Racconti Erotici > Lui & Lei > Schiava_cagna
Lui & Lei

Schiava_cagna


di LeiMolto
11.06.2014    |    23.370    |    3 7.9
"Si gira e osserva con più attenzione..."
Sole da una finestra socchiusa.
Batte sulla schiava.
Batte sul resto della notte che ha segnato il suo corpo.
Nuda, distesa sul corpo.
Lo sguardo del padrone che la frusta.
Dilatate le gambe.
Nessun segreto.
Oscena si masturba.
Attendendo che quello sguardo la spinga ancora più in avanti...
_______
La schiava scende dal treno.
Un treno veloce, di cui ha assaporato ogni secondo, respirando desiderio e timore.
La sua prima volta.
La sua prima volta è senza nessuna biancheria.
Gonna e giacca su camicetta innocente.
Ballerine basse.
Niente trucco.
Sa che prima di scendere deve indossare un giocattolo a controllo remoto.
Lo inserisce senza nessun piacere che l’essere cagna e cagna obbediente.
Scende dal treno e attraversa l’atrio della stazione.
Grande da smarrirsi.
Piccoli passi perché il giocattolo non esca e non cada.
Lo sente muovere dentro di sé.
Si gira.
Senza vedere nessuno.
Ma si muove.
Prosegue.
Conosce l’indirizzo.
Sa che deve salire le scale.
Sa che il telecomando sarà acceso al massimo dietro una porta.
Sa che si deve fermare dinanzi a ciascuna porta.
Sale su un taxi.
Non socchiude le gambe.
Le tiene strette.
Il giocattolo si ferma.
Lei respira forte.
Il viaggio non è lungo.
Lei si guarda intorno.
Monumenti e piazze.
Turisti e mendicanti.
Scende dalla macchina.
Paga senza nessun dialogo.
Sale le scale.
Si ferma dinanzi a ogni porta.
Il giocattolo non si muove.
Scende di nuovo le scale e si ferma di nuovo a ogni porta.
Non si muove.
Esce.
Si muove.
Si guarda intorno.
Si muove più forte.
Lo vede.
Fermo al tavolino di un bar.
Una bottiglia e due calici.
Si muove più forte.
Sa che può andare o lasciare.
Che basta una decisione per andare via.
Vede che la guarda.
Senza sorrisi.
Ma con curiosità.
Segue quello sguardo fino a sedersi.
Trovando il massimo della velocità al centro del suo corpo
Il padrone si alza.
Giocattolo al minimo.
La schiava cerca lo sguardo del padrone.
Lo trova e abbassa gli occhi. Sa che si può alzare. Che lo può seguire. Sa che deve scegliere se seguirlo e che lui non si volterà indietro.
Lo segue.
Tiene le gambe strette e fatica a seguire il suo passo, svelto, dinoccolato, nervoso.
Sente il vino che ha bevuto nello stomaco.
Brucia.
Le piace che bruci.
Segue il suo passo sulle scale. Segue il suo passo dentro una porta. Nessuna luce. Solo un catino al centro della stanza. Solo un divano lungo una parete. Poca luce di fine pomeriggio che entra dalla finestra.
Lo sguardo le dice di chiudere la porta a chiave.
Si gira e osserva con più attenzione.
Il nerbo è accanto al catino.
Sa che si deve spogliare.
Nuda come non è mai stata.
Sa che deve appoggiare gli abiti per terra.
Si spoglia e capisce che la vergogna dipende dagli occhi che ti guardano.
Sono occhi che le impongono vergogna.
Solo una parola, un comando, un ordine: Piscia.
Allarga nel catino il suo piscio.
Sgocciola, un flusso liberatorio e spaventoso.
Il padrone guarda il nerbo.
La schiava glielo porge.
Il padrone le accompagna la testa nel catino.
La mette.
Si offre al nerbo.
A quattro zampe.
Deve contare le frustate.
Finiranno quando finirà di bere...
Uno.
La schiava conta e beve.
Lentamente.
Due.
Il colpo non è sulle natiche.
Sale dal basso verso l'alto.
Fra le gambe.
La schiava alza per un attimo il viso.
Tre.
La schiena.
Dall'alto verso il basso.
La testa scende nel catino.
Lungo sorso. Arido. Caldo. Ricordo di sabbia.
Quattro.
Le natiche.
La schiava stringe l'ano.
Beve e conta.
Cinque, sei, sette, otto, nove.
Il corpo è segnato.
La schiava smette di contare.
Ha bevuto tutto.
Non è restato niente nel catino.
Non alza la testa.
Resta immobile, mentre il giocattolo esce da lei.
Involontariamente, cade.
Lo aveva dimenticato.
Sente il padrone che lo raccoglie.
Lo annusa.
Glielo avvicina alla bocca.
Lei lo lecca.
Lecca anche la mano del padrone.
Occhi bassi.
Il padrone alza la schiava.
La mette in piedi.
Osserva i segni sul suo corpo.
Osserva il suo orgoglio di essere cagna.
La benda.
Con una calza.
Non perchè non veda, ma perchè veda senza guardare.
Il viso vicino al muro.
Le mani in alto.
Il padrone prende dell'olio canforato.
Lo passa sul suo corpo.
La massaggia.
Calore.
Dolore.
Dolore.
Calore.
Apre con un coltello un'arancia amara.
La passa sul suo corpo.
Vuole che profumi di canfora e di arancia amara.
La cagna si sente vibrare.
Il padrone prende una radice di zenzero.
La scolpisce con il coltello.
Brevi tagli.
In modo che la radice apra il suo succo.
La inserisce nell'ano della schiava.
Lei ha un sobbalzo.
Il padrone si siede.
Lei si gira.
Sa che si deve girare e si gira.
Segue lo sguardo.
Si inginocchia.
Il padrone apre i pantaloni.
La schiava apre la bocca....
La schiava si riveste.
Davanti a quello sguardo che le sta insegnando la vergogna.
Indossa una gonna leggera.
Nient'altro che i nodi e la cera sotto.
Nient'altro che l'orgoglio dei nodi e della cera.
Nessun reggiseno.
Solo una maglietta leggera e uno scialle di cotone a coprire i marchi della
dominazione.
Scarpe basse.
Il padrone le offre un bicchiere di vino bianco, fresco, profumato: Riesling.
Lei si rilassa.
La attende una cena.
Lo zenzero urla dentro di lei.
La cera lo tiene fermo.
Lei è indifferente.
Orgogliosa del proprio essere cagna.
Il padrone l'accarezza.
Lei lecca la sua mano.
Osserva l'erezione che non è mai cessata.
Abbassa gli occhi.
Segue lo sguardo del padrone.
Lo prende in bocca.
Succhia e lecca perchè sente il suo piacere.
Accetta lo sperma alzando gli occhi.
Beve, naturalmente.
Il padrone si netta con lo scialle.
Le piace indossarlo così e così escono.
La schiava indossa lo scialle sporco dello sperma del padrone.
Lo porta alla bocca perchè sa che a lui piace che lo faccia.
Cenano.
Ristorante sobrio.
Il padrone le versa da bere.
La guarda.
Deve togliere lo zenzero dall'ano.
Senza alzarsi.
Si copre con la tovaglia.
Allarga le gambe.
Cerca la cera con le dita, sotto la corda.
La toglie.
La gratta.
Spinge con lo sfintere lo zenzero.
Si sporca le dita della sua merda.
Prende finalmente lo zenzero.
Lo mette nel bicchiere.
Adesso può bere.
Ancora Riesling.
Riespling e merda....
La cena sono ostriche.
Ostriche che la schiava deve leccare e succhiare, tenendole sulla punta delle
dita.
Senza usare la forchetta.
Le piace lo sguardo del padrone che la osserva in silenzio.
Le piace che le chieda di portare il guscio di un'ostrica sotto il tavolo e di
spingerlo sulla fica.
Di metterlo fra le labbra.
Di inserirlo nello spazio che la corda lascia.
Esattamente sotto il nodo che le segna il clitoride.
Lo fa e sa essere oscena facendolo.
Si alzano.
L'ostrica le bagna la gonna.
Cola dalla fica lungo le gambe.
Sottile lacrima di mare che scende.
Pizzica mentre camminano lungo le sponde di un fiume.
Le piace quella sensazione e teme le prossime sensazioni.
Si fermano.
Ombra.
Un albero di giardino, cespugli.
Il padrone si sbottona.
La schiava si inginocchia.
Il padrone piscia su di lei.
Lei beve e si imbeve di urina.
Lecca il cazzo per pulirlo.
Lo asciuga con lo scialle.
Il padrone riprende a camminare.
Ferma un taxi.
Salgono.
Il padrone, davanti.
Lei, dietro.
Sa di dover sollevare la gonna.
Di doversi masturbare mentre il padrone parla con il tassista.
Lo fa.
Con atmosfera.
Senza fretta di esibizione.
Lasciando che il retrovisore la indovini.
Finchè il taxi non si ferma e scendono...
Salgono le scale.
La schiava sale velocemente.
Tiene la testa china.
Questa volta sa quale è la porta che deve aprire.
La apre perchè la porta è aperta.
La schiava entra.
La aspetta una donna.
E' decisamente bella.
Alta, seno piccolo, ben fatto.
Depilata.
Capelli lunghi, mori.
La donna si alza.
La schiava segue lo sguardo del padrone.
Le spetta un angolo.
In ginocchio.
La donna si mette a quattro zampe.
Il padrone la sodomizza.
Con forza.
La donna gode.
Il padrone tira fuori il cazzo dall'ano.
La schiava segue il suo sguardo: Non il mio piacere.
Prende il cazzo in bocca.
Lo pulisce.
Lo netta dalla merda di quella che si deve abituare a considerare sua sorella.
La donna indossa uno strap on.
La schiava sa che è per lei.
Il padrone accende un sigaro...
La schiava si sente umiliata.
Il suo ano la umilia.
E le piace che il padrone goda della sua umiliazione.
Fatta di labbra sporche di merda.
Della sua merda e della merda dell'altra schiava che il padrone le ha fatto
conoscere.
Una schiava che non le parla.
Che parla solo al padrone, ma alla quale è concesso di parlare.
Tiene lo sguardo basso.
Si lecca le labbra e tiene lo sguardo basso.
Il padrone e l'altra si siedono sul divano.
La schiava prende un metro.
Un metro da sarto.
Lungo esattamente un metro.
Sa che deve ballare.
Sa che deve essere porca.
Balla.
Balla usando il metro come se fosse un palo.
Balla sfondandosi con il metro.
Dieci, venti centimetri e più in fica.
Dieci, venti centimetri e più nell'ano.
L'altra schiava scende dal divano.
Inizia a leccare i piedi del padrone che fuma e osserva la schiava.
Il padrone le dice di allargare le gambe.
Di avviare nell'ano il metro.
La schiava allarga le gambe.
Avvia, appena, il metro nell'ano.
Il padrone prende il nerbo.
L'altra schiava si siede.
Si può masturbare.
Si deve masturbare e lei sa che la deve eccitare.
La eccita sentendo la frusta sul suo corpo.
Deve contare e conta un centimetro fino a venti centimetri di metro.
Solo dopo, potrà alzarsi.
Solo dopo finirà la frusta.
Lei è lenta.
Gode.
Gode di ogni frustata.
Del piacere che sente salire dal nerbo del padrone.
Da quel cazzo che sa tutt'uno con la frusta....

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Schiava_cagna:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni