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Lui & Lei

Myrna cap 26


di MissSerena
06.05.2025    |    563    |    2 9.4
"” mi disse mentre la macchina andava sempre più veloce..."
Volli passare una giornata in totale relax, anche per pensare bene al mio futuro, che ormai si stava incanalando verso una carriera di escort per ricchi cuckold e di aspirante dominatrice.
Come arredatrice avevo avuto ben poche soddisfazioni, e del resto non ero certo bravissima come molti miei colleghi, mentre avevo ben capito quanto potevo guadagnare usando il mio corpo, e le cifre erano tutte molto sostanziose.
Verso le quattro mi telefonò una mia collega per ricordarmi che ero stata invitata, come del resto tutto lo studio dove lavoravo, ad una festa data per inaugurare un centro residenziale, evento del quale mi ero completamente dimenticata. Non volli però mancare a quell’incontro per certi versi anche un po’ mondano, così dopo aver fatto una cena leggera, indossai un semplice abito azzurro e presi un taxi per recarmi all’inaugurazione.
Il centro residenziale era composto da sei file di villette ben distanziate fra loro, ancora vuote anche se la maggior parte era stata già venduta, con in mezzo un bel spazio verde dotato anche di piscina, il tutto recintato e controllato all’ingresso da una guardia giurata.
Dopo esser entrata e salutato alcune persone che conoscevo, stavo girando senza una meta precisa quando sentii il mio nome pronunciato da una voce familiare.
Era James un mio ex col quale avevo vissuto un’intensa storia d’amore, finita a causa della mia infedeltà, dato che avevo usato il sesso per entrare nello studio dove ancora lavoravo.
“James vecchia carogna, anche tu qui ?” dissi all’uomo prima di dargli un bacio sulla guancia.
“Sì ho comprato una di queste villette, più che altro per scappare dal centro, e tu come mai sei sola, se non ricordo male sei sposata.” mi rispose con un gran sorriso.
“Sposata e separata da poco.”
“Anche lui cornuto ?” mi domandò con una poco sottile ironia.
“Touché, ma a esser sincera è stato lui a mettersele da solo, e tu sempre single pronto a volare di fiore in fiore ?”
Iniziammo a parlare come due veri vecchi amici che non si vedono da anni, per poi finire dentro la sua villetta, che mi mostrò spiegandomi come la voleva arredare.
“Se vuoi ti do una mano, ovviamente gratis come segno d’amicizia.” gli proposi cercando forse di farmi perdonare per come l’avevo trattato anni prima.
“Grazie però prima lascia che ti mostri il bagno.” mi rispose prendendomi per mano.
Lo seguii per ritrovarmi in un bagno dov’erano presenti solo i sanitari, ma non ebbi il tempo di aprire bocca che mi ritrovai spalle al muro, con lui che cercava di baciarmi.
“James ma che cazzo stai facendo !” gli dissi senza però cercare di divincolarmi in alcun modo.
“Ho voglia di scoparti e non mi dire che per te non è lo stesso, se non ricordo male non ti sei mai lamentata quando lo facevamo.”
Per un attimo ripensai ai bei momenti passati insieme, e subito dopo da quanto non mi facevo una sana scopata con un uomo ‘normale’, senza che ci fossero altri in giro.
“Hai ragione e poi ho una gran voglia di godere.” gli risposi prima d’infilargli la lingua in bocca.
James passò presto dal baciarmi in bocca a farlo sul collo, ben ricordando quanto il mio fosse sensibile alle sue labbra, per finire sui capezzoli che aveva appena scoperto dopo aver abbassato le spalline del vestito.
“Scommetto che porti sempre quei tanga che non ti coprono nulla.” mi sussurrò all’orecchio prima di mordicchiarlo delicatamente.
“Perchè non lo scopri da solo, o vuoi che ti ricordi come si fa ?”
Lui mi alzò il vestito, che a quel punto era tutto arrotolato sui fianchi, e senza perdere un secondo mi ritrovai la sua mano dentro le mie microscopiche mutandine.
“Cazzo sei già bagnata.” mi disse spingendomi un dito dentro la passera.
“Una volta ti piaceva asciugarmela con la lingua.” gli risposi quasi spingendogli la testa in basso.
Lui fece quel che volevo, s’abbassò sino ad accucciarsi fra le mie gambe, per poi leccarmi la passera mentre due dita ci scorrevano dentro. Iniziai a godere come non mi succedeva da tempo, tanto d’avere quasi un orgasmo, che non arrivò solo perché James si fermò proprio sul più bello.
“Lo sai che il mio cazzo te lo devi meritare.” mi disse abbassandosi pantaloni e slip prima di sedersi sulla tazza del bagno.
“Non aspettavo altro.”
M’inginocchiai fra le sue gambe e presi quel bastone di carne già duro fra le labbra, per riassaporarne il sapore prima, e per portarlo al massimo dell’erezione poi.
“A fare i pompini sei sempre una numero uno.”
“Solo per quello.” gli risposi alzandomi in piedi per poi mettermi sopra di lui.
James mi allargò le cosce per facilitare la mia discesa sul suo pene, anche se ero talmente eccitata che m’entrò tutto dentro senza alcuno sforzo.
“Ora lascia fare a me.” gli sussurrai all’orecchio prima d’iniziare a baciarlo con tutta la passione del momento.
Mi muovevo lentamente e più che un sali e scendi, era un roteare facendo in modo che il suo pene non uscisse mai fuori, accelerando ogni tanto ma solo per rompere il ritmo cadenzato di quella splendida scopata. Mi alzai solo per girarmi e quindi impalarmi nuovamente sul suo scettro, e subito dopo una sua mano si poggiò sulla mia passera per massaggiarla dolcemente, quasi il piacere che mi stava dando il suo cazzo non fosse sufficiente.
“Alzati voglio scoparti.” mi disse schiacciandomi leggermente il clitoride con un dito.
“Come facevamo una volta ?” gli risposi ricordando una strana posizione che amavamo prendere quando stavamo insieme.
Mi alzai e subito lui fece lo stesso, per poi avvicinarsi e sollevare la mia gamba sino a portare il piede sopra la sua spalla, spalancandomi così del tutto in una specie di spaccata in piedi.
Il suo pene entrò nuovamente in me, ma questa volta aprendomi letteralmente in due, anche quando il mio piede scese dalla spalla e lui fu costretto a bloccarmi la coscia con un braccio.
Iniziai a gemere a voce sempre più alta, ringraziando il cielo che non mi potesse sentire nessuno, vogliosa di sentirmi nuovamente donna nel senso pieno del termine. Da parte sua James non aveva perso lo smalto dei bei tempi, e nonostante la posizione non certo comoda, mi stava facendo godere come aveva sempre fatto, scopandomi con forza ma senza alcuna violenza, volendo che entrambi provassimo il massimo del piacere.
La differenza rispetto a quando stavamo insieme è che non avevo più l’elasticità muscolare di quei tempi, così gli dissi di lasciarmi la gamba perché iniziava a farmi male.
“Ma io non ho finito !” mi disse ridacchiando.
“Neanch’io.” gli risposi girandomi faccia al muro per poi piegarmi in avanti con le gambe ben aperte, e allargarmi la passera con le dita.
Fu una cavalcata a tratti selvaggia, con lui che spingeva con tutta la sua forza, ed io che l’incitavo a dare ancora di più, come se il suo cazzo non mi bastasse mai. James quasi non si fermò neanche dopo che venne dentro, anzi il suo sperma funzionò come da ulteriore lubrificante per far sì che gli ultimi affondi fossero quasi brutali, facendo avere anche a me un magnifico orgasmo che appagò ogni mia voglia.
“Non so perché ma tutto ciò mi era mancato.” mi disse prendendo un fazzoletto dalla tasca.
“Questo dallo a me, a te ci penso io.” gli risposi prendendoglielo dalla mano.
Passai il fazzoletto sulla mia passera cercando di pulirmi alla meglio, poi m’abbassai per leccargli il pene ancora ricoperto dai nostri orgasmi.
“Se continui così, a me torna duro.”
“E chi ti dice che non è quello che voglio, ma non qui.”
James non mi diede il tempo di continuare, che s’infilò il mio perizoma in tasca e mi portò alla sua macchina, quasi trascinandomi via. Appena partiti lui poggiò la mano sulla mia coscia, e facendo la puttanella gli spalancai le gambe per poi toccarmi lascivamente.
“Lo sai che una volta che saremmo a casa ti rompo il culo.” mi disse mentre la macchina andava sempre più veloce.
Non gli risposi, ma allungai i piedi sul cruscotto per poter scivolare un po’ più in basso sul sedile, in modo da potermi toccare il buchetto, cosa che feci ma solo dopo aver ben bagnato il dito con la saliva.
Inutile dire che come arrivammo a casa sua James mi saltò letteralmente addosso, facendomi piegare in avanti su un tavolo che aveva in ingresso, per poi infilarmi due dita dentro la passera.
Quando si mise davanti a me aveva il mio cellulare in mano, e non ci fu bisogno di dire una sola parola, che compresi cosa volesse fare. Così mentre mi riprendeva gli tirai fuori cazzo e palle, che presi a leccare con la mia consueta maestria, facendolo andare subito fuori giri.
“Te l’ho già detto che sei una maestra del pompino ?”
“Sì però fa sempre piacere saperlo.” gli risposi sorridendo “Però secondo me messa così non rendo l’idea.”
Lui rimase un attimo allibito, ma bastò che mi sdraiassi sul tavolo, per mandarlo ancor di più in estasi. Infatti ripresi a toccarmi fra le gambe che tenevo ben larghe, ma soprattutto che portassi la bocca sotto i suoi testicoli per leccarli con tutta la lingua, mentre gli tenevo il pene in mano.
“Sta venendo bene il video ?” gli domandai ironicamente.
“Te lo do io il video.” mi rispose girandomi sul tavolo di centottanta gradi, e buttando il cellulare fra le mie tette.
James m’afferrò per le cosce per poi infilarmi tutta la sua mazza dentro con un solo affondo, facendomi subito urlare per il gran piacere.
“Sì, scopami tutta ! Voglio sentire il tuo cazzo dentro il cervello ! Fammi godere bastardo !”
“Certo che ti scopo troia che non sei altro ! Ti rompo la fica e poi anche il culo !”
Lui mi sbatté letteralmente come un fuscello, affondando il pene sempre con forza e facendo sì che si fermasse solo quando era entrato del tutto. Io godevo libera da ogni gioco di ruolo dove ogni volta recitavo la parte della moglie del cornuto, o della Mistress, ma mai quello della donna che cercava semplicemente del buon sesso e nulla più.
Ad un certo punto James mi prese in braccio per portarmi nella sua camera, e non appena si sdraiò lui letto, gli salii sopra quasi avessi paura che scappasse via.
Non gli diedi quasi il tempo di risentire il calore della mia passera sulla sua asta, che gli presi il medio della mano destra per ricoprirlo di saliva.
“Sai che per avere il culo me lo devi preparare.” gli dissi prima di dargli un bacio.
James portò quel dito contro il mio buchetto, per poi infilarne due falangi dentro, mentre io mi dimenavo senza più alcun controllo.
“Ora basta giocare, fai l’uomo come piace a me.” gli dissi mettendomi carponi al suo fianco.
Lui si mosse come un felino, ed in un attimo fu dietro di me, ma contrariamente a quanto pensassi, non entrò subito dalla porta posteriore, ma da quella usata sino a quel momento. Fu però una questione di pochi affondi, come se volesse ricoprire la mazza dei miei umori, e poco dopo mi sodomizzò, facendomi sì un po’ male, ma in fondo neanche troppo.
“Vedo che ti piace sempre prenderlo nel culo, scommetto che l’hai dato anche a quello stronzo del tuo ex capo, quello che ti sei scopato per far carriere.” mi disse con tono sprezzante.
“A lui ho dato solo il culo.” gli risposi girando la testa in modo da poterlo guardare in faccia “Ho dovuto fingere tre volte l’orgasmo perché era un incapace, ma ora vedi di non fare come lui e fammi godere.”
Colpito nell’orgoglio James divenne un vero toro da monta, di quelli che una volta che si piazzano dietro ti sbattono senza sosta facendoti gemere ad ogni affondo, senza mai smettere di ricordarti che sei la loro puttana. A me però non importava cosa mi dicesse, ma solo sentire la sua mazza scorrermi dentro, godendo insieme a lui.
Alla fine, mi venne dentro il culo, e nonostante non amassi la cosa, non dissi nulla, anzi mi portai una mano sul buchetto per raccogliere lo sperma che ne usciva fuori, per poi leccarlo con tutta calma.
Quando uscii dal bagno trovai sul letto il mio vestito e le mutandine, e lui che guardava ridacchiando il mio cellulare.
“Peccato non aver ripreso quando ti scopavo, però il pompino è davvero da numeri uno.” mi disse spegnendo l’apparecchio.
Mi rivestii in fretta, e del resto non è che avessi molto da indossare, per poi rimettere il cellulare in borsetta.
“Mi chiami un taxi per piacere ?”
“Subito mia signora.” mi rispose con ironia prima di fare quanto gli avevo chiesto.
“Arriva fra dieci minuti, quindi nel frattempo puoi rispondere a una mia domanda ?”
“Se lo rifarei ? Nel senso che mi scoperei di nuovo quel porco mettendoti le corna ? Sì, perché fra noi alla lunga non sarebbe durata e lo sai meglio di me. Certo c’amavamo, ma come due giovani incoscienti che non sanno cos’è il domani, e poco importa che la mia carriera non è mai decollata più di tanto, però oggi ho un buon lavoro e tanto mi basta, soddisfatto ?”
Lui annuì per poi accompagnarmi al portone e aspettare con me il taxi che mi riportò a casa, stanca ma felice d’aver avuto un rapporto normale con un uomo normale.
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