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Lui & Lei

Il lago osceno


di arrotino80
26.04.2025    |    1.151    |    1 6.0
"Poi aumentai il ritmo, più forte, più deciso..."
Era una giornata da cartolina: il sole alto, il lago calmo e una leggera brezza che rendeva tutto perfetto.
Io e Veronica eravamo diventati molto complici.
Lei, 54 anni portati con una sensualità disarmante, sembrava che per il suo corpo il tempo si fosse fermato il costume intero nero sembrava cucito su quel corpo maturo e maledettamente provocante io già duro solo a guardarla mentre camminava scalza verso il noleggio dei pedalò.
Senza perdere tempo, ci spingemmo al largo, lontano da occhi curiosi.
Veronica si stese sopra il pedalò, lasciando che il sole le accarezzasse la pelle lucida di crema solare. Il suo sorriso malizioso mi mandava fuori di testa.
"Avvicinati," mi sussurrò, tirando con un dito il bordo del mio costume.
Mi inginocchiai accanto a lei. Le mani tremavano mentre scostavo il tessuto nero. Bastò poco.. sotto era già bagnata, e non solo per il caldo.
La lingua si fece subito strada tra le sue labbra gonfie e calde, mentre lei chiudeva gli occhi e si abbandonava completamente.
La succhiavo lenta, poi più forte, sentendo le sue cosce stringermi la testa.
Le sue mani mi affondavano tra i capelli. Il pedalò ondeggiava piano, quasi in sintonia con i suoi gemiti soffocati.
Quando sentii il suo corpo irrigidirsi e tremare, mi tirò su bruscamente, abbassandomi i pantaloncini.
Senza una parola, mi prese il cazzo in mano e lo guidò dentro di lei.
Affondai lentamente, sentendo tutto il calore, tutta la stretta di quel corpo maturo che mi accoglieva.
La presi piano all'inizio, quasi godendomi il paesaggio.. acqua dappertutto, il suo corpo perfetto sotto di me, le mani che mi graffiavano la schiena.
Poi aumentai il ritmo, più forte, più deciso.
Ogni colpo faceva scricchiolare il pedalò. Le onde si infrangevano piano, coprendo a malapena i gemiti sporchi di Veronica.
"Scopami... scopami come piace a te..." ansimava, tenendosi aggrappata ai bordi di plastica.
Con una mano le afferrai i capelli, tirandoli leggermente indietro mentre spingevo più a fondo, più forte, senza pietà.
Sentivo le sue unghie affondare nella mia pelle.
Venni dentro di lei con un ringhio soffocato, affondando fino all'ultimo centimetro, mentre lei gemeva contro il mio collo.
Rimanemmo lì qualche minuto, stremati, sudati, sporchi.
Poi lentamente tornammo verso la riva, ridendo complici come due adolescenti.
Il sole stava calando, e molta gente aveva già lasciato la spiaggia.
Era il momento perfetto per isolarci ancora di più.
Ci addentrammo tra gli alberi, a pochi metri dalla riva, dove l’erba alta e i tronchi offrivano riparo.
Veronica si appoggiò contro un albero massiccio, le gambe leggermente aperte, tirandosi da sola il costume di lato.
Io ero già di nuovo duro.
Mi inginocchiai davanti a lei, divorandola con la lingua, mentre lei gemeva sottovoce, aggrappandosi ai miei capelli.
Non ci accorgemmo subito...
Ma da dietro un cespuglio, qualcuno ci stava guardando.
Un ragazzo, probabilmente rimasto a pescare o a fumare nascosto, aveva notato i nostri movimenti e si era avvicinato in silenzio.
Ora ci spiava, nascosto tra le fronde, la mano già infilata nei pantaloni.
Veronica, senza aprire gli occhi, sussurrò..
"Scopami... qui... senza pietà..."
Non servivano altre parole.
Mi rialzai, tirai fuori il cazzo duro e la presi con forza, sbattendola contro l’albero.
Le sue gambe mi circondarono i fianchi, e affondai dentro di lei con un colpo secco.
"Ti piace farti scopare come una troia in mezzo ai boschi?" ringhiai all’orecchio.
"Sì... sì... fammi tua... fottimi forte..." gemeva.
Non ci importava di niente.
Ogni affondo era un suono sporco, un rumore bagnato che riempiva l’aria.
Io la prendevo senza tregua, con violenza, senza freni.
Le mani di Veronica mi graffiavano la schiena, il collo, tirandomi i capelli, gemendo il mio nome tra i denti.
Dietro di noi, il ragazzo si era avvicinato ancora, il respiro corto, la mano che si muoveva veloce sul cazzo.
Non riuscivo più a trattenermi.
La piegai in avanti, il culo perfetto offerto a me.
Le afferrai i fianchi e la presi da dietro con violenza, affondando dentro di lei più forte, più profondo.
"Ti guardano, troia... ti stanno guardando mentre ti scopo come una puttana..." sussurrai.
Non so se capì o se lo intuì.
Ma Veronica cominciò a gemere più forte, a spingere il culo indietro a ogni colpo, a sbattere contro di me senza vergogna.
Il ragazzo venne di nascosto, tremando, senza staccare gli occhi da noi.
Io venni pochi secondi dopo, spingendo fino a svuotarmi completamente, ringhiando il suo nome, affondando i denti nella sua spalla nuda.
Restammo lì, ansimanti, abbracciati, sporchi, bagnati.
Quando finalmente ci rivestimmo, Veronica mi lanciò uno sguardo malizioso
"Chissà chi ha avuto lo spettacolo migliore stasera..."
E sorridemmo complici, senza pentirci di nulla.
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