi conto di una sua espressione strana, occhi spalancati e sguardo stupito. “Matilde che c’è?, qualcosa non va?” “No, niente.. niente..” Rispose lei sorridendo. “Mi stai dicendo la verità o no? Vedo che sorridi.” “No al contrario, vedo che hai un bell’arnese tra le gambe, non te lo avevo mai visto.” “Ohh.. grazie.” “Bene, ora controllo, ti faccio una piccola visita, se ti faccio male dimmelo che mi fermo subito.” Con due dita afferrò la pelle del prepuzio e cominciò a tirare delicatamente verso il basso. Mentre mi visitava osservavo mia sorella. Bruna, capelli lunghi e mossi, viso abbronzato, ma la cosa che più saltava all’occhio era il suo corpo meraviglioso. Alta quasi un metro e ottanta, due seni piccoli ma sodi, pancia piatta e due gambe lunghe e tornite che finivano con un culetto maestoso. Ormai senza camice, potevo apprezzavo le sue forme attraveso dei pantaloni di tessuto morbido ed attillati ed un top intrigante che lasciava intravedere il piercing all’ombelico. Era veramente arrapante. So che non avrei dovuto pensare questo di mia sorella, soprattutto quando aveva il mio cazzo tra le dita, ma era più forte di me. Intanto delicatamente aveva abbassato il prepuzio scoprendo completamente il mio glande, ed il tutto senza provocarmi dolore. Unico problema era che, tra i pensieri che mi giravano intesta e la sua mano delicata, il cazzo aveva cominciato a crescere a vista d’occhio. “Ma Marco, cosa stà succedendo?” Mi disse fingendosi arrabbiata. “Mi sta scambiando per la tua fidanzatina?” “Scusami Matilde, ma..” “Dai, non preoccuparti, stavo scherzando, è una reazione normale. Cerca solo di non pensare alla tua ragazza mentre ti visito.” “Veramente non pensavo a lei.” Le risposi arrossendo. Ci fu un attimo di imbarazzante silenzio poi, come se niente fosse, impugnato il mio pene con tutta la mano, cominciò a muoverla su e giù. Accidenti, mi stava facendo una sega, in modo molto scientifico, ma me la stava facendo. “Hai ancora qualche aderenza al prepuzio, il frenulo va bene. Considera che con un po’ di lubrificazione andrà ancora meglio. Ti sto facendo questo per romperti le aderenze, se senti un po’ di male è normale.” La sua mano si muoveva ad un ritmo costante, ogni tanto tirava verso il basso un po di più, ma il tutto era comunque estremamente piacevole. Era la prima volta che mi facevano una sega e, accidenti, era proprio mia sorella a farmela. Chiusi gli occhi e mi rilassai. La mia mano destra che poco prima nervosamente appoggiata sulla sua schiena scese lentamente e, senza volere, toccò qualcosa di sodo e rotondo. Mio dio, il suo culo! Inconsapevolmente afferrai un gluteo. Subito ebbi paura della sua reazione, ma mi lasciò fare e continuò a masturbarmi con una mano, mentre con l’altra mi massaggiava le palle. Manco a dirlo il mio cazzo era al massimo del suo turgore. Intanto la mia mano continuava l’esplorazione dei suo glutei. Infilata dentro i pantaloni, il suo tanga mi dava l’accesso diretto alla valle che si trovava tra le sue sode chiappe. Mia sorella accelerò il movimento mantenendo però sempre il ritmo e tirando sempre un po di più verso il basso. “Fratellino, sono un poco stanca, che ne dici se ci fermiamo qui?” “No, ti prego Matilde, non puoi lasciarmi in questo stato.” “Bhe si è vero, ma vedo che con qualche strattone che ho dato al tuo prepuzio le aderenze si sono risolte, sei eccitato? Vuoi godere? Con la masturbazione vedo che non risolviamo niente adesso” “Dai, trova una soluzione, non posso tornare a casa così.” Mi guardò seria negli occhi poi mi disse. “Ok, voglio aiutarti a… ma non devi dirlo a nessuno.” Annui eccitato, mentre lei chinandosi sul mio cazzo iniziò a sfiorare con le labbra la mia cappella. Dopo alcune leccatine sensuali finì per inghiottire fino alla base della mia colonna di carne. Ogni tanto si fermava dal classico vai e vieni, guardandomi in viso con il mio cazzo tra le labbra. Avrei voluto prenderla per i capelli e baciarla in bocca, ma non osai. Mia sorella alternava leccatine alla punta della cappella a movimenti di vai e vieni con risucchio ma io non riuscivo a godere, ero troppo teso. Dopo diversi minuti di applicazione, capì e si alzò. “Ma cosa devo fare per farti godere? Sfidi tutte le mie abilità professionali. Bhe, rimane una sola soluzione ormai.” Rapidamente si tolse il top e lasciò cadere a terra i pantaloni. Vidi stupefatto il suo tanga visibilmente bagnato sul davanti prima che se lo togliesse e subito una fichettina tutta rasata e liscia. “Hai visto? Anche se sono tua sorella mi hai eccitata? Sono tutta bagnata.” Velocemente si liberò anche del reggiseno mostrandomi i suoi seni piccoli e sodi sormontati da due capezzoli duri come nocciole, poi mi salì a cavalcioni schiacciando la sua fichetta depilata e bollente contro il mio cazzo. Vedendo il mio sguardo preoccupato, mi accarezzò una guancia, quindi mi mormorò dolcemente all’orecchio: “Non preoccuparti, mi occuperò di tutto io.” Si rialzò mostrando in modo maestoso il suo ventre piatto e definito decorato dal piercing all’ombelico. Lentamente la sua fichetta mangiò il mio cazzo da verginello. Sentivo, piano piano, le pareti calde e umide del sesso di mia sorella avvolgere il mio pene, facendomi vivere delle sensazioni mai provate fino allora. Una volta introdotto fino in fondo, la sentii gemere di piacere. “Ohh.. sii… hai veramente un bel cazzo Marco. Mi riempi tutta e bene.. aaahhh…” Subito cominciò a cavalcarmi con il classico movimento del bacino. Mi prese le mani e me le portò alle sue tettine facendomi capire di massaggiargliele e torturargliele un poco. “Ti piace tesoro?” MI domandò con una volce calda e sensuale mentre mi cavalcava. Io cominciai a rispondere ai suoi movimenti, dopo qualche minuto i nostri corpi erano madidi di sudore e bollenti per l’eccitazione. “Ohhh.. che bello, aaaahhh… ti piace la mia fichetta tesoro?” “Mmmm.. si è troppo bello, aahh… si, non fermarti, continua.” Subito dopo lei ebbe un orgasmo allucinante, urlando come una dannata. Le mie gambe erano bagnate da un mare di fluidi vaginali prodotti dallo squirting che accompagnò il suo godimento. Tutto ciò aumentò la mia eccitazione portando anche me all’orgasmo. “Ahhhh.. si sto venendo.. sto venendo..” “Si tesoro… mmmmm… riempimi di sborra senza preoccuparti, prendo la pillola.” Fu la goccia che fece traboccare il vaso, un fiume del mio succo inondò il suo ventre a più riprese, accompagnato dai suoi gemiti di piacere. Mia sorella si sdraiò su mi me sfinita, mentre sentivo il mio sperma colarmi lungo le gambe e le palle. Rimanemmo entrambi senza fiato ed il silenzio per diversi minuti. Mentre lei si godeva il mio cazzo ancora duro nonostante l’orgasmo appena avuto, io ero quasi incosciente dal piacere provato. Quando mi ripresi mia sorella era a fianco a me già vestita. Aveva un sorriso sulle labbra e il viso rilassato. “Finalmente ho risolto il tuo caso clinico, anche se penso ti ci vorrà ancora qualche seduta per risolverlo definitivamente, ora è meglio che tu torni a casa, mamma e papà potrebbero preoccuparsi e soprattutto non dire niente a nessuno. In questi casi vige il segreto professionale.”
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