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Lui & Lei

Lavoro in tabaccheria


di Adelmo-RM67
29.05.2015    |    2.020    |    0 9.2
"Indi mi staccai e mi asciugai la faccia e lei mi disse " dammi il cambio " , io alzandomi le risposi " Ma non l 'ho mai fatto prima" e..."
Successe una mattina, dovevo comprare un pacchetto di sigarette quando , appena entrato nel negozio, quella puzza di plastica " elettrica " bruciata mi colpì le narici e glielo dissi subito. " Ti sta bruciando un cavo elettrico e rischi il corto circuito". Lei era da corto circuito. Mora , procace, rotondetta e provocante come piace a me. Una di quelle tipe che ti provocano l'erezione immediata. " Beh, si , effettivamente nun me piace per niente sta puzza". E' anche rustica, e l'erezione cresceva .... . " Dammi retta, spegni tutto e controlla luci e prese". " E come fò, devo da lavorà... " . So io cosa gli avrei fatto lavorare .... " Va bene, te li controllo io, ma spegni i computers " . Lei esegue e io inizio a girarmi tutta la tabaccheria controllando prese, spine e lampadine, mentre lei continua a vendere sigarette e gratta e vinci rimandando a casa chivoleva giocare al superenalotto . Ho controllato tutto, mi mancava solo dietro il banco, dove lei è appoggiata ad uno sgabello di metallo con una maglia scollata quanto basta e una gonna leggera sul ginocchio che le fascia la sue stupende rotondità. Io mi abbasso, e resto sconvolto. in una sola presa, con un gioco d'incastro di 6 triple, sono attaccate insieme 8 spine. " E ci credo che senti puzza di bruciato, guarda quà che accrocco c'è ! " E adesso ? " E adesso non ti preoccupare, vado a prendere il necessario e ti sistemo tutto". Non penso sia stata gratificazione, ma da quel momento i suoi occhi brillavano di una luce più intensa, quasi ipnotica. Corro dal fornitore elettrico, acquisto il materiale da sostituire e sono di nuovo nella tabaccheria. " Come hai fatto presto. " " A volte sono rapido, altre sono lentissimo ". Le battutine erano iniziate. Stacco la corrente generale, sostituisco la presa semi carbonizzata e ridò luce. Poi inizio ad ispezionare le spine che prima erano collegate tra di loro. Dopo un po mi dice " Come va li sotto ? " Il bancone era alto e vasto, sotto avevo tanto spazio per muovermi non visto dalla clientela. Mi giro, le stavo dando le spalle, sto per risponderle e mi accorgo che le sue gambe stavano a mezzo metro da me, mentre lei continua a servire la clientela come se io non fossi li. Balbettando le rispondo " Va .... va bene,..... ho quasi terminato: Hai rischiato una bella fiammata quà sotto ! " " Uh , che pericolo ho corso ! Come ti potrei mai ricompensare ? " E mentre lo diceva si alzava la gonna sulla gamba sinistra fino al fianco. L'invito era chiaro, anche se poteva essere una provocazione , il caso mi stava proponendo un occasione che difficilmente poteva ripresentarsi. Le baciai dolcemente la coscia appena scoperta e poi il ginocchio nella sua rotondità. Mi aspettai schiaffi o spinte, ma lei si sistemò meglio, sedendosi in pizzo allo sgabello, allargando le gambe e alzando tutta la gonna scoprendo il suo fiore senza intimo vestito, rosa, appena schiuso, intenso e profumato, con un bel ciuffetto sottile. In ginocchio davanti a lei come una segretaria che lavora il suo capoufficio, io feci lo stesso e mi piaceva. E le piaceva. La mia bocca, i miei denti, la mia lingua, erano avidi della sua fica, del suo clitoride , delle sue labbra del suo ano. Ne seguì un lavoro di degustazione da parte mia molto dettagliato, me la gustai fino in fondo. Ogni tanto mi soffermavo sul clito e mi piaceva farla vibrare, magari mentre stava parlando con un cliente. Dopo un po mi prese la testa con tutte e due le mani e mi spinse la bocca sulla sua rosa con dei fremiti inconsulti e allora mi bloccai, con la lingua di fuori gustando immobile i suoi umori. Indi mi staccai e mi asciugai la faccia e lei mi disse " dammi il cambio " , io alzandomi le risposi " Ma non l 'ho mai fatto prima" e lei mentre andava sotto il bancone mi disse " Tranquillo !". Tranquillo mica tanto ! Non avevo mai venduto sigarette, specie se la proprietaria in quel momento mi stava aprendo i pantaloni, abbassando le mutande e afferrando il cazzo nel suo massimo impeto. Con una mano aveva preso a lavorarmi il buchino e i testicoli, con l'altra mi pompava come quando si gonfia una ruota di bicicletta e con la bocca e la lingua mi lavorava la cappella. Mi fece venire subito. Le schizzai direttamente nel palato e lei avida, come ha sentito il liquido caldo ha iniziato a succhiare prendendomi come una grossa cannuccia, fino all'ultima goccia. Qualche attimo dopo mi sentii anche dire che ero un bel po acidello !! Le dissi che la volta successiva l'avrei messa a 90 gradi sotto il banco e inculata fino a sfondarla, mi rispose a sua volta che non vedeva l'ora !!!!
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