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Lui & Lei

Esaurita 1


di iltiralatte
23.06.2025    |    156    |    0 8.7
"— Signora, mi permetta di presentarmi: sono Franco..."
Marianna era sull’orlo dell’esaurimento nervoso.
Il suo matrimonio non stava subendo particolari stress, ma il bimbo che aveva avuto col marito era risultato essere subnormale.
Nonostante le apparenze, lei impazziva per quel bambino ed era disposta a far di tutto per allevarlo ed alleviargli la vita il più possibile.
Peccato che il padre tendesse a defilarsi, lasciando sulle sue spalle l’intero peso della famiglia.
Con la scusa del lavoro, era sempre fuori casa.
Ad un certo punto, Marianna aveva pensato addirittura ad un’altra donna e ad un tradimento, ma i soldi che egli riversava nel conto corrente della famiglia giustificavano ampiamente le sue assenze.
Lo aveva persino fatto pedinare da un’agenzia investigativa privata, ma i rapporti erano stati tutti completamente negativi: suo marito era fedele, semplicemente non riusciva a sopportare la situazione che si era venuta a creare in casa alla scoperta dell’handicap del suo ragazzo.
Visto che i soldi non erano un problema, Marianna aveva assunto una tata ad ore che si occupasse del figlio per qualche ora durante la giornata, ritagliando qualche momento di tranquillità per sé, ma la cosa non aveva funzionato.
Camminava al parco … e pensava al bambino, provava ad entrare in un cinema … e nuovamente il figlio era in cima ai suoi pensieri.
Neppure quando occasionalmente incontrava un’amica dei tempi andati riusciva a rilassarsi.
La tata, fortunatamente, era un tipo comprensivo o, dopo la duecentocinquantaduesima chiamata, avrebbe mandato a quel paese lei ed il lavoro.
Almeno in questo campo le cose non presentavano problemi.
Tuttavia, il suo animo lacerato continuava a gridare. Marianna provò con un bicchierino in un bar.
La cosa, incredibilmente, sembrò funzionare e Marianna, prima ancora di accorgersene, si trovò sempre più spesso in quel locale ad anestetizzare, nell’alcol, le sue preoccupazioni.
Lei era una gran bella donna, elegantemente vestita, che spiccava come un faro tra gli avventori.
Fatale che ad un certo punto qualcuno riuscisse ad abbordarla, anche solo per bere in compagnia.
— Signora, mi permetta di presentarmi: sono Franco.
Disse una voce dinanzi a lei.
Marianna alzò gli occhi dal bicchiere: davanti aveva un uomo, alto, belloccio, apparentemente di pochi anni più anziano di lei, con un bicchiere in mano.
— La sto osservando da qualche giorno e raramente ho notato persone più tristi di lei.
Proseguì lui:
— Mi permette di sedermi al suo tavolo e di tenerle compagnia?
Sorpresa ma non allarmata, Marianna gli fece cenno di accomodarsi.
— Vedo che la mia magia sta funzionando anche con lei.
Sorrise l’uomo rispondendo ad un suo sguardo interrogativo:
— Non si preoccupi, non sono pericoloso
— .Semplicemente le donne, in mia presenza, si sentono spinte a confidarmi i loro problemi.
— Dire ciò che si pensa ad uno sconosciuto piuttosto che ad una persona certamente amica alleggerisce l’anima e spesso aiuta a superare le proprie angosce.
— Io per il momento faccio parte degli sconosciuti per lei, anche se mi piacerebbe divenirle realmente amico.
— Se il suo animo è oppresso da qualche cosa non esiti a sfogarsi con me.
— L’ascolterò con estrema attenzione e sarò lieto di aiutarla a vincere le sue ambasce.

— Bel sistema di abbordare una donna!
Sorrise Marianna:
— Ma grazie no.
— A costo di deluderla con me non attacca.

— Stia serena signora: non ho secondi fini.
— A 32 anni ancora non ho una donna perché questo mio dono è nel contempo la mia maledizione.
— Una volta che una donna, e sono state molte, ha deciso di confidarsi con me smette di vedermi come maschio.
— Io morirò solo, lo so già, ma ho imparato a trarre godimento dalla possibilità di aiutare le amiche a superare i loro problemi.
Cominciò tranquillamente a bere il suo drink.
— Grazie a Dio io problemi non ne ho.
Affermò Marianna
— Meglio così!
Ribatté l’uomo:
— Le terrò ugualmente compagnia sinché non vedrò un bel sorriso illuminarle il viso.
Inutile dire che quel sorriso quel giorno non ci fu e Marianna tornò a casa sua ed alla sua vita senza aver soddisfatto la richiesta dell’uomo.
Quello fu solo il primo giorno del loro rapporto, però: anche il giorno successivo Franco si presentò al tavolino e, pur senza proferir parola, le tenne compagnia sino al momento dell’uscita.
Il terzo giorno Marianna cominciò a cedere.
Non appena l’uomo ebbe ottenuto il permesso di sedersi decise di presentarsi:
— Io sono Marianna, mi scuso se non le ho rivelato prima il mio nome!

— Ma che dice signora?
— È naturale.
— Io per lei sono un perfetto estraneo fa bene a diffidare un po’ tenendosi sulle sue.
Affermò Franco:
— Ora spero solo che lei voglia capire che le mie intenzioni sono buone, oneste ed onorevoli e che mi voglia far l’onore di accettarmi nel novero dei suoi amici.
Il ghiaccio era stato definitivamente rotto e da quel giorno i due iniziarono un vero dialogo.
In questo modo Franco apprese che la donna era sposata, che mai aveva tradito il marito e che, a fronte di una investigazione, neppure il marito aveva tradito lei.
Seppe che aveva un figlio ma qui, forse per eccessivo pudore, Marianna gli tacque sull’handicap del bambino.
Quando lei lo lasciò per tornare alla sua abitazione Franco la osservò allontanarsi perplesso.
Era chiaro che lei non gli aveva detto tutto.
Marianna aveva tracciato di se un quadro idilliaco, ma chi è in paradiso non cerca di affogare la memoria nel cognac!
Con calma e pazienza si ripropose di stuzzicare nuovamente l’amica l’indomani.
Il giorno successivo i coperchio della pentola infatti esplose.
Il bambino ebbe un attacco d’asma che costrinse la madre a recarlo all’ospedale invece di recarsi al solito bar.
Fu una cosa veloce e per nulla grave, subito guarito cogli appositi medicinali dai medici … ma intanto quell’appuntamento quotidiano, della cui importanza per lei ora Marianna si era accorta, era saltato!
Quando poté nuovamente raggiungere il bar aveva gli occhi bassi e dovette confessare a Franco di quel suo figlio così sfortunato.
L’uomo l’ascoltò in silenzio: ora era spiegato il motivo della perenne tristezza della donna, ma si era riproposto di strapparle un sorriso e non aveva alcuna intenzione di arrendersi.
La lasciò parlare e parlare.
Tutte le difficoltà di Marianna vennero a galla, compresa l’assenza del marito che si era defilato dalla gestione della famiglia.
Poi toccò a lui parlare, a comprendere,a consigliare.
Ogni sua parola era una goccia di balsamo per Marianna e finalmente, l’ombra, anzi l’intenzione di un sorriso apparve sul suo viso.
Compreso il motivo dell’alcol Franco trovò immediatamente il modo di eliminare quel vizio.
— Senti Marianna, è una bella giornata ed io sono un po’ stanco di stare rinchiuso qui dentro.
— Vorrei fare una passeggiata, vuoi accompagnarmi?
La donna lo guardò con gratitudine ed assentì immediatamente.
Camminarono per un’oretta, poi Marianna dovette tornare a casa.
— Scappi eh!
— Vile!
La stuzzicò Franco.
— No caro amico.
— Mi sono semplicemente resa conto che non posso lasciare tutto sulle spalle della tata.
— La padrona di casa sono tuttora io.
— A domani.
Marianna, dopo aver dato a Franco un casto bacio sulla guancia abbandonò l’uomo che rimase fermo a guardarla con un enigmatico sorriso sul volto.
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