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Lui & Lei

Personal Jesus


di Membro VIP di Annunci69.it Redjasmine
14.05.2023    |    886    |    3 9.6
"L' ammiro per la sua bellezza, per la sua calma, per la sua pelle, mi avvicino, salgo sopra al suo corpo per scaldarla, per darle un contatto..."
La nostra conoscenza si sta intensificando, molte emozioni si mescolano, di lei mi stupisce la sua calma apparente che cela pensieri inconfessabili.
Ogni giovedì ci troviamo nello stesso hotel, ogni volta che mi avvicino a lei, che sia per un caffè, che sia per due chiacchiere in auto, il mio corpo pulsa. Nel momento in cui mi avvicino al suo collo, ed avverto il suo odore, il demone che sta dentro di me sente aria di piacere.
Quell' essere sinistro e affamato che si nutre dei miei peccati più raffinati, sente che il banchetto è vicino. Lei entra dietro di me, la scheda è in mano mia, ricordo ancora le indicazioni del receptionist.
"Ecco a voi, stanza D19 , prego!"
Io risposi con un garbato "grazie".
Lei guardava in giro non voleva dare nell' occhio.
Perché? Perché il nostro incontro è clandestino, viola ogni buon senso , di giorno ci vediamo e conosciamo le rispettive vite. Ma questo non seda la sete di piacere. Ci mette in crisi e ci sentiamo in un labirinto dove l'imperativo è inchinarsi alla passione.
Già anzi, lei direbbe "Yes Yes Yes!!!" proprio come quando nel nostro parcheggio mi assapora e ancora tiene gli occhi chiusi, spesso con la mano sinistra tocca il mio membro, poi con la destra sfiora la mia pelle nei paraggi per controllare, magari sopra l'ombelico se è rimasta qualche goccia di me da poter introdurre nel meraviglioso viaggio che parte dalle labbra, via via la sua lingua trascina giù fino nelle sue profondità ed il mio seme diventa nutrimento per se e per la sua anima lussuriosa.
La passione, quella sorta di demone da foraggiare a colpi di spinte, baci, morsi e guizzi di orgasmi che prenderesti a calci il corpo ma sai che l'impatto va canalizzato in altre pronunce, in altre modalità.
Quando lei entra e scansa la tenda, io sposto con prepotenza le coperte.

Lei si gira e sorride .
Nessuna parola scandita se non un irriverente e fumante " Eh quindi?".Le passo con la lingua il labbro superiore e parto da sinistra verso destra, da inferno a paradiso.
Ha sempre la pelle che sa di fresco, di rosa, fiori e un dolce sapone.
Le afferro i capelli, lei mi dice poi , "che strano non sopporto nemmeno i cappelli, figuriamoci le mani sulla testa"
Io mi scuso e lei sorrise e mi dice " ma'nnoo che hai capito, da te si, da te lo voglio, sù tira , afferrami , usali per ciò che devi fare". "Nelle tue mani loro sono un' altra cosa, io sono un' altra cosa.
Eccoli, come redini tienili pure e prova a domarmi, se ci riesci, oggi ho troppa voglia".

Io sento la vanità che si espande a macchia d'olio.
Più il mio essere pavone aumenta e più lei si prepara per farsi afferrare e più la mia coda si allarga.
Le mordo il collo, le prendo i ricci e li accartoccio , poi con il gomito affermo il dominio lungo la schiena. Con l'altra mano le stringo un fianco e lascio che il mio cazzo si muova libero di annusare l'intima regione di lei. Curiosa la mano che prima pinzava il fianco ora scende tra le labbra calde,ora che due dita si attingono, mi rendo conto che è pronta a ricevermi duro.
Le allargo le labbra e mi infilo. Duro e nodoso entro rovente nel burro e scivolo, mi infilo da dietro e ascolto lo scivolamento.
Si libera un respiro che acclama l' ingresso, un secondo colpo di rinforzo ribatte su quel respiro e un piccolo sorriso di soddisfazione dannata apre le danze.
Subito le rimarco la carnalità e affondo dopo la rincorsa.
Le è chiaro da subito che da quel perno non sarebbe caduta o scivolata. Sarebbe rimasta lì in preda alle spinte e ai dondolii ,
c'era carne dura come l'acciaio. Le sue labbra bagnate e viscose lo avrebbero lucidato come una bellissima spada e la sua fica ne sarebbe stata il caldo fodero.
Ma se nelle battaglie la spada si sguaina per ferire, nel nostro caso la battaglia si sarebbe consumata tanto in quella bocca che da fresca, quanto nel suo fodero di carne e umori bollenti, che ne rivendica la voglia di essere firmata dal mio timone.

Entro nelle sue acque, non mancano gli strattoni, gli scontri, ci affidiamo e sfidiamo come felini i corpi strisciano come serpenti , lei si arrotola intorno e mi raggiunge con la bocca in ogni appuntamento. Scorre agile e aderente, cannibale assetata, beata e dedita al mio corpo, mi compiace devo ammetterlo domarla mi crea vanto. Ma sono in parte illuso, lei vuole questo e lo vuole così, non è sprovveduta, sa cosa vuole, sa cosa farmi credere, non le manda di certo a dire, vuole il mio corpo la mia mente e il mio cazzo così.Punto, non si discute !
Mi da l' illusione di possederla ma fa parte del suo gioco,
mi legge nel pensiero, non tarda ad arrivare la stoccata della sua voce che dice " amore pensa pure che ti sto servendo il mio piacere, in realtà mi sto caricando per dissetare egoisticamente la mia voglia" .
Graffia come il diamante il suo sguardo, sbattiamo la testa di lato come un codice morse. Testa su testa ci consumiamo, le afferro la testa con entrambe le mani e le scopo letteralmente quella bocca sbrodolata.

Entro nelle sue acque non mancano gli strattoni, gli scontri ci afferriamo come felini e strisciamo come serpenti , lei si arrotola intorno ei raggiunge con la bocca in ogni appuntamento. Scorre agile e aderente, cannibale assetata, beata e dedita al mio corpo, mi compiace devo ammetterlo.
La scuoto e affondo, lei respira profondamente, la penetro tenendole le spalle, lei allunga il braccio e mi afferra il culo. Si curva verso destra, lo tiene e sostiene spingendo l'affondo, il suo appetito è grande ed i suoi "SI,Si" ne accompagnano il ristoro.
Si sente sbattere? Credo di sì, sente la mia forza ? Certo .
Ne sono più che certo. È duro potrebbe reggersi a lui senza cadere, la prendo in braccio e raccolgo la mia dolce dama.
La abbraccio, le alzo le gambe e lei mi avvolge, mi alzo dal letto e a lei sorge il dubbio che mi sarei affaticato, che forse saremmo caduti.
Lo smentisco precedendo i suoi pensieri e la sua domanda.
Sono io a dirle "No, tranquilla sccccc silenzio non cadrai e non cadrò.Lo senti? Ecco lui è il tuo gancio , la tua radice forte , non cadrai, silenzio e ascolta il suono mentre ti sbatto, perché oggi va così, perché sei mia e devi solo godere ".
Il suono della sua pelle prima fresca, ora umida e calda suona potente.
Il mio corpo ribatte sul suo come delle carnose sberle, ma sono onde di me e lei, onde di un noi sublime.
Lei viene, la appendo con le mani e le stringo il collo, "morirai di piacere" penso tra me e me. Alterno sapienti scosse a sublimi leccate.Adoro l'acqua di donna e il suo sapore dolce e delicato poco viscoso, mmmm....ne farei acqua si colonia, un acqua di fragole, che bontà. Lei sente il cambio di ritmo, la mia volata verso l' orgasmo e si appresta a nutrirsi del bianco perlato, come al solito non è mai sazia, mi estirpa ogni minima goccia, vampira del mio cazzo, uccidimi e bevimi allora .
Andiamo in doccia, lei attende che l'acqua si scaldi ed io scivolo tra le sue gambe a baciarla sotto di lei . Mi afferra la testa e mi dice " oddio, tu sei matto " .
Mi impasto la bocca e le mordicchio le labbra, mi rimetto in piedi la bacio e le cospargo di bagno schiuma la schiena.
Torniamo in camera, si sdraia e la osservo.
La asciugo e la scopro, la rimetto sotto le coperte .La annuso e la abbraccio.
Lei ferma, io mi ha giro attorno a lei, sembra stia riposando, ma io nel frattempo la veglio. L' ammiro per la sua bellezza,per la sua calma, per la sua pelle, mi avvicino, salgo sopra al suo corpo per scaldarla, per darle un contatto.
Inevitabile che lo sguardo mi cada tra le sue cosce e scorgo la sua conchiglia un po' bagnata dalla doccia, la annuso proprio come fanno i cani.
La puntello con le dita dai piedi e risalgo, le mie dita camminano verso l’alto risalgono la via del piacere. Dal fondoschiena con un braccio stendo e traccio la meridiana del mio orizzonte, verso la sua testa, di nuovo la afferro con le dita i suoi ricci.
Lei invoca ancora il rito, le sue cosce si scostano e intravedo lo scrigno del piacere.
Lei dondola lentamente e di poco, ma tanto basta per invitarmi di nuovo al banchetto.Tanto ardua la tempesta e onde alte ci infrangono i corpi e tanto si rialza duro e solerte.
Affondo duro e ancora la schiaffeggio, le mordo i fianchi, mi aggrappo a loro compagni leali e la impasto di colpi, di onde.
La nostra danza avanza per un’altra volata di piaceri e caldi umori.
Rivestiti torniamo alla reception dell’hotel pago e saluto pieno di un senso di essere stato in un luogo dove il tempo si fosse fermato.
Sento i muscoli stanchi, il mio timone pulsa, sento nel naso l’odore dei suoi piaceri.
Mi da noia andare al lavoro. Avrei preferito amarla ancora e farla godere.
Ci salutiamo al parcheggio, un bacio e una carezza sul mio viso.
Scende e va verso la sua macchina.
Poi al semaforo ascolto il mio corpo, guardo il semaforo rosso, ho l’aria soddisfatta guardandomi nello specchietto retrovisore, ancora il semaforo e rosso, rosso?
Eh già!
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