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Lui & Lei

ErotiCUM - 2: La lunga cosa nera del bagnino.


di Ipsell69
02.11.2017    |    5.848    |    0 8.7
"Ancora gli ultimi strascichi di piacere stavano scemando che lo sentii finalmente entrare in quel posto in cui del benedetto indice aveva accarezzato per tutto..."
Prima di raccontarvi la mia storia, penso sia doveroso, raccontarvi un pochino del mio passato.
Dovete sapere che fin da piccola, ho sviluppato un bel seno, già alle elementari andavo in giro con una seconda piena.
Ci misi poco a capire il concetto, che potevo avere qualunque cosa, bastava permettere ai maestri e bidelli di accarezzarle…
Non pensate che la promozione e i bei voti li abbia ottenuti così, no, li ho ottenuti con il duro studio. Il resto era solo un gioco.
Spesso andavo dagli zii a dormire e quando zia non c’era, io e zio facevamo un gioco, chiamato ‘tettolina hop hop’ .
Era molto semplice come gioco, dopo che zio mi faceva il bagno, rigorosamente senza spugna e tanto sapone e la mani di zio da tutte le parti, appena asciugata per bene (vedevo la cosa nelle sue mutante che cresceva) e poi messa a cavalcioni, saltellavo allegramente tutta nuda con la mia seconda che ondeggiava allegramente.

Quand’era l’estate, io, mio zio e i suoi amici andavamo al mare, di solito era in una spiaggetta isolata in cui potevamo stare tutti nudi.
Essendo io la loro pupilla, noi giocavamo tutti insieme, sapete no? Strusciatine, carezze e bacetti a quelle cose strane che hanno gli uomini in mezzo alle gambe (adesso so come si chiama, tranquilli).
Ancora una volta io e mio zio giocammo ancora una volta a ‘tettolina hop hop’ , saltando sulle sue ginocchia ma qualcosa andò storto, perchè scivolai e sentii l’uccello di mio zio entrarmi dentro tra le cosce.
Stavo per urlare per il dolore ma a questo punto mio zio incominciò a saltellare.
Era una nuova emozione sentire quella cosa che faceva su e giù e la successiva ondata di piacere che ne derivò mi lasciò in estasi.
Inutile dire che anche gli altri vollero partecipare e così per tutta l’estate feci molte esperienze: davanti, di dietro (anche se non è che mi piaccia molto) e di bocca.
Furono estati meravigliose che purtroppo finirono, perché per motivi di studio fui costretta a trasferirmi in un’altra città.
Di tanto in tanto andavo a trovare mio zio e i suoi amici… ma non era più come prima.
Capitò per caso, anche perché dopo che mi fui trasferita misi la fica ehm la testa a posto; ero al mare e sebbene io abbia avuto un comportamento abbastanza libertino, al mare ho sempre messo il costume intero e spesso ridacchio di quelle povere sfigate, che per valorizzare quello che non hanno portano costumi con il push-up.
Nel mio costume interno le forma ben armoniose sono ben contenute e le mie tette arrivate ad una terza abbondante, non debordano.
Quest’estate, nello stabilimento in cui vado spesso, mi accorgo del nuovo acquisto; un senegalese di due metri che ogni volta che mi vedeva si toccava lì, sorridendo.
Sybil, questo era il suo nome, già si era fatta fama di ‘sventrapapere’ dalle bariste, alla moglie del direttore e alcune allegre bagnati erano passate sotto la sua fava, la cui lunghezza aumentava da racconti in racconti.
Una delle voci che giravano, narrava che era l’amante della moglie del direttore, e che con la scusa dell’integrazione si era portato l’amante.
Il caso mi regalò la visione di ciò che era fonte di leggende; ed era lungo, grosso dalla cappella grande e nero come la pece.
Per il resto della settimana mi immaginai, a cavalcare quella cosa nera, mentre le sua mani…
L’estate trascorreva tranquilla e io non ci pensavo più a cavalcare ‘la lunga cosa nera’… fino a che non ci fu il fantomatico concorso di bellezza di mezza estate.
Incominciò così questa grande avventura… per quelle quattro sfigate che per un quarto d’ora di fama sfilavano sulla passerella, avrebbero fatto di tutto, e intendo tutto.
Eravamo li tutti a dare sostegno, alle concorrenti; Il caldo, la calca tutte le persone appiccicate, cose a cui non ci fai l’abitudine, fino a che qualche simpaticone non parcheggiò le sua mani sul mio culo, ed erano grosse mani.
Quando mi girai con l’intento di scuoiarlo per quello che aveva fatto, mi resi conto che il proprietario di quelle mani era niente meno che Sybill.
"‘Ti interessa davvero questa merda, o vuoi fare un giro con me?" ovviamente la risposta, senza pensarci due volte, fu si!
Mentre passeggiavamo lui, mi tenne parcheggiata la sua grande manona sul mio culo, e di contrappasso, quando non c’era nessuno, la mia mano era infilata nei boxer, parcheggiata sulla ‘lunga cosa nera’.
La passeggiata, ci portò casualmente nella dependance di Sybill, cavallerescamente lui mi fece entrare per prima, ma appena mi girai, lui era nudo e quella cosa bellissima era li a mezz’asta.
In un secondo il mio costume era a terra e io nuda ero pronta ad immolarmi su quel bel pezzo di carne color ebano.
Quelle grosse mani incominciavano a massaggiarmi le tette mentre la sua bocca avida si congiungeva alla mia ancora più avida e scoprì con molta contentezza anche non era lunga solo quello che aveva in mezzo alle gambe.
Come una bambina, mi prese in braccio e io mi abbarbicai come un’edera a lui; una mano mi reggeva la testa tenendomela incollata alla sua bocca, mentre l’altra dopo aver sistemato il poderoso uccello nella mia accogliente fica, la teneva sotto il culo e mentre lentamente la cosa nera incominciava a fare su e giù l’indice incominciò a solleticare l’ano, che prese a dilatarsi sempre di più.
Non mi piace prenderlo nel culo, ma forse per quella bella cosa nera, forse avrei fatto un'eccezione.
Continuando a fare su e giù, mi adagiò delicatamente sul tavolo in cucina e mentre io rimanevo abbarbicata a lui, cercando almeno per una volta ad essere io a contare i suoi denti con la lingua; lui mi prese per i fianchi e incominciò a dare colpi sempre più poderosi; e io me la stavo godendo tutta.
Il ritmo andò via via aumentando, fino a che con un grugnito di piacere lo tirò fuori gocciolando.
Si, le legende erano vere, e farsi scopare al lui è stato bello… almeno finché era durato.
Asciugata la mia passera dal liquido seminale di Sybill e stavo per andare a prendere il costume, quando lui mi abbracciò da dietro.
Una mano, giocava con una mia tetta e l’altra con due dita infilate giocavano con la passera.
"Già vai via topina? Non sei come le altre, che urlano e basta, poi vanno a vantarsi con le amiche di ciò che hanno fatto. Tu te la sei goduta, tu non sei una da una monta e via. Lo senti? Sta diventando ancora duro."
"Negro" mentre mi stringevo nel suo abbraccio, "tu il mio ritmo non lo reggi."
"Cos’è una sfida? Puttanella bianca." Con un sorriso stampato in faccia che diceva - sono io il migliore -.
Ovviamente vinsi io e me lo sono sposato… ma sto anticipando, scusate.

Sempre abbracciata a lui mi girai e mentre mi godevo un nuovo bacio con un palmo di lingua che ancora una volta mi contava i denti; incominciai ad accarezzargli la mazza.
Finito il bacio, incominciai un profondo pompino, lo sdraiai sul letto e mi misi in posizione in modo che il pompino si trasformò in quello che mio zio chiamava – soffocone a gola profonda -; uno degli amici di mio zio era medico e mi aveva insegnato il modo di farlo scivolare tutto in gola.
Come un’anaconda la mia testa, seguita dai movimenti del corpo, faceva su e giù ingoiando la nera asta d’ebano.
Sybill doveva avere una predilezione per il mio culo, infatti per tutto il lavoro quella bella manona calda non lo lasciò mai, e il solito indice che solleticava il mio bel buchetto.
Quando fini il soffocone, Sybill, mi stava guardando con due occhi sgranati e con voce sognate mi disse ‘Nessuna mi ha mai fatto questo, non sei sposata vero?’
‘Ah ah ah no, ma se sei bravo ci posso fare un pensierino,’
Gli misi la fica in faccia e gli ordinai di baciarmela… e quella lingua fece miracoli.
Me l’avevano leccata in molti, ma lui era bravissimo e mi portò ad un pelo dall’urlare dal piacere.
Ancora gli ultimi strascichi di piacere stavano scemando che lo sentii finalmente entrare in quel posto in cui del benedetto indice aveva accarezzato per tutto il tempo, conobbi finalmente la vera potenza di Sybill.
Andammo avanti per tutta la notte e quando uscimmo le commesse del bar che stavano aprendo mi guardavano stupite ed entrarono da dove io ero uscita per la solita ripassata mattutina.
Stavo ancora sistemando il costume, quando uscirono, mi circondarono, mi presero e di peso mi riportarono dentro.
Incominciai a dibattermi come una furia, ma dentro trovai Sybill in ginocchio che con le lacrime mi chiese di sposarlo.
"In quante eravate per ridurlo così?" chiese una delle commesse con aria accusatoria.
‘Solo lei.’ tutte mi guardarono con quell'espressione di chi ha visto l'ottava meraviglia del mondo
Spiegai lo che durante prima di trasferirmi qui, giocavo con mio zio e i suoi amici e minimo erano in cinque, e facevamo scopate da tre/quattro ore.
Dopo un lungo consulto, acconsentii a sposarlo, ma dovetti anche promettere che se volevano giocare con Sybill,a patto che lui scopasse la moglie minimo tre volte al giorno.
Soddisfatta questa condizione poteva fare come voleva.
Ho un marito, le trombamiche di Sybill (di cui di tanto intanto qualche incontro lesbico in serata per sole donne) ho finito gli studi e ho anche una laurea… dimenticavo ho rilevato lo stabilimento e ci si diverte molto di più se capite quello voglio dire.
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