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Grazia


di cicciosv
12.11.2010    |    29.344    |    1 7.5
"Alle prime spinte della mia cappella il suo buchetto si aprì e gli fui subito dentro..."
Grazia è stata una delle mie più strane avventure!
La conobbi nel 19** alla fermata dell'autobus che ogni mattina prendevo per andare in ufficio. Facevamo lo stesso percorso e scendevamo alla stessa fermata. Inevitabilmente, anche se le sembrava molto schiva cominciammo a salutarci e qualche volta a scambiare qualche parola. Un giorno a causa di uno sciopero improvviso, fermi al capolinea degli autobus non sapevamo cosa fare. Entrambi avevamo necessità di andare a lavoro e ed io ero senza auto. Grazia allora mi propose di darmi un passaggio con la sua auto che era parcheggiata nel garage di casa sua. Accettai con riconoscenza e da allora cominciammo a frequentarci. Prendevamo insieme il caffè prima di iniziare il lavoro e spesso nelle giornate di pioggia lei mi veniva a prendere in auto sotto casa. Si parlava di tutto e appresi così che lei era di un paesino vicino Salerno, che lavorava come ragioniera in una ditta di spedizioni, viveva da sola e che aveva avuto solo relazioni temporanee e solo un paio serie che purtroppo erano finite male.
Forse per questo motivo, anche se graziosa e con un corpo molto ben fatto, sembrava schivasse gli uomini e facesse di tutto per non essere attraente. Comunque era la sua dolcezza che mi attraeva molto e in fondo anch'io non dovevo essergli indifferente. Questo mi inorgogliva e mi dava motivo per approfondire sempre di più la nostra conoscenza, anche se non riuscivo mai a creare quelle condizioni ideali che mi avrebbero permesso di fare qualche avance. Arrivavo sempre lì lì ma poi accadeva sempre qualcosa che guastava l'atmosfera.
Una sera, approfittando che mia moglie era andata per qualche giorno dai suoi genitori, la invitai ad uno spettacolo teatrale e dopo a cena dove volutamente la feci bere un poco di più. Era allegra come non mai e quando l'accompagnai a casa lei mi invitò su per bere "qualcosa di caldo".
Forse questa era la serata giusta. Entrati in casa l'aiutai a togliersi il cappotto e mentre stavamo entrando in salotto lei prese l'equilibrio non essendo molto abituata ai tacchi molto alti e si poggiò prona sul divano.
Io la soccorsi subito, ma il contato con il suo corpo mi dette immediatamente una scossa,
la strinsi così da dietro tastandogli i seni e facendogli sentire il mio corpo su di se. Lei si voltò e io la baciai.
Era un bacio sensuale e pieno di desiderio, le nostre lingue si intrecciavano mentre le mie mani dal seno erano giunte alle cosce, sollevai la gonna e vidi che portava calze autoreggenti e una mutandina a tanga. Non opponeva resistenza, anzi sembrava volesse agevolarmi abbassandosi sui gomiti e sollevando il sedere per sentirsi bene dietro la mia verga ormai dura.
Mi strusciavo su di lei che apprezzava, poi si voltò, mi slacciò la cinta dei pantaloni e con una mano mi afferrò il cazzo cominciando a menarmelo.
In un attimo fui in mutande, Grazia allora cominciò a baciarmelo da sopra gli slip passandoci sopra il viso. Non parlava, forse non c'era bisogno entrambi avevamo voglia di sesso. Gli abbassai gli slip e dopo avermi fatto segno che non gradiva essere presa per la nuca voracemente cominciò un lento e dolcissimo pompino. Mentre lo faceva entrare e uscire dalla bocca, lei leccava, succhiava la mia cappella e se lo spingeva dentro sempre di più. Ora lo teneva tutto in bocca, le sue labbra toccavano la radice dell'asta e la sentii gorgogliare come se soffocasse. Lo tirò fuori pieno di saliva che gli grondava abbondantemente sul vestito con un forte sopraffiato, poi se lo rimise di nuovo in gola.
Era famelica di cazzo e stavo quasi per venirgli in bocca quando lei sentendomi aumentare le pulsazioni mi strinse il cazzo alla radice e smise di pomparmi. Questo mi dette la possibilità di calmarmi un poco. Ci baciammo di nuovo, lei si calò il vestito fino alla vita mettendo a nudo le sue zinnette e si sfilò il tanga, poi si rigirò di spalle e mi disse:
"Mettimelo nel buchetto piccolo, ma fai piano"
"Cacchio che proposta! hai visto la santarellina? Subito nel culo!" pensai.
Quindi mi bagnai abbondantemente le dita di saliva e cominciai a lubrificargli il buchetto. Grazia mi assecondava con desiderio e accettò di buon grado prima due ma dopo anche tre dita nell'ano.
Era pronta! Mi bagnai anch'io il cazzo e puntai la mia cappella su quel buchetto pulsante. Alle prime spinte della mia cappella il suo buchetto si aprì e gli fui subito dentro. Accennò a qualche grido di dolore solo quando cominciai ad spingerglielo dentro ma appena abituata cominciò a godere come una porcella.
Volevo toccarla sentirgli la figa e vederla nuda quindi spinsi la mano tra le sue cosce.
Mi bloccai di colpo, cosa avevo sentito?
Guardai e vidi spuntargli, un cazzo piccolo, non più di 10 centimetri, ma turgido e pulsante tra le cosce.
"Ma ma, tu... tu, sei un uomo!" dissi esterefatto! Stavo inculando un uomo o cosa?
Un trans?
Grazia notò subito la cosa. Si sfilò la mia asta da dietro e sentendosi respinta, piena di vergogna e sensi di colpa, incominciò piangere a dirotto sentendosi umiliata.
"Lo so, non doveva succedere, avrei dovuto dirtelo, ma mi piacevi e ti desideravo, per questo ho ceduto e mi sono abbandonata a te, ma non volevo ingannarti! Questo è il mio segreto, sono donna da sempre, agisco e mi comporto come tale, la mia è una malformazione, ho gli organi maschili al posto di quelli femminili, ancora qualche mese poi avrò i soldi per farmi operare e diventare finalmente una donna completa... Se avessi resistito ancora un poco al desiderio forse dopo mi avresti accettata! Perdonami!"
Mi faceva pena. Io, fino a pochi minuti prima, la desideravo con passione e ora mi stavo comportando come un bastardo. No, non potevo, io continuavo a vederla donna e se non per quel coso tra le gambe mai nessuno avrebbe dubitato di ciò. L'abbracciai e la coccolai un po'. Lei mi disse che se volevo potevo andarmene, che il suo era stato era stato solo un attimo di smarrimento, si era illusa che io fossi una persona speciale non come tutti gli altri uomini conosciuti, ma che comprendeva la mia delusione e il mio rifiuto. mi pregava solo di tenere per me questa storia.
Fino ad allora mi ero sempre considerato un etero convinto ma adesso le mie convinzioni cominciavano a vacillare. In effetti avevo baciato, toccato e inculato un uomo o una donna? Non stavo forse godendo di lei?
Grazia notò le mie incertezze, intuì i miei pensieri e percepì che avevo voglia di continuare. Allora mi prese con una mano il cazzo e con l'altra mi massaggiò le palle portandomi di nuovo all'erezione. Si fermò e mi disse: “Andiamo in camera, ho freddo riscaldami sotto le lenzuola”.
Mi lasciai trascinare in camera da letto con il cazzo impennato all’aria. Si infilò sotto le coperte e mi fece segno di raggiungerla. Steso di fianco a lei, sentii subito la sua pelle fredda toccare il mio caldo corpo e il mio membro come se possedesse un radar si andò ad appoggiare sulle sue natiche sode e lisce, le iniziai a palpare e iniziai a leccargli il collo stimolando ancor di più la sua voglia di essere trapanata.
Grazia iniziò ad accarezzarsi e a masturbarsi. Sentire i suoi versi di godimento nello strofinarle il cazzo tra le sue chiappe e sentire il suo buco del culo desideroso di essere nuovamente penetrato era bellissimo. Poi girò il viso verso di me e mi infilò la lingua in bocca cosicché le nostre salive potessero incrociarsi e le nostre lingue avvinghiarsi tra di loro e mentre lei iniziò a segarmi, io la toccai tutta partendo dalle cosce per salire sul culo arrivando alla schiena ed alle spalle e scendere poi di nuovo sui seni e accarezzargli la pancia, i fianchi per arrivare con mio stupore a toccargli il cazzo. Lei mi guardò e mi disse; “Che hai tesoro, ti si vede in faccia che per te è la prima volta, ma fino a quando non mi opero io godo con quello, consideralo come un clitoride molto sviluppato"
Non riuscii a parlare e Grazia voltandosi verso di me cominciò a leccarmi il collo. Ora sentivo il suo cazzetto sul mio come due spade che si incrociano in un duello impari, mi guardò negli occhi e mi disse: “Vedrai che non te ne pentirai, lasciati andare ci penso io a te amore"
Quelle parole, pronunciate da quella bocca stupenda non mi ci fecero pensare due volte e con un timidissimo “Ok!" ripresi a baciarla appassionatamente, per me era come aveva detto lei, una donna magnifica e stupenda con un clito enorme che ora stringevo con gusto tra le cosce. Cominciavo ad abituarmi a quell'intruso che mi strusciava sul corpo e Grazia lo aveva capito. Glielo presi in mano e cominciai a masturbarla eccitandomi sempre di più e inconsciamente iniziai a desiderare il suo pene senza però trovare il coraggio per dirglielo.
"Prendimelo in bocca ti prego, succhiamelo” supplicò Grazia. Non risposi e quel mio esitare le fece capire che volevo il suo cazzetto:
"Dai lo so che lo vuoi, ma hai paura ti capisco, ma provalo se non ti piace smetti e la finiamo qui te lo prometto, ma ti assicuro che ti piacerà fidati”.
Poi, lentamente Grazia con una mano mi portò la testa verso il basso e mi ritrovai quel cazzo in miniatura turgido e ben fatto davanti alla bocca e lei che mi incitava.
“Coraggio assaggialo, assaggia il mio clitoride pieno d’amore, senti com’è bello, succhiarlo e leccarlo, senti com’è caldo”.
Di nuovo mi poggiò una mano sulla nuca e mi spinse leggermente, verso il suo glande desideroso di essere insalivato. Spalancai la bocca e lo accolsi tra le mie labbra. Iniziai a succhiarlo lentamente, poi a leccarle dolcemente la cappella, poi scesi alle palle ed arrivai con la lingua a leccare il suo buco del culo già umido.
“Si che bello, bravo, sapevo che mi avresti fatto godere, succhiamelo tutto dai... aaahh” Sentii che Grazia stava godendo, presi sicurezza e iniziai a spompinarla per bene, sempre più forte tanto e le mascelle cominciavano a dolermi, non avendo mai avute sollecitazioni del genere, ma continuai, mi staccai e andai a leccarle le zinne, me la misi sopra facendomi dare le spalle, le allargai le chiappe con le mani e appena gli puntai di nuovo la cappella sopra il suo buco, senza complimenti glielo infilai in un colpo solo tutto fino in fondo facendole fare un urlo di dolore mischiato al piacere.
“Aah si così, sfondami, fammi male aaaaa” Iniziai a pompare sempre più forte con botte sempre più secche che portavano le mie palle a sbattere contro il suo culo ero tutto dentro. Sentivo il mio cazzo che pulsava di più ad ogni botta nel culo di Grazia segno che stavo per venire, tirai fuori il mio uccello stringendolo nella mano e velocemente mi avvicini alla bocca e lei mi venne incontro desiderosa di accogliere tutta la mia sborra nella sua bocca. Finalmente mi lasciai andare inondandola del mio seme, deglutì ingoiando tutto ciò che aveva sulla lingua e tornò a baciarmi con un sapore strano in bocca che era evidentemente quello della mia sborra; si leccò le labbra e mi sorrise.
"Ora prendimelo anche tu di nuovo in bocca e fammi venire" mi disse. Mi chinai sul suo pene, lo scappellai e lo ripresi in bocca. Adesso quel cosino cominciava a piacermi ed iniziai a gemere:
”Aaaaahh si che bello, avevi ragione Grazia, mi piace!”
“lo so tesoro non mi sbagliavo” mi rispose affannando. Poi cominciai a sentire il suo cazzetto pulsare e capii che stava per venire.
“Ti ricordi quando ti ho detto di salire a bere "qualcosa di caldo"?? Bhè, vedi? La bevanda è pronta! Manda giù il mio sperma, vieni”.
Mi spinse il suo pene e mi inondò la bocca con tanti schizzi di liquido caldo che per un momento mi lasciarono senza respiro. Non riuscii però ad ingoiarlo, anzi ebbi un conato di vomito e buttai fuori, sul mento e sul collo la sua sborra. Dopo la baciai passandole insieme alla saliva quello che mi era rimasto in bocca e Grazia, una volta staccatasi da me, si leccò le labbra in segno di gradimento.
Questa relazione durò fino a quando lei andò a Losanna per farsi operare in una clinica specializzata e adesso che anche giuridicamente gli è stato riconosciuto il cambio di sesso si è felicemente sposata e vive a Vallorbe, un paesino al confine tra Francia e Svizzera.

Cicciosv

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