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Prime Esperienze

Scelta di vita 2 (racconto completo)


di NENE_MALO
21.01.2013    |    6.830    |    3 8.8
"Questo appagķ per il momento la sua curiositā e permise me concentrarmi sul vero obbiettivo..."
Sorseggiavo un the freddo in una rinomata terrazza Madrilenia della Gran Via, pochi attimi prima ero in compagnia di un cliente, concluso il preambolo, era mia abitudine restare e bere qualcosa, l esperienza mi aveva insegnato che non c era niente di piú odioso per un abituč, veder rivestire e sparire un chapero appena concluso il rapporto, questo lo faceva sentire colpevole di una fugace e squallida scopata, e quindi cambiare mercenario per non sentirsi a disagio.
Io non avevo mai fretta, parlavo, scopavo, ci ridevo e scherzavo, mi era capitato persino di dover ascoltare senza esercitare per quello che ero stato assoldato, e questo il cliente lo gradiva e lo aiutava a sopportare quella parte omossessuale che celavano dietro lauree e dottorati varii.

Al tavolino di fronte a me, sotto un obrellone pubblicitario di una rinomata bibita, scorsi una ragazzina bionda, forse perchč veramente carina o forse perchč portava un taglio di capelli piuttosto mascolino, attiro la mia attenzione.
Avevo 21 anni, e a pensare della mia smisurata esperienza sul sexo, non ero mai stato con una ragazza, non che la cosa mi tormentasse ma si mi incuriosiva sentire in sč, cosa si provasse a stare col sesso opposto.

Ora ci guardavamo tutti e due, in veritā solo in quell istante pensai, che non avevo mai approcciato una ragazza, perciķ decisi di agire come da routine, in fondo non doveva poi essere tanto differente da come lo facevo con gli uomini.

É da un po che osservo quel maschietto, attirerebbe l attenzione di un cieco per l avvenenza e se non bastasse l'aroma sarebbe una buona traccia a seguire.
Tremendamente abbronzato, fisico intagliato, soppraciglie e capelli curati al dettaglio, sembra un modello o immagino che lavori per qualcosa di moda, non č vestito certo da mercoledi pomeriggio, ma se veramente si abbiglia e si cura cosi a diario, non č un tipo comune ne senz'altro un occasione da mancare.

_ Accidenti ! Se ne va, che peccato, non posso certo rincorrerlo, penserā che sono una divoratrice di uomini, e poi uno cosi, chissā che stragi di passere che fā, pure si facesse pagare, non gli mancherebbe dove scegliere.

Ho deciso di buttarmi, pago il mio conto, e mi avvio verso la ragazza bionda, la noto perplessa mentre mi avvicino al tavolino, eccola alla mia sinistra, sono a un passo, ecco ora le dico.....
E mentre penso cosa dire le abbozzo un timido sorriso, cortesemente ricambiato da lei, e continuo dritto.
Hahaha...rido soprapensiero, non ci posso credere, tutta la mia spavalderia era svanita di fronte a una donna, pensai che forse ero solo gay, e che non avrei mai assaporato i piacieri di una notte assieme ad una amichetta.
Chissā per orgoglio personale, o perchč cercassi semplicemente un resto della mia virilitā, mi girai di scatto e ritornai sui miei passi.

_ Nooo ! Sta tornando, Dio fa che questa volta si fermi, se mi passa vicino attacco bottone io a costo di sembrarli una sfacciata.

_ Ciao, scusa non č che.....
_ Buongiorno ! Bella signorina...

Secondi di silenzio, seguiti da una risata imbarazzante.

_ Cercavi d attaccare bottone vero ? Disse Lei.
_ Ehm..giā, risposi.

_ Davvero ?!! Esclamai io incredula.

Sapevo essere considerata una bella ragazza, avevo un bel corpo, un seno adatto alla mia statura, delle gambe lunghe e liscie, avevo dovuto respingere centinaia di corteggiatori indesiderati perchč quelli che sceglievo io dovevano essere sposati o gay.
Ma ora, davanti a me, accingeva a sedersi uno dei ragazzi piú carini che avessi mai scorto, da vicino era ancora piú bello, mi tolsi persino gli occhiali da sole per godermi ogni sfumatura di quel corpuscolo finora senza nome, solo il suono della sua voce mi riportķ a vivere il momento.

_ Allora riciao ! Esclamai io. E presentandomi col mio nome, le tesi la mano.
Rimasi alcuni secondi con la mano sospesa osservandola, prima che si decidesse a sfiorarmela, e con una tenue voce sussurrķ il suo nome che a fatica capii sbirciando le sue labbra.

Briana, mi pareva semplice, lo deducevo dal tenue trucco che portava, aveva una pelle bianca nucleare, degli occhi vivacissimi che sprizzavano allegria, un seno stupendo perfettamente sostenuto senza aiuto di reggipetto, un vestitino retro di un solo pezzo che finiva sopra le ginocchia, e una grossa cintura che avvolgeva un vitino da mozzare il fiato. Era perfetta.

_ Aridane ? Che strano nome, ho sentito Ariadna, me č femminile, suppongo che il tuo deve essere la versione al maschile.

_ Il mio nome č originario delle isole Canarie, č un nome "Guanche", mia madre era di Las Palmas (aludendo a mia madre, uso il tempo passato, ma rendo presente che č tuttora in vita), lā č un nome molto comune, vi č addirittura un luogo chiamato "Los LLanos de Aridane" situato in La Palma senza (S).

Parlammo a lungo, e decidemmo fare una passeggiata transitando la Gran VIa in direzione Plza. Espaņa.
camminava alla mia destra e ad ogni ventata che la sfiorava, un profumo hidratante di cocco, mi riportava a paesi esotici visitati in innumerevoli viaggi di lavoro.
Mi venne spontaneo passarle un braccio sopra la spalla, che lei ricambiķ stringendomi la vita.

Aridane, era un ragazzo incantevole, spontaneo, sapeva intrattenerti ed incuriosirti su tutto, pensavo che se fosse stato un animatore turistico, molte donne sarebbero state contente, in costume da bagno se lo sarebbero addirittura divorato, ancora non mi aveva parlato di cosa facesse per vivere, ma mi stupiva il numero di persone che lo salutavano con un:_ Hola Ari, que tal hoy ?
Ero di passaggio a Madrid, sarei dovuta restare dalla mia amica del cuore, se non fosse che il mio cuore ora pensava ad altro, inutile aggiungere che dalla mia amica mai ci giunsi, scaricandola con un bidone qualsiasi.

Briana aveva 24 anni, era originaria di Melbourne, una delle cittā piu popolose dell Australia, lei non sapeva che piú volte avevo visitato il suo contado, ma obviai questo dettaglio per non dovermi allargare troppo sul mio conto.
Una delle cose cui non avevo considerato, erano le continue domande sulla mia professione, i miei clienti non mi chiedevano certo cosa facessi per vivere, quindi decisi di assumere l identitā del tipico sig. Smith americano, che qui da noi quando voi desviare, usi dire che ti occupi di pubbliche relazioni e nel mio caso ero pure ragazzo immagine di alcune discoteche in voga qui a Madrid.
Questo appagķ per il momento la sua curiositā e permise me concentrarmi sul vero obbiettivo.

Quella stessa sera mi trovavo disteso sul mio letto in compagnia di Briana, le candele aromatiche sapientemente situate, illuminavano una figura diversa, anche la pelle liscia e delicata era differente al tatto, mi avvicinai a quel fisico sconosciuto, e scesi lentamente facendole sentire il mio respiro umido sulla pelle. Le misi la mano sul pube perfettamente rasurato, e mi parve strano non percepire le forme a cui ero avezzo. Chinai il capo e cominciai ad assaporare quello che sarebbe stata la mia prima leccata di figa.

Strinsi le gambe non appena avverti la lingua di Aridane insinuarsi tra le gambe.
Mi aveva spogliata con fare gentile, e mi aveva osservata a lungo senza parlare, sembrava che non avesse mai visto una donna nuda. Lui era come lo avevo immaginato a quel tavolino del bar, spalle larghe vita stretta, abdominali sporgenti, braccia muscolose, coscie da calciatore, e un tattuaggio tribale che gli finiva su due pettorali armoniosi, un culetto sodo e definito e un atrezzo in sintonia con tutto il resto. Socchiusi gli occhi e sulle note di una musica da piano bar che riempiva la stanza, mi lasciai trasportare dalla lingua di Ari che abilmente lambiva il mio clitoris adamantino.

Notai come Briana si bagnava, e mentre la leccavo alzai la vista, volevo guardarla dritta negli occhi per avere la certezza che quello che stavo facendo le procurasse piacere, ma due tettine a cui non ero abituato me lo impedivano, allungai quindi le mani e presi a massaggiare quelle parti che non avevo mai toccato, erano morbide ed i capezzoli turgidi e duri, gli presi in boca e cominciai a giocarci con dei colpetti di lingua e piccoli morsi poi mi ritraevo e ci soffiavo sopra, vedevo come l aureola si stringeva e rispondeva agli stimoli. D improvviso una mano raggiunse il mio cazzo, aveva cominciato a massaggiarmi, mi feci di lato le afferrai la testa e senza dover far altro, capii e me lo prese in bocca. Con la lingua percorreva la lunghezza del mio bastone venoso, sentivo le sue labbra premere con forza il glande, non ne sarei piú uscito, ma avevo ancora tanto da apprendere.
La stesi supina sul letto, le divaricai le gambe e la penetrai, ero abituato a usare lubricante ad ogni rapporto che mi pareva incredibile poter entrare in un buchetto tanto stretto senza, ma Briana non aveva certo bisogno di lubricanti, la sua figa era bagnatissima ed estremamente calda, era un godimento diverso, era una donna. Non mi risparmiai in nulla, la sentivo gemere ad ogni colpo, la investi in tutte le posizioni possibili e sentii godere per la prima volta una creatura divina.
Era esanime, lei era in svantaggio, non sapeva che benchč la esercitassi in modo differente, questa era la mia professione, e da professionista volli approfondire la differenza di un culo femminile.
Capi le mie intenzioni non appena cominciai a leccarle l orifizio, le dissi:_

_ Non ti preoccupare, non ti farķ male, solo fidati di un esperto.

La dilatai con pazienza, con un lavoro di lingua che alternavo alle dita, finchč le poggiai la cappella su quel culo e spinsi soavemente aiutato da qualche sputo di saliva e mentre vedevo il mio membro inabissarsi centimetro a centimetro nello sfintere, mi sentivo uomo.
Briana mise le mani sui miei fianchi e dava il ritmo che poteva sopportare, io la seguivo e mi trattenevo ormai a fatica ma ricordandomi che non si trattava di lavoro, lasciai che la natura facesse il suo dovere, e le sborrai nelle intragne piú profonde.
Non avevo mai avuto dubbi sulle mie arti amatorie, il mio cachč parlava chiaro, ma ero curioso di sapere la valutazione di una vera donna, chiamatelo "ego" ma io dovevo sapere.

Sotto la doccia ci bacciammo ancora a lungo, e fra una carezza e l altra gli chiesi:

_ Come ti sono sembrato ?

_ Sei indubbiamente il boytoy di tante ragazze, le parole "fidati di un esperto" non sono dette a caso, non avevo mai dato il culo a nessuno, perché lo ritenevo doloroso, ma questa esperienza mi ha fatto ricredere, senza dubbio sarā una di quelle pazzie che non si dimenticano facilmente negli anni.

Briana aveva ragione, almeno in quello che concerne me, non avrei piu dimenticato quella scopata, perchč senza mai saperlo, si portķ via la mia verginitā.
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