Lui & Lei
Halloween seconda parte

31.08.2020 |
518 |
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"Lei non tardò molto a raggiungere il suo momento di piacere, e dimostrò tutta la sua soddisfazione con gemiti e movimenti sinuosi, fino a un orgasmo lento e prolungato..."
Dario aprì la porta e aspettò che Asia entrasse, poi si richiuse la porta alle spalle sospirando.Lei si diresse in bagno e inaspettatamente si chiuse a chiave.
Dario si spogliò e si infilò sotto le coperte, poco dopo fu raggiunto da Asia, che si accoccolò senza dire una parola fra le sue braccia, con la schiena appoggiata al suo petto.
Nonostante la stretta vicinanza fisica, Dario sentiva un certo distacco con quel corpo a lui famigliare, come se qualche cosa non combaciasse più bene come prima.
Avrebbe voluto accarezzarle i capelli, ma non osò. E mentre respirava piano cercando di non disturbare il sonno di Asia, si ritrovò a pensare a quello che era successo un'ora prima, alla festa.
Non appena si era accorto di avere la chiave della camera nei propri pantaloni, aveva cercato di raggiungere Asia che vedeva farsi strada fra la folla per tornare alla camera, ma era stato travolto dal turbinio di un ballo popolare, un braccio femminile lo aveva cinto forte e obbligato a una giravolta completa che lo fece infine rovinare a terra, ritrovandosi sul petto una fanciulla vestita da rivoluzionaria ai tempi della presa della Bastiglia, che non smetteva di ridere.
Pesava come una piuma, e Dario avrebbe potuto sollevarla senza problemi, scansarla, e continuare l'inseguimento della sua fidanzata, ma qualcosa di più pesante della ragazza lo tratteneva in quella posizione, costringendolo a godersi quel dolce peso, e quel contatto inaspettato. Quando la risata si affievolì, si spalancarono due occhi caldi su di lui che lo fissarono con intensità, poi due mani con dita esili e penetranti gli risalirono le braccia e si persero nei suoi capelli, fino a spettinarlo tutto, mentre gli occhi marroni si facevano sempre più vicini, più vicini, e una bocca già umida e calda lo rapì in un bacio sinuoso e appassionato. Non poté opporsi. Non volle opporsi. Non si chiese perché, non si pose domande, si lascio andare e ricambiò quella passione inaspettata e gratuita. La folla intorno li aiutò a rialzarsi, poi la ragazza gli parlò:
"pardonne moi" e sorrise. Due fossette ai lati della bocca rosea ammiccarono, e Dario rimase ammaliato. Lei farfugliò qualcos altro, poi rise come una bambina, lo prese per mano e lo condusse verso un angolo della piazza più tranquillo, dove cercò di rassettarsi l'abito suo e quello di lui, indugiando sui bottoni della giacca. Di nuovo quei due occhi marroni e caldi lo stavano fissando, lo stavano indagando, e sicuramente avevano colto quanto lui volesse di nuovo assaporare la sua bocca.
Lei non fece altro che un passo indietro, un passo indietro per appoggiarsi al muro e mostrare il proprio collo scoperto e inerme, come l'arrendersi di una vittima all'inevitabile morso del vampiro, e il vampiro non si fece attendere oltre, Dario si gettò su di lei e la fece sua con un bacio che tolse il respiro ad entrambi. Lei lasciò correre le mani sulle spalle di lui, percorse le sue braccia e gli guidò le mani sul proprio collo. Dario rimase con gli occhi piantati nei suoi mentre con le dita faceva scivolare i bordi del vestito oltre le spalle, scoprendo un seno piccolo, bianco, profumato, che accarezzò delicatamente, con rispetto, giocò con i capezzoli rosei, li tese fra le proprie dita, li mordicchiò, li solleticò, e lei sorrideva divertita di quelle attenzioni, a volte guardandolo negli occhi, a volte socchiudendoli, e arrossendo appena, ritrovandosi alla mercé degli sguardi dei passanti. Poi Dario la spinse un po' più in là, sotto un terrazzino, dove la penombra avrebbe celato i movimenti delle sue mani mentre si insinuavano fra le pieghe della lunga gonna, a cercare il calore fra le sue gambe.
Aveva un corpo esile e fresco, si muoveva con disinvoltura per assecondare i movimenti di Dario, come se fosse la cosa più normale del mondo per la ragazza accogliere uno sconosciuto fra le proprie gambe. Ma Dario non si sentiva uno sconosciuto con lei, anche se non aveva avuto fisicamente nessun'altra oltre la sua amata Asia.
Asia...doveva andare da lei...sì...ma in quel momento proprio non riusciva a distogliersi... Le sue mani avevano appena sfiorato l'intimità di quella ragazza che continuava a guardarlo negli occhi, innocente e spudorata, aveva arrotolato la propria gonna e ora cercava con dita avide di aprirgli i pantaloni.
Dario si liberò dai vestiti quanto bastava, e per un attimo rimase a guardare quel viso sorridente e malizioso e quel corpo pallido ed etereo che si offriva a lui.
Lui avanzò deciso, lei alzò una gamba per avvinghiarsi a lui, che si avvicinò piano, fino ad esserle dentro, poi la prese in braccio, la assestò su di sé e affondò in lei. Furono movimenti profondi e decisi, i respiri si fecero più ansimanti, Dario era eccitatissimo, pensare che stava scopando una sconosciuta vogliosa in un angolo nemmeno troppo nascosto a una festa di paese gli fece raggiungere il culmine, fece appena in tempo ad arretrare e venne fra le pieghe del vestito di lei, che continuava a guardarlo con aria di sfida. Dario si riprese giusto un attimo, con una mano le accarezzò il viso sudato, le sfiorò la bocca, gli toccò la lingua con le punte delle dita e tornò con la mano fra le sue gambe, per finire ciò che aveva cominciato. Lei non tardò molto a raggiungere il suo momento di piacere, e dimostrò tutta la sua soddisfazione con gemiti e movimenti sinuosi, fino a un orgasmo lento e prolungato.
Dario le leccò la bocca, lei contraccambiò, poi si srotolò il vestito, si coprì il seno, gli posò un ultimo bacio sulle labbra, "mercì" disse inchinandosi devotamente, poi arretrò di qualche passo e fu fagocitata dalla festa.
"Forse è stato solo un sogno, non può essere successo davvero..." provò a convincersi Dario mentre guardava Asia dormire ignara appoggiata alla sua schiena, forse per placare il senso di colpa che provava nel ripensarla addormentata sulla sedia del pianerottolo, chissà quanto aveva dovuto aspettarlo, ed era plausibile che adesso lei non gli rivolgesse la parola.
Non riusciva però a sentirla, quella colpa. Avrebbe dovuto, avrebbe voluto, ma non la sentiva. Sentiva invece un fortissimo senso di appagamento per la trasgressione che aveva appena compiuto, e intimamente sapeva, e voleva, che non fosse solo immaginazione. Quel corpo era stato davvero fra le sue mani, ed era stato superbo poterne godere. Questo pensava, mentre piano piano scivolava nell'oblio del sonno perso nella nuvola di capelli di Asia.
Asia sentì il respiro del suo ragazzo farsi profondo e regolare, e solo allora si distese e le lacrime cominciarono a scendere copiosamente rigandole il viso, mentre cercava di capirne il motivo. Era confusa. Piangeva per il senso di colpa di aver osato un sesso selvaggio inconsapevolmente con uno sconosciuto, o per l'appagamento inimmaginabile che aveva scoperto?
Persa in queste inutili elucubrazioni, fu dolcemente rapita da Morfeo e senza accorgersene il suo respiro si sovrappose a quello del suo ragazzo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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