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Poco poco! Ancora un poco!


di cicciosv
16.04.2010    |    38.939    |    0 8.8
"Furono loro a inviarmi a cena e mi sembrò naturale, nel riaccompagnarmi a casa, invitarli su per bere qualcosa..."
Era un sabato pomeriggio d’agosto e di ritorno dal mare decisi di prendere un aperitivo in un bar prima di rientrare a casa. Mi sedetti e ordinai, quando un cameriere passando, maldestramente fece cadere un vassoio con gli intingoli e le bevande che portava, schizzando parte del contenuto su di me e un signore che stava sorbendo un caffè con una donna.
Il cameriere, mortificato, immediatamente ci indicò la toilette dove poterci sistemare un po’ e come gesto riparatore ci fece omaggio delle nostre consumazioni.
Ritornati al bar, ci sedemmo tutti a un unico tavolo e, dopo le presentazioni, cominciammo a fare conoscenza.
Enzo e Monica erano una coppia di Alba e d’estate, avendo liberi solo i fine settimana, venivano in Riviera per godere del nostro mare alloggiando in un alberghetto di Varazze. Forse per questo non avevano fatto molte conoscenze e furono molto contenti quando li invitai trascorrere insieme la serata.
Facemmo così amicizia, ci scambiammo i nostri contatti telefonici e il we successivo, trascorremmo insieme un pomeriggio al mare.
Enzo era quasi della mia età, aveva un fisico atletico ben proporzionato, villoso quanto basta, con una bella muscolatura e neanche un accenno di pancetta. Certamente non passava inosservato alle donne che stavano sulla spiaggia e Monica ne sembrava molto orgogliosa. Lei, infatti, era più minuta, snella con un seno di medie proporzioni, ma con delle belle gambe e un culetto niente male. Sembravano, e lo erano, una coppia molto innamorata e felice con cui era piacevole stare insieme.
Furono loro a inviarmi a cena e mi sembrò naturale, nel riaccompagnarmi a casa, invitarli su per bere qualcosa.
Nel preparare qualche dolcetto e il caffè, accesi la tv lasciando Enzo ad armeggiare ai vari canali mentre Monica chiese del bagno. Sorseggiando il caffè, cominciammo a parlare di sesso, incoraggiato anche da alcune scene di un film un po’ spinto e loro incuriositi dal mio vivere da scapolo. Scherzavamo allegramente e insinuando a chissà quante avventure accadute sul divano dove adesso stavano seduti, Enzo, abbracciò la moglie scoprendogli generosamente le gambe e facendomi intravedere tra le cosce un minuscolo tanga nero che le proteggeva la fighetta. Si baciarono con passione davanti a me con abbracci sempre più spinti, notai che Enzo calcava la testa della moglie sulla sua patta. Con abilità Monica gli tirò fuori l’uccello e rivolta a me disse: “Non ti dispiace vero?”.
Balbettati, imbarazzato da tale scena, un semplice “No…no” e sentii immediatamente qualcosa smuoversi nei pantaloni. Non mi aspettavo una simile serata e imbambolato stavo a guardare come Monica stesse pompando il marito, con gusto. Si notava subito dall’impegno che ci metteva che era molto brava a succhiarlo! Enzo, invece aveva un viso beato e si gustava il piacere delle labbra e della lingua di Monica mentre io avvicinandomi a loro osservavo, eccitato e con una punta d'invidia, la sua asta tra le labbra della moglie. Enzo mugolava forte, la sua mazza ormai era turgida al massimo e prossima a schizzare, quando Monica si fermò e disse .
”Adesso un poco anche a Ciccio che sta aspettando” Quindi mi aprì i pantaloni e dopo essersi strusciata con il viso sui miei boxer, si perse il mio cazzo già duro tra le labbra e cominciò un pompino dolce e profondo come poche me lo avevano fatto. Poi chiese al marito di leccargliela mentre lei continuava ad assaporarmi.
“Com’è?” Gli chiese Enzo, e lei:
“Buono, ancora un poco, continua mmm come godo!”.
Ormai eravamo in palla, l’eccitazione ci aveva presi e tutte le mie inibizioni stavano cedendo. Certamente per loro non era la prima volta che capitava una cosa del genere, ma per me si e solo l’eccitazione riusciva a coprire il mio impaccio.
Ci spostammo quindi in camera, lei si mise completamente nuda inginocchiata davanti a noi e cominciò a masturbarsi. Vedendo come si dibatteva, come le sue dita gli entravano in figa e come fregavano sempre più velocemente sul suo clitoride noi, stesi davanti a lei, ci menavamo il cazzo mentre lei ci chiedeva grondante di piacere se godevamo di lei nel vederla.
Rispondemmo di si entrambi e gli offrimmo i nostri arnesi da ciucciare contemporaneamente. Monica subito cominciò a saggiarli e a menarli con piacere, misurando e osservando la loro forma e consistenza e quando Enzo gli chiedeva se si era stancata, lei ogni volta affermava:
“Sì, però ancora una volta, godo ancora e poi basta!”.
Ciò nonostante, la voglia di sentirla e assaggiarla ci stava prendendo anche a noi, quindi la stendemmo sul letto e mentre Enzo si dedicava ai seni, io presi a lappargli la figa.
Monica era un lago! Tuffarmi tra le sue cosce, leccare la sua fighetta, rasata, piccola, graziosa che ai miei colpi di lingua m’inondava la bocca dei suoi umori più dolci, era una cosa piacevolissima!
La girai facendola mettere a quattro zampe e mentre Enzo continuava a farsi sbocchinare, io finalmente intrufolai dolcemente il mio cazzo nella figa bagnatissima e stretta di Monica.
Godeva tanto e su invito del marito che gli chiedeva cosa stessi facendo e cosa sentiva, lei rispondeva:
“Come mi piace il cazzo di Ciccio, come lo sento quando entra in figa! Haaaa! Come godo! Dai ancora un poco, poco poco che vengo ancora e poi basta, dai Ciccio!”
Anche Enzo ormai era prossimo a venire, stavamo giocando da quasi due ore e sentire la moglie mentre io la scopavo, lo mandava in estasi. Grugnì come un porco poi con un fremito gli venne in bocca. Sentii Monica deglutire la sborra e dirgli:
“Enzo me l’hai fatta ingoiare tutta, ma ora voglio fare venire Ciccio che non ce la faccio più!”
La feci girare e la ripresi nella classica posizione del missionario, gli chiesi anch’io se stava godendo e lei:
”Sì godo! Sto godendo tantissimo, ancora una volta poi basta!”. Mi baciò in bocca e senti un odore e un sapore totalmente nuovo per me, un misto di saliva e sborra mai provato, poi scese piano verso il basso leccandomi dal collo ai capezzoli fino all’inguine, mi leccò le palle e tenendomi l’asta con una mano cominciò a slinguarmi la cappella, mi succhiò fortemente, masturbandomi con una mano e quando sentì che stavo per venire, si fece schizzare in bocca e sul viso. Adesso anche lei come noi era meravigliosamente porca e soddisfatta!
Da allora, c’incontriamo almeno una volta al mese e ogni volta gli ricordo sempre maliziosamente la sua frase classica:
“Poco, poco, ancora un poco!”

cicciosv
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