Tintarella monella

Questa storia risale all'estate del 2010 e all'epoca avevo 23 anni. All'uscita da lavoro, decisi di trascorrere il pomeriggio al mare, così mi recai in uno stabilimento della mia zona. Arrivato in spiaggia presi Un lettino. Vicino al mio lettino c'era una donna. Io subito ne fui attratto. Bella donna, un metro e 80 d'altezza circa, carnagione scura, capelli biondi e ricci e con delle belle curve. Nonostante fosse una donna adulta, quasi 50enne, era davvero ben curata fisicamente. Oltre a ciò, catturò la mia attenzione ciò che stava leggendo, vale a dire un romanzo che io adoro, ovvero 10 piccoli indiani di Agata Christie. Visto anche l'interesse comune della lettura, mi feci coraggio e le rivolsi la parola. "È davvero un bel libro, complimenti per la scelta" le dissi. Lei si girò e mi disse "grazie. Anche io lo trovo bello". Così iniziammo a parlare del libro. Dopo un po', visto il calore, andai a fare un bagno. Mentre stavo nuotando, mi accorsi che lei mi aveva seguito. "Anche tu avevi voglia di tuffarti, eh?" Le dissi. E lei replicò "sì, non lo nego" poi io aggiunsi "vieni spesso qui?" E lei "mi sono trasferita qui per lavoro da pochi mesi, quindi sì" detto questo la conversazione continuò e ci raccontammo un po' di cose delle nostre vite, ad esempio i nostri lavori, come si trovasse in seguito al trasferimento, ecc...mentre parlavamo, lei mi disse "senti, qui c'è un po' troppa folla, appartiamoci un po'". "E dove"? Dissi io. E lei "ho la cabina prenotata. Andiamo lì. È una zona della spiaggia poco frequentata. Non me lo feci ripetere due volte e la seguii. Appena arrivati nella cabina, lei la chiuse e prendemmo a baciarsi senza sosta. La sua bocca aveva un sapore meraviglioso. Ci baciammo per un po', poi visto che il mio arnese stava praticamente per esplodere nei pantaloni, mi abbassai il costume, la misi in ginocchio e le piantai in bocca il mio palo. Lei non esitò, e lo prese interamente in bocca. Mi stava facendo un pompino spettacolare: prendeva tutta l'asta in bocca, e mi faceva il pompino senza usare le mani. Una vera campionessa! Ciò che mi faceva eccitare moltissimo erano i suoi occhi mentre mi spompinava: mentre era in ginocchio a lavorare con il mio cazzo, mi guardava con il suo sguardo da porca, in cerca di approvazione. Questo, unito al fatto che le sue succhiate stavano diventando sempre più veloci, mi face arrapare sempre di più, così le presi la testa, le cominciai a scopare la bocca come un animale, fino a che non le sborrai in bocca. Lei mandò giù avidamente il succo ottenuto dai miei e dai suoi sforzi. Fatto questo, era giunto il momento di ricambiare e di darle piacere: fui io ad inginocchiarmi e a lavorarle la fica con la bocca. Mi tuffai con la faccia in quella meravigliosa fica depilata e presi a leccarla senza sosta. Lei si eccitò moltissimo, tant'è che sotto i colpi incessanti della mia lingua, venne ed io mandai giù avidamente i suoi fluidi. Fatto questo, visto che c'era una sedia nella cabina, mi sedetti e la feci mettere su di me. Lei si sedette e dopo esserci nuovamente baciati, le misi il mio cazzo nella fica. La sua patatina era ancora bagnata in virtù del meraviglioso sesso orale che le avevo praticato poco prima, così per me fu semplicissimo piantarglielo dentro. Fatto ciò, presi a scoparla come un forsennato. Le davo forti spinte da sotto, e lei su di me assecondava i miei movimenti. "ANCORA! VAI! VAI! Prese ad urlare in preda al godimento, così dopo pochi minuti, veniamo entrambi quasi in contemporanea. Fatto questo, le dissi di alzarsi e di piegarsi, così glielo piantai nel culo. Glielo misi dentro e presi a fotterle il buco del culo. Era abbastanza stretto. "Il tuo culo è abbastanza stretto, ma non preoccuparti, ci penso ad allargarlo" e una volta detto questo, presi a trapanarle il buco nel culo. "ANCORA! ANCORA"! Urlava in preda al godimento, così dopo un po' che la stavo scopando in questa posizione, le sborrai tutto nel culo. Lei si stava per alzare, ma le dissi di aspettare, così le misi le mani sul culo e glielo allargai, in modo da vedere la mia sborra colare dal suo culo sul pavimento della cabina. Fatto questo, oramai stanchi, ci ricomponemmo e tornammo, come se nulla fosse accaduto, ai nostri lettini.