Il progetto

Vengo contattato, tramite una conoscente comune, da una signora intenzionata a ristrutturare il suo appartamento.
Fissato l’appuntamento mi presento alla sua porta una mattina di gennaio, poco dopo le feste di Natale. LA signora Lucia (nome di fantasia) mi accoglie in modo formale e cordiale e incomincia a raccontarmi le sue esigenze e necessità.
E’ una donna di circa quarant’anni, di statura intorno ai 160 cm, di corporatura snella, non troppo truccata e vestita con abbigliamento sportivo, insomma la classica donna della porta accanto.
Iniziamo il giro dell’appartamento, non è molto grande, è composto da una camera da letto matrimoniale, un piccolo studio con una scrivania, un bagno con doccia, una piccola cucina ben attrezzata comunicante con il soggiorno/pranzo.
L’architetto è un po’ come uno psicologo e perciò cerco di capire quali siano i suoi desideri, aspettative e gusti…andando inevitabilmente sul personale. Lucia si lascia andare e comincia a raccontarmi qualcosa della sua vita, mi confida di essersi appena allontanata dal marito e di volersi prendere più tempo per lei e per la casa.
Finita la chiacchierata e fatto il rilievo dell’appartamento ci diamo appuntamento alla settimana successiva per valutare le mie proposte, il tutto senza alcun senza impegno.

Passata la settimana, mi presento verso le 17 all’ appartamento di Lucia, la quale mi accoglie in modo diverso, meno informale, con un abbigliamento sempre sportivo ma molto attillato…capisco che ha in mente qualcosa.

Comunque, in modo molto professionale le illustro il progetto che avevo pensato per lei e il suo appartamento, mentre sorseggio un aperitivo preparato nel mentre. Lucia è molto soddisfatta del lavoro, è sempre più sorridente, mi da del tu e mi chiede sempre più consigli e informazioni.

Mi chiede se la posizione del divano è meglio fronte ingresso o accanto alla finestra, se il tavolo andrebbe spostato verso la parete e, portandomi in camera se il letto starebbe bene sostato sul lato della porta o della finestra. Fermo sulla porta cerco di immaginarmi la posizione migliore e Lucia vedendomi pensieroso mi chiede di provare a sdraiarmi per trovare la giusta prospettiva ed io, un poco imbarazzato, acconsento e mi sdraio.
Capisco, quando si sdraia accanto a me, che a Lucia non interessa la posizione del latto ma la posizione da mettersi nel letto perché tra una misura e l'altra vorrebbe prendere due misure anche lei, ma del mio uccello. Senza farmelo ripetere due volte, colgo l’occasione ed inizio ad accarezzarla dolcemente per poi sfilarle la tuta e a toccarla delicatamente fino a farla bagnare tutta.
Il resto lo lascio immaginare.

Dopo qualche settimana sono iniziati i lavori, Lucia è ritornata con il marito, mi ha confessato che aveva bisogno di una scossa per ritrovare la passione. Ora ci vediamo tutti e tre.

P.S. l’appartamento è venuto una favola.

Andrea