Lui & Lei
Tramonti

25.01.2023 |
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"Lentamente, quasi fosse solo un caso, il mio piede sfiora il suo e improvvisamente la sua voce si abbassa, le parole rallentano e mi guarda negli occhi..."
Sul tramonto di settembre il mare sembra quasi essere cosa viva, con una propria anima. È calmo e pare si stia riposando dopo le folle e gli schiamazzi estivi. Malinconicamente lo saluto uscendo dall'acqua, accarezzo la sua superficie... è solo un arrivederci alla prossima estate. Un tiepido sole ancora scalda questa minuscola spiaggia isolata, coperta da canneti che murano la piccola stradina sterrata che passa lì dietro e sulla quale, in questo periodo, non passa mai nessuno. Si respira pace, silenzio, armonia, natura. Mi siedo sul telo e mi godo questa piccola parentesi di pace. D'un tratto, da una piccola parete rocciosa che lentamente degrada verso il mare, vedo avvicinarsi una persona. Passo dopo passo, lentamente, prende forma una donna dalla camminata assorta, sognante, probabilmente anche lei in pausa dal caos quotidiano. Mi vede, si avvicina e decide di stendere il suo telo a pochi metri da me, mi guarda e saluta, con un cenno e un sorriso."Diavolo che sorriso..."
Senza fretta si spoglia del vestitino bianco, abbastanza trasparente con quell'effetto di vedo- non vedo e si dirige verso il mare. Non posso fare a meno di guardarla mentre entra in acqua, capelli ricci e sbarazzini, abbastanza magra ma con un sedere niente male, due gambe toniche da fare invidia a qualsiasi donna e penso: "Beh mica male...".
Anche se attratto, cerco di non guardarla troppo per non darle fastidio, per non sembrare un maniaco.
Poco dopo esce dall'acqua e, a quel punto, i miei neuroni smettono di funzionare. Il costume bianco lascia intravedere tutto, proprio tutto, rendendo l'immaginazione solo un inutile optional. Con uno sforzo sovraumano distolgo lo sguardo e decido di stendermi.
"Non ci pensare, non ci pensare, non ci pensare... Cazzo troppo tardi!".
È iniziata la lievitazione.
Imbarazzato, con la coda dell'occhio, cerco di capire se sono sfuggito a questa colossale figuraccia. Purtroppo no, mi sta guardando e sorride. Cazzo.
Decide di stendersi anche lei ma con naturalezza rivolge le gambe verso di me e, con nonchalance, le allarga.
È la fine.
Davanti ai miei occhi si apre un mondo bellissimo, fatto di desideri nascosti e immagini non certamente pudiche.
Non resisto e decido di rompere il ghiaccio. Alla prima battuta, rivolta da lontano, scoppia a ridere senza neanche guardarmi, come se stesse pensando a come comportarsi. Poco dopo decide di tirarsi su e viene a stendersi proprio vicino a me.
"E mo??".
Dopo le prime presentazioni e qualche battuta, la conversazione prende piede. Mi racconta di essere originaria di qui ma che ha dovuto andare via per lavoro circa 15 anni fa, che è tornata in questi giorni proprio per staccare la spina e godersi un po' di pace. Dopo altre battute, qualcuna anche condita con malizia e giochi di sguardi da parte di entrambi, decido di fare la prima mossa. Lentamente, quasi fosse solo un caso, il mio piede sfiora il suo e improvvisamente la sua voce si abbassa, le parole rallentano e mi guarda negli occhi. Questa volta è il suo piede che, dolcemente, inizia ad accarezzare il mio, poi delicatamente inizia a salire sul polpaccio e nell'interno coscia. Impazzisco. Il costume sta già esplodendo.
La bacio.
In meno di un secondo i nostri corpi si ritrovano abbracciati in un groviglio di tensioni muscolari, prese passionali e baci. Lei, probabilmente spinta dalla voglia che dimostro, inizia a muovere la sua figa sulla mia coscia posizionata tra le sue gambe. Ai respiri inizia a sostituirsi qualche sospiro. Mi guardo intorno, la spiaggia è ancora deserta. Decido allora pian piano di scendere giù... Dai baci dietro l'orecchio, sono passato al collo, poi sul seno, dove ho indugiato abbastanza da far diventare i suoi capezzoli come chiodi, poi sul suo ventre, l'interno coscia, l'inguine...
"Cavolo il paradiso!"
Delicatamente scosto di lato le sue mutandine e mi butto a capofitto nella mia attività preferita. Sospiri, gemiti, la sua mano che mi spinge la testa contro di lei sempre con più forza e i suoi fianchi che non riescono a smettere di muoversi, capisco di darle piacere e questo mi fa impazzire. Stringe la mia testa tra le sue cosce e mi blocca in quella posizione, vuole fermarmi, non vuole ancora lasciarsi andare all'orgasmo. Ora è lei a prendere l'iniziativa, mi sale sopra e con dolcezza lo prende, scosta il suo costume e piano piano scende fino a sentirlo tutto dentro, è caldissima. I nostri sguardi esplodono di piacere, prende le mie dita, le porta alla sua bocca per farmi sentire anche in quel modo la sua eccitazione, i suoi movimenti così delicati e al tempo stesso passionali rendono inesistente il mondo fuori. Ora sono io a bloccarla con le braccia contro il mio petto, adesso sono io a muovermi su e giù, prima delicatamente, poi gradualmente aumentando il ritmo fino a far aumentare anche i suoi spasmi, fino a sentirla godere e tremare al contempo. Dal calore che sento scendere fin sulle mie palle, mi accorgo del suo orgasmo e piano piano rallento il ritmo fino quasi a fermarmi. Rimane immobile per un po', come per riprendere fiato, come per godersi il momento. Ora mi guarda con lo sguardo languido e la bocca socchiusa, ancora pervasa dal piacere si alza, si gira, inarca la schiena e alza il sedere.
"Che spettacolo...."
Quel primo piano così eccitante, così liscio, così bagnato, mette la parola fine a qualsiasi pudore. Le tolgo definitivamente il costume e mi butto con la lingua nel bel mezzo del suo sedere. Lei spinge quel suo splendido sedere contro la mia faccia, vuole la mia lingua dentro... Capisco il gioco e non me lo faccio ripetere due volte. Preparo la penetrazione giocando con la lingua e le dita, lei è incontenibile, eccitatissima e non fa altro che muovere i fianchi e gemere, sempre più forte. Entro dentro di lei, si lascia andare ad un urlo soffocato. La forte stretta delle mie mani sui suoi fianchi svela la mia eccitazione, da movimenti lenti e completi passo a colpi via via più forti e veloci...
Sirene, allarmi, urla, esplosioni.
"Che succede?"
"Dove sono?"
Ancora esplosioni.
Torno alla realtà.
Il rumore dei colpi sostituisce quello dei gemiti.
Il fuoco delle esplosioni và sostituendo il fuoco della passione.
Impugno la mia arma e mi precipito fuori.
È persa. Per sempre.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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