Lui & Lei
L’ amica della sposa

07.07.2018 |
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"L abbracciai baciandole la nuca e facendole scivolare una mano sotto la scollatura del vestito, afferrando il suo seno, piccolo che stava tutto in un palmo, ma caldo, è pulsante..."
Pomeriggio di una giornata terribilmente torrida, la cravatta è una vera tortura, la chiesa è gremita di invitati, nessuno veramente attento alle parole del prete che si dilunga crudelmente, ma stare dentro è sicuramente più piacevole che affrontare il sole di luglio fuori sulle scale della chiesa.Finalmente il fatidico “si”, consueto lancio del riso e via tutti all agognato rinfresco. La location designata è un bellissimo localino sul mare. Giardini, panchine ed una grande fontana al centro del buffet.Decido finalmente di concedermi un meraviglioso prosecco ghiacciato , mi avvicino al bar e attendo con impazienza che il cameriere me lo serva, quando finalmente allungo la mano per ricevere il bicchiere, vedo lei.Una creatura bellissima, avvolta in un abito blu scuro, di raso, che le lascia scoperte le spalle, morbide. Sul collo elegante porta un sottilissimo girocollo d’argento con un pietra piccola come una lacrima ,che si posa sulla generosa e profonda scollatura. Dei bellissimi ricci di un vivo rosso ramato stanno raccolti sulla sua nuca e solo qualche ciocca lambisce il suo bellissimo viso.i Profondissimi occhi scuri da cerva e le sue labbra morbide e carnose come un bocciolo di rosa sembravano dipinte dalla mano di un pittore. Lunghe gambe tornite avvolte da alti sandali alla schiava la facevano somigliare ad una divinità greca. La guardai a lungo, soffermandomi sulle sue cosce attraverso il timido spacco del vestito e sulla forma appena accennata del suo seno attraverso l’ampia scollatura.Le girai intorno con fare noncurante, mentre parlava con le amiche e con altri invitati, ma per quando vago fossi si accorse che la guardavo, e in che modo lo stessi facendo.
Mi rivolse la parola - “mi scusi, ha da accendere?”- non fumavo più da 8 anni ma portavo con me l accendino per abitudine, glielo porsi e abbozzó un sorriso mentre espirava il primo tiro con sensuale voluttà!
Parlammo del più è del meno, disse di chiamarsi Mary, amica d’infanzia della sposa. I consueti festeggiamenti si svolgevano lenti, e le nostre chiacchierate diventavano sempre piu frequenti. Il sole era tramontato da un po scomparendo nel mare, e terminata la cena era giunto il momento del lancio delle lanterne. Ne io ne lei avevamo troppa voglia di parteciparvi e osservavamo la scena, da una panchina situata in un intimo angolo del giardino. Le mie occhiate alla sua scollatura cominciavano a diventare piu frequenti, in quella posizione i suoi seni si disegnavano piu distintamente. Finalmente se ne accorse.
Fu lei a prendere l’iniziativa, sporgendosi per baciarmi. Le sue morbide labbra si schiusero al tocco delle mie e le nostre lingue iniziarono una timida danza.
Ci allontanammo ancora un po e ci nascondemmo dietro un colonnato, dove le feci appoggiare la schiena mentre la baciavo, passandole le mie labbra sul caldo collo profumato.Sentivo la mia eccitazione crescere, iniziai da prima insinuando una mano nello spacco del vestito, percorrevo col palmo della mano la sua coscia dall’ esterno all interno.Mi fece largo tra le sue gambe, allargandole un po.Il calore del suo sesso s’irradiava alle sue cosce, ma fu scostandole le mutandine di seta, che senti quando fosse eccitata. Quando le mie dita iniziarono a sfiorarla quasi sussultò e un flebile gemito di consenso fu tutto quello che disse fissandomi con i suoi bellissimi occhi scuri. I nostri respiri crescevano e la mia eccitazione era ormai manifesta, sapevo bene che lei ne avvertisse l insistenza. La cercó con la mano, lentamente, dapprima sfiorando la mia erezione con le sole dita, attraverso la stoffa del pantalone. Poi sempre con estrema lentezza e delicatezza lascio scivolare giu la lampo della mia patta, sfiorandomi finalmente con le sue calde e morbide mani.Stringeva il mio sesso caldo nella mano e intanto la mia si faceva strada tra le calde e bagnate labbra del suo, guardai ancora una volta nei suoi occhi scuri, ma non vi scorsi altro che voglia ancora piu grande. Si volto appoggiando le mani affusolate alla colonna, capìi che voleva essere presa la, in piedi, in quel giardino. L abbracciai baciandole la nuca e facendole scivolare una mano sotto la scollatura del vestito, afferrando il suo seno, piccolo che stava tutto in un palmo, ma caldo, è pulsante. Con l altra mano alzai la stoffa blu del suo vestito, scoprendo le sue candide natiche morbide e solo in parte coperte dalla seta delle sue mutandine.
Le abbassai lasciandole scivolare fino all ginocchia, dove sei fermarono tra le sue eleganti gambe muscolose e tese.quando finalmente mi feci strada dentro di lei, e i nostri corpi si unirono, emise un sospiro profondo abbozzando un sorriso. Sentivo il mio sesso gonfio e ingombrante fra le sue labbra, ma restai sorpreso quanto facilmente le scivolai dentro, piu e piu volte nel crescendo dei nostri respiri. Quando raggiunsi l’apice timidamente le sussurrai in orecchio-“ devo uscire, non vorrei.... sporcarti”.rise divertita e si volto-“ vieni qui “ disse e tiro fuori una coscia bianca attraverso lo spacco del vestito, con la mano afferrò il mio sesso, guidandolo contro la sua pelle. La fissai negli occhi, e solo quando il mio seme incontro il suo corpo, sgranó i profondi occhi scuri e schiuse le bellissime labbra. La baciai a lungo, poi si asciugó con le mutandine di seta, e me le regaló. Successivamente tornammo alla festa e ci scambiammo solo lunghe occhiate a distanza.L avrei rivista.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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